Tasse di successione per conto corrente: a quanto ammontano

Aggiornato il: 28/05/2021
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 28/05/2021

Le tasse di successione per il conto corrente possono raggiungere, in Italia, fino ad un massimo dell’8% del patrimonio complessivo ereditato. A seguito del decesso dell’intestatario del conto, gli eredi potranno entrare in possesso del suo patrimonio a fronte del pagamento delle tasse di successione che si configurano come una percentuale del patrimonio.

Tasse di successione per conto corrente: a quanto ammontano

La normativa vigente prevede delle limitazioni alle tasse applicabili sui patrimoni ereditati, garantendo una certa protezione agli eredi in caso di patrimonio inferiore a 1.000.000 euro. Vediamo a quanto ammontano le tasse di successione per conto corrente attualmente in vigore in Italia e quando è possibile non pagare tali tasse per accedere al patrimonio ricevuto in eredità.

Tasse successione per conto corrente: come si calcola l’importo

Per entrare in possesso del patrimonio collegato ad un conto corrente lasciato in eredità da un defunto, la normativa italiana prevede alcune imposte da versare allo Stato e che, inevitabilmente, andranno a ridurre il valore effettivo del patrimonio ereditato. Sulla liquidità presente nel conto corrente, infatti, viene applicata un’aliquota che va da un minimo del 4% ad un massimo dell’8%. Il valore effettivo dell’aliquota viene stabilito in base al grado di parentela dell’erede con il defunto.

Da notare, inoltre, che, in alcuni casi, è prevista una franchigia. Se il patrimonio non supera il valore della franchigia, l’erede non sarà tenuto al pagamento di alcuna tassa. Esattamente come l’aliquota, anche la franchigia non è uguale per tutti e dipende dal grado di parentela dell’erede partendo da una quota massima di 1.000.000 euro ed arrivando ad azzerarsi nei casi in cui l’erede non sia un parente stretto.

Vediamo, quindi, l’ammontare delle tasse di successione per il conto corrente nei vari casi previsti dalla Legge italiana:

Eredi diretti

Per gli eredi diretti sono previste le condizioni più “leggere” per quanto riguarda le tasse di successione per il conto corrente. Se l’erede è un coniuge, un figlio, un genitore, un nonno del defunto, infatti, viene applicata un’aliquota del 4% come tassa di successione per il patrimonio custodito nel conto corrente. Da notare, però, che è presente una franchigia che consente di ridurre l’importo effettivo delle tasse di successione fino ad azzerarlo in alcuni casi.

In questo caso, per gli eredi diretti, la franchigia ha un valore di 1.000.000 euro. Di conseguenza, se il patrimonio ereditato presenta un valore inferiore al milione di euro, l’erede non dovrà versare tasse di successione per poter entrare in possesso del denaro. Se, invece, il patrimonio supera il milione di euro, l’aliquota del 4% verrà applicata alla sola parte eccedente la franchigia. Ad esempio, se il patrimonio è di 1.200.000 euro verrà applicata un’aliquota alla quota eccedente, ovvero 200.000 euro.

Fratelli e sorelle

La situazione cambia se l’erede è un fratello o una sorella del defunto. In questo caso, le tasse di successione sul patrimonio, come previsto dalla normativa vigente, crescono. Per questa categoria di eredi, infatti, viene applicata un’aliquota del 6%. Da notare, inoltre, che si registra un incremento anche della franchigia che scende a 100.000 euro rendendo molto più difficile rientrare nel caso in cui la tassa non è dovuta.

Per il caso in cui l’erede sia un fratello o una sorella ed il patrimonio risulti essere di 1.000.000 euro, l’aliquota del 6% verrà applicata alla parte eccedente la franchigia, ovvero 900.000 euro. La tassa non sarà dovuta solo se il patrimonio ereditato risulterà essere inferiore a 100.000 euro. Per questa categoria di eredi, quindi, le tasse di successione sul conto corrente sono sensibilmente maggiori.

Altri parenti fino al 4° grado, affini in linea retta e affini in linea collaterale fino al 3° grado

Le tasse di successione sul conto corrente sono previste anche nel caso in cui l’erede sia un parente (fino al 4° grado) oppure un affine in linea retta o in linea collaterale (fino al 3° grado). In questo caso, la normativa prevede l’applicazione di un’aliquota del 6% come avviene nel caso in cui l’erede sia un fratello o una sorella. Cambia però la franchigia che, per questa tipologia di eredi, viene azzerata. Di conseguenza, tutto il patrimonio presente nel conto corrente verrà tassato, senza poter beneficiare dell’agevolazione della franchigia.

Altri soggetti

C’è un altro caso da considerare. Se l’erede non rientra nelle tre categorie evidenziate in precedenza (rientrano negli “altri soggetti” secondo quanto indicato dalla normativa) le tasse di successione per il conto corrente aumentano ancora. Per gli eredi che non appartengono alla famiglia del defunto, infatti, è prevista l’applicazione di un’aliquota dell’8%. Anche in questo caso, non c’è una franchigia ad alleggerire l’importo da pagare e l’erede dovrà versare tutta la quota dovuta, calcolata sull’intero importo ereditato.

Erede disabile

La normativa italiana prevede un’agevolazione nel caso in cui l’erede sia un soggetto con grave disabilità in base a quanto stabilito dalla Legge 104/92. In questo caso, le tasse di successione sul conto corrente presentano una franchigia incrementata fino a 1.500.000 euro. Di conseguenza, l’aliquota, da definire in base al grado di parentela dell’erede disabile, viene applicata solo alla parte del patrimonio eccedente la franchigia, più elevata anche rispetto a quella che viene applicata ai parenti più stretti (1.000.000 euro).

Rinuncia all’eredità per non pagare la successione

La tassa di successione sul conto corrente non va versata in caso di rinuncia all’eredità. In questi casi, infatti, l’erede designato può evitare di pagare quanto dovuto avviando l’iter di rinuncia all’eredità. Tale procedura prevede l’obbligo di comunicazione all’Agenzia delle Entrate seguendo le modalità e le tempistiche previste dalla normativa vigente.

Il caso del conto cointestato

Il conto corrente cointestato è un caso particolare che va approfondito per quanto riguarda la definizione delle tasse di successione. In caso di decesso di uno dei contitolari del conto, la parte del conto spettante entrerà in una procedura di successione e verrà assegnata agli eredi in base a quanto prescritto dalla normativa vigente in materia.

Per un conto corrente cointestato a firma congiunta, ovvero un conto che necessita dell’approvazione di tutti i contitolari per l’esecuzione di qualsiasi operazione, in caso di decesso di uno dei contitolari è previsto il blocco del conto fino alla fine del procedimento di successione.

Per un conto a firma disgiunta, invece, il contitolare superstite potrà continuare ad avere accesso alla sua parte mentre la restante parte sarà bloccata. Da notare, però, che la banca può decidere di congelare il conto, bloccando anche la parte relativa al contitolare in via precauzionale fino alla fine dell’iter di successione.

Ai fini del calcolo della tassa di successione per un conto corrente cointestato si seguono le stesse indicazioni già viste per un conto intestato ad un singolo soggetto. In base al grado di parentela dell’erede, infatti, verrà definita l’aliquota da applicare e la franchigia e si andrà a calcolare quello che sarà l’importo da pagare per la tassa.

Come eseguire la successione del conto corrente

Per poter avviare la successione del conto corrente è necessario che gli eredi presentino la dichiarazione di successione. Tale dichiarazione deve essere presentata dagli eredi, dai chiamati all’eredità, dai legatari entro 12 mesi la data di apertura della successione che, generalmente, coincide con la data di decesso del contribuente. La dichiarazione può essere presentata all’Agenzia delle Entrate tramite i servizi telematici, tramite un intermediario abilitato oppure tramite l’ufficio competente dell’Agenzia.

Senza la dichiarazione di successione, il conto corrente non potrà considerarsi nell’asse ereditario. A questo punto, gli eredi dovranno comunicare alla banca l’avvenuto decesso del titolare del conto da ereditare. Tale comunicazione dovrà essere accompagnata da un apposito certificato di morte. In questa fase iniziale, inoltre, sarà necessario restituire alla banca tutte le carte e gli assegni non utilizzati collegati al conto.

Nel caso in cui non sia possibile recuperare gli strumenti di pagamento in questione, gli eredi dovranno allegare una regolare denuncia. Da notare, inoltre, che gli eredi possono chiedere all’istituto bancario tutte le informazioni relative ai rapporti del defunto come la presenza di libretti di risparmio, depositi e titoli. Tale richiesta dovrà essere accolta dalla banca.

Avviata la richiesta di successione, la banca congelerà il conto corrente. Come abbiamo visto, anche nel caso di conto cointestato potrebbe esserci una procedura di questo tipo a scopo precauzionale fino alla fine dell’iter di successione. A questo punto, la banca accerterà l’effettivo diritto degli eredi alla successione del conto corrente al fine di evitare possibili frodi.

Sarà la banca stessa, seguendo le indicazioni della normativa, a definire la tassazione corretta in base al grado di parentela degli eredi. Da notare che il ritiro dei soldi in giacenza sul conto del defunto non è immediato. Dopo il completamento di tutte le verifiche e dell’iter di successione, infatti, gli eredi legittimi dovranno effettuare il versamento della tassa di successione all’Agenzia delle Entrate, tramite apposito modello F24.  

Solo dopo aver effettuato tale versamento, seguendo le indicazioni fornite dalla banca stessa per il calcolo dell’importo corretto, gli eredi potranno accedere al patrimonio del defunto in giacenza sul conto. In alcun modo sarà possibile accedere al patrimonio senza aver prima effettuato il versamento delle tasse di successione nel caso in cui queste siano dovute dall’erede.