I conti correnti oggi sono gli strumenti primari con cui gli italiani gestiscono i propri risparmi. Anche se non remunerano più il capitale con alti interessi come accadeva qualche anno fa (funzionalità passata soprattutto ai conti deposito), i conti correnti dotati di IBAN permettono di accreditare lo stipendio o la pensione, eseguire bonifici, pagare MAV, RAV ed F24, includono almeno una carta di debito per i pagamenti, anche online, e i prelievi e possono essere arricchiti con la carta di credito.
I conti correnti più avanzati inoltre dispongono anche di piattaforme per il trading online, con possibilità avanzate per la composizione di un portafoglio di investimenti variegato. Ma quali sono i requisiti, anche monetari, per aprire uno di questi conti? E qual è il costo medio di un conto corrente nel 2022?
Normalmente aprire un conto non costa nulla. I documenti necessari per l’apertura di un conto corrente sono, prima di tutto, il documento d’identità e il codice fiscale; documenti aggiuntivi possono essere richiesti per situazioni particolari, ad esempio se si intende aprire un conto riservato a universitari con condizioni vantaggiose per chi è iscritto a un corso di laurea (in questo caso verrà richiesta la prova dell’iscrizione).
Anche se ormai non si paga più nulla per aprire il conto corrente, di solito la maggior parte delle promozioni rivolte ai nuovi clienti di un conto non sono automatiche, ma richiedono o l’accredito dello stipendio/pensione oppure il versamento di una certa cifra (di solito intorno ai 3.000 euro), in più con il vincolo di non toccarla per qualche mese. Si tratta soltanto di precondizioni per partecipare alle offerte speciali, ma se non si eseguono non viene pregiudicata in alcun modo la possibilità di aprire il conto.
In seguito alla compilazione del modulo, si passerà poi alla firma del contratto, in seguito alla quale il cliente riceverà i codici più importanti per la gestione del suo conto, come l’IBAN o il pin per l’accesso. Le spese accessorie legate al conto vengono addebitate direttamente, quindi è rischioso avere un conto con pochi euro, visto che in questo modo c’è il pericolo di finire in rosso col pagamento di un canone mensile.
Indichiano di seguito il costo di alcune delle tipologie di conto corrente che si possono sottoscrivere nel 2022:
Per abbattere i costi di gestione di un conto corrente tradizionale e trovare il miglior conto corrente zero spese 2022, si consiglia di effettuare un'analisi comparativa tra i conti correnti online, con l'utulizzo del comparatore di SOStariffe.it.
Aprire un conto corrente non costa nulla ma mantenerlo, a volte, sì. Il costo di un nuovo conto, chiamato canone, equivale al denaro che è necessario pagare ogni mese (oppure ogni anno, a seconda della periodicità del conto) per poter continuare ad avvalersi dei suoi servizi.
Gran parte dei conti correnti online oggi disponibili sono genericamente indicati come “a zero spese”, ma bisogna fare attenzione: in molti casi non mancano infatti i costi nascosti, ad esempio come commissioni per bonifici o prelievi sotto una certa soglia, oppure con pagamenti necessari per rivolgersi al personale dell’istituto di credito attraverso canali non digitali, come una telefonata o direttamente una visita in filiale.
I conti possono essere ordinari qualora le operazioni a pagamento abbiano un costo applicato volta per volta o a pacchetto quando, dietro il pagamento di una quota fissa, si hanno a disposizione una serie di operazioni.
Da tenere presente che, a titolo promozionale, alcuni conti correnti si fanno carico del pagamento dell’imposta di bollo.
Per calcolare il valore della giacenza, vanno sommati i saldi giornalieri del conto corrente e poi divisi per il numero di giorni di rendicontazione o detenzione del conto. L’imposta di bollo viene prelevata solo se il conto ha una giacenza superiore ai 5.000 euro. Sono esentati dal pagamento dell’imposta di bollo anche le persone fisiche con conti e libretti intestati con saldo in rosso, oltre a chi ha un reddito Isee inferiore ai 7.500 euro; stesso discorso anche per i conti di pagamento detenuti presso Istituti che emettono moneta elettronica purché non siano dei conti corrente.
L’Indicatore Sintetico di Costo o ISC è l’indicatore che ha la funzione di segnalare il costo complessivo di un conto corrente a seconda delle categorie di utenti che ne fanno uso.
Questo indicatore si trova sempre nel foglio informativo del conto corrente che si è sottoscritto perché la banca deve comunicarlo obbligatoriamente prima dell’apertura, in seguito alla decisione da parte della Banca d’Italia finalizzata ad aumentare la trasparenza delle comunicazioni ai consumatori.
La Banca d’Italia ha previsto sei diversi profili di utilizzo, che si identificano con le categorie di utenti più comuni: i giovani, le famiglie con bassa, media ed elevata operatività (ovvero il numero di operazioni effettuate con il conto) e i pensionati, con bassa o media operatività. Questo indicatore ha anche la funzione di permettere un rapido confronto tra i vari conti correnti, senza che sia necessario per l’utente calcolare il costo di ogni singola operazione, dal prelievo al bonifico, dall’estratto conto cartaceo fino alla penale per lo smarrimento della carta di credito.
Naturalmente, essendo valutato solo su profili generici di utilizzo, l’ISC non può essere preso come unità di misura attendibile in tutto e per tutto, e il costo effettivamente sostenuto a fine anno può essere inferiore o superiore rispetto a quello indicato nel prospetto, soprattutto se si sono effettuate più o meno operazioni bancarie di quanto preventivato.
Se fino a qualche anno fa l’apertura di un conto corrente andava fatta in filiale, oggi – grazie anche ai vantaggi consentiti da Internet e dalle tecnologie biometriche – è tutto molto più semplice e, soprattutto se non si richiede una carta di credito, tutto può risolversi nel giro di pochissimo, in qualche caso anche inviando direttamente i documenti firmati in via digitale senza dover aspettare l’invio cartaceo del contratto firmato.
Tra i costi per l’apertura di un conto corrente in rari casi rientra anche quello legato all’iscrizione a un servizio di certificazione della firma elettronica, ma è abbastanza inconsueto. Utilizzando la videocamera del proprio computer, del telefonino e del tablet, si provvederà poi all’autenticazione personale, e a quel punto si sarà titolare di un conto a tutti gli effetti.
Aprire un conto corrente online nel 2022 è una procedura semplice e sicura. Basteranno pochi minuti per il completamento della richiesta. Le banche che operano prevalentemente online, di solito, permettono di completare l’apertura direttamente tramite app o sito web, senza la necessità di firmare e inviare documenti cartacei.
Anche se i costi per l’apertura e il mantenimento di un conto corrente sono molto bassi, questo non significa che la banca sia assolutamente indifferente alla quantità di denaro che abbiamo sul nostro conto. In particolare, la giacenza ha un valore significativo in caso di richiesta di una carta di credito, soprattutto se delle tipologie Gold o Platinum che consentono un plafond più alto e l’accesso a servizi esclusivi, quali ad esempio l’assicurazione per i viaggi o il cashback sugli acquisti.
A differenza della normale carta di debito, che fa riferimento soltanto al denaro presente sul conto in un determinato momento (visto che la transazione è immediata, anche in caso di prelievo), la carta di credito funziona di fatto come un piccolo fido; in altre parole, è la banca ad anticipare il pagamento, e a rivalersi poi il mese successivo.
Per ottenere una carta di credito in altