Il diritto ai rimborsi fiscali si verifica quando il contribuente, che ha già provveduto a pagare la tasse – ad esempio perché dipendente o pensionato, e quindi soggetto alla ritenuta alla fonte – in base al ricalcolo effettuato con il 730 si trova, in realtà, ad aver pagato tasse più alte del dovuto (al contrario, quando sono più basse, si risulta a debito nei confronti dello Stato).
I rimborsi sono legati, nella maggior parte dei casi, alla presenza di spese che possono essere scaricate dalle tasse, perché incentivate o sostenute dallo Stato: ad esempio quelle per il pagamento del mutuo o dell’affitto, gli interventi per il risparmio energetico, le spese per l’istruzione dei figli, le spese per la salute e per la previdenza o le assicurazioni, le donazioni e così via. Il numero e la natura delle detrazioni cambia di anno in anno, per questo è necessario leggere con attenzione le varie indicazioni dell’Agenzia delle Entrate per sfruttare il più possibile tutti gli incentivi e ritrovarsi, quindi, con meno spese fiscali da affrontare.
Per fare un esempio, se guadagno 2.000 euro pagherò in automatico, da dipendente, una tassa trattenuta alla fonte, cioè dal datore di lavoro. Se quei 2.000 entrano a far parte del mio patrimonio senza che finanzino spese incentivate, è corretto così. Ma se di quei 2.000 ce ne sono 600 che vanno a pagare la rata di un mutuo, e quindi scaricabili, la tassa alla fonte è stata in realtà troppo alta, e al momento del ricalcolo annuo – cioè quando si presenta la dichiarazione dei redditi – avrò diritto a un rimborso fiscale. Qui di seguito, vediamo tutto quello che c’è da sapere sui rimborsi fiscali 2022 e su come farseli accreditare direttamente sul proprio conto corrente.
Sono fondamentalmente due le modalità con cui è possibile richiedere il rimborso fiscale:
Chi chiede il rimborso fiscale a cui ha diritto tramite il 730 il modello Redditi segue di gran lunga la procedura più semplice, e il rimborso arriva direttamente dal datore di lavoro, se si ha un sostituto d’imposta, o dall’ente pensionistico, già a partire da luglio e agosto. Chi invece non ha un sostituto d’imposta che possa effettuare le operazioni di conguaglio riceverà il rimborso direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
I modelli per la dichiarazione dei redditi hanno un’apposita sezione dedicata ai rimborsi, dove si indica anche la modalità scelta per l’accredito (attraverso il conto corrente oppure tramite bonifico domiciliato). Il contribuente non dovrà che compilarla per poi vedersi arrivare in busta paga o nella pensione l’accredito secondo i tempi indicati più in basso.
Più complicato, ma non impossibile, l’iter per chi deve compilare un’apposita istanza per richiedere il rimborso. Per cominciare bisogna sapere che ci sono due moduli diversi da utilizzare per la presentazione della domanda: uno riguarda le persone fisiche, l’altro tutti gli altri soggetti. Oltre ai moduli, è possibile utilizzare il servizio online disponibile sul portale dell’Agenzia delle Entrate, a patto di avere delle credenziali Fisconline o Entratel.
Va detto che richiedere i rimborsi tramite l’accredito sul conto corrente (e non quindi con il bonifico domiciliato) ha il vantaggio di tempi molto più brevi per quanto riguarda l’erogazione delle somme dovute dal Fisco; è da ricordare che anche chi non ha un conto corrente, se appartiene a una delle fasce più deboli della popolazione a causa dell’età o del reddito, ha diritto a un conto corrente di base praticamente a costo zero, quindi nella gran maggioranza dei casi non c’è motivo per optare per il bonifico rispetto al conto corrente, a meno che in seguito a protesti non si possa più attivare un conto. Anche le carte con IBAN rappresentano una buona soluzione per l’accredito.
I moduli per la richiesta del rimborso fiscale 2022 vanno ovviamente compilati in ogni loro parte, avendo cura di includere tutti i dati richiesti, anagrafici e di residenza, nonché i recapiti come il numero di telefono cellulare o l’indirizzo e-mail, preziosi se si vogliono avere aggiornamenti sulla pratica. Si dovrà poi scegliere quale casella barrare, la 1 per ricevere direttamente sul conto corrente bancario o postale (che deve essere intestato al contribuente) il rimborso, e la 2 per annullare, invece, una richiesta di accredito di rimborsi o di altre erogazioni sul conto corrente.
Sono analoghi gli adempimenti per le società e per gli altri soggetti fiscali diversi dalle persone fisiche, che dovranno indicare la denominazione o la ragione sociale risultante dall’atto costitutivo nella sezione dei dati anagrafici, nonché il nome e il cognome di tutti i soci qualora si tratti di società irregolari o di fatto.
Fondamentale è l’indicazione dei dati relativi al conto corrente – italiano o estero – dove si desidera ricevere l’accredito, in particolare l’IBAN di 27 caratteri, e se si tratta di conto estero anche il BIC oltre alle altre coordinate bancarie. Ai modelli va infine allegata la fotocopia di un documento d’identità (del contribuente o del rappresentante legale, nei casi di società, associazione e altri enti) in corso di validità.
La prima cosa da sapere, quando si parla di rimborsi fiscali, è che le tempistiche non sono uguali per tutti, e dipendono dalle varie situazioni. C’è infatti un ordine che viene seguito dallo Stato per il rimborso, che deriva dal momento in cui viene inviata la dichiarazione dei redditi e dalla presenza o meno di un sostituto d’imposta. Per l’esattezza esistono, per chi fa il 730, sei diversi slot temporali per l’accredito dei rimborsi, ovvero i seguenti:
Data di comunicazione dei risultati finali | Data di presentazione della dichiarazione dei redditi |
entro il 15 giugno | entro il 15 maggio |
entro il 29 giugno | tra il 1° e il 20 giugno |
entro il 23 luglio | tra il 21 giugno e il 15 luglio |
entro il 15 settembre | tra il 16 luglio e il 31 agosto |
entro il 30 settembre | tra il 1° e il 30 settembre |
L’erogazione dei rimborsi avviene sul primo stipendio utile: questo significa che si riceverà il rimborso a partire dal mese successivo a quello in cui il datore di lavoro ha ricevuto il cosiddetto prospetto di liquidazione. Le stesse tempistiche vengono seguite anche per i conguagli a debito, quando invece è il contribuente che deve sanare la sua posizione pagando un supplemento di tasse. Infine, c’è da ricordare che gli slot temporali indicati vanno considerati anche per le pensioni, con l’unica differenza che l’Inps e gli altri enti pensionistici (ad esempio quelli di particolari ordini professionali) effettueranno l’addebito o l’accredito, in base alla posizione del contribuente, a partire dal secondo mese successivo a quello di ricezione del prospetto di liquidazione.
I rimborsi per chi non ha il sostituto d’imposta sono gli ultimi ad arrivare, dopo le buste paga e le pensioni. Qui i tempi sono molto più lunghi: se il rimborso a credito è inferiore a 1.000 ed è stato indicato l’IBAN, quindi il conto corrente, nel 730 l’accredito arriverà entro il 22 dicembre del 2022, entro gennaio del 2023 se invece si è optato per ricevere il rimborso tramite bonifico; se invece il rimborso è superiore ai 1.000 euro o deriva da bonus per l’edilizia che devono ancora essere verificati, il rimborso può arrivare addirittura a marzo del 2023.