Pignoramento del conto corrente: come funziona e i limiti da rispettare a aprile 2024

Aggiornato il: 25/02/2024
di Paolo Marelli
Pubblicato il: 20/11/2023

In 30 secondi

Pignoramento conto corrente: che cos’è, come funziona e i limiti previsti:

  • pignoramento conto corrente è una procedura legale in cui un creditore recupera i fondi dovuti da un debitore
  • se il debitore non paga il debito, l'ufficiale giudiziario può prelevare la somma dovuta dal conto del debitore
  • la banca blocca una parte del saldo del conto per soddisfare la richiesta del creditore
  • il pignoramento conto corrente ha limiti legali che devono essere rispettati, inclusa la protezione di una "quota impignorabile" del reddito del debitore. Il pignoramento può però comportare limitazioni nell'utilizzo del conto e, in alcuni casi, persino la sua chiusura

Pignoramento conto corrente è un atto di espropriazione forzata. È disciplinato dal Codice di procedura civile. L’articolo 543 stabilisce che un creditore possa utilizzare questo procedimento per recuperare un credito (ovvero una somma di denaro) che un debitore non riesce a saldare. Si tratta di una misura che negli ultimi anni è stata resa più semplice e immediata allo scopo di favorire chi debba ricevere legittimamente del denaro e corra il rischio di non vederselo corrispondere, anche a fronte di una certa liquidità di chi deve pagare (e non lo fa).

soldi sul tavolo

Il pignoramento conto corrente è un meccanismo attraverso il quale un creditore può recuperare i crediti da un debitore. Nonostante possa sembrare un processo intimidatorio, è fondamentale comprendere come funzioni e quali sono i limiti legalmente stabiliti per legge.

In questa guida, sarà spiegato il funzionamento del pignoramento, le varie tipologie di pignoramento e come la legge italiana tuteli il debitore attraverso l'imposizione di limiti specifici. In questo modo sarà più facile prendere decisioni informate che possono contribuire a prevenire o affrontare situazioni di pignoramento.

Che cos'è il pignoramento del conto corrente? 

Il pignoramento conto corrente è una procedura legale attraverso cui un creditore può recuperare i fondi dovuti da un debitore. Il processo è attuato nel caso in cui il debitore non riesca a saldare il debito in modo autonomo o volontario. In pratica, il creditore, ottenuto un titolo esecutivo (sentenza, decreto ingiuntivo), può chiedere l'intervento dell'ufficiale giudiziario per prelevare dal conto corrente del debitore la somma dovuta.

Il processo di pignoramento conto corrente avviene in diverse fasi. Inizialmente, l'ufficiale giudiziario notifica alla banca un atto di pignoramento, ordinando all'istituto di credito di bloccare una somma di denaro pari al debito dal conto corrente del debitore. A partire da quel momento, la banca ha l'obbligo di riservare quella somma per il creditore, impedendo al debitore di disporne. Il saldo disponibile sul conto corrente viene quindi ridotto, in quanto una parte di esso è destinata a soddisfare il creditore.

Il pignoramento conto corrente non comporta l'azzeramento totale del saldo. Infatti la legge italiana prevede che una quota del reddito del debitore sia considerata "impignorabile", ossia non può essere toccata dal pignoramento, per garantire al debitore la possibilità di mantenere un tenore di vita dignitoso.

Quando un debitore non salda il pagamento dovuto, e se non si è riusciti ad accordarsi per un piano di restituzione del debito (ad esempio con un rimborso rateizzato), il creditore in possesso di un titolo esecutivo può chiedere un pignoramento. Il titolo esecutivo altro non è se non un documento ufficiale che stabilisce l’esistenza del credito vantato e della sua entità. Tra i titoli esecutivi compaiono:

  • le sentenze di condanna (anche emesse in primo grado e appellate);
  • i decreti ingiuntivi, passati 40 giorni dalla loro notifica;
  • le cambiali;
  • gli assegni;
  • i contratti di mutuo;
  • gli atti pubblici stipulati davanti a un notaio aventi come oggetto il pagamento di somme di denaro;
  • le conciliazioni firmate davanti all’Ispettorato del lavoro, a un giudice o a un organismo di mediazione.

