Prescrizione bollette acqua: quando è possibile non pagarle


Ci sono dei casi eccezionali in cui i cittadini possono non pagare vecchie bollette luce e gas o della fornitura idrica. La prescrizione delle bollette acqua è stata ridotta a due anni, ecco una guida con tutte le informazioni utili per gli utenti

prescrizione bolletta acqua

Sono cambiati i tempi che riguardano la prescrizione per bollette acqua, luce e gas. La Legge di Bilancio approvata nel 2018 ha modificato le regole relative ai termini che sanciscono un credito come non più esigibile. Con la nuova normativa il periodo per prescrivere le fatture delle forniture non pagate è sceso da 5 a 2 anni.

Quando vengono prescritte le bollette?

La strada che ha portato l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) a deliberare sul periodo di prescrizione delle utenze idriche, energia e gas ha avuto tempi differenti. Per le bollette della luce la data di applicazione delle nuove regole è stata fissata al 1° Marzo 2018.

Per le fatture che riguardano i consumi gas degli utenti la prescrizione ridotta si applica dal 1° Gennaio 2019. L’ultima applicazione arrivata con la Delibera ARERA del 2020 ha stabilito come data per la nuova prescrizione bollette acqua il 1° Gennaio 2020.

Questi termini indicano semplicemente le date che segnano l’entrata in vigore delle nuove disposizioni utili a prescrivere le bollette non pagate. Attenzione però perché la riduzione dei tempi necessari non è retroattività. Quindi per le bollette acqua precedenti al Gennaio 2020 vale il periodo di 5 anni.

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Ecco quanto costano i servizi luce, acqua e gas alle famiglie

Una ricerca dell’Ufficio Studi di Confcommercio ha evidenziato come le spese fisse per le famiglie siano tra le più pesanti da sostenere. Nell’analisi si identificano come costi obbligati quelli per affitti, mutui, utenze varie e bollette, ci sono poi le spese per veicoli e quelle alimentari.

Secondo quando riporta l’associazione che rappresenta lavoratori autonomi e imprese, tra il 1995 e il 2019 in totale queste voci di costo hanno impegnato quasi il 41% dei consumi di una famiglia. Le spese obbligate sostenute in media dalle famiglie nel 2019 sono state pari a 7.377 euro all’anno per cittadino.

Scendendo più in dettaglio, del complesso di voci considerate come costi vincolati quella che pesa di più è la quota delle spese per l’abitazione. In questa sottocategoria si considerano solo i consumi legati al pagamento di forniture e servizi di manutenzione, il costo di affitti o altre forme di pagamento per la casa. Il totale della spesa pro capite nel 2019, sempre secondo Confcommercio, è stato pari a 4.215 euro pro capite (in percentuale si tratta del 23,3%).

Nel comunicato la Confederazione sottolinea come “All’interno delle spese per l’abitazione i consumi per l’acqua ed i servizi di smaltimento rifiuti, pur in diminuzione in termini quantitativi, risultino stabili in termini di quota in considerazione di prezzi (tariffe) in continua crescita”.

Chi ha diritto alla prescrizione ridotta e come funziona

La normativa introdotta dalla Legge di Bilancio 2018 e con la successiva delibera dell’ARERA ha stabilito la prescrizione breve per i consumatori e le pmi con meno di 10 dipendenti (o in alternativa un bilancio inferiore a 2 milioni di euro) per le bollette acqua, luce e gas.

È stato anche stabilito che il periodo di 2 anni sarà considerato valido anche per la prescrizione dei crediti non pagati tra venditori e distributori. Nelle bollette acqua, luce e gas infatti le voci di spesa sono molteplici, ci sono i costi della materia prima, le spese di gestione, gli oneri fiscale e i costi di dispacciamento e manutenzione.

Gli utenti hanno chiesto all’ARERA se con la prescrizione della bolletta decadessero anche i crediti legati ai costi fissi delle forniture. L’authority ha risposto che la prescrizione interesserà tutte le spese variabili e fisse relative alle bollette che fatturino consumi risalenti a più di 2 anni.

Cosa fare con le bollette prescritte

I debiti non decadono in automatico. Non pensate quindi di non pagare le bollette di conguaglio e di farla franca. Sono previsti dei casi precisi in cui si può ricorrere alle contestazioni per sopraggiunti termini di prescrizione e si devono comunque seguire delle procedure.

Per esempio, se il venditore di luce, acqua o gas ritarda nell’inviare le fatture di conguagli per consumi che risalgono a periodi precedenti i due anni, il cliente potrà non versare il dovuto. La sospensione del pagamento potrà avvenire se si invia il reclamo al fornitore e se l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato degli accertamenti sull’azienda.

Se l’AGCM avvia un procedimento per verificare eventuali comportamenti illegittimi o non in linea con il Codice del consumo su rilevazione dei consumi, conguagli o fatturazione, gli utenti luce, gas e idrici possono non pagare le bollette. In più, se l’accertamento attesta violazioni da parte della compagnia sarà anche possibile chiedere il rimborso per i pagamenti già effettuati.

Rimborsi, come ottenerli e tempi previsti

Non finisce qui. Viste le regole che tutelano i consumatori: “È in ogni caso diritto dell'utente, all'esito della verifica ottenere, entro un termine in ogni caso non superiore a tre mesi, il rimborso dei pagamenti effettuati a titolo di indebito conguaglio”. Quindi non solo è stato stabilito un obbligo a risarcire i consumatori, ma è stato anche fissato un termine massimo di 90 giorni per il riaccredito delle somme.

