Disdetta TV

Le Pay TV oggi propongono un palinsesto molto vasto per quanto riguarda i contenuti, tra film, serie tv, partite, show e così via. Tuttavia non è sempre semplice sottoscrivere l'offerta giusta al primo tentativo. Ecco come effettuare la disdetta TV e cambiare abbonamento o servizio. 

Di norma il canone per il servizio di Pay TV è di qualche decina di euro al mese, anche se per un periodo promozionale può costare molto meno, ad esempio per 6 mesi o per un anno.

Può capitare però che non si abbia più intenzione di usufruire di questo genere di servizio, per vari motivi: perché è troppo costoso, perché i contenuti offerti non sono particolarmente interessanti o perché le promozioni di altri fornitori sono più ricche.

 

 

Il settore della Pay TV sta cambiando rapidamente. Oltre alle TV tradizionali, visibili gratuitamente tramite il digitale terrestre come Rai e Mediaset, il settore televisivo può contare su diverse opzioni in abbonamento con Pay TV accessibili via digitale terrestre o via satellite.

A rendere ancora più ricco il settore ci sono le nuove piattaforme di TV in streaming che stanno assumendo un ruolo di primo piano per quanto riguarda l’intrattenimento domestico, sia per quanto riguarda le soluzioni di streaming live che per il più diffuso streaming on demand.

Per effettuare la disdetta TV, andando ad annullare l’abbonamento in essere, è, quindi, opportuno verificare, in primo luogo, la tipologia di Pay TV con cui si ha una sottoscrizione attiva al fine di optare per la soluzione più semplice, economica ed efficace per poter completare la disdetta.

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Come funziona il canone per la TV

Per poter valutare la tipologia di disdetta TV da effettuare, è necessario individuare la tipologia di offerta attiva e, quindi, verificare quali sono le modalità di interruzione dell’abbonamento. In generale, le Pay TV tradizionali prevedono un abbonamento di durata annuale che può essere interrotto richiedendo il recesso anticipato oppure la disdetta alla sua naturale scadenza, prima del tacito rinnovo che prolungherà l’abbonamento di un ulteriore anno.

Le nuove piattaforme di streaming, sulla scia della flessibilità e del successo di Netflix, seguono delle modalità di abbonamento più semplici che permettono all’utente di gestire la disdetta TV in modo rapido e senza troppe perdite di tempo. La struttura degli abbonamenti a queste piattaforme, di norma, prevede il pagamento anticipato di mese in mese con la possibilità di annullare il rinnovo automatico in qualsiasi momento.

In Italia, infine, c’è da considerare anche il Canone Rai, una tassa legata al possesso del televisore da cui è possibile richiedere l’esenzione solo se non si possiede un apparecchio TV e non si ha intenzione di acquistarne uno nuovo. In alternativa, è possibile richiedere l’esenzione dal Canone Rai se si rientra in alcune categorie specifiche.

Ad esempio, possono richiedere l’esenzione i cittadini che hanno compiuto 75 anni e che presentano reddito annuo non superiore a 6.713 euro.

La disdetta del Canone Rai, in realtà, non è una vera e propria disdetta di un abbonamento. Si tratta, infatti, di una dichiarazione sostitutiva di non detenzione in cui l’utente certifica di non possedere un apparecchio TV.

Tale dichiarazione va presentata ogni anno al fine di evitare il pagamento del Canone Rai che viene addebitato, in 10 rate da 9 Euro al mese, nella bolletta dell’energia elettrica.

Ricapitolando, il settore TV di oggi si suddivide in categorie ben precise:

  • canali TV gratuiti accessibili tramite il digitale terrestre (il possesso di una TV comporta l’obbligo di pagare il Canone Rai, al netto di eventuali esenzioni);

  • servizi Pay TV in abbonamento tramite digitale terrestre o satellite (ad esempio Sky);

  • piattaforme di streaming TV gratuite (ad esempio Rai Play); per accedere a questi servizi basta una connessione ad Internet ed un dispositivo compatibile (PC, notebook, smartphone, Smart TV);

  • piattaforme di streaming TV a pagamento con rinnovi mensili prepagati e possibilità di disdetta in qualsiasi momento (ad esempio Netflix);

  • piattaforme di streaming TV in abbonamento (ad esempio Sky via fibra ottica);

La disdetta TV per gli abbonamenti

Gli abbonamenti ai servizi di Pay TV, come ad esempio il tradizionale abbonamento satellitare a Sky, prevedono delle modalità di disdetta TV ben definite.

Le soluzioni a disposizione degli utenti sono tre. A seconda del caso, sarà necessario seguire preciso iter per assicurarsi la possibilità di effettuare la disdetta TV rispettando la normativa.