Va notato che per il pignoramento non è sufficiente una bolletta non pagata: ci vuole un decreto ingiuntivo, una causa con sentenza di condanna e così via, con conseguente allungamento dei tempi. Di conseguenza, non si rischia che dall’oggi al domani, magari per una semplice dimenticanza, qualcuno possa mettere le mani sul denaro che si ha sul conto corrente.

Chi è in possesso di un titolo esecutivo come quelli indicati sopra è autorizzato a procedere nei confronti del debitore, con tre diverse forme di pignoramento possibili:

  • pignoramento immobiliare;
  • pignoramento mobiliare;
  • pignoramento presso terzi.

Il pignoramento presso terzi comprende l’espropriazione delle somme dovute appunto da terzi - come banche, società finanziarie, datori da lavoro - al debitore. In questa casistica, rientrano per esempio il pignoramento di 

  • conto corrente;
  • stipendio o pensione;
  • conto deposito;
  • TFR (trattamento di fine rapporto).

Pignoramento conto corrente: quali sono i limiti a aprile 2024

TRE TIPOLOGIE DI PIGNORAMENTO

DETTAGLI

Immobiliare

Concerne i beni immobili, per esempio:

  • case
  • fabbricati
  • terreni
  • uffici
  • negozi

Mobiliare

Ha per oggetto i beni mobili, per esempio:

  • auto
  • moto
  • barche
  • gioielli
  • opere d'arte

Presso terzi

Riguarda crediti o beni del debitore che sono nella disponibilità di terzi. Per esempio:

  • conto corrente
  • stipendio
  • pensione

Secondo l'ordinamento giuridico vigente in Italia sono tre le tipologie di pignoramento che si possono eseguire e si applicano ad altrettante tipologie di beni, come sintetizzato nella tabella sopra.

Rimane il fatto che la Corte di Cassazione ha stabilito che il blocco e prelievo di soldi da un conto corrente è "illegittimo" nel caso in cui le motivazioni citate nell’atto di notifica “risultino essere generiche”. Ecco perché la Suprema Corte impone di chiarire con precisione la ratio del provvedimento di pignoramento.  E sempre la Cassazione ha allargato la platea dei destinatari del pignoramento che dal 2022 può applicarsi anche a consumatori, start-up, professionisti, imprenditori agricoli.

Ma quali sono i limiti del pignoramento nel 2024? Secondo quanto previsto dalla legge il pignoramento deve garantire al debitore un tenore di vita che ne assicuri la sussistenza, cioè il cosiddetto "minimo vitale" mensile che ammonta al doppio dell'assegno sociale, cioè 1.608,82 euro, dato che nel 2023 è stato stabilito che l'assegno sociale sia pari a 534,41 euro per 13 mensilità.

Sulla base dell'importo dell'assegno sociale è poi fissato anche il limite massimo di pignorabilità su stipendio o pensione già accreditati su un conto corrente. Stando alle norme vigenti, il pignoramento si applica soltanto per le somme sul conto che eccedano la cifra di 1.603,23 euro, cioè l'ammontare dell’assegno sociale moltiplicato per tre.

Cosa comporta il pignoramento del conto corrente? 

Il pignoramento conto corrente ha una serie di effetti diretti sul conto del debitore. In primo luogo, con la ricezione dell'ordine di pignoramento da parte dell'ufficiale giudiziario, la banca procede al blocco dei fondi corrispondenti alla somma dovuta, o una quota di essa in base al titolo esecutivo. Da quel momento, il debitore non può più accedere a quella parte di fondi, che resteranno bloccati fino a quando il debito non sarà estinto.

In secondo luogo, il pignoramento implica delle limitazioni nell'utilizzo del conto corrente. Non solo il debitore non può disporre della somma pignorata, ma, a seconda delle circostanze può riscontrare difficoltà anche per le operazioni bancarie quotidiane, come prelevamenti, pagamenti, bonifici. La banca può anche decidere, nel caso di pignoramenti ripetuti e di importi significativi, di chiudere il conto corrente: tuttavia tale decisione non è automatica e dipende dalla politica della singola banca.

Il pignoramento del conto corrente non è un processo arbitrario, ma deve seguire specifici requisiti e limiti previsti dalla legge. Prima di tutto deve esserci un titolo esecutivo, come una sentenza o un decreto ingiuntivo. Inoltre, come già accennato, la somma pignorata non può mai essere tale da ridurre il saldo del conto al di sotto del cosiddetto "minimo vitale", previsto dalla legge per garantire la sussistenza del debitore.

