Da dove arriva il gas in Italia

Aggiornato il: 22/12/2023
di Davide Raia
Pubblicato il: 22/12/2023

In 30 secondi

Da quali Paesi arriva il gas utilizzato in Italia?

  • La Russia è stata, fino al 2021, il principale importatore di gas in Italia: nel 2021, infatti, il 38% del gas importato in Italia era russo
  • Nel 2022, a causa della guerra in Ucraina, le importazioni sono crollate rappresentando il 15% del totale di gas importato
  • Nel 2022, il principale importatore di gas in Italia è stato l’Algeria con circa il 36% del gas complessivo
  • Anche nel 2023 a importare più gas in Italia è l’Algeria con il 37,9% del totale (dati preliminari)
  • Il gas importato dall’estero rappresenta il 99% dei consumi di gas in Italia
  • Gli ultimi dati confermano una riduzione della dipendenza dell'UE dall'importazione di gas dalla Russia che, nel 2023, ha coperto solo il 4,4% delle importazioni di gas

Il problema dell’approvvigionamento del gas è in questi mesi di primaria importanza: la guerra tra Ucraina e Russia, e la scelta di gran parte dell’Unione Europea di supportare l’ex repubblica sovietica e sanzionare Mosca, ha portato a delle importantissime conseguenze sul piano della politica energetica italiana. 

Il nostro paese, infatti, non è autosufficiente per quanto riguarda il gas naturale: in passato era la Russia il principale importatore.

Oggi, invece, l’Italia ha un nuovo fornitore principale di gas naturale, l’Algeria.

Nel frattempo, la produzione di gas nazionale continua a ricoprire una porzione minima del fabbisogno nazionale, confermando la necessità di importante gas naturale da altri Paesi. 

Vediamo nel dettaglio da dove arriva il gas in Italia.

Chi fornisce il gas all'Italia? I Paesi che riforniscono l'Italia di gas naturale

Il gas importato serve a coprire la quasi totalità del fabbisogno italiano. Secondo i dati della Relazione Annuale di ARERA, relativa al 2022, circa il 99% del gas naturale utilizzato nel nostro Paese viene importato dall’estero. Si tratta di una quota decisamente superiore rispetto al 93,5% registrato nel corso del 2021. Complessivamente, l’Italia ha importato oltre 72 miliardi di metri cubi.

Il principale importatore di gas in Italia è l’Algeria a cui si deve il 36% del gas naturale che arriva nel Paese. Rispetto al 2021, il totale di gas importato dall’Algeria è aumentato del +11,3%. Il Paese nordafricano, quindi, è riuscito a sfruttare il taglio delle importazioni dalla Russia al meglio.

Alle spalle dell’Algeria, trai principali importatori di gas, con il 15%, ci sono la Russia e l’Azerbaigian. Da segnalare il drastico calo della Russia che, nel 2021, era al primo posto con il 38%. La Russia, in particolare, ha registrato un netto calo delle importazioni che, rispetto al 2021, si sono ridotte del -51,9%.

Tra gli importatori di gas naturale c’è anche il Qatar con il 10% che precede la Norvegia con l’8,6%. C’è poi la Libia con il 4,3%.  I dati in questione confermano un profondo cambiamento per il settore energetico italiano nel corso del 2022 a causa della guerra in Ucraina.

Per quanto riguarda il 2023, invece, ci sono ancora dati preliminari e sarà necessario attendere i primi mesi del prossimo anno per avere un quadro statistico più preciso. In ogni caso, sulla base di questi dati, l’Algeria si conferma il principale importatore di gas in Italia.

I dati parziali sull’import (gennaio – novembre 2023) evidenziano il ruolo di primo piano dell’Algeria a cui si deve il 37,9% del gas importato in Italia. Da notare che la Russia, fino al 2021 principale importante, è passata nel giro di due anni dal coprire circa il 40% delle importazioni a rappresentare una quota pari ad appena il 4,4% delle importazioni totali, stando ai dati preliminari Snam, nel corso del 2023.

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Dove sono i gasdotti in Italia? La rete di trasporto nazionale e gli ingressi principali

Per quanto riguarda la rete di trasporto del gas in Italia, gestita da Snam Rete Gas, questa conta sei metanodotti, con ingressi principali a Tarvisio, Gorizia, Passo Gries, Mazara del Vallo, Gela e Melendugno. A questi punti vanno aggiunti i centri di rigassificazione, che si trovano a Panigaglia, Rovigo e Livorno: qui arriva il GNL via mare. Una volta immesso nella rete, il gas viene trasportato da SNAM fino ai punti di consegna, da dove sono presi in carico dai distributori locali che lo portano ai clienti finali.

Gli ultimi dati disponibili (gennaio – aprile 2023) evidenziano come la maggior quantità di gas entri in Italia da Mazara del Vallo con oltre 7,532 milioni di Smc nel periodo considerato. Il secondo punto di ingresso, per volumi di gas importati, è Melendugno con 3.311 milioni di Smc.

