Gli elettrodomestici che consumano di più in casa:
Per ridurre i consumi di energia elettrica:
L’utilizzo degli elettrodomestici incide in modo significativo sulle bollette dell’energia elettrica. È molto importante, quindi, determinare con precisione quali sono gli elettrodomestici più energivori - ad esempio, quanti kWh consuma una lavatrice oppure sapere se il forno elettrico consuma tanto. L'analisi di SOStariffe.it si basa sulla considerazione dei principali elettrodomestici presenti nelle abitazioni italiane e include consigli mirati per imparare a utilizzare meglio i nostri elettrodomestici.
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ELETTRODOMESTICO |
UTILIZZO MEDIO |
CONSUMO ANNUO (kWh) |
COSTO ANNUO |
1 |
Condizionatore |
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2 |
Frigorifero |
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3 |
Lavatrice |
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Lavastoviglie |
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Illuminazione |
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6 |
Forno elettrico |
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* la stima del costo annuale è calcolata considerando il miglior prezzo dell’energia elettrica disponibile sul Mercato Libero a Ottobre 2023 (IVA inclusa)
La tabella sul consumo degli elettrodomestici chiarisce quali siano i dispositivi che incidono maggiormente sulla spesa totale per l’energia elettrica. Considerando un utilizzo medio (è sempre importante rapportare i dati di consumo a quello che è il proprio fabbisogno energetico per avere un’idea precisa sull’impatto in bolletta), il condizionatore incide maggiormente sulla spesa annua per l’energia elettrica.
Rinfrescare casa durante i mesi estivi ha un costo elevato a causa della grande quantità di energia elettrica necessaria a contrastare il caldo torrido dei mesi più caldi dell’anno. Un condizionatore con caratteristiche medie può comportare un consumo annuo di 450 kWh che si tradurrà di una spesa annuale di circa 72 euro all’anno.
Tra le principali fonti di consumo di energia elettrica troviamo anche il frigorifero, l’unico elettrodomestico attivo 24 ore al giorno per tutto l’anno (al netto di interventi di manutenzione o di uno spegnimento dovuto all’assenza temporanea in casa, ad esempio per una vacanza). Il frigorifero comporta un consumo annuale di 300 kWh che si traduce in una spesa di 48 euro all’anno.
Anche lavatrice e lavastoviglie sono elettrodomestici “energivori”. Nella simulazione illustrata nella tabella di consumo, si nota come la lavatrice (260 cicli all’anno) comporti un consumo annuo di 240 kWh con una spesa annua di circa 38 euro mentre la lavastoviglie (220 cicli all’anno) causa un consumo di 220 kWh e una spesa annuale di circa 35 euro.
Nel conteggio totale dei consumi non si può tralasciare l’illuminazione che, inevitabilmente, incide in modo rilevante sul totale di energia elettrica utilizzato. In media, oltre ai consumi degli elettrodomestici, infatti, si registra anche un consumo di elettricità dovuto all’illuminazione che incide per circa 200 kWh all’anno sulle bollette che si traducono in una spesa che ammonta a 32 euro all’anno.
A completare la Top 6 degli elettrodomestici maggiormente responsabili per le spese in bolletta spicca anche il forno elettrico. L’impatto di questo prodotto è strettamente legato alle sue modalità di utilizzo. Nell’ipotesi di un uso medio di 5 minuti al giorno, per cotture rapide e frequenti, il forno elettrico arriva ad incidere in bolletta per 100 kWh pari a 16 euro all’anno di spesa.
In linea generale, è importante capire come calcolare il consumo degli elettrodomestici. Ci sono vari sistemi per valutare l’impatto in bolletta di un elettrodomestico. Consultando l’etichetta energetica, ad esempio, si potrà accedere ad informazioni precise in merito all’impatto del dispositivo sul budget del proprio nucleo familiare. Anche ricorrendo ad applicazioni specifiche sarà possibile monitorare i consumi in modo efficiente.