Questi sono gli effetti del pignoramento conto corrente sul conto del debitore:

  • blocco dei fondi pignorati: ovvero quando la banca riceve l'ordine di pignoramento da parte dell'ufficiale giudiziario, è tenuta a bloccare una somma di denaro pari all'importo dovuto o a una quota di essa, come stabilito dal titolo esecutivo. Da quel momento il debitore non può più disporre di quella parte di fondi, che rimangono bloccati finché il debito non è estinto;
  • limitazioni nell'utilizzo del conto corrente: cioè, oltre al fatto che il debitore non può disporre della somma pignorata, possono sorgere difficoltà nell'esecuzione di operazioni bancarie quotidiane. Per esempio, potrebbero esserci limiti nei prelevamenti, nei pagamenti o nei bonifici. Le limitazioni possono variare in base alle condizioni specifiche del pignoramento e alla politica della banca;
  • possibile chiusura del conto da parte della banca: ossia, nel caso di pignoramenti ripetuti e di importi significativi, la banca può decidere di chiudere il conto corrente del debitore. Questa non è una decisione automatica, ma dipende dalla politica della singola banca e dalle circostanze specifiche del caso. Se la banca decide di chiudere il conto, deve comunicarlo al cliente con un preavviso adeguato.

Requisiti e limiti del pignoramento del conto corrente

Prima di poter procedere al pignoramento del conto corrente, devono essere soddisfatti alcuni requisiti legali. Innanzitutto, è necessario che esista un titolo esecutivo, cioè un documento legale che attesta l'esistenza di un debito. Il titolo può essere;

  • una sentenza;
  • un decreto ingiuntivo;
  • un atto notarile.

Inoltre deve essere stata inviata una formale intimazione di pagamento al debitore, che conferma:

  • l'esistenza del debito;
  • la volontà del creditore di procedere con l'esecuzione forzata.

Se il debitore non adempie all'intimazione di pagamento entro il termine indicato, il creditore può iniziare le procedure di pignoramento.

La legge stabilisce dei limiti precisi sulle somme che possono essere pignorate da un conto corrente. Di norma, può essere pignorato solo una certa percentuale del reddito mensile del debitore. Per prima cosa, il saldo del conto non può mai essere ridotto al di sotto del cosiddetto "minimo vitale", pari al doppio dell'assegno sociale, per un totale di 1.068,82 euro nel 2024.

Ci sono alcune eccezioni o particolari situazioni in cui il pignoramento del conto corrente può essere annullato o ridotto. È il caso in cui, per esempio, il debitore possa dimostrare che i fondi presenti sul conto provengono da un trattamento di fine rapporto, da un indennizzo per danni fisici o morali, da pensioni di invalidità o altri sussidi sociali, questi fondi potrebbero essere esclusi dal pignoramento. Inoltre, se il debitore può dimostrare che il pignoramento lo metterebbe in una condizione di particolare difficoltà economica, potrebbe chiedere al giudice di ridurre l'importo pignorato. Queste eccezioni sono però valutate caso per caso e richiedono l’assistenza di un avvocato.

Questi sono i limiti percentuali per il pignoramento conto corrente in base al reddito mensile:

REDDITO MENSILE

LIMITE PIGNORABILE PER CREDITORE PRIVATO

LIMITE PIGNORABILE PER L’AGENZIA DELLE ENTRATE

Fino a 2,500 €

20%

1/10

Da 2.501 a 5.000 €

20%

1/7 (circa 14.3%)

Oltre 5.000 €

20%

1/5

Occorre però tenere presenti, in parziale deroga a questa regola generale, una serie di eccezioni e situazioni particolari, riassunte nella seguente tabella:

REQUISITI

DETTAGLI

Limite massimo di pignorabilità

Solo le somme presenti su un conto corrente che eccedano l’importo di 1.603,23 € (triplo dell’assegno sociale) possono essere pignorate

"Minimo vitale"

Nel caso di pignoramento dello stipendio o della pensione, deve essere garantito al debitore il “minimo vitale”, ovvero 1.068,82 € al mese (doppio dell’assegno sociale)