Per effettuare la disdetta TV di un abbonamento Pay TV è necessario individuare la tipologia di modello da utilizzare.

  • Recesso entro 14 giorni dalla stipula del contratto;

  • Recesso dopo 14 giorni dalla stipula del contratto;

  • Disdetta alla naturale scadenza dell’abbonamento.

La prima tipologia di disdetta è rappresentata dal Recesso dal servizio entro 14 giorni dalla stipula del contratto.

Come previsto dalla normativa, il consumatore è libero di richiedere, gratuitamente e senza pagare penali di alcun tipo, il recesso esprimendo il suo “diritto di ripensamento” entro 14 giorni dalla sottoscrizione dell’abbonamento.

Per quanto riguarda il recesso oltre i 14 giorni, invece, la situazione è ben diversa. Questa modalità di disdetta, infatti, prevede la possibilità per l’utente di interrompere l’abbonamento prima della sua scadenza naturale (solitamente fissata un anno dopo la sottoscrizione).

Annullare l’abbonamento richiedendo il recesso oltre i 14 giorni è sempre possibile ma potrebbe comportare per l’utente l’obbligo di dover far fronte a costi di vario tipo a partire dalla restituzione degli sconti goduti e sino ad arrivare ad eventuali costi generici legati alla disattivazione anticipata del servizio.

Per verificare i costi per l’utente che richiedere il recesso oltre 14 giorni è necessario verificare le condizioni contrattuali dell’abbonamento attivato. A seconda dell’operatore, infatti, il costo di questo tipo di disdetta può essere più o meno elevato.

La terza opzione da considerare riguarda la disdetta TV alla scadenza naturale del contratto del servizio di Pay TV in essere. Questa soluzione non presenta costi di alcun tipo ma va effettuata entro un certo lasso di tempo. Solitamente, è necessario presentare tale richiesta entro 30 giorni dalla scadenza naturale dell’abbonamento.

Questa tipologia di disdetta va, di fatto, ad annullare il tacito rinnovo previsto, di norma, dalle condizioni contrattuali dell’abbonamento di una Pay TV. Si tratta dell’opzione ideale per interrompere un abbonamento dopo i 14 giorni in cui è possibile richiedere il recesso gratuito.

Il procedimento per effettuare il recesso (sia prima dei 14 giorni dalla sottoscrizione che dopo i 14 giorni) oppure la disdetta TV alla scadenza del contratto è molto simile. Ecco i passi da seguire:

  • Scaricare il modulo giusto dal sito dell’operatore;

  • Compilarlo e inviarlo firmato a un indirizzo fornito dall’operatore stesso, di solito come raccomandata con ricevuta di ritorno oppure tramite posta elettronica certificata (PEC);

  • Procedere con la restituzione dei beni in comodato d’uso (decoder, Smart Card) eventualmente inclusi nel contratto d’abbonamento; è molto importante seguire con precisione le modalità di restituzione indicate dall’operatore;

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Disdetta dei servizi Streaming TV

In questi ultimi anni si è registrata un’enorme crescita della diffusione dei servizi di Streaming TV con la nascita di piattaforme, gratuite o, nella maggior parte dei casi, a pagamento, che si stanno affermando come una solidissima alternativa alla TV tradizionale.

Dal punto di vista tecnico, lo streaming TV può essere di due tipi. Da una parte, infatti, abbiamo lo streaming live che si configura come una tipologia di servizio molto simile alla TV tradizionale con la possibilità, però, di poter accedere ai contenuti anche senza fare ricorso all’antenna satellitare o al digitale terrestre per usufruire dei contenuti trasmessi dalla piattaforma.

Ad esempio, servizi come NOW TV (a pagamento, ma con possibilità di prova gratuita per alcune tipologie di abbonamento) o Rai Play includono una sezione dedicata allo streaming live con la possibilità di guardare eventi singoli (come avviene con NOW TV) o canali tradizionali (come avviene con Rai Play) in diretta sfruttando una connessione ad Internet ed un dispositivo compatibile.

L’altra faccia del mondo dello streaming sono le piattaforme “on demand” che offrono la possibilità per gli utenti di fruire di programmi in differita, senza il vincolo dell’orario di inizio delle trasmissioni. Le piattaforme di questo tipo presentano un catalogo di contenuti sempre disponibili per l’utente che, in qualsiasi momento, ha la possibilità di avviare la visione del programma desiderato.

Diversi servizi permettono, inoltre, di scaricare sul proprio dispositivo il contenuto video da guardare in modo da poter avviarne la visione in un secondo momento, quando si è off-line (una soluzione molto utile quando si è in aereo o non si ha a disposizione una linea fissa).

