Taglio gas in Italia: cosa succederà in autunno - inverno 2022

Aggiornato il: 01/08/2022
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 21/06/2022

Il razionamento del gas verso l’Italia da parte della Russia, nostro principale fornitore, dovuto alle sanzioni per la guerra con l’Ucraina, crea diversi interrogativi per quanto riguarda la nostra autonomia energetica: sia nel lungo periodo che, ed è un problema più pressante, nel breve.

Non tanto per questi mesi, visto che le temperature subtropicali non fanno certo venir voglia a nessuno di accendere il riscaldamento, anche se autonomo, ma per l’autunno e l’inverno, quando sarà necessario fare i conti con una dotazione di gas insufficiente per i normali regimi di riscaldamento di case, uffici, negozi e aziende. Vediamo dunque quali sono le previsioni degli esperti su che cosa succederà con il taglio gas in Italia.

Il taglio del gas in arrivo dalla Russia

Negli ultimi giorni, mentre il conflitto con l’Ucraina non sembra vicino a una risoluzione, almeno nel breve periodo, la Russia ha sistematicamente ridotto la fornitura di gas all’Europa, iniziando il 15 giugno con un taglio del 40% verso la Germania, seguito da un taglio del 15% all’Italia il giorno successivo e addirittura del 50% per la fornitura di venerdì 17. Questo si è tradotto in un’impennata delle quotazioni del gas naturale sul mercato di riferimento europeo, quello olandese, arrivando a livelli finora mai visti (anche 134 euro al Megawattora). Per capire quanto sia importante il gas russo basti ricordare che, prima del conflitto, il 38% dell’intera fornitura gas in Italia arrivava dalla Russia, primo partner in assoluto, seguita dall’Algeria e dell’Azerbaijan, come si può vedere nella seguente tabella.

Fornitore di gas naturale prima dell’inizio del conflitto  Percentuale sul totale delle importazioni
Russia

38%

Algeria 27,8%
Azerbaijan 9,5%
Libia 4,2%
Nord Europa 2,9%

Tecnicamente il taglio gas, secondo quanto sostenuto dalla Russia, non è una risposta alle sanzioni, ma da continui guasti negli elementi di compressione dei gasdotti, ipotesi che non convince i Paesi Ue, più propensa a ritenere che Mosca stia tentando di manipolare il prezzo della materia prima. Sempre l’Unione europea sta discutendo proprio in questi giorni dell’opportunità di fissare un tetto al prezzo del gas per quanto riguarda le importazioni che vengono dalla Russia, optando per una soglia massima tra gli 80 e i 90 euro per megawattora.

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Le conseguenze del taglio del gas e le contromisure

A causa dei tagli, il timore è che il sistema gasiero durante le stagioni più fredde non regga, con una richiesta giornaliera di gas destinata a non essere soddisfatta (ad oggi, anche con i tagli, la situazione è comunque sotto controllo). Per questo il Ministero della Transizione ecologica potrebbe dichiarare l’allarme per la crisi del gas. Il ministro Cingolani ha assicurato di avere le contromisure pronte nel caso che il taglio non sia episodico ma si protragga anche nelle prossime settimane; al momento in Europa in livello di stoccaggio è superiore al 50%, ma il target da raggiungere prima dell’inverno dovrebbe essere dell’80%: al momento, una cifra piuttosto lontana.

È evidente che la strategia a lungo termine del Governo e di tutta l’Europa sia quella di rendersi sempre più autosufficienti dalle importazioni di materie prime russe e più in generale straniere, puntando sull’autonomia derivante da un ricorso sempre più deciso alle energie rinnovabili come il solare o l’eolico. Si tratta però di soluzioni che hanno tempi medio-lunghi, considerando che sollevano questioni non semplici da risolvere, sia dal punto di vista degli investimenti necessari che per la logistica, cioè dove andrebbero costruiti i nuovi impianti e le relative reti di distribuzione. Per ovviare al problema, il Governo italiano ha intensificato gli accordi commerciali per la fornitura di gas da altri paesi, come l’Egitto e l’Algeria, e ha acquistato due navi per la rigassificazione del gas naturale liquefatto. Probabilmente in autunno e inverno potremmo assistere a una nuova serie di incentivi e sostegni pubblici come il bonus bollette 2022 per le fasce di popolazione meno agiate, magari con criteri meno stringenti, ma è ancora troppo presto per fare previsioni in questo senso.