Autorizzazione del Tribunale

La procedura di pignoramento del conto corrente richiede l'autorizzazione del Tribunale, a meno che il debitore non debba all'Agenzia delle Entrate

Pignoramento per debiti con l’Erario

L’Agenzia delle Entrate può procedere al pignoramento del conto corrente, oppure prelevare un quinto di stipendio o pensione per sanare i debiti con l’Erario, senza l'approvazione di un giudice

Pignoramento di un conto corrente cointestato

Il pignoramento si applica solo sulla metà del saldo

Pignoramento dello stipendio o pensione

Il pignoramento può arrivare a 1/5 dello stipendio o della pensione per debiti di lavoro o di tributi provinciali o comunali, su un terzo dello stipendio o della pensione per i crediti alimentari, e fino alla metà della base pignorabile dello stipendio per il pignoramento in concorso di differenti cause

Limiti per l'Agenzia delle Entrate

  • 1/5 dello stipendio se l’importo è superiore ai 5.000 €
  • 1/7 dello stipendio se l’importo non supera i 5.000 €
  • 1/10 dello stipendio se l’importo non supera i 2.500 €

Pignoramento conto corrente: la procedura

La procedura di pignoramento presso terzi, come per esempio un pignoramento su un conto corrente, è un atto esecutivo che consente al creditore di adire direttamente i beni o i crediti del debitore presso un terzo.

Queste sono le fasi nelle quali si articola la procedura:

  • mancato pagamento, il pignoramento conto corrente nasce da una situazione in cui un debitore non è in grado o rifiuta di pagare un debito al creditore. Il debito può derivare da vari contesti, come contratti, obbligazioni tributarie, risarcimenti per danni;
  • titolo esecutivo, il creditore, per poter avviare un pignoramento, deve essere in possesso di un titolo esecutivo, che potrebbe essere una sentenza, un decreto ingiuntivo divenuto esecutivo, un atto notarile ecc. Il titolo deve contenere l'indicazione certa della somma dovuta;
  • atto di pignoramento, il creditore, tramite il suo avvocato, deposita alla cancelleria del tribunale un atto di pignoramento che viene successivamente notificato all'istituto bancario (il terzo) e al debitore. L'atto di pignoramento deve contenere, tra le altre cose, l'indicazione precisa del credito per il quale si procede e l'importo per il quale si effettua il pignoramento;
  • ruolo della banca, una volta ricevuto l'atto di pignoramento, la banca ha l'obbligo di bloccare le somme presenti sul conto corrente fino all'importo indicato nell'atto di pignoramento. La banca deve inoltre fornire al creditore e al tribunale una dichiarazione in cui specifica l'importo bloccato;
  • opposizione al pignoramento, il debitore ha la possibilità di opporsi al pignoramento entro 20 giorni dalla notifica dell'atto. L'opposizione può avvenire per varie ragioni, tra cui l'inesistenza del debito, la nullità dell'atto di pignoramento. Se l'opposizione è accolta dal giudice, il pignoramento viene revocato e il denaro sbloccato;
  • assegnazione delle somme pignorate, se non vi sono opposizioni, o se le opposizioni presentate sono state rigettate, la somma pignorata è assegnata al creditore in pagamento del suo credito. Se il credito non è integralmente soddisfatto, il creditore potrà procedere a ulteriori atti di esecuzione;
  • chiusura della procedura, una volta che il debito è stato saldato completamente, la procedura si conclude.

Durante questa intera procedura, la banca, il debitore e il creditore hanno tutti ruoli importanti. La banca è il terzo che detiene i fondi del debitore e ha l'obbligo di cooperare con la procedura di pignoramento. Il debitore ha il diritto di contestare l'atto di pignoramento, mentre il creditore è colui che inizia la procedura per recuperare il denaro dovuto.

Che cosa succede quando viene pignorato il conto corrente

In caso di pignoramento da parte di privato, per prima cosa, non per forza si pignorano tutte le somme presenti sul conto corrente, ma solo quelle relative al debito, se il saldo è più elevato.

Se il creditore vanta un credito di 5.000 euro e il debitore ha sul conto 20.000 euro, di norma può disporre tranquillamente dei 15.000 euro che non sono bloccati. Non ci sono comunque limiti minimi di importo del debito per procedere al pignoramento del conto corrente: la decisione è infatti rimessa alla discrezione del creditore.

