Giacenza media e imposta di bollo: guida pratica per il conto corrente

Aggiornato il: 01/08/2022
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 08/06/2022

Qual è il rapporto tra giacenza media e imposta di bollo? La giacenza media è, secondo la definizione data dall’Agenzia delle Entrate, l’importo medio delle somme a credito del cliente in un dato periodo, ragguagliato a un anno. In altre parole, si calcola il saldo positivo medio del conto durante l’anno, e se il periodo di riferimento è inferiore (ad esempio perché il conto corrente è attivo solo da pochi mesi) si esegue una proporzione per estendere a un anno questo risultato.

imposta di bollo su conto corrente

Come si calcola l'imposta di bollo sul conto corrente

Per farlo, si divide la somma delle giacenze giornaliere per 365, ovvero i saldi giornalieri per valuta, a prescindere dal numero di giorni in cui il deposito o conto risulta attivo. Se in un dato giorno il saldo è negativo, gli si attribuisce un valore di zero. Per i conti in divisa estera, il valore della giacenza media viene esposto secondo le regole previste per l’archivio dei rapporti finanziari. Il calcolo viene effettuato direttamente dalle banche e può essere letto nella sezione informativa del proprio conto corrente, nell’estratto conto o nell’area clienti della piattaforma web messa a disposizione dal proprio istituto di credito.

La giacenza media è un valore che viene utilizzato per diversi scopi, uno dei quali è capire se l’utente del conto è tenuto a pagare l’imposta di bollo oppure no.

Che cos’è l’imposta di bollo

L’imposta di bollo è un imposta indiretta e cartolare (cioè slegata dalla capacità contributiva del soggetto e riferita a un documento redatto in forma scritta) che i contribuenti sono tenuti a pagare nei confronti dello Stato quando sono titolari di un conto corrente o di un conto deposito, anche se a determinate condizioni. In particolare, l’imposta di bollo viene applicata quando la giacenza media applicata su base trimestrale è superiore a 5.000 euro.

In questo caso, si paga un’imposta di ammontare fisso, che per i conti correnti è pari a:

  • 34,20 euro per le persone fisiche
  • 100 euro per i contribuenti non persone fisiche (come le imprese).

Se la giacenza media è invece sotto questa soglia l’utente non è tenuto a pagare l’imposta di bollo.

Sui conti deposito, invece, l’imposta di bollo è pari al due per mille della somma depositata, anche qui se la giacenza media nel periodo di rendiconto è superiore alla soglia minima di 5.000 euro.

Quando viene applicata l’imposta di bollo

L’applicazione dell’imposta di bollo sui conti correnti avviene nel momento in cui vengono emessi o l’estratto conto o il rendiconto durante l’anno, e se questo non avviene perché la banca opera diversamente al 31 dicembre di ogni anno.

Come viene pagata l’imposta di bollo

Qualora si superi la soglia oltre la quale è necessario pagare l’imposta di bollo, il saldo di questa viene quasi sempre effettuato in automatico dalla banca, che provvede a sottrarre direttamente la cifra dal saldo del conto corrente dell’utente.

Come fare per non pagare l’imposta di bollo

Per non pagare l’imposta di bollo, il metodo più semplice è quello di non superare la giacenza media di 5.000 euro. In linea teorica se si ha un patrimonio più ingente è possibile dividerlo tra più conti correnti di diverse banche, ma attenzione: se è previsto il pagamento di un canone mensile o annuale per uno o più di questi conti, alla fine una strategia di questo tipo potrebbe non convenire, e anzi l’utente si troverebbe a dover pagare cifre ben più alte di una semplice imposta di bollo. Naturalmente, se si hanno più conti con una giacenza media superiore ai 5.000 euro si è tenuti al pagamento dell’imposta di bollo per ciascuno di questi.