Tra le piattaforme “on demand” la più famosa è, senza dubbio, Netflix, divenuta in questi anni un vero e proprio punto di riferimento per l’intrattenimento domestico. Anche NOW TV (a pagamento) e Rai Play (gratuitamente) offrono programmi on demand così come Sky ha, tra la sua vasta gamma di prodotti, il servizio “Sky on Demand”, incluso per i clienti in abbonamento.

I tipi di disdetta tv streaming

La televisione in streaming ha le sue regole e la disdetta TV segue, quindi, procedimenti spesso molto diversi (generalmente più semplici) rispetto a quanto avviene per le Pay TV tradizionali. Grazie al successo internazionale di piattaforme come Netflix, infatti, la TV in streaming può contare, generalmente, sull’assenza di vincoli.

La maggior parte dei servizi di streaming, infatti, presentano una struttura a rinnovi mensili con la possibilità per l’utente di interrompere il rinnovo automatico in qualsiasi momento.

Questa soluzione permette un controllo pieno all’utente che può decidere di attivare e disattivare “abbonamenti” ad un servizio di streaming senza penali o costi aggiuntivi di attivazione e/o disattivazione.

Il sistema del rinnovo mensile senza vincoli fa della semplicità e della trasparenza il suo punto di forza. Sottoscrivendo un servizio al costo di 10 Euro al mese, ad esempio, sarà necessario effettuare il pagamento immediatamente per completare l’attivazione. In questo caso, i contenuti inclusi nella sottoscrizione saranno disponibili da subito.

Per effettuare la disdetta di un servizio di streaming TV di questo tipo sarà, quindi, sufficiente interrompere il rinnovo automatico dell’abbonamento. Solitamente, non sono previsti costi aggiuntivi di alcun tipo.

L’abbonamento resterà attivo sino alla fine del periodo di tempo già pagato (di fatto, si tratta di un abbonamento prepagato).

La modalità di interruzione del rinnovo automatico cambia a seconda della piattaforma di streaming con cui si è attivato l’abbonamento. Solitamente, la strada più veloce per procedere con la sospensione dei rinnovi e, quindi, con la disdetta di un abbonamento alla TV in streaming è rappresenta dal sito ufficiale dell’azienda stessa.

In generale, l’interruzione del rinnovo automatico di un servizio di streaming è molto semplice. Le varie compagnie, infatti, anche per una questione di trasparenza, offrono sempre un procedimento molto chiaro per sospendere il rinnovo dell’abbonamento ed evitare, quindi, l’addebito agli utenti di costi extra.

Il discorso cambia per quando riguarda la disdetta tv streaming per i servizi in abbonamento annuale o che comunque non utilizzano una struttura “prepagata” su base mensile o settimanale. In questo caso, infatti, è necessario seguire una strada più tradizionale inviando un apposito modulo di disdetta tramite raccomandata o PEC.

Per la disdetta di questa tipologia di servizi è necessario distinguere tra tre casi differenti, in modo del tutto simile a quanto visto per la disdetta di un abbonamento per una Pay TV tradizionale.

  • Recesso entro 14 giorni dalla stipula del contratto;

  • Recesso dopo 14 giorni dalla stipula del contratto;

  • Disdetta alla naturale scadenza dell’abbonamento.

Il primo caso, ovvero il Recesso entro 14 giorni dalla stipula del contratto, non prevede alcun costo o penale. Richiedere il recesso dell’abbonamento entro le prime due settimane dalla sottoscrizione è, infatti, un diritto del consumatore.

La normativa, infatti, permette al consumatore di cambiare idea e di richiedere il recesso entro 14 giorni dalla sottoscrizione di un determinato abbonamento.

Per quanto riguarda il secondo caso, ovvero il recesso oltre i 14 giorni, potrebbero essere addebitati all’utente i costi della pratica e, quasi sempre, gli sconti promozionali di cui si è usufruito al momento della stipula. Si tratta, quindi, di un’opzione da valutare con estrema attenzione al fine di evitare di dover fare i conti con un maxi-pagamento finale al momento della cessazione dell’abbonamento.

La terza opzione, ovvero la disdetta alla naturale scadenza del contratto, non presenta, di norma, penali di alcun tipo. Resta molto importante, in ogni caso, raccogliere tutte le informazioni su questa modalità di disdetta contattano, con netto anticipo, il servizio clienti dell’azienda con cui si ha un contratto d’abbonamento in essere.

Una volta effettuata la disdetta di un abbonamento, nel caso in cui nella sottoscrizione erano inclusi dispositivi in comodato d’uso, l’operatore potrebbe richiederne la restituzione (via posta o tramite un punto vendita abilitato). Anche in questo caso, al fine di evitare costi extra, è opportuno verificare le condizioni del contratto sottoscrizione.

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