Come cambiare banca

Aggiornato il: 06/12/2019
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 17/07/2019

La decisione di cambiare banca può derivare da molti fattori, in primo luogo dall’offerta di migliori condizioni in un altro istituto di credito; la decisione può però derivare da altre necessità del cliente, come quella di sfruttare le funzionalità innovative, che soltanto le banche più moderne e “digital” sono in grado di offrire.

come cambiare banca

Visti i ciclici problemi che investono molte banche italiane, il cambio dell’istituto di credito può essere dovuto anche alla perdita di fiducia nei confronti della propria banca “storica”.

Va però ricordato che fino ai 100.000 euro, il correntista è sempre tutelato grazie all’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi: ecco perché non è sempre necessario portare altrove il proprio patrimonio anche se si hanno notizie poco rassicuranti riguarda all’istituto di riferimento.

In molti, ancora oggi, pensano che passare da una banca all’altra sia una procedura lunga e noiosa, e magari anche pericolosa, visto che a dover essere trasferiti sono pure sempre i nostri risparmi e si ha sempre l’impressione che possa esserci il rischio di vedere smarrito qualcosa. In realtà si tratta di un’operazione piuttosto semplice, anche se è il caso di tenere a mente alcuni accorgimenti per far sì che possa venir portata a termine senza alcun intoppo.

La portabilità del credito

La disciplina bancaria che regola il passaggio di un correntista da un istituto all’altro è, oggi, molto simile a quella relativa al cambio di una fornitura di gas o energia, o di un contratto per l’ADSL, la fibra ottica o la telefonia mobile.

Come sappiamo, l’avvento del mercato libero e le misure tese a migliorare la concorrenza tra i vari soggetti in questi ambiti hanno incrementato sensibilmente la mobilità delle forniture, a dispetto di qualche anno fa, quando era molto difficile cambiare fornitore.

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Le ultime normative in materia di portabilità applicate al settore del credito seguono questa nuova logica, e fanno sì che, nella stragrande maggioranza dei casi, sia l’istituto bancario prescelto a doversi incaricare di tutti gli adempimenti e le operazioni necessarie per l’apertura di un nuovo conto corrente da parte dell’utente.

In più, il vecchio conto deve essere per forza chiuso entro 12 giorni dalla richiesta del correntista: in caso contrario, il correntista stesso ha diritto a degli indennizzi.

Che cosa ricordarsi quando si cambia banca

Per cambiare banca, la responsabilità a carico dell’utente riguarda prima di tutto l’accertamento relativo a eventuali pendenze ancora in essere con la vecchia banca: non devono infatti esserci situazioni come quelle di un prestito acceso e non ancora saldato, e in caso contrario, prima di procedere alla chiusura, è necessario effettuare l’estinzione di questi finanziamenti (con relativa penale per il mancato guadagno sugli interessi da parte della vecchia banca).

In più il correntista è tenuto a consegnare alla vecchia banca tutti gli strumenti di pagamento come le carte di credito, le carte di debito, le carte prepagate e quant’altro, oltre agli eventuali carnet di assegni che non sono ancora stati utilizzati. Anche gli assegni che non sono stati incassati vanno restituiti.

Per eventuali contenziosi in materia di trasferimento dei servizi e/o chiusura del conto può essere presentato reclamo alla banca per lettera o per via telematica, e in questo caso la banca è tenuta a rispondere entro 30 giorni.

Qualora il correntista non fosse soddisfatto della risposta fornita dall’istituto di credito, o nel caso in cui la risposta manchi del tutto, prima di ricorrere al giudice è sempre possibile contattare l’ABF o Arbitro Bancario e Finanzario, senza dimenticare gi altri organismi di risoluzione della contestazione, d’intesa con la banca.

Come effettuare la nuova stipula

Dopo aver confrontato le varie offerte disponibili sul mercato per quanto riguarda l’apertura di un nuovo conto corrente, è il momento di effettuare la nuova attivazione.

La scelta può essere fatta ad esempio in base al costo del canone annuo, per rendimenti particolarmente alti per linee vincolate, per offerte promozionali con buoni spesa, o ancora per un’interfaccia semplice e intuitiva, ideale per lo smartphone.

L’importante comunque è sempre avere ben presente un dato specifico, ovvero l’ISC, l’indice sintetico di costo annuo. Questo valore indica quanto costa tenere aperto il conto corrente a seconda del proprio profilo di correntista (basato sull’età, sulla presenza o meno di un nucleo familiare numerose, sulle operazioni svolte in media in via digitale oppure in filiale e così via).

Il consiglio è comunque quello di leggere con attenzione tutte le condizioni del conto e i documenti informativi, che per legge devono essere messi a disposizione del nuovo potenziale utente sui siti Internet delle banche emittenti, nonché presso gli sportelli tradizionali.

