Come ottenere l'attestazione titolarità del conto corrente

Aggiornato il: 22/09/2021
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 22/09/2021

Milioni di italiani oggi hanno un conto corrente sul quale, pagando un canon di pochi euro al mese, effettuano un gran numero di operazioni bancarie per la gestione del proprio patrimonio, dall’accredito dello stipendio o della pensione al pagamento e alla ricezione dei bonifici, dal saldo delle bollette relative alle utenze fino alla creazione di un portafoglio investimenti, passando per la gestione di prestiti e finanziamenti.

Attestazione titolarità conto corrente

Essendo uno strumento così centrale nella vita delle persone, il conto corrente è legato saldamente al suo titolare (o, nel caso di conto cointestato, più titolari che l’hanno sottoscritto insieme) in modo che terzi – a meno di un’apposita delega – non possano accedere al patrimonio in alcun modo. Proprio per questo, esistono diversi casi in cui viene richiesta l’attestazione della titolarità del conto corrente all’utente (ad esempio per dimostrare che un’agevolazione ottenuta dall’INPS venga erogata soltanto a chi può beneficiarne). Ma che cos’è, e come si può fare per ottenerla?

Che cos’è l’attestazione titolarità conto corrente

L’attestazione titolarità conto corrente è un documento formale con cui la banca conferma che il conto corrente in questione è registrato a nome del cliente. Per avere valore, questo documento – che di norma può essere scaricato dall’area riservata del sito o richiesto direttamente nella propria filiale della banca – deve indicare tutte le coordinate bancarie del cliente, ovvero il nome e il cognome, la data di nascita, l’IBAN completo del conto e la data in cui il conto è stato creato; inoltre, deve essere relativo all’anno in corso e portare la firma della banca. Spesso è possibile anche includere nell’attestazione titolarità conto corrente il numero delle carte di debito e di credito attive, parzialmente nascosti da asterischi per motivi di sicurezza.

Come si fa a richiedere l’attestazione titolarità conto corrente

L’attestazione di titolarità del conto corrente è un documento abbastanza semplice, quindi non ci sono particolari difficoltà per ottenerlo. Quasi sempre le piattaforme di home banking online hanno un’apposita sezione dedicata alle coordinate bancarie del conto che permette, cliccando sull’apposito pulsante, di scaricare in formato PDF le proprie informazioni bancarie; è possibile che ci voglia qualche ora prima che venga inviato il certificato, ma quasi mai si superano uno o due giorni lavorativi.

Quando serve l’attestazione titolarità conto corrente

Ci sono casi in cui l’attestazione della titolarità di un conto corrente deve essere provata con l’apposito documento, e quindi è necessario solo questo documento e nessun altro: è il caso ad esempio in cui si vuole avere la certezza che una determinata cifra erogata da un soggetto terzo (di norma, un’istituzione pubblica), ad esempio per particolari bonus fiscali, sia accreditata su un conto corrente di cui ha la titolarità il beneficiario.

In altre occasioni invece l’attestazione della titolarità del conto corrente è solo una delle possibili forme di riconoscimento che vengono richieste, ad esempio per aprire un conto deposito o per investire su una piattaforma online; in questo caso è possibile anche affidarsi ad altre formule, come l’erogazione di un bonifico di pochi euro che poi verranno restituiti o l’attivazione di un RID, o ancora la titolarità di utenze come quelle della luce e del gas. L’importante è che i metodi di identificazione alternativi all’attestazione di titolarità siano espressamente indicati.

È possibile sapere a chi è intestato un conto corrente?

L’attestazione della titolarità conferma che il conto corrente appartiene all’utente. Ci sono però casi in cui è noto il numero di conto corrente o l’IBAN e si vuole risalire all’identità del titolare del conto (il caso classico è, quando si controllano le spese nel proprio estratto conto, si notano delle spese verso conti la cui natura non è immediatamente evidente, come una ragione sociale diversa dal nome dell’azienda, e si vuole chiarire la situazione). Questo è possibile?

Per cominciare va ricordato che avendo l’IBAN si può risalire facilmente al numero di conto corrente, che infatti corrisponde alle ultime dodici cifre dello stesso codice IBAN. Ora è teoricamente possibile recarsi presso l’istituto di credito dove è stato aperto il conto e fornire il numero di conto ricavato dall’IBAN per chiedere a chi è intestato; spesso però questo non è possibile per motivi di privacy, anche se l’intestatario è già censito nei sistemi informativi della banca.

Diversa è la situazione in cui la richiesta arrivi da un avvocato che agisce per conto di un proprio cliente, ad esempio prima di un pignoramento per sapere se il conto di cui si parla è uno di quelli su cui può rivalersi l’utente. La richiesta deve essere soddisfatta per legge solo in caso di notifica alla banca di un atto di pignoramento, a patto ovviamente che l’istituto di credito abbia aperto un conto a nome del soggetto debitore.

Per sapere invece prima di una misura di questo genere se un soggetto è titolare di un conto corrente è necessario presentare istanza presso il presidente del tribunale perché questo autorizzi la ricerca telematica dei beni e quindi anche dei conti correnti del debitore.

Come fa il creditore a conoscere i conti correnti del debitore

Come si è appena detto, una fattispecie speculare rispetto alla richiesta dell’attestazione titolarità conto corrente per sapere se il soggetto è effettivamente il titolare di un conto è quella in cui un creditore vuole sapere se il suo debitore ha un conto corrente su cui rivalersi. Nel caso dell’esecuzione forzata, l’ordinamento giuridico italiano, a differenza di altri casi, permette la ricerca dei fondi posseduti dal debitore.

Per arrivare a questa disposizione è necessario che il creditore presenti istanza presso il presidente del tribunale del luogo in cui il debitore ha la residenza, al fine di essere autorizzato a effettuare la ricerca dei beni da pignorare mediante modalità telematica. Grazie a questa autorizzazione, il presidente del tribunale da sì che l’ufficiale giudiziario possa accedere alle banche dati delle pubbliche amministrazioni, e in particolare a quella dell’anagrafe tributaria e degli enti previdenziali.

Una volta effettuate queste operazioni di ricerca, l’ufficiale giudiziario ha il compito di redigere un processo verbale, all’interno del quale vengono indicate tutte le banche dati che sono state interrogate durante la ricerca nonché le relative risultanze. Inoltre l’ufficiale giudiziario procede a effettuare il pignoramento, avendo il titolo esecutivo e il precetto. 

Come fare a sapere se un numero di conto corrente è valido

Che cosa accade quando ci viene dato un IBAN, ad esempio per effettuare un bonifico, e qualcosa va storto? In questo caso può esserci stato un IBAN sbagliato. Ma come fare a sapere se il codice è effettivamente errato oppure no, e ad esempio c’è qualche altra situazione da chiarire?

Esistono oggi molti siti Internet che, in pochi secondi, sono in grado di fornire un giudizio di validità o meno su un codice IBAN che viene fornito. Questo, infatti, è realizzato utilizzando le coordinate bancarie ma anche dei numeri di controllo che servono a fare in modo che l’IBAN abbia una sua coerenza interna, e non si rischi ad esempio di fare un bonifico alla persona sbagliata perché si sono invertiti due numeri.

Naturalmente questi siti non forniscono ulteriori informazioni su chi è titolare del conto, ma si limitano a dire se è un numero valido oppure no. In questo modo se non altro si può verificare se il numero è corretto oppure è fittizio o errato.