Estratto conto carta di credito: come richiederlo e leggerlo

Aggiornato il: 11/06/2021
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 11/06/2021

La carta di credito è uno strumento di pagamento molto popolare e permette di effettuare transazioni senza che sia necessario avere fin da subito sul conto corrente l’intero ammontare della somma impegnata: il prelievo, infatti, non avviene istantaneamente – a differenza di una carta di debito – ma il mese successivo (in genere il 10).

Estratto conto carta di credito: come richiederlo e leggerlo

Si tratta quindi di una modalità molto comoda e flessibile, ma che se non si presta la necessaria attenzione rischia di dare origine a qualche brutta sorpresa. È infatti abbastanza frequente che, una volta finalizzata una transazione, ci si dimentichi della sua esistenza se la si è pagata con la carta di credito, con il proprio saldo sul conto che quindi non riflette la reale situazione finanziaria; l’addebito potrebbe avvenire quando ormai non ci pensiamo più, abbassando la disponibilità economica che pensavamo di avere e, addirittura, rischiando di far andare il conto in rosso.

Per evitare situazioni simili viene in aiuto del titolare della carta un documento, l’estratto conto della carta di credito, che permette di tenere sott’occhio tutte le operazioni che sono state effettuate in un determinato lasso di tempo ma non sono ancora state contabilizzate, e cioè non si sono ancora tradotte in un prelievo dal nostro conto.

Che cos’è l’estratto conto della carta di credito

L’estratto conto della carta di credito è un documento che ha il compito di riepilogare tutte le spese fatte con la propria carta. Può essere spedito presso il domicilio dell’utente in forma cartacea, oppure inviato in versione digitale alla casella di posta elettronica indicata dal correntista.

A prescindere dal suo formato, comunque, la struttura è la stessa: una lista delle spese con indicata la data, la descrizione della transazione (cioè il soggetto che è stato pagato) e l’importo. Spesso il nome del beneficiario dei nostri pagamenti può non esserci familiare, e quindi può sorgere il dubbio che si tratti di un qualche tipo di frode; va però ricordato che negli estratti conto della carta di credito viene quasi sempre riportata la ragione sociale del negozio o dell’esercizio commerciale presso il quale abbiamo effettuato il pagamento, che può essere in tutto o in parte differente dal nome che leggiamo sull’insegna: meglio controllare, quindi, prima di contestare una spesa o richiedere il blocco della carta.

L’adozione capillare dei sistemi digitali ci consente oggi di non dover aspettare la comunicazione periodica o cartacea dell’estratto conto, perché è possibile visualizzare le spese della carta in tempo quasi reale (di solito l’aggiornamento avviene dopo un giorno o due). Diverso è però l’estratto conto, l’unico documento che testimonia con la massima fedeltà le nostre spese, e a cui si può far riferimento anche per eventuali contestazioni.

Come si richiede l’estratto conto della carta di credito

Per accedere al proprio estratto conto, una volta che questo è stato emesso (oppure per consultare quelli dei mesi passati), con i servizi di Internet banking e mobile banking basta accedere alla propria area privata (sia con il sito web da PC, smartphone o tablet sia con le app per i dispositivi mobili), cercare la sezione dedicata alle carte di pagamento e lì selezionare, in base al numero di carta, la carta di credito che ci interessa. Quasi sempre si troverà anche un tasto per scaricare, di solito in PDF o in XLS, l’estratto conto. L’estratto conto viene inviato o caricato sul sito nella maggior parte dei casi con cadenza mensile, ma può essere reso disponibile anche ogni tre o sei mesi.

Di norma, l’estratto conto (o la comunicazione relativa alla sua emissione) viene automaticamente inviato al correntista; quando non è così, è bene contattare il servizio clienti utilizzando i recapiti che si trovano nell’apposita pagina del sito della banca.