In alternativa, è possibile trovare, su comparatori come quello di SOSTariffe.it, banche che a scopo promozionale si fanno carico dell’imposta di bollo, pagandola di tasca propria al posto del correntista. Anche in questi casi bisogna leggere con cura il contratto per evitare di scoprire troppo tardi che il pagamento dell’imposta di bollo è previsto, ad esempio, solo per il primo anno.

Sono esentati dal pagamento dell’imposta di bollo anche alcuni titolari del conto corrente di base, ovvero il conto corrente a operatività limitata che viene offerto senza spese a chi appartiene a una fascia socialmente svantaggiata (reddito ISEE inferiore a 11.600 euro) o è pensionato a basso reddito (pensione inferiore a 18.000 euro lordi annui, senza rientrare nella categoria delle fasce socialmente svantaggiate). Chi è nelle fasce socialmente svantaggiate infatti non pagata l’imposta di bollo, mentre i pensionati a basso reddito, pur potendo contare sul canone zero, devono pagarla.Va ricordato che chi richiede un conto di base non deve essere titolare di un altro conto di base.

Di seguito, la tabella riassuntiva sulle tipologie di utente che ha diritto al conto corrente e l’ammontare dell’imposta di bollo:

Tipologia di correntista Imposta di bollo
Persona fisica con giacenza media inferiore a 5000 euro 0 euro
Persona fisica con giacenza media superiore a 5000 euro 34,20 euro
Persona giuridica con giacenza media inferiore a 5000 euro  0 euro
Persona giuridica con giacenza media superiore a 5000 euro 100 euro
Persona fisica in fascia protetta, a prescindere dalla giacenza media 0 euro
Persona fisica pensionato a basso reddito con giacenza media inferiore a 5.000 euro 0 euro
Persona fisica pensionato a basso reddito con giacenza media inferiore a 5.000 euro 34,20 eur

 

A che cos’altro serve la giacenza media

La giacenza media non serve soltanto per stabilire la necessità o meno, da parte del correntista, di pagare l’imposta di bollo. Si tratta infatti di un valore che trova diverse altre applicazioni: molte banche, ad esempio, applicano condizioni favorevoli a chi trasferisce il suo conto presso una propria filiale e mantiene una giacenza media non inferiore a una determinata soglia (per evitare cioè che si faccia “turismo finanziario” portando un certo capitale presso una banca per poter godere dei vantaggi all’apertura del rapporto ma svuotando immediatamente il conto per trasferirlo sulla propria banca principale).

Inoltre l’Agenzia delle Entrate impone alle banche la comunicazione della giacenza media dei conti intestati ai correntisti italiani, oltre ad altre informazioni come il saldo a inizio e a fine anno o i movimenti effettuati, compresi i prelievi e i versamenti. La giacenza media in questo senso è particolarmente preziosa perché fornisce al Fisco un’indicazione della media del denaro mantenuto su un conto per un determinato periodo di tempo, così da poter individuare movimentazioni anomale; se infatti l’Agenzia delle Entrate si limitasse a richiedere solo il saldo alla fine e all’inizio dell’anno, il correntista disonesto potrebbe semplicemente limitarsi, in caso di spostamenti illegali del patrimonio, a ricostituirlo prima del 31 dicembre. Con la giacenza media invece si ha una stima molto più fedele della stabilità durante l’anno delle cifre che si possiedono, così da poter riconoscere potenziali elusioni o peggio evasioni fiscali.

Inoltre, la giacenza media può essere utilizzata come valore per l’accesso a diversi benefici governativi, come le borse di studio per gli anni universitari, la gratuità (o gli sconti sul pagamento) della mensa scolastica, gli sconti e le agevolazioni per il pagamento delle bollette del gas o della luce, ovviamente in combinazione con altri indicatori. Per valutare infatti il patrimonio di una famiglia, e quindi stabilire se ha diritto o meno a un aiuto, non può infatti essere sufficiente l’assenza di proprietà di beni mobili o immobili, se magari si possiedono cifre cospicue sul proprio conto corrente.