Il creditore ha la facoltà di pignorare un importo pari non solo al suo credito, ma al suo credito aumentato della metà, a copertura delle spese della procedura e degli interessi.

A questo punto, non c’è un trasferimento automatico della somma bloccata alle disponibilità del creditore. L’atto di pignoramento infatti comprende anche l’invito a presentarsi in udienza a una data prefissata, indicata sullo stesso atto (spesso qualche mese più tardi).

In mancanza di opposizioni del debitore – che può contestare il pignoramento con un’opposizione all’esecuzione, se ha prove per dimostrare che il creditore non ha titolo per pignorare, o con un’opposizione agli atti esecutivi, se ritiene che la procedura non sia stata regolare – il giudice all’udienza assegna la somma pignorata il creditore.

Nulla vieta a creditore e debitore di accordarsi anche a pignoramento già iniziato.

Come difendersi dal pignoramento del conto corrente? 

Ci sono diverse strategie che una debitore può adottare per proteggersi dal pignoramento conto corrente:

  • pagare i debiti tempestivamente, il modo più diretto per evitare un pignoramento del conto corrente è semplicemente pagare i debiti non appena possibile. Può sembrare ovvio, ma in molte situazioni può essere la soluzione più efficace;
  • negoziare con i creditori, in caso di difficoltà con i pagamenti, potrebbe essere utile avviare una negoziazione con i creditori per modificare i termini del debito o per elaborare un piano di pagamento che permetta una gestione più efficace del debito;
  • mettere a punto un accordo di ristrutturazione del debito, può essere presa in considerazione la possibilità di stipulare un accordo di ristrutturazione del debito con i creditori. Ciò potrebbe comportare la riduzione del debito, l'allungamento dei tempi di rimborso, o entrambe le cose;
  • avvalersi di una consulenza legale, ovvero è consigliabile consultare un avvocato o un consulente finanziario per esplorare tutte le opzioni disponibili. Potrebbe essere possibile adottare strategie legali per proteggere i propri beni da un pignoramento. Ad esempio, potrebbe essere possibile convertire i propri beni in asset protetti, o trasferire i propri beni in un trust;
  • opposizione al pignoramento, se il pignoramento è già in atto, esiste il diritto di opporsi entro un certo periodo di tempo. Le basi per l'opposizione possono essere molteplici (per esempio, titolo esecutivo non valido, somma non dovuta), ma sarà necessario presentare le proprie argomentazioni di fronte a un giudice;
  • verifica delle esenzioni, possono esserci esenzioni per determinati tipi di beni o per determinati importi di denaro. Per esempio, in alcuni casi, una parte del reddito o della pensione può essere esente da pignoramento. È consigliabile consultare un avvocato per comprendere quali esenzioni potrebbero essere applicabili al proprio caso.

Infine, ecco altri tre importanti suggerimenti per proteggere il proprio conto corrente:

  • monitorare regolarmente il saldo e gli estratti conto: tale suggerimento è fondamentale per mantenere il controllo delle finanze. Oltre a tenere informati sul saldo disponibile, un attento controllo può contribuire a individuare tempestivamente eventuali operazioni inattese o irregolari, come prelievi eccessivi o inspiegabili. Se si notano anomalie, è importante agire rapidamente. È opportuno informare la propria banca e consultare un professionista legale per capire le opzioni disponibili. È bene ricordare che l'ignoranza della situazione non è mai la soluzione migliore in caso di problemi finanziari;
  • informarsi sui diritti e le protezioni offerte dalla legge: la conoscenza delle protezioni legali può essere un'arma potente. Diverse leggi prevedono protezioni per i depositi bancari, soprattutto per quanto riguarda i conti correnti utilizzati per ricevere stipendi e altre forme di sostentamento. Allo stesso modo, alcuni tipi di depositi, come i fondi di pensione o i sussidi sociali, possono essere protetti. La consultazione con un avvocato, o un esperto finanziario, può contribuire a capire meglio le leggi applicabili e a pianificare una strategia di difesa efficace;
  • valutare l'opzione di aprire un conto presso una banca diversa: in caso di problemi con la propria banca attuale, potrebbe essere utile considerare l'apertura di un conto presso un'altra istituzione finanziaria. Tuttavia, tale mossa deve essere ponderata attentamente. Il semplice trasferimento dei fondi da un conto a un altro potrebbe non essere sufficiente per proteggere i soldi da un pignoramento. Inoltre, se il trasferimento dei fondi avviene dopo che è stato emesso un ordine di pignoramento, potrebbe essere considerato una frode ai danni dei creditori. Pertanto, prima di prendere una decisione, è sempre consigliabile consultare un avvocato o un consulente finanziario.