Come si consulta l’estratto conto della carta di credito

Essendo nella sua essenza una semplice lista delle spese effettuate, o meglio delle movimentazioni del conto, l’estratto conto della carta di credito è un documento facile da leggere e interpretare. Le operazioni che vengono registrate sull’estratto conto sono tutti i movimenti in addebito, a prescindere dalla loro destinazione: che sia una spesa velleitaria o il pagamento di una bolletta, tutto viene segnalato.

Naturalmente va ricordato che l’estratto conto riporta soltanto le spese effettuate con quello specifico strumento di pagamento, non quindi le transazioni relative ad altre carte (di credito, di debito, a saldo, revolving e così via). Ma che cosa si può fare quando, dopo tutti i controlli del caso, ci si rende conto che una spesa proprio non “torna”?

Contestare una spesa sull’estratto conto della carta di credito

Le truffe ai danni di possessori di carta di credito sono purtroppo ancora frequenti, visto che, a livello puramente teorico, fino a qualche tempo fa bastava avere i dati della carta stessa (il numero, la data di scadenza, il codice CVV localizzato sul retro della carta (o di fronte, nel caso delle American Express). Fortunatamente sono già strati introdotti e, almeno per gli acquisti online, continuano a essere implementati sistemi di sicurezza più efficaci, come l’autenticazione a due fattori (ad esempio tramite un’app sul proprio cellulare, un codice OTP usa e getta e così via). I maggiori rischi permangono però per le transazioni fisiche, che possono portare, in casi rari, alla clonazione della carta.

Il primo campanello di allarme di una carta che è stata clonata o da cui semplicemente sono stati i dati sensibili con il fine di effettuare transazioni non autorizzate è proprio una spesa che non viene riconosciuta nell’estratto conto. Se si ha l’assoluta certezza di non aver mai effettuato quel pagamento, è possibile rivolgersi alla propria banca per contestare l’addebito; prima, però, è meglio bloccare la carta di credito, seguendo le indicazioni per farle relative all’istituto di credito che l’ha emessa.

Le modalità di contestazione

Si hanno sessanta di giorni di tempo per segnalare l’addebito, e la contestazione deve essere fatta in forma scritta, inviata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno oppure tramite PEC. Se il termine dei sessanta giorni viene superato senza che sia stata fatta alcuna contestazione, allora non sarà più possibile farlo: ecco perché è una buona regola controllare l’estratto conto, soprattutto se il saldo ci sembra più basso di quanto previsto. Insieme alla contestazione, vanno allegati la copia dell’estratto conto della carta di credito e quella della carta di credito stesso; nel caso in cui la transazione sia stata effettivamente portata a termine ma per un importo diverso da quello segnalato nell’estratto conto, allora vanno inclusi anche gli scontrini, le ricevute e in genere tutta la documentazione che può aiutare a dimostrare di aver speso meno di quanto addebitato.

La comunicazione va indirizzata sia alla banca che alla società emittente della carta di credito (come ad esempio MasterCard o VISA; telefonando al servizio clienti, sarà possibile avere tutte le informazioni necessarie su come fare, ma va ricordato che la telefonata non sostituisce la raccomandata).

Nella comunicazione vanno inclusi tutti i dati utili dell’utente, quindi:

  • dati anagrafici 
  • dati della carta
  • estremi del conto corrente
  • dati di ricevimento dell’estratto conto

La banca è tenuta a rispondere entro 30 giorni dal ricevimento della contestazione; se non si riceve alcun riscontro, il correntista ha la possibilità di portare il caso all’Arbitro Bancario e Finanziario, un organismo imparziale e indipendente il cui compito è proprio quello di garantire la risoluzione di controversie di questo genere in tempi brevi. Solo quando il tentativo di mediazioni è fallito allora il ricorrente ha la possibilità di ricorrere al Tribunale.

Il ricorso all’Arbitro Bancario e Finanziario

Il ricorso all’Arbitro va fatto previo il pagamento di un contributo alla Banca d’Italia, indicando causale del ricorso e dati personali nell’apposito modulo. Il modulo firmato, insieme all’attestazione di pagamento, va inviato (o portato a mano) alla segreteria dell’Arbitro Bancario e Finanzario, mentre una copia del ricorso va inviata alla Banca.