Offerte Luce in evidenzaOfferte Gas in evidenzaAlcuni elettrodomestici comportano un consumo (ridotto ma comunque da non trascurare) anche quando sono spenti o non sono utilizzati. È il caso, ad esempio, delle lampadine smart che, pur se spente, continuano ad essere collegate alla rete Wi-Fi per poter essere attivate da remoto. Anche il forno a microonde comporta un consumo da spento come la macchina del caffè.
Anche un TV comporta un consumo di energia elettrica quando non utilizzato a causa della funzione di stand by. Lasciare collegata una console da gioco alla presa elettrica, senza utilizzarla, è un altro caso in cui si dovrà aver a che fare con un dispositivo che consuma energia elettrica anche da spento.
In tutti questi casi, il consumo è compreso tra 0,5 e 3 Watt, in base al gadget elettronico considerato. Un notebook può comportare un consumo fino a 10 Watt se lasciato in modalità sospensione, andando a consumare la batteria e, quindi, a richiedere molto presto una nuova carica.
Il consumo di un condizionatore è strettamente legato alla sua efficienza energetica e, quindi, alla sua classe energetica. In linea di massima, un condizionatore Classe A+++ registra un consumo pari o inferiore a 0,6 kWh. Con un utilizzo annuale di 350 ore, quindi, è possibile stimare un consumo intorno ai 213 kWh. Scegliendo un condizionatore di Classe A++, invece, il consumo complessivo (sempre per 350 ore di utilizzo) è compreso tra 214 kWh e 243 kWh. Con un condizionatore di bassa efficienza, con Classe D, è possibile registrare oltre 418 kWh di consumo per 350 ore di utilizzo.
I dati indicati (fonte enea.it) si riferiscono ad un condizionatore di tipo split.
Un ventilatore consuma davvero poca energia, rappresentano un buon rimedio per contrastare il caldo estivo. In media, infatti, un ventilatore da soffitto a pieno regime arriva a consumare al massimo 0,1 kWh. Modelli più piccoli, come i ventilatori da terra, registreranno un consumo decisamente più basso. In linea di massima, il consumo di un ventilatore è modesto anche in caso di utilizzo prolungato.
Il frigorifero è l’unico grande elettrodomestico a restare accesso 24 ore al giorno. Scegliere un modello dal consumo ridotto è, quindi, molto importante. Per questo motivo, è necessario valutare sempre con attenzione la Classe Energetica del frigorifero. Per un modello di Classe A, ad esempio, il consumo annuo è inferiore ai 100 kWh mentre per uno di Classe B è compreso tra 101 e 124 kWh. Utilizzare un frigorifero di Classe G (la peggiore in termini di efficienza) comporta un consumo superiore a 303 kWh. Di fatto, quindi, un modello ad alta efficienza consuma meno di un terzo di uno a bassa efficienza.
I dati indicati (fonte enea.it) si riferiscono ad un frigorifero da libera installazione, senza tecnologia no-frost e con sbrinamento automatico, con capacità di 300 litri di cui 100 litri dedicati ai congelati.
La lavatrice è uno degli elettrodomestici che incide maggiormente in bolletta. Anche in questo caso, l’efficienza energetica ha un impatto fondamentale per determinare i consumi complessivi. Per valutare il consumo si considera una condizione di utilizzo standard e il dispendio energetico della lavatrice in un ciclo di utilizzo. Una lavatrice di classe A, ad esempio, registra un consumo di 0,5 kWh per un ciclo e, quindi, circa 50 kWh per 100 cicli. Scegliere una lavatrice di classe G (la peggiore in termini di efficienza) comporta un consumo sui 100 cicli pari a oltre 100 kWh. Di conseguenza, il passaggio da un modello ad alta efficienza ad uno a bassa efficienza si traduce in un consumo più che raddoppiato.
I dati indicati (fonte enea.it) si riferiscono ad una lavatrice da libera installazione e con capacità di 10 chilogrammi.