Sblocco del conto corrente dopo il pignoramento 

Nel momento in cui è scattata la procedura di pignoramento, per sbloccare il conto corrente è necessario:

  • un ordine del giudice;
  • la rinuncia alla procedura da parte del creditore.

Più in dettaglio, occorre spiegare che:

  • per arrivare all’ordine del giudice è necessario agire con un’opposizione, e che il tribunale, in base alla fondatezza di tale opposizione, valuti che sia necessario sospendere il pignoramento;
  • la rinuncia del creditore invece arriva previo accordo; in questo caso il creditore deve presentare presso il Tribunale una dichiarazione di rinuncia al pignoramento.

Si può cambiare il conto corrente durante il pignoramento?

Anche se il debitore, sottoposto a pignoramento del proprio conto, decida di aprire un altro conto corrente nella stessa banca per effettuare dei versamenti, anche questi ultimi verrebbero pignorati. Perché l’istituto di credito è tenuto a trattenere tutte le somme presenti nei depositi e riconducibili al debitore.

Il caso sarebbe differente se il debitore decidesse di aprire un conto corrente in un’altra banca e quest’ultima non sia a conoscenza della procedura di pignoramento in corso. Per rivalersi su giacenza ed eventuali versamenti, il creditore dovrebbe inviare al debitore la notifica di un nuovo pignoramento, preceduta da un secondo atto di precetto, se il primo sia scaduto trascorsi 90 giorni dalla sua notifica.

Come può un creditore sapere quanti conti correnti sono intestati o cointestati al debitore? Può consultare il registro digitale dell’anagrafe dei conti correnti. Ma, per eseguire questa operazione, è necessario che il creditore sia autorizzato dal Presidente del Tribunale, al quale deve presentare un’istanza per poter effettuare una ricerca telematica dei beni del debitore.

Pignoramento conto corrente effettuato dall'Agenzia delle Entrate 

Regole diverse disciplinano il pignoramento conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate. Infatti, in questo caso, l’atto di pignoramento vale già come ordine alla banca di versare le somme pignorate all’Agente della Entrate: non c’è l’udienza dal giudice come nel caso del pignoramento per privati.

Il debitore ha a disposizione 60 giorni di tempo per pagare prima che le somme siano accreditate direttamente all’esattore.

Se il debitore richiede una rateazione del debito presso l’Agenzia delle Entrate e la ottiene, per sbloccare il conto basta dimostrare di aver versato la prima rata nell’ammontare stabilito.

Importanti novità sono entrate in vigore dal 1° gennaio 2024 con la legge di Bilancio 2024. Il comma 100 dell’articolo 1 prevede una serie di nuove disposizioni in materia di “Cooperazione applicativa e informatica per l’accesso alle informazioni necessarie per il potenziamento dell’azione di recupero coattivo”. In dettaglio, “al fine di assicurare la massima efficienza dell’attività di riscossione, semplificando e velocizzando la medesima attività, nonché impedendo il pericolo di condotte elusive da parte del debitore, l’agente della riscossione può avvalersi, prima di avviare l’azione di recupero coattivo, di modalità telematiche di cooperazione applicativa e degli strumenti informatici, per l’acquisizione di tutte le informazioni necessarie”. E aggiunge che “le soluzioni tecniche di cooperazione applicativa e di utilizzo degli strumenti informatici per l’accesso alle informazioni di cui al comma 1 sono definite con uno o più decreti del Ministero dell’economia e delle finanze”.

Come si conclude il processo di pignoramento del conto corrente 

Una volta che le somme pignorate sono state assegnate al creditore, o anche qualora l’importo presente sul conto stesso ammonti a zero o sia comunque non sufficiente a soddisfare il creditore, il conto corrente è sbloccato, e dal giorno successivo il debitore può tornare a disporne a piacimento.

