Le bollette della luce sono una delle spese più rilevanti, insieme a quelle del gas, nel bilancio di una qualsiasi famiglia: si tratta di utenze indispensabili e che sono sottoposte a diverse fluttuazioni, anche nell’arco dello stesso anno, portando ad aumenti imprevisti che possono avere un impatto non indifferente sulla gestione del patrimonio.
Per scegliere l’offerta luce più conveniente grazie ai comparatori come SOSTariffe.it, è una buona idea avere chiaro quale sia, in un determinato momento, il costo medio della bolletta della luce, in modo da valutare con cognizione di causa se è meglio scegliere una monoraria o una multioraria, una tariffa a prezzo fisso e una a prezzo variabile e così via. Vediamo a fine 2021 a quanto ammonta la spesa media per una famiglia.
Il costo medio della bolletta della luce ipotizza ovviamente una famiglia “tipo”, il più possibile vicino alla media delle famiglie italiane come numero di membri, utilizzo degli elettrodomestici, presenza in casa di giorno, di sera o di notte e così via.
Inoltre, bisogna ricordarsi che il prezzo può cambiare tra le bollette in regime di tutela (regime che, però, dovrà essere abbandonato nei prossimi mesi in favore di una tariffa del mercato libero) e quelle che possono essere scelte liberamente tra le più convenienti, in normale regime di concorrenza.
Il costo della materia energia è chiaramente la variabile più importante quando si calcola il costo medio della bolletta della luce, ma non è l’unico. La spesa effettiva per l’energia incide infatti per una percentuale che di norma varia tra il 40% e il 60% della spesa totale, a seconda del periodo, della società di fornitura e altri fattori. Il resto riguarda altre voci, tra cui:
Di tutte le voci finora analizzate nella bolletta della luce, l’unica che è totalmente a discrezione del fornitore è la spesa per l’energia, mentre tutte le altre sono prestabilite; è quindi ARERA, l’organismo di tutela pubblico, a deciderle, e non possono essere in alcun modo variate da parte delle varie società di fornitura. In altre parole, per trovare un’offerta conveniente bisogna scegliere, a grandi linee, quella con il più basso costo dell’energia, ma ci sono altri fattori da tenere presenti.
Innanzitutto, le offerte per l’energia elettrica si dividono tra monorarie e multiorarie (biorarie e triorarie). Questo significa che con una tariffa del primo tipo il prezzo per kWh di energia, l’unità di misura utilizzata per quantificare il consumo, sarà sempre fisso, sia di giorno che di notte; le multiorarie invece hanno un prezzo più alto per i consumi durante i giorni feriali, e più basso alla sera, durante la notte e nei giorni festivi.
Una famiglia, quindi, invece di scegliere automaticamente la tariffa con il costo dell’energia più basso deve valutare con attenzione le proprie abitudini: se si tratta di un nucleo familiare di due persone, ad esempio, entrambe professioniste e fuori di casa durante il giorno, l’offerta bioraria o anche trioraria sarà senz’altro più conveniente; viceversa per una famiglia numerosa, magari con bambini, con anche un adulto che rimane a casa tutto il giorno o una consistente parte di esso, per la quale è quindi consigliabile un’offerta monoraria.
Inoltre bisogna tenere conto che alcune tariffe vengono proposte con il prezzo bloccato per quanto riguarda l’energia mentre altre ce l’hanno variabile. Il prezzo bloccato rimane lo stesso per un determinato numero di mesi, di solito 12 o 24, mentre il prezzo variabile segue l’andamento del costo della materia prima in base a quanto stabilito dall’ARERA; se si ha la fortuna o la bravura di scegliere, per un’offerta a prezzo bloccato, un momento in cui il costo dell’energia è particolarmente basso, si risparmierà senz’altro; al contrario, se si blocca il prezzo quando l’energia costa molto, si spenderà molto di più.
Tutti questi sono elementi che vanno analizzati con attenzione per evitare che, con il tentativo di tagliare la bolletta, se ne paghi una ancora più alta!
Al momento, si può dire che il costo medio della bolletta della luce è, per una famiglia di due persone con una casa di 50 metri quadrati e un utilizzo di TV, PC, lavastoviglie, frigorifero e lavatrice, intorno ai 33 euro mensili. Se a questi elettrodomestici si aggiunge un condizionatore e uno scaldabagno elettrico, la spesa sale a 38 euro.
Per una famiglia di 4 persone in un appartamento di 100 metri quadrati, invece, la spesa è di circa 50 euro mensili con un uso degli elettrodomestici di base, mentre sale a circa 65 euro quando si aggiungono due condizionatori e uno scaldabagno elettrico.
Naturalmente, come si è detto, si tratta soltanto di costi medi, che non tengono conto di eventuali particolarità riferibili a un nucleo familiare e, ovviamente, non calcolano nemmeno il possibile utilizzo, da parte delle famiglie, di impianti per lo sfruttamento delle energie rinnovabili come i pannelli solari, i quali sono in grado di far raggiungere almeno a livello parziale l’indipendenza economica per chi li sceglie.
Nell’autunno del 2021, le bollette dell’energia elettrica hanno fatto registrare un consistente aumento, a cui il Governo italiano ha cercato di mettere un freno con interventi ad hoc.
Ci sono diversi motivi che giustificano questi rincari: questo succede, nelle parole di Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica, perché anche per motivi politici il prezzo del gas a livello internazionale aumenta, così come il prezzo della CO2 prodotta, tutti fattori che vanno a intaccare non solo il costo delle bollette del gas ma anche quello delle bollette dell’energia elettrica (la maggior parte delle centrali in cui si produce energia elettrica infatti sono centrali termoelettriche, che bruciano soprattutto gas).
Si tratta quindi, in questi casi, di congiunture internazionali. Il prezzo della materia prima energia è molto aumentato negli ultimi mesi a causa della crescita economica globale post-pandemia, che ha visto un incremento verticale della produzione dopo i lunghi mesi di lockdown contro il coronavirus in tutto il mondo. Questo però ha portato degli scompensi a livello logistico, perché il trasporto e la stessa produzione, “tarati” ancora sui livelli della pandemia, non sono così elastici da assorbire immediatamente l’aumento e reagire di conseguenza, ma provocano rallentamenti e colli di bottiglia. Il risultato è che i prezzi aumentano in tutta Europa, soprattutto in Spagna e in Italia.
A questi fattori si aggiunge il fatto che i prezzi per i permessi di emissione di CO2 (necessari perché un’azienda “possa” inquinare producendo anidride carbonica, pagando una determinata cifra) stanno aumentando, con un effetto evidente sia sui prezzi all’ingrosso che su quelli finali. Per questo al momento sicuramente non è una buona idea scegliere un’offerta a prezzo bloccato per la propria fornitura di energia elettrica, visto che si prevede che ci saranno dei cali, anche sostanziali, una volta trascorso l’inverno.