Il forno elettrico può incidere in modo significativo sulla bolletta. Un ciclo di cottura per un forno elettrico di Classe A+++, infatti, comporta un consumo pari o inferiore a 0,43 kWh mentre utilizzando un forno Classe D si registra un consumo di 1,54 kWh. L’efficienza energetica è un parametro fondamentale per determinare il consumo effettivo di un forno. Passare da un modello a bassa efficienza ad uno ad alta efficienza permette di ridurre di circa un terzo i consumi effettivi.
I dati indicati (fonte enea.it) si riferiscono ad un forno elettrico da 100 litri.
La friggitrice ad aria è un piccolo elettrodomestico, molto comodo per cucinare ma che comporta un certo dispendio energetico. In media, infatti, una friggitrice ad aria ad alta efficienza genera un consumo tra 1,2 e 1,6 kWh. Generalmente, però, le cotture con quest’elettrodomestico sono rapida e, di conseguenza, il consumo legato all’utilizzo reale tende ad essere inferiore per via della possibilità di cuocere in tempi rapidi le pietanze desiderate. Per usi prolungati, in ogni caso, la friggitrice ad aria comporta un consumo da non sottovalutare.
Nel computo totale dei consumi, anche la lavastoviglie è un elettrodomestico da non sottovalutare in quanto la sua incidenza sui consumi complessivi può essere rilevante. Il consumo per ciclo per un modello di Classe A è inferiore a 0,4 kWh. Su 100 cicli, quindi, c’è da considerare un consumo medio inferiore ai 40 kWh. Scegliere un modello di Classe G, invece, comporta un consumo superiore a 78 kWh per 100 cicli. Il passaggio da una lavastoviglie ad alta efficienza ad una a bassa efficienza si traduce quasi in un raddoppio dei consumi.
I dati indicati (fonte enea.it) si riferiscono ad una lavastoviglie da 9 coperti.
Le case sono piene di elettrodomestici ed alcuni di questi consumano davvero poco, incidendo in modo limitato sulle bollette. Questo dipende da due fattori. In alcuni casi, il consumo ridotto è legato al tempo ridotto di utilizzo che, quindi, comporta un dispendio elettrico minimo. In altri casi, invece, è possibile imbattersi in elettrodomestici che consumano davvero poco, anche se utilizzati per un tempo prolungato.
Per identificare gli elettrodomestici che consumano di meno è, quindi, necessario valutarne il tempo di utilizzo. Ad esempio, un frigorifero comporta un consumo ridotto in un arco di tempo limitato ma, per via del fatto che resta accesso praticamente sempre, fa registrare ugualmente un impatto in bolletta elevato. Il phon o l’aspirapolvere possono avere un consumo particolarmente elevato andando però ad incidere in modo limitato in bolletta se utilizzati per un periodo di tempo ridotto nel corso dell’anno.
La valutazione dei consumi energetici di un elettrodomestico è legata a doppio filo alla classe energetica e alle informazioni riportate sull’etichetta energetica che i produttori sono tenuti a stilare e ad allegare al prodotto, includendo questo documento nella confezione di vendita. Consultando questi dati è possibile avere un’idea molto chiara in merito ai consumi unitari di un elettrodomestico e al suo impatto sul consumo annuo.
L’etichetta energetica riporta il dato relativo alla “classe energetica” che rappresenta un parametro fondamentale per valutare il reale consumo di un elettrodomestico. A partire dal mese di marzo del 2021 (o dal 2022 per alcune categorie di elettrodomestici) è entrata in vigore la nuova Etichetta Energetica, una versione aggiornata del sistema di classificazione dei consumi degli elettrodomestici che permette agli utenti di poter ottenere informazioni ancora più precise in merito al consumo di un dispositivo.
Con il nuovo sistema, l’Etichetta Energetica ha introdotto un nuovo sistema di classi che va a sostituire il precedente (eliminando le classi “estese” come ad esempio A++++). Il nuovo sistema “ritorna” alla classificazione da A a G, andando ad eliminare il sistema con i + che venivano affiancati alla classe A per evidenziare l’alta efficienza di un elettrodomestico. Contemporaneamente, il nuovo sistema ha rivisto le classi. Di conseguenza, un elettrodomestico che prima era, ad esempio, in classe A ora potrebbe ritrovarsi in classe C. Tra le novità dell’etichetta c’è anche un QR Code che consente all’utente di accedere rapidamente ad informazioni aggiuntive sull’elettrodomestico.
