Estratto conto e lista movimenti sono due documenti informativi estremamente utili per chi ha un conto corrente, visto che entrambi, con qualche differenza, elencano le operazioni sia in entrata (come l’accredito dello stipendio o della pensione) che in uscita (dai bonifici verso un altro beneficiario alle bollette pagate con domiciliazione) del cliente.
Inoltre possono venire richiesti da enti finanziatori e altri istituti di credito per la concessione di un prestito o di un mutuo. Ma estratto conto e lista movimenti sono semplicemente due modi diversi per definire lo stesso documento o ci sono delle vere differenze? Vediamolo qui di seguito, approfondendo per prima cosa entrambe le tipologie di informazione.
L’estratto conto bancario è un documento ufficiale fornito dalla banca che riassume i movimenti su un conto corrente in un lasso di tempo predefinito, che di solito corrisponde a un mese. Entrano a far parte dell’estratto conto sia le transazioni in entrata che quelle in uscita (accredito dello stipendio o di altri pagamenti, bonifici, prelievi di contanti, somme depositate e così via), in modo da permettere un monitoraggio continuo e completo della propria situazione finanziaria. Grazie all’estratto conto, i titolari di un conto corrente possono ad esempio controllare se ci sono stati addebiti non previsti o transazioni fraudolente, o ancora pagamenti errati (ad esempio perché si è deciso di non avvalersi più di un servizio o di un abbonamento ma non è stata ricevuta la disdetta), ed eventualmente contestarli.
L’estratto conto si genera in automatico ogni volta che viene effettuata una transazione; questi dati vengono infatti raccolti insieme per il periodo di tempo in esame e forniti al cliente di solito tutti i mesi, in versione cartacea o digitale a seconda delle preferenze. In passato, infatti, l’estratto conto veniva spedito (con il pagamento di una piccola commissione) e arrivava nella buca delle lettere fisica dell’utente, oggi perlopiù si preferisce inviarlo via mail in forma di allegato, anche per una maggiore facilità di archiviazione.
Altre informazioni presenti sull’estratto conto sono il saldo iniziale e finale (in modo da confrontare la propria situazione economica all’inizio e alla fine del mese), oltre al numero di conto, la filiale bancaria di riferimento, il nome, il cognome e l’indirizzo del correntista, la data d’inizio e di fine del periodo a cui si riferisce il documento. Possono esserci infine altre informazioni come il conto a scalare e la giacenza media.
In apparenza la lista dei movimenti riporta le stesse identiche informazioni dell’estratto conto, e in buona parte e così: anche qui infatti si trovano tutte le transazioni, sia in entrata che in uscita. È però l’utente in prima persona a chiedere alla banca che gli venga fornita la lista movimenti, non soltanto nel giorno di diffusione dell’estratto conto ma potenzialmente in qualsiasi momento. La lista è infatti una serie di scritture contabili ordinate in maniera cronologica, che può essere richiesta sia fisicamente presso la propria filiale bancaria sia presso gli sportelli automatici (o ATM), nonché attraverso la propria piattaforma di Internet banking, ormai disponibile quasi per tutti i conti correnti italiani.
Come si evince da quanto visto finora, la prima differenza fondamentale tra l’estratto conto e la lista movimenti sta nell’ufficialità del documento. L’estratto conto, infatti, è un’informazione che viene prodotta dalla banca a intervalli regolari, e fornita al cliente con le modalità da lui richieste. Al contrario, la lista dei movimenti non ha questo valore di ufficialità.
In secondo luogo, cambiano anche le tempistiche: la lista movimenti può essere chiesta in qualsiasi momento, mentre l’estratto conto viene inviato a determinate scadenze, il più delle volte a fine mese.
Infine, c’è la quantità di informazioni, molto più ricca per l’estratto conto rispetto alla lista dei movimenti. Si può anzi dire che la lista dei movimenti sia, di fatto, una parte dell’estratto conto.
In questa tabella riassumiamo le principali differenze esistenti tra estratto conto e lista movimenti:
Tipo di documento |
Ufficialità |
Tempistiche |
Informazioni contenute |
Estratto conto |
Sì |
A scadenze regolari (di solito ogni mese) |
Lista delle transazioni, coordinate del conto, eventuale giacenza media, conto a scalare, saldo iniziale e finale |
Lista dei movimenti |
No |
A richiesta del cliente in qualsiasi momento |
Lista delle transazioni |
L’estratto conto fa parte della documentazione patrimoniale e reddituale che viene richiesta dalle banche e dagli istituti di credito per la concessione di un prestito all’utente e, in particolare, di un mutuo.
Insieme ad altri documenti come l’ultimo modello CUD, le ultime tre buste paga, l’ultimo modello 730 o UNICO (per i dipendenti a tempo indeterminato), o i certificati di iscrizione a un ordine professionale o alla Camera di commercio, l’eventuale partita IVA o gli ultimi modelli UNICO (per gli autonomi e i professionisti), l’estratto conto permette alla banca (ovviamente se è un’altra rispetto a quella dove si ha il conto corrente) di conoscere tutte le transazioni del richiedente. Viene sempre richiesta non la lista dei movimenti, ma l’estratto conto completo e continuativo, che mostri chiaramente il numero del conto, il saldo iniziale e il saldo finale, con descrizione per esteso dei singoli movimenti (non dunque per codici) e con le cifre complete di decimali; spesso viene anche chiesta la firma e il timbro dell’impiegato della banca dove si ha il conto corrente.
Quando si parla di estratto conto e di lista dei movimenti, si trovano spesso indicati il saldo contabile e il saldo disponibile, per cui è bene sapere quali differenze ci sono tra questi due valori fondamentali.
Bisogna infatti sapere che il saldo contabile mostra la differenza tra tutte le operazioni registrate a credito e quelle registrate a debito; attenzione perché si parla di spese registrate, e spesso quelle più recenti o, ad esempio, eseguite fuori dall’orario di lavoro non vengono registrate immediatamente; al contrario, possono essere già registrati degli accrediti che però non sono ancora disponibili, come per il caso del versamento di assegni sul proprio conto. Il saldo disponibile invece indica la somma effettivamente a disposizione sul conto corrente, compreso ad esempio l’importo complessivo del fido bancario ed eventuali rettifiche. Per evitare di incorrere in uno scoperto, bisogna fare riferimento quindi al saldo disponibile – il denaro che si ha davvero sul conto – e non a quello contabile, che può essere relativo a una situazione ancora non aggiornata.
Come si è visto, può capitare che, mentre si consulta a fine mese il proprio estratto conto, emergano delle transazioni che non ci risultano e che sospettiamo essere originate da frodi. In questo caso si può contestare l’estratto conto bancario, entro 60 giorni dalla ricezione (altrimenti l’estratto conto viene considerato approvato). Quando gli errori riguardano la scritturazione, il calcolo, le omissioni o le duplicazioni il termine per impugnare l’estratto conto diventa di 6 mesi; per errori sostanziali (quando ad esempio non vengono applicati correttamente gli interessi) il termine può essere fino a dieci anni.