L’eccezione è il conto corrente che fa da appoggio per l’accredito della pensione o dello stipendio: in questo caso, se il pignoramento è stato eseguito da un privato, il giudice ha la facoltà di disporre l’ordine per la banca di trattenere un quinto di questi versamenti, da consegnare al creditore fino a che questi sia integralmente soddisfatto.

Se invece il pignoramento è stato eseguito da Agenzia delle Entrate, la stessa Agenzia può ordinare alla banca di accreditare le somme indicate.

Infine, se il conto corrente non ha una somma sufficiente a estinguere il debito, nel periodo che intercorre prima dell’udienza, i bonifici che sono accreditati sul conto stesso sono bloccati.

Quando il conto corrente non può essere pignorato

In questo scenario, bisogna comunque tenere conto di situazioni in cui il conto corrente non può essere pignorato dal creditore, o comunque può essere pignorato soltanto entro certi limiti.

Il primo caso è quello del conto cointestato. Questo è pignorabile, ma solo nei limiti della metà. Quindi, se il creditore vanta un credito di 5.000 euro su un conto cointestato in cui il saldo è di 3.000 euro, può pignorarne soltanto 1.500 euro.

conti correnti d’appoggio per lo stipendio hanno regole particolari e non si possono “svuotare” completamente: le somme che sono qui depositate quando arriva il pignoramento, infatti, sono pignorabili solo per quella parte che eccede il triplo dell’assegno sociale (534,41 euro) ossia 1.603,23 euro.

Per le somme successive accreditate dal datore di lavoro, possono essere pignorate fino a 1/5, a meno che il creditore non sia l’Agenzia delle Entrate: in questo caso il pignoramento diventa

  • 1/10, con stipendio inferiore a 2.500 euro;
  • 1/7, con stipendio superiore a 2.500 euro ma inferiore a 5.000 euro;
  • 1/5, con stipendio superiore a 5.000 euro.

Perché il conto corrente d’appoggio per lo stipendio possa godere di queste limitazioni nel pignoramento è però necessario che non vi confluiscano altri redditi.

In materia di conto corrente con il TFR (trattamento di fine rapporto), si seguono le stesse regole del conto corrente d’appoggio per lo stipendio: pignorabilità fino a 1/5 del TFR qualora il conto sia già stato pignorato prima del suo accredito, altrimenti, se già accreditato al momento dell’accredito, blocco valido per la parte eccedente 1.603,23 euro.

Anche per il conto corrente con la pensione valgono le stesse regole del conto corrente con lo stipendio. Per cui pignorabilità solo nella parte che eccede 1.603,23 euro per le somme già depositate prima dell’avvio della procedura, e pignorabilità fino al massimo 1/5 per gli emolumenti successivi (per l’Agenzia Entrate Riscossione, limite di 1/10 per le pensioni fino a 2.500 euro e 1/7 per quelle fino a 5.000 euro).

Non sono invece pignorabili i conti in rosso o quelli dove gli unici redditi sono:

  • la pensione di invalidità;
  • gli assegni di accompagnamento per i disabili;
  • la rendita di un’assicurazione sulla vita;
  • i conti correnti affidati.

Possono essere pignorati senza problemi, invece, i conti esteri, i conti PayPal, le carte di credito, le carte prepagate, i depositi di somme a nome del debitore a qualsiasi titolo.

Che cosa succede se sono emessi assegni subito prima del pignoramento?

Nel caso in cui siano stati emessi degli assegni prima del pignoramento del conto corrente, si rischia il protesto, visto che non conta la data di emissione dell’assegno, ma il momento in cui questo è incassato. Se l’incasso avviene durante la procedura di pignoramento e il conto è bloccato (quantomeno per la somma necessaria a saldare l’assegno), allora l’assegno stesso sarà protestato.

Prima di essere inserito nell’elenco CAI (Centrale di Allarme Interbancaria), il debitore ha comunque a disposizione 60 giorni di tempo per pagare.

Come evitare il pignoramento del conto corrente? 

Il pignoramento conto corrente è una misura che può mettere in seria difficoltà il debitore. Perciò è naturale che si cerchi di impedirlo. Come? Anzitutto rispettando tutte le scadenze relative agli “ultimi avvisi” di pagamento.

Il pignoramento conto corrente può essere evitato se si porta avanti una trattativa con l’avvocato di parte, ma bisogna evitare di arrivare alla notifica del titolo esecutivo, cercando una via conciliativa prima che si proceda all’esecuzione.