La scelta di puntare sul nuovo sistema dell’Etichetta Energetica è dovuta all’incremento dell’efficienza energetica degli elettrodomestici. Con il precedente sistema, infatti, oltre il 90% degli elettrodomestici sul mercato superava la classe A, richiedendo l’aggiunta di una serie di +. Oggi, invece, il nuovo sistema ripristina la scala da a G.
La nuova Etichetta Energetica include:
L’immagine qui di sotto (fonte enea.it) ci offre un esempio chiaro di come è cambiata l’Etichetta Energetica con il nuovo sistema:
È importante sottolineare come l’etichetta energetica cambi in base alla tipologia di elettrodomestico. Ad esempio, sia la lavatrice che il frigorifero presenteranno, tra le informazioni aggiuntive, alcune indicazioni sulla rumorosità. La lavatrice, però, offrirà, sull’etichetta, anche informazioni legate, ad esempio, al consumo d’acqua.
Anche le fasce di consumo cambiano in base all’elettrodomestico. Ad esempio, un frigorifero per entrare in classe A deve avere un consumo annuo inferiore ai 40 kWh mentre una lavatrice, per entrare nella stessa classe, dovrà avere un consumo inferiore a 47 kWh per 100 cicli. Di conseguenza, non è possibile confrontare le etichette di due elettrodomestici differenti.
Affidarsi ad un’app per monitorare i consumi degli elettrodomestici e, più in generale, in consumi di energia elettrica in casa può essere un’ottima soluzione per gestire in modo corretto l’elettricità in casa, riducendo la spesa e risparmiando. Molti fornitori mettono a disposizione dei propri clienti delle app ad hoc, pensate per offrire all’utente la possibilità di ridurre i consumi.
Da notare, in ogni caso, che non mancano le app per gestire e monitorare i consumi di elettricità in casa che possono essere utilizzate da tutti, senza limitazioni. Tra queste app troviamo Omnia Genius, una soluzione ideale per monitorare i consumi delle Smart Home moderne e utile anche per il gas e non solo per la luce. Da provare è anche l’app Effi100 che consente di sfruttare il monitoraggio in tempo reale dei consumi elettrici in casa.
Su dispositivi Android è possibile utilizzare Energy Consumption Analyzer, app in grado di offrire un monitoraggio completo dei consumi di luce, gas e acqua in casa. L’applicazione è in grado di creare grafici di consumo e di permettere all’utente di salvare note con consigli di consumo.
Ridurre i consumi è possibile. Con pochi ma fondamentali consigli pratici, infatti, è possibile abbassare i consumi degli elettrodomestici andando così ad alleggerire le spese. Ci sono tanti accorgimenti da mettere in pratica per ridurre in modo progressivo i consumi degli elettrodomestici. Come prima cosa è opportuno fare attenzione allo standby che può essere un fattore decisivo per raggiungere l’obiettivo di consumare di meno. Tanti elettrodomestici in standby generano un consumo non trascurabile.
Quando non necessario, quindi, è meglio spegnere gli elettrodomestici, staccandoli dalla rete elettrica invece che lasciarli in standby. Questo porterà ad una riduzione netta dei consumi, anche nel lungo periodo. Un altro elemento da considerare è l’efficienza energetica. In fase di acquisto di un nuovo elettrodomestico (o anche di un componente del sistema di illuminazione di casa) è necessario sempre valutare l’efficienza energetica, analizzando l’etichetta apposita fornita dal produttore.