Mappa della rete dei gasdotti in Italia

Da dove arriva il GPL?

Il GPL (o gas di petrolio liquefatto), in quanto miscela di idrocarburi che esistono come gas a pressione atmosferica e diventano liquidi sottoposti a una certa pressione, deriva dalla produzione di gas naturale e dalla raffinazione del petrolio grezzo. Per il 53% il GPL italiano arriva dall’estrazione di gas naturale nei Paesi dell’area mediterranea, per il resto dalla raffinazione del petrolio in impianti soprattutto nazionali e comunicatori.

Come viene trasportato il gas dalla Russia all'Italia?

Sono tre i gasdotti consecutivi che arrivano in Italia dalla Russia portando il gas: il primo tratto è l’Urengoy-Pomary-Uzhgorod, il gasdotto che parte dalla Siberia e attraversa l’Ucraina fino alla Slovacchia, per un totale di 4.450 chilometri. Da qui il gas passa nel Transgas e in Austria e poi nel Tag, che lo porta fino all’impianto di Tarvisio dopo un “viaggio” di 380 chilometri.

Quanto dipende dal gas russo l'Italia?

Nel 2021, la quota di gas importato dalla Russia è stata del 38,2% del consumato, per un totale di 29 miliardi di metri cubi di gas, la quota di gran lunga più elevata tra i Paesi importatori. Obiettivo del Governo è ridurre il più possibile questa quota senza causare problemi insormontabili agli italiani e alle aziende del nostro Paese. I dati del 2022 sono profondamente differenti. La Russia ha importato circa 11,2 miliardi di metri cubi di gas nel corso del 2022 con un’incidenza sui consumi complessivi pari a circa il 15%.

Il calo progressivo della dipendenza dal gas russo per l’Italia è evidente dai dati preliminari del 2023. Secondo i dati Snam, infatti, solo il 4,4% del gas importato dall’Italia arriva dalla Russia. Si tratta di un vero e proprio minimo storico che conferma il crollo delle importazioni dalla Russia che, fino al 2020, garantiva oltre il 40% del gas importato dall’Italia nel corso di un anno. In questi ultimi due anni, il nostro Paese è riuscito a trovare alternative valide, differenziando le fonti energetiche e riducendo drasticamente la dipendenza dalla Russia.

Alternative al gas russo: gli altri Paesi fornitori e gli accordi del governo

Per far fronte alla necessità d'importare meno gas dalla Russia, il Governo italiano negli ultimi mesi si è mosso per trovare in fretta possibili alternative al gas russo. Tra i più importanti accordi siglati nelle ultime settimane ci sono sicuramente quelli tra Eni e Sonatrach in Algeria, il secondo fornitore italiano, per aumentare le forniture di gas tramite il gasdotto Transmed (quello che arriva fino a Mazara del Vallo).

L’obiettivo è arrivare a 9 miliardi di metri cubi di gas aggiuntivi già a partire dal biennio 2023-2024. Altri accordi sono stati chiusi dall’Eni con l’Egitto per l’invio di altri tre miliardi di metri cubi in Europa e soprattutto in Italia già nel 2022 (si parla di un miliardo di metri cubi di GNL).

Infine, ci sono le trattative con il Qatar per l’aumento della sua quota di GNL che dovrà poi passare attraverso i vari rigassificatori in Italia, con l’Azerbaijan da cui parte il TAP, il gasdotto collegato con la Puglia, con il Congo, l’Angola, il Mozambico e la Libia (importatore di rilievo ma in questo caso il gasdotto Greenstream dovrebbe già essere vicino al massimo della sua capacità).

Alternative al gas russo: dove viene estratto il gas in Italia

La quota prodotta in Italia di gas è molto bassa: le estrazioni arrivano a un totale di 3,34 miliardi di metri cubi di gas naturale. In passato questo quantitativo è stato anche sei volte maggiore, grazie ai 70-90 miliardi di metri cubi di riserve.

Su circa 1.300 giacimenti attivi, ne vengono usati regolarmente poco più di 500, anche per le leggi come la 133 del 2008 che ha imposto vari divieti all’estrazione nell’Adriatico settentrionale, una delle zone più ricche di giacimenti.

L’obiettivo è arrivare ad estrarne in tempi previ altri 2,2 miliardi di metri cubi per un totale di oltre 5,5 miliardi di metri cubi. La Regione italiana in cui si estrae più gas è la Basilicata, seguita da Sicilia, Emilia-Romagna e Molise.

Nel corso del 2022, come indicato in precedenza, il 99% del gas consumato in Italia è stato importato dall’estero segno che il nostro Paese non può soddisfare il proprio fabbisogno energetico ricorrendo all’estrazione di gas sul territorio nazionale.