Secondo la normativa, il venditore che viene sottoposto ad un controllo da parte dell’AGCM deve informare i propri clienti dell’avvio del procedimento e deve anche chiarire agli utenti quali sono i loro diritti in queste circostanze.

Quando l’utente è responsabile?

L’utente però non potrà ostacolare la rilevazione dei dati, infatti le tutele vengono meno se il venditore dimostra che non è stato possibile effettuare verifiche sui consumi per vostra responsabilità. Idem, se è stato il cliente a fornire dei dati non corretti.

Questo almeno è quanto stabiliva una delibera del 2018, ma l’ARERA avrebbe poi chiarito con un successivo provvedimento del 2020 che i clienti possono contestare il debito in ogni caso. Se il contenuto del documento sarà confermato, fermo restando il limite legato ai 2 anni di prescrizione (a partire dal Gennaio 2020), i clienti potranno opporsi al pagamento di conguagli anche se sono stati loro a non rendere possibile la verifica dei consumi o a fornire dati imprecisi.

Bollette separate per conguagli

Quanto detto sin qui è valido per le fatture del servizio idrico che sono state inviate dopo il 1° Gennaio 2020. Per queste bollette acqua valgono le regole sulla prescrizione biennale, quelle sui rimborsi e sui conguagli.

La delibera ARERA ha introdotto altre novità sui conguagli, cioè le bollette che vengono inviate per poter ristabilire un equilibro tra i consumi stimati a quelli effettivi. Gli operatori dovranno emettere una fattura ordinaria con i consumi e una specifica bolletta che riporti solo la somma da pagare per i consumi più vecchi di 2 anni.

In alternativa i gestori potranno decidere di inserire nella bolletta tradizionale anche le somme antecedenti ma dovranno evidenziare in modo chiaro le spese per i consumi più vecchi e per quelli degli ultimi 2 anni.

Prescrizione bollette acqua, cosa è cambiato da Gennaio 2020

Se state leggendo questa guida siete interessati in particolare a come comportarvi con le bollette acqua. Per queste fatture le regole stabilite dalla Legge di Bilancio 2018 e poi rese operative dall’ARERA prevedono:

  • bollette pre Gennaio 2020 prescrizione di 5 anni
  • fatture post Gennaio 2020 prescrizione ridotta a 2 anni

Ma da quando parte il conteggio del periodo valido per ottenere la prescrizione di questi debiti? Se siete curiosi di sapere se c’è qualche vecchia bolletta non pagata che è caduta in prescrizione dovrete controllare la data di scadenza della fattura. Che sia una bolletta acqua, luce o gas dovrete considerare il primo giorno (non festivo) successivo al termine ultimo per pagare la fattura.

Per i più coscienziosi sarà possibile buttare le fatture pagate fino al 2015 per il momento. I fornitori di acqua, luce e gas infatti non potranno più inviarvi conguagli o richiedere pagamenti arretrati, quei debiti rientrano ormai tra quelli prescritti per sopraggiungere dei termini.

Le diffide e la prescrizione bollette acqua, luce e gas

Le società che forniscono servizi a cittadini e microimprese hanno però una carta in mano da poter giocare. I termini per la prescrizione delle bollette ripartono da zero se il gestore invia al cliente una raccomandata A/R o via PEC (posta elettronica certificata) con cui diffida l’utente e richiede il pagamento.

Per le famiglie la comunicazione può essere inoltrata solo con un documento formale via posta ordinaria. Il sistema di invio via PEC è valido per professionisti, autonomi e imprese. Dal momento di arrivo del sollecito ufficiale, il contatore della prescrizione viene riavvolto e il conteggio dei 2 anni ricomincia.

Se avete ricevuto chiamate da società di recupero crediti o dai call center degli operatori, sappiate che non sono soluzioni valide ai fini legali. Spesso i gestori tentano di ottenere dei pagamenti anche inviando il sollecito allegato alla bolletta o per via ordinaria. Non correte a pagare perché sono tutti metodi che non hanno valore secondo la normativa.

Cosa può fare l’utente di fronte ad un decreto ingiuntivo

Le associazioni dei consumatori, gli studi legali specializzati e il sito dell’ARERA forniscono praticamente tutte le risposte alle vostre domande per quanto riguarda la prescrizione delle bollette. Una delle questioni che sembra suscitare i maggiori timori tra gli utenti riguarda come far rispettare la prescrizione dei 2 anni?

Le società di fornitura a volte tentano di fare la voce grossa, contano un po’ sul timore di sanzioni e molto sulla mancanza di conoscenza di norme e cavilli da parte degli utenti. Una delle azioni davanti alle quali potreste non sapere come reagire è un decreto ingiuntivo che vi viene inoltrato dal fornitore per una bolletta acqua che si riferisce a 5 anni fa.

Niente paura. Avete 40 giorni per presentare il vostro ricorso e opporvi al pagamento, nella contestazione dovrete evidenziare che il credito richiesto si riferisce ad una bolletta ormai prescritta. In ogni caso è bene che vi facciate aiutare nel compilare la risposta da inviare da un professionista per evitare un respingimento per qualche formula poco chiara o inesatta. 

L’ARERA per tutelare i cittadini ha anche imposto ai gestori di luce, gas e acqua si fornire tutte le informazioni necessarie per contestare le bollette cadute in prescrizione. Sui siti degli operatori i clienti devono poter trovare i moduli per comunicare la propria opposizione al pagamento dei debiti antecedenti ai due anni (o ai 5 anni).

Il modulo dovrà essere visibile online, ma dovrà anche essere disponibile nei punti vendita. Oltre al modello per la contestazione, dovranno anche essere pubblicati e resi consultabili gli indirizzi per invio delle PEC e delle raccomandate.

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