Talvolta è meglio spendere di più ed acquistare un elettrodomestico ad alta efficienza. La spesa extra sarà ampiamente ammortizzata grazie al calo dei consumi registrato nel lungo periodo. Questo aspetto è particolarmente rilevante per gli elettrodomestici che si utilizzano per molte ore durante l’anno come il condizionatore, il frigorifero e gli elettrodomestici per il lavaggio (lavatrice, asciugatrice e lavastoviglie). Un altro dettaglio da considerare è rappresentato dalla necessità di ottimizzare l’uso degli elettrodomestici, per sfruttarli al meglio.
Ad esempio, per gli elettrodomestici di lavaggio (che sono tra i più energivori) è opportuno prediligere sempre il carico pieno, limitando l’utilizzo di alte temperature che porterebbe ad un consumo eccessivo. Anche il condizionatore può essere ottimizzando, scegliendo con attenzione la temperatura obiettivo da raggiungere (la differenza di temperatura ideale dovrebbe aggirarsi intorno ai 10° C tra interno ed esterno, oltre questa soglia i consumi aumenteranno in misura determinate). Bisogna, inoltre, effettuare sempre interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Questi interventi consentono agli elettrodomestici di funzionare nel modo corretto. Il caso più esemplificato è quello del condizionatore che, con i corretti interventi di pulizia periodica, consumerà molta meno energia. Questo aspetto vale, però, per tutti gli elettrodomestici che devono essere messi nelle condizioni di poter lavorare al meglio. È fondamentale, inoltre, fare attenzione agli sprechi, utilizzando gli elettrodomestici nel modo corretto. Lasciare aperto per troppo tempo un frigorifero, ad esempio, comporterà un consumo inutile aggiuntivo. Allo stesso modo, accendere il condizionatore senza aver chiuso prima tutte le finestre sarà inutile e comporterà consumi extra che si potrebbero evitare.
Ci sono vari accorgimenti da mettere in pratica per consumare meno energie nel lungo termine. Molti di questi accorgimenti sono gli stessi che consentono di risparmiare nel breve periodo ma vengono estesi in un periodo di tempo più lungo. Ancora una volta, per risparmiare energetica nel lungo termine diventa fondamentale puntare sull’efficienza energetica che diventa il parametro centrale per ottenere il massimo risparmio a parità di utilizzo.
Strettamente collegato al punto precedente c’è la possibilità di sfruttare le detrazioni fiscali per migliorare l’efficienza della propria abitazione. Con le detrazioni e i vari bonus disponibili è possibile acquistare diversi elettrodomestici ad alta efficienza (come il condizionatore) a prezzo più basso. Si può anche scegliere di investire nel fotovoltaico, producendo “in casa” l’energia elettrica e riducendo il prelievo dalla rete elettrica. Grazie alle detrazioni è anche possibile massimizzare l’isolamento termico dell’abitazione e, quindi, rendere più efficienti i sistemi di riscaldamento e raffreddamento di casa grazie alla riduzione della dispersione termica.
Per consumare meno nel lungo periodo è importante, inoltre, identificare le proprie necessità “energetiche” e capire di cosa si ha realmente bisogno. Si tratta di un passaggio fondamentale per minimizzare i consumi energetici, tagliando gli sprechi, sia nel breve che nel lungo periodo. In questo modo, sarà possibile utilizzare solo gli elettrodomestici di cui si ha realmente bisogno, alleggerendo i consumi di elettricità.
Tra le varie agevolazioni fiscali attualmente disponibili per massimizzare l’efficienza energetica di casa c’è il Bonus mobili ed elettrodomestici. Si tratta di una detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. La detrazione prevede un importo massimo di 10.000 euro per il 2022 e di 5.000 euro per il 2023 e il 2024.
L’importo detraibile comprende anche le spese di trasporto e montaggio e andrà ripartito in dieci quote annuali di pari importo. Possono beneficiare della detrazione i cittadini che hanno acquistato mobili ed elettrodomestici nuovi (di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori).
Per ottenere la detrazione è necessario anche aver effettuato interventi di ristrutturazione edilizia al proprio immobile a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello di acquisto dei beni per cui si richiede il bonus.