In questo modo sarà possibile vedere più nel dettaglio quali sono le spese e le eventuali restrizioni per le più comuni operazioni bancarie, come le commissioni per il prelievo di contante, il canone mensile e le sue possibilità di azzeramento mediante la movimentazione di denaro, i costi dei bonifici e molto altro ancora.

Le procedure di apertura del nuovo conto variano a seconda dell’istituto di credito; oggi, la fattispecie più comune è quella che vede il nuovo correntista stampare direttamente a casa i documenti del contratto, firmarli e rinviarli via posta alla banca.

I conti più moderni e agili, come le carte-conto, riescono a eliminare anche la necessità dell’invio postale attraverso sistemi di autenticazione come la webcam del proprio computer o dello smartphone.

La fase di migrazione

A questo punto inizia la vera e propria fase di migrazione, durante la quale la nuova banca si occupa di trasferire tutto ciò che riguarda il patrimonio del suo nuovo correntista, nei 12 giorni indicati qui sopra, secondo quanto stabilito dalla legge 37 del 15 marzo 2017.

All’utente ovviamente è lasciata la decisione di chiudere del tutto il conto o tenerlo aperto, oppure traslocare tutte o alcune delle utenze e delle domiciliazioni bancarie attive per il vecchio conto, ad esempio quelle per il pagamento delle bollette della luce o del gas.

Attenzione perché se per qualche motivo questo passaggio non è gestito in modo automatico, c’è il rischio che le forniture possano essere interrotte: si tratta i un’operazione molto delicata e quindi, nel caso si avesse qualche dubbio, è meglio entrare in contatto con i fornitori del servizio e comunicare il cambiamento della banca.

I risarcimenti e i moduli per il trasferimento

Gli istituti bancari non sono più autorizzati a chiedere costi per penali, ma possono detrarre soltanto, dal conto corrente in chiusura, le spese accessorie collegate all’uso dello stesso. Invece, se il trasferimento del proprio conto corrente impiega più di 12 giorni, la banca prescelta è tenuta a concedere al cliente un risarcimento di 40 euro più una percentuale sulla giacenza; l’eccezione è quando al conto corrente non è associato un conto titoli.

Come fare, invece, per le somme che restano sul vecchio conto corrente? La soluzione più immediata è fare un bonifico verso il nuovo conto corrente, ma ovviamente possono anche essere prelevate, oppure la banca può versarle all’ex correntista attraverso assegno per posta.

Una volta ricevuta dalla nuova banca la richiesta di trasferimento del conto, quella vecchia è chiamata, a titolo del tutto gratuito, a cedere tutte le informazioni utili, tra cui gli eventuali addebiti bancari automatici, accredito stipendio/pensione, addebito bollette e altro, entro al massimo 5 giorni dalla richiesta del cliente.

La portabilità del conto corrente è quindi oggi a disposizione di tutti senza particolari difficoltà. Il consiglio è quello di rivolgersi prima di tutto alla vecchia banca e richiedere le specifiche clausole relative alla propria situazione in caso di trasferimento; di norma all’utente viene consegnato un modulo che poi renderà possibile trasferire a titolo gratuito il conto, con il nuovo istituto che si farà carico di ogni cosa.

Cambiare banca in caso di mutuo

Una fattispecie particolare è quella legata al mutuo, di norma l’impegno finanziario più gravoso che una persona si trova ad affrontare nel corso della sua vita e che è legato a un conto corrente di riferimento.

Va detto che è perfettamente possibile cambiare banca anche se stiamo ancora pagando le rate del mutuo, visto che il conto corrente e il mutuo sono due contratti del tutto svincolati.

Cambiare banca con il mutuo in corso è una possibilità stabilita dalla legge, visto che gli istituti di credito non possono obbligare in alcun modo i cittadini che accendono un mutuo presso di loro ad aprire anche un conto corrente presso la stessa banca.

Può esserci qualche problema nel caso in cui il mutuo con la banca sia stato stipulato prima del 2012, cioè l’anno di entrata in vigore del decreto che ha fatto chiarezza in materia; in questi casi l’istituto di credito ha il diritto di rifiutare al cliente il trasferimento del conto, in particolare se il correntista si è impegnato a versare le rate del mutuo con addebito sul conto.

In caso si arrivi a uno scontro il cliente può però opporre la presenza di una clausola vessatoria, per legge nulla, arrivando fino al ricorso in giudizio.

Se invece non ci sono problematiche da parte della banca per quanto riguarda il trasferimento del conto corrente con tanto di mutuo acceso, il suo trasferimento presso il nuovo istituto di credito avverrà proprio contestualmente al resto della procedura di trasloco conto, senza che ci siano oneri o costi aggiuntivi.

Con il trasloco, infatti, vengono trasferiti tutti i Rid, compresi i prestiti e i mutui. Anche i bonifici diretti possono venire passati da una banca all’altra in questo modo.