Bonifico conto terzi: come e quanti soldi si possono inviare per conto di altra persona

Aggiornato il: 01/08/2022
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 13/06/2022

Il bonifico conto terzi è un’operazione bancaria che può rendersi necessaria, ad esempio, quando chi deve ricevere del denaro tramite bonifico non dispone di un conto corrente, ma richiede che venga usato il conto di una persona fidata. Si tratta, però, di un servizio che fino a pochi anni fa le banche erano restie a concedere, perché si presta a potenziali abusi per aggirare le normative fiscali (chi è il vero destinatario del bonifico ma utilizza il conto di qualcun altro potrebbe infatti far passare sottotraccia l’accredito, e non pagare le tasse su quella somma, che verrebbe poi “girata” in contanti dal proprietario del conto corrente). 

Bonifico conto terzi

Oggi il bonifico conto terzi è molto più diffuso di un tempo, ma per poterlo utilizzare è quasi sempre necessario seguire indicazioni piuttosto restrittive comunicate dall’istituto di credito, in modo da evitare problemi, incomprensioni e ritardi. Vediamo qui di seguito come funziona questa particolare operazione.

Cosa fare per effettuare un bonifico conto terzi

Il primo passo è informarsi presso la propria banca sulla possibilità di effettuare un bonifico conto terzi, visto che non sempre, come si è visto, gli istituti di credito lo permettono; se la risposta è positiva il consiglio è seguire attentamente tutte le istruzioni che vengono fornite. È necessario, prima di procedere all’operazione, avere tutti i dati sensibili che riguardano il destinatario, sia che sia una persona fisica sia che si tratti di un’impresa, così da comunicarli quando richiesti. Ovviamente è indispensabile che l’operazione di bonifico per conto di terzi abbia un oggetto legale.

Quanti soldi si possono inviare per conto di un altra persona?

Tecnicamente non ci sono limiti per quanto riguarda l’ammontare di un bonifico conto terzi, ma se questo ha un ammontare di più di 5.000 euro è necessario dichiarare che si sta operando per conto terzi. Dichiarare nella causale che il bonifico è effettuato per conto di un’altra persona è infatti una giustificazione in più contro gli eventuali controlli del Fisco, che potrebbe insospettirsi nel vedere certi trasferimenti di denaro; fornire invece tutte le informazioni necessarie alla banca (e, di conseguenza, all’Agenzia delle Entrate) aiuta a evitare fraintendimenti. 

È la stessa Banca d’Italia a prevedere che la banca identifichi in modo univoco il soggetto per conto del quale viene eseguito un bonifico se questi è differente dal titolare del conto dove viene addebitata la somma del bonifico. 

Sotto i 5.000 euro non ci sono in teoria obblighi sull’indicazione dei dati del destinatario e l’identificazione univoca dello stesso, ma questo non vuol dire che il Fisco non possa comunque controllare e chiedere conto dei movimenti, in determinate circostanze (ad esempio ipotizziamo una serie di bonifici inferiori a 5.000 euro ma comunque ingenti, come 3.000 o 4.000 euro, effettuati a breve distanza l’uno dall’altro, che possono far sospettare un tentativo di aggirare l’Agenzia delle Entrate e la normativa antiriciclaggio).

Bonifico conto terzi Come farlo Dove farlo
Superiore ai 5.000 euro Possibile presso alcune banche con obbligatoria indicazione dei dati del beneficiario (persona fisica o giuridica) online o più spesso in filiale
Inferiore ai 5.000 euro Possibile presso alcune banche senza obbligatorietà di indicare i dati del beneficiario online o in filiale

Si può fare online il bonifico conto terzi?

Di norma per fare un bonifico conto terzi è meglio recarsi direttamente in filiale e fornire le proprie generalità, quelle del terzo coinvolto ed eventuale documentazione aggiuntiva richiesta dalla banca. Ci sono però banche (una di queste è Intesa Sanpaolo) che prevedono un’apposita normativa per i bonifici conto terzi effettuati online. 

Rispetto a un bonifico standard, è necessario includere delle informazioni aggiuntive relative al soggetto per cui si sta effettuando l’operazione, quindi solitamente il nome, il cognome, il codice fiscale e l’indirizzo di residenza se il beneficiario è una persona fisica, altrimenti la ragione sociale, la partita IVA e la nazione di costituzione dell’impresa se il soggetto è una persona giuridica.

Va segnalato che l’operazione è di solito meno problematica se si paga per conto di soggetti che sono clienti della stessa banca di chi dispone il bonifico, altrimenti è possibile che l’istituto chieda delle informazioni aggiuntive finalizzare a riconoscere in modo corretto il soggetto per il quale si sta facendo il bonifico. In genere è anche possibile inserire un numero multiplo (seppur con dei limiti che variano caso per caso) per i soggetti terzi, quando la relativa operazione ha carattere collettivo.

Cosa fare dopo aver ricevuto un bonifico conto terzi?

Per evitare di incorrere nel reato di evasione fiscale, è indispensabile che chi ha ricevuto il bonifico sul conto corrente di un terzo dichiari al Fisco da parte di chi ha incassato la somma. 

Quali alternative ci sono al bonifico conto terzi?

Come si è visto, una delle situazioni più comuni per le quali si può avere bisogno di un bonifico conto terzi è la mancata disponibilità di un conto corrente personale. Per prima cosa va ricordato che i conti correnti a zero spese oggi sono presenti in gran numero tra le offerte delle banche, e su comparatori come quello di SOSTariffe.it si possono trovare le soluzioni più indicate per le proprie esigenze, a seconda del tipo di operatività (conti correnti per giovani o per coppie, per anziani, per famiglie numerose, per chi preferisce effettuare tutte le operazioni inerenti al proprio patrimonio tramite l’internet banking o per chi invece vuole sempre parlare con una persona fisica e d’abitudine si reca in filiale, e così via).

Per chi si trova in difficoltà economiche c’è poi il conto di base, un conto di pagamento ad operatività limitata e dal costo contenuto pensato proprio per chi non ha un altro conto corrente: viene infatti offerto senza alcuna spesa a chi appartiene a una fascia socialmente svantaggiata oppure è un pensionato a basso reddito. Nel primo caso, a chi ha un reddito ISEE inferiore a 11.600 euro (che va comunicato alla banca entro il 31 maggio di ogni anno) ha diritto a ricevere il suo conto di base a canone zero e anche con l’esenzione del pagamento dell’imposta di bollo; è necessario però che chi richiede questo tipo di conto non sia titolare di un altro conto di base. 

Per i pensionati, invece, il conto viene offerto a canone zero ma va pagata l’imposta di bollo se si ha una giacenza superiore ai 5.000 euro (pari attualmente a 34,20 euro), a patto di percepire una pensione inferiore a 18.000 euro lordi (e superiore a 11.600 euro, soglia sotto la quale si avrebbe diritto al conto senza il pagamento dell’imposta di bollo). Anche in questo caso non si può essere titolari di un altro conto di base e la comunicazione sull’importo della pensione va inviata alla banca o altro prestatore di servizi di pagamento entro il 31 maggio di ogni anno.

Va ricordato che il conto di base prevede solo alcuni dei servizi di un normale conto corrente, come i versamenti, i prelievi, i pagamenti, le carte di debito, ma non sono contemplati la remunerazione delle giacenze attraverso il pagamento di interessi sulle somme depositate né è possibile andare in rosso.

Infine, da ricordare tra le alternative per chi non ha o non vuole avere un conto corrente ci sono le carte con IBAN, in tutto e per tutto simili a una carta di debito ma con un IBAN da utilizzare per ricevere bonifici.