Il reddito di cittadinanza è indubbiamente una delle misure più note della politica degli ultimi anni: quasi 2,5 milioni di persone ne sono state beneficiarie nel 2022. Si tratta di una misura che rientra nelle tipologie di reddito minimo garantito: “reddito di cittadinanza” è infatti una dicitura impropria, visto che non ha le caratteristiche deve avere quel tipo di reddito di base, essendo piuttosto assimilabile a un ammortizzatore sociale. Il reddito di cittadinanza è stato istituito in Italia nel 2019, dal governo Conte I, ma ora con il governo Meloni ci sono novità e aggiustamenti di cui tenere conto.
Dal 2019, il reddito di cittadinanza, nato su proposta del Movimento 5 Stelle, si configura come un reddito minimo garantito che viene versato non a tutti ma solo a disoccupati, inoccupati e lavoratori con un ISEE inferiore a una certa soglia (per l’esattezza 9.360 euro), sul conto corrente o con altre modalità di erogazione. Ci sono però altri requisiti per poter figurare tra i beneficiari:
Inoltre, per com’è strutturato ad oggi, il Reddito di Cittadinanza prevede l’obbligo di iscrizione a un centro d’impiego, per essere assistiti da “Navigator” che cercheranno di trovare occupazioni lavorative per i percettori tra i 18 e i 65 anni, con l’esclusione dei disabili o chi ha a carico disabili o minori di tre anni. Infatti si perde il diritto al RdC quando – se si è tra i soggetti occupabili – non si partecipa alle iniziative formative o di riqualificazione, e quando non viene accettata nessuna delle prime due offerte di lavoro congrue proposte.
La manovra 2022 del Governo italiano presieduto da Giorgia Meloni prevede delle nuove indicazioni sul reddito di cittadinanza. Il principio sotteso a queste modifiche è quello di mantenere il RdC per chi si trova in condizioni di effettiva indigenza e di impossibilità a lavorare, e progressivamente rimuoverlo per chi invece è occupabile; in particolare, per queste persone è prevista la percezione del RdC ancora nel 2023, ma non più nel 2024, pur senza andare incontro a una totale abolizione.
Al momento, il sussidio termina dopo 18 mesi ma, dopo un mese di pausa, viene rinnovato. Con le nuove regole sul Reddito di Cittadinanza 2003, le persone occupabili avranno diritto all’erogazione dell’assegno solo per 8 mensilità invece di 18 rinnovabili, e durante questo periodo saranno tenuti alla frequentazione obbligatoria di corsi di formazione, aggiornamento o riqualificazione professionale; nel caso in cui il beneficiario non ottemperi, il sussidio decade, così come si perde il diritto al RdC se, da occupabili, si rifiuta anche una sola offerta congrua. Non solo: dal 2024, anche se non c’è ancora nulla di certo, il Reddito di Cittadinanza per queste persone dovrebbe essere abolito del tutto.
L’idea è quella di non interrompere di colpo una misura su cui diversi milioni di italiani ora contavano, ma di favorire la transizione all’abolizione del RdC per le persone occupabili sfruttando queste 8 mensilità nel 2023, invece di partire già dall’anno prossimo con l’abolizione, come pure il governo aveva valutato (avrebbe portato a un risparmio per lo Stato di 1,8 miliardi di euro su 8 miliardi di euro complessivi).
Nella tabella seguente vediamo come cambierà, secondo le intenzioni governative, il RdC nei prossimi anni.
2022 |
2023 |
2024 |
|
Mensilità |
18 mensilità rinnovabili per tutti i percettori di RdC |
8 mensilità non rinnovabili per le persone tra 18 e 59 anni, abili al lavoro e senza disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni nel proprio nucleo familiare; 18 mensilità rinnovabili per gli altri percettori di RdC |
Abolizione del RdC per le persone tra 18 e 59 anni, abili al lavoro e senza disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni nel proprio nucleo familiare; 18 mensilità rinnovabili per gli altri percettori |
Residenza |
- |
Obbligo di residenza in Italia per tutti i percettori di RdC |
Obbligo di residenza in Italia per tutti i percettori di RdC |
Decadenza del beneficio |
Al rifiuto di due offerte congrue |
Al rifiuto della prima offerta congrua |
- |
Formazione professionale |
- |
Obbligo alla formazione o alla riqualificazione professionale per almeno 6 mesi |
- |
Come si è visto più sopra, una delle differenze portate rispetto alla prassi attuale dalle nuove regole sul Reddito di Cittadinanza 2023 riguarda il concetto di offerta congrua, che i centri per l’impiego presentano, qualora si presenti, ai percettori di Reddito di Cittadinanza definiti come occupabili. Fino a quest’anno, il percettore poteva rifiutarne due, ma ora potrà farlo solo con la prima, pena la decadenza del beneficio. Ma quand’è che un’offerta viene giudicata congrua? Quando si tratta di un’offerta di lavoro a tempo indeterminato, determinato o parziale in una sede che sia situata entro 80 kM o 100 minuti di viaggio dal luogo di residenza.
C’è un altro obbligo – già vigente, e che la nuova disciplina sul Reddito di Cittadinanza non tocca – che riguarda i percettori di RdC, ed è quello di svolgere lavori socialmente utili per il proprio comune di resistenza, come ad esempio la manutenzione del verde o l’assistenza ad anziani e disabili.
Il percettore è infatti obbligato a dare disponibilità a partecipare a progetti a titolarità dei Comuni, utili alla collettività, da svolgere presso il Comune di residenza, per lavori che rientrino nell’ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni.
Chi non è tenuto agli obblighi connessi al RdC o rientra in uno dei casi di esonero non deve nemmeno partecipare per forza ai progetti utili per la collettività; inoltre non possono essere oggetto dei lavori socialmente utili le attività in sostituzione di personale dipendente dell’ente pubblico proponente o di enti gestori coinvolti nel progetto, o connesse alla realizzazione di lavori o opere pubbliche già date in appalto ovvero attività sostitutive di attività analoghe affidate esternamente dal Comune o dall’ente. Infine va ricordato che i percettori di Reddito di Cittadinanza non possono ricoprire ruoli o posizioni dell’organizzazione del soggetto proponente, né essere utilizzati per sopperire temporaneamente ad esigenze di organico. Il mancato rispetto dell’obbligo comporta, ancora una volta, la decadenza del diritto al beneficio.