Tutto quello che c’è da sapere sulla procedura di disdetta Eni Plenitude gas e luce:
La disdetta Eni gas e luce - ora Eni Plenitude - prevede una procedura ben precisa che contempla anche l’utilizzo della modulistica Eni. In questa guida analizzeremo:
La procedura per completare la disdetta di un contratto con Eni Plenitude è molto semplice. Prima di entrare nei dettagli dell’operazione, però, è opportuno ricordare che la disdetta Eni gas e luce non serve in caso di cambio fornitore, ovvero qualora si decida di passare da Eni Plenitude ad un altro gestore energetico nel Mercato Libero. Con la disdetta, infatti, si ottiene la cessazione del contratto e la chiusura della fornitura.
Ecco, quindi, tutto quello che c’è da sapere sulla disdetta Eni gas e luce: qual è la procedura da seguire e quali sono i costi e i tempi dell’operazione.
Come fare per chiudere le utenze? Intanto, ci sono due casi che si potrebbero verificare.
Il primo consiste nella volontà di cancellare la sottoscrizione di un contratto luce e gas entro 14 giorni di tempo da quando è stato stipulato. Si tratta del cosiddetto diritto di ripensamento: la pratica è gratuita. Basta rivolgersi al servizio clienti per dar seguito a tale diritto.
Il secondo caso, invece, è la cessazione vera e propria della fornitura attiva. Per dare disdetta di un contratto di fornitura con Eni Plenitude è possibile:
A dispetto del canale utilizzato per avanzare la richiesta, è necessario compilare l’apposito modulo di disdetta Eni gas e luce (tra i casi in cui spesso si richiede la cessazione della fornitura ci sono il anche il decesso dell’intestatario del contratto o un trasferimento).
I documenti da tenere a portata di mano quando si richiede una disdetta Eni sono:
Quanto si spende a chiudere le utenze Eni Plenitude? I costi da sostenere sono stati raccolti nella tabella che segue.
VOCE DI SPESA |
COSTO |
Disdetta fornitura gas |
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Disdetta fornitura luce |
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Spese amministrative |
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Il costo complessivo della disdetta di un contratto Eni Plenitude viene addebitato nell’ultima bolletta, detta anche “bolletta di chiusura”, che il fornitore invia all’oramai ex cliente.
In questa bolletta possono essere inclusi sia i costi di disdetta, per la chiusura della fornitura e del contatore, che il costo relativo ai consumi registrati e non ancora fatturati prima della disdetta. Se presente, in questa bolletta potrebbe essere restituito il deposito cauzionale versato alla sottoscrizione del contratto.
Dopo aver inviato la richiesta di disdetta, si sarà contattati dalla società di distribuzione responsabile della chiusura del contatore, in modo tale da poter stabilire un appuntamento con il tecnico del distributore.
Il contatore della luce, invece, si potrà chiudere con un semplice intervento da remoto, senza la necessità di dover attendere l’arrivo di un tecnico. Alla chiusura del contratto, si riceverà la restituzione del deposito cauzionale all’interno di una fattura di chiusura.
La bolletta di chiusura - quindi l’ultima che si dovrà pagare - viene inviata entro 6 settimane dalla cessazione della fornitura (quindi 1 mese e mezzo). In merito alle tempistiche, la società di distribuzione dovrà evadere la richiesta di disdetta entro 5 giorni.
Il deposito cauzionale è un particolare contributo che viene richiesto dal fornitore al cliente in fase di sottoscrizione di un nuovo contratto di luce o gas (sia in caso di primo allaccio che di attivazione di un nuovo contratto per una fornitura già attiva). Si tratta di un importo che viene versato dal cliente a titolo di garanzia per il fornitore. Di fatto, il deposito cauzionale è una compensazione, versata in anticipo, in caso di mancati pagamenti da parte del cliente.
Per una fornitura del mercato tutelato, inoltre, il deposito cauzionale è sempre previsto nel caso in cui il cliente scelga il pagamento tramite bollettino. Con il mercato libero, invece, il fornitore può decidere se richiedere o meno il deposito cauzionale. Anche in questo caso, per evitare il versamento iniziale è sufficiente optare per la domiciliazione bancaria.
I clienti Eni gas e luce che effettuano la disdetta del contratto hanno la possibilità di riavere il deposito cauzionale. Questo contributo, infatti, deve essere restituito dal fornitore una volta che il contratto è stato chiuso. Da notare, inoltre, che il deposito cauzionale va restituito anche in caso di passaggio ad altro fornitore. Chiuso il contratto, infatti, Eni gas e luce non può più trattenere il deposito che, ricordiamo, rappresenta una forma di compensazione riconosciuta al fornitore per eventuali mancati pagamenti del cliente.
La restituzione del deposito cauzionale è automatica. Non è necessario compilare moduli o seguire procedure particolari. Completata la disdetta del contratto di fornitura, infatti, Eni gas e luce (o qualsiasi altro fornitore di luce e gas con cui era attivo un contratto) è tenuto alla restituzione del deposito versato dal cliente entro 30 giorni dalla cessazione. La restituzione, come detto, è automatica e deve tenere conto degli interessi legali maturati dal momento del deposito al giorno della restituzione.
Il fornitore provvederà alla restituzione del deposito sotto forma di rimborso nell’ultima bolletta inviata che, generalmente, viene definita come “bolletta di chiusura contratto”. In questa bolletta, il fornitore addebita i costi per gli ultimi consumi registrati. Tali costi saranno ridotti dell’importo del deposito cauzionale (più gli interessi maturati sull’importo). È opportuno, quindi, verificare l’ultima bolletta e l’eventuale restituzione del deposito cauzionale.
Da notare, inoltre, che il deposito cauzionale viene restituito in automatico anche in caso di passaggio dal pagamento tramite bollettino al pagamento tramite domiciliazione sul conto corrente. La procedura è identica. La restituzione avviene sotto forma di accredito in bolletta e, quindi, come sconto extra sul totale da pagare. Anche in questo caso, non è necessario seguire alcuna procedura particolare o inviare moduli.