Con l’approvazione di un eventuale stato di emergenza – situazione che almeno per il momento sembra poco probabile – potrebbero essere prese ulteriori misure eccezionali, come il taglio di forniture alle centrali elettriche e alle industrie (con gravi conseguenze per la produttività nel Paese) e nuove soglie di temperatura, più severe, per le caldaie.

Cosa possiamo fare per rispondere al taglio del gas in Italia

Nel frattempo, è bene che i cittadini italiani, come quelli del resto dell’Europa non autosufficiente, si abituino ad adottare buone pratiche per risparmiare sia gas che energia elettrica, considerando che in parte quest’ultima viene comunque ricavata, oltre che dal carbone, dal gas naturale per quasi un quarto del totale. Addio quindi ai termostati impostati su temperature troppo elevate quando si ha freddo: molto meglio un maglione in più e non superare i 19 gradi, più che sufficienti per un clima confortevole in casa. Allo stesso tempo, potrebbe essere un’ottima idea installare valvole termostatiche sui caloriferi per regolarli singolarmente ed evitare di scaldare stanze dove non c’è nessuno o quasi. 

Per quanto riguarda il risparmio dell’energia elettrica, la cosa migliore da fare sarebbe approfittare di questi mesi per cambiare gli elettrodomestici più vecchi (soprattutto quelli che consumano molto, come il frigorifero) per acquistarne di nuovi con una migliore classe energetica, che consentirà notevoli risparmi in bolletta. Discorso analogo vale per le luci: finire di sostituire le proprie lampadine ancora a incandescenza con quelle a LED è un investimento di poche decine di euro ma che fa la differenza nel consumo dell’energia. In genere, comunque, è bene anche qui evitare gli sprechi, limitare la funzione di stand-by degli apparecchi elettronici (che comunque continuano a consumare, non essendo completamente spenti) e fare attenzione alle fasce orarie di consumo se non si ha un’offerta monoraria. Quando verrà l’estate, se la situazione non sarà ancora stata risolta bisognerà seguire le stesse regole di questi mesi, cioè con forti limiti all’utilizzo dei climatizzatori e così via.

Un aiuto arriverà senz’altro dai lavori effettuati per approfittare del Superbonus 110%, molti dei quali riguardano l’isolamento termico degli edifici e la sostituzione di impianti di climatizzazione, sia invernali che estivi, con apparecchi più efficienti dal punto di vista energetico. I cappotti termici e le caldaie a condensazione permetteranno di ridurre il consumo del gas ed energia elettrica, visto che si ridurranno le dispersioni e gli spifferi, rendendo non più necessario richiedere uno sforzo ulteriore ai caloriferi o alle stufe. Allo stesso modo, nuovi infissi a taglio termico contribuiranno al perfetto isolamento della propria casa.

Infine, è il caso di guardarsi intorno e cercare sul comparatore di SOSTariffe.it se ci sono delle promozioni per la luce e per il gas particolarmente convenienti, soprattutto se si è ancora in regime di mercato tutelato: nei prossimi mesi sarà comunque obbligatorio passare al mercato libero ed è molto meglio non farlo quando con tutta probabilità ci sarà una vera e propria corsa al contratto più conveniente e i fornitori potranno praticare anche prezzi meno vantaggiosi, vista la domanda. Anche per chi ha già un contratto di fornitura nel mercato libero, in ogni caso, un controllo può essere una buona idea, valutando con attenzione se optare su un prezzo indicizzato oppure, se si cambia in un momento particolarmente favorevole o si teme che il prezzo dell’energia possa ancora aumentare, bloccato per un certo numero di mesi, di solito 12 o 24.