Nel corso del periodo gennaio – aprile 2023, come confermano i dati del Mise, la produzione nazionale di gas ha coperto solo il 4% del fabbisogno nazionale, nonostante gli sforzi fatti per incrementare, il più possibile l’estrazione di gas nel nostro Paese. Rispetto allo scorso anno, per altro, la produzione interna ha registrato un calo del -6,5% (il dato si riferisce ad un confronto con il periodo gennaio – aprile 2022).

Alternative al gas russo: il ruolo del TAP

Il TAP, che fa arrivare in Puglia il gas importato dall’Azerbaijan, può essere una delle soluzioni più promettenti per trovare alternative al gas russo, arrivando al suo raddoppio in tempi brevi; bisognerà però fare i conti con l’accordo unanime tra 6 partner internazionali e la SOCAR, la società statale dell’Azerbaijan, che in quanto ex repubblica sovietica ha rapporti stretti con la Russia.

Gli impianti di rigassificazione del Gas Naturale Liquefatto (GNL) del Paese

Gli impianti di rigassificazione del Gas Naturale Liquefatto in Italia, indispensabili per poter utilizzare il gas che arriva nel nostro Paese in questa forma, sono tre: quello di Panigaglia, in provincia di La Spezia, quello di Rovigo e quello di Livorno, in grado di accogliere, al momento, circa 12,3 miliardi di metri cubi di gas (nel 2021). Altri due rigassificatori potrebbero venire realizzati a Gioia Tauro e Porto Empedocle.

Da dove arriva il gas in Europa?

In Europa, il gas arriva attraverso 4 corridoi dalla Russia - ovvero attraverso Nord StreamUkraine transitYamal, il gasdotto ucraino che serve anche l’Italia e infine il Turkstream che passa per la Turchia.  A questi si aggiungono i canali che partono da Algeria, Libia, Norvegia e Azerbajian. 

Ad arricchire gli stoccaggi europei c’è poi il gas naturale liquefatto (GNL oppure, in inglese, LNG come indicato nell’immagine allegata). Tale gas viene importato in Europa in modo diverso dal gas naturale. L’import del GNL, infatti, avviene prevalentemente via nave. Il GNL deve essere rigassificato prima di poter essere reimmesso nella rete di distribuzione nazionale del gas.

Si tratta di una procedura che viene eseguita in specifici impianti, detti rigassificatori. La possibilità di ricorrere al gas naturale liquefatto è una risorsa extra che l’Europa può sfruttare in caso di problemi con le forniture via gasdotti.

La tabella qui di sotto mostra i dati della Commissione europea relativi alle fonti di importazione di gas per il periodo gennaio – novembre 2022 (ultimo dato ufficiale disponibile). I dati confermano una progressiva riduzione della dipendenza dalla Russia.

FONTI DI IMPORTAZIONE GAS IN UE

QUOTA

NOTE

GNL (Russia esclusa)

25,72%

Principalmente USA, Qatar e Nigeria

Norvegia

24,95%

Gasdotto

Russia

24,65%

Gasdotto + GNL

Altri fornitori di gas

13,09%

Gasdotto

Algeria

11,62%

Gasdotto

C’è da notare, però, un sostanziale incremento delle importazioni di GNL dalla Russia. Secondo l’analisi di Global Witness, infatti, nel corso dei primi sette mesi del 2023, l’UE ha registrato un incremento del +40% del GNL importato dalla Russia rispetto allo stesso periodo del 2021. Dalla Russia, sulla base di questi dati, arriva il 16% di tutto il GNL importato in UE. Solo gli USA esportano più GNL in UE.

L’immagine qui di sotto mostra, in modo schematico, le fonti di approvvigionamento di gas dell’UE:

Importazioni di gas in Europa a marzo 2022:

Paese Esportatore verso l'Europa

 

M³ di gas importati

Russia

 

2345 milioni di metri cubi

Norvegia

2658 milioni di metri cubi

Algeria

642 milioni di metri cubi

GNL

3703 milioni di metri cubi

Importazioni di gas in Europa a marzo 2022:

Gasdotti in Europa

Il futuro è nella transizione energetica

L'obiettivo futuro per l'Italia è trovare il modo di rendersi indipendente a lungo termine dalle importazioni dalla Russia e non solo, puntando decisamente sulle energie rinnovabili (solare, eolico, geotermico, biogas e così via). Si rendono quindi necessari investimenti in questo senso, anche per far fronte all’esaurimento di risorse, come quelle del gas naturale, che non sono infinite, e soprattutto ai problemi a livello planetario come il riscaldamento globale

A breve termine, nonostante gli investimenti nel settore delle rinnovabili, il gas naturale ed il GNL (Gas Naturale Liquido) continueranno a rappresentare delle risorse importanti per soddisfare il fabbisogno energetico nazionale. La crescita del settore delle rinnovabili, accompagnata da un uso più efficiente dell'energia, servirà a ridurre progressivamente le importazioni (dalla Russia e da altri Paesi) per aumentare l'indipendenza energetica.