C’è inoltre da osservare che il pignoramento conto corrente non è che una delle possibili strade che il creditore può tentare per vedere pagato il suo credito. Le altre, come si è visto, sono il pignoramento immobiliare e quello mobiliare, per cui anche qualora si riuscisse a evitare il pignoramento conto corrente bisognerebbe comunque fare i conti con la possibilità di richiesta del pignoramento per una casa di proprietà o altri beni.

Allo stesso modo, se si apre un altro conto corrente presso un altro istituto di credito il creditore può comunque intraprendere una procedura ulteriore per bloccarlo, qualora sia a conoscenza del nuovo rapporto.

In caso di decesso del titolare del conto corrente, comunque non c’è lo sblocco del conto stesso: questo, infatti, insieme ai debiti relativi, passa direttamente agli eredi, i quali diventano destinatari dell’esecuzione forzata.

Risorse utili

Domande correlate

Quali sono le differenze tra pignoramento conto corrente e pignoramento dello stipendio?

Il pignoramento dello stipendio si riferisce alla sottrazione di una parte dello stipendio di un individuo direttamente dal datore di lavoro per ripagare il debito. Ciò è possibile dopo un'ingiunzione del tribunale. Il pignoramento del conto corrente, invece, riguarda la sottrazione di fondi direttamente dal conto bancario del debitore.

Il pignoramento conto corrente può essere applicato su conti congiunti?

Sì, un pignoramento può essere applicato a un conto congiunto. Di norma è possibile pignorare solo la metà in un conto cointestato tra due persone, o una percentuale legata al numero di cointestatari.

Quali sono i limiti percentuali per il pignoramento conto corrente?

I limiti percentuali per il pignoramento del conto corrente possono variare a seconda del tipo di debito. È consigliabile consultare un avvocato o un consulente finanziario per capire esattamente quali limiti si applicano al singolo caso, anche se di norma vanno da un decimo a un quinto dello stipendio.

Cosa succede se non si riesce a pagare il debito pignorato?

Se non si riesce a ripagare il debito pignorato, il creditore può cercare di ottenere un giudizio contro il debitore insolvente, che potrebbe portare a ulteriori azioni legali, come il pignoramento della proprietà o di altre attività.

È possibile annullare un pignoramento conto corrente?

Sì, è possibile annullare un pignoramento conto corrente, ma per farlo bisogna presentare una richiesta al tribunale e dimostrare che il pignoramento è ingiusto o illegale. Anche in questo caso, è consigliabile consultare un avvocato.

Posso utilizzare i fondi pignorati per pagare le spese quotidiane?

Generalmente, i fondi che sono stati pignorati non sono disponibili per l'uso finché il processo di pignoramento non è stato completato. Questo significa che potrebbe non essere possibile utilizzare questi fondi per pagare le spese quotidiane.

Cosa succede al conto corrente dopo il termine del pignoramento?

Dopo che un pignoramento è stato risolto o il debito è stato ripagato, l'accesso ai fondi nel conto corrente dovrebbe essere ripristinato. Tuttavia il pignoramento potrebbe avere un impatto sulla capacità di ottenere crediti o prestiti in futuro.

Quali sono le alternative al pignoramento conto corrente?

Alcune possibili alternative al pignoramento del conto corrente possono includere la negoziazione di un piano di pagamento con il creditore, il consolidamento del debito, o la dichiarazione di fallimento, a seconda della situazione.

Come posso ottenere assistenza legale in caso di pignoramento?

Ci sono molte risorse disponibili per coloro che hanno bisogno di assistenza legale. Si può cercare un avvocato specializzato in diritto dei debiti, contattare un'agenzia di consulenza sul debito o cercare aiuto attraverso vari programmi di assistenza legale.

Quali sono i diritti del debitore durante il processo di pignoramento conto corrente?

Durante un processo di pignoramento, il debitore ha il diritto di essere notificato del pignoramento, di contestare il pignoramento se crede che sia ingiusto o illegale, e di richiedere un'udienza in tribunale. Alcuni tipi di reddito, come i sussidi di disabilità o di sicurezza sociale, possono essere esenti dal pignoramento. È quindi fondamentale informarsi sui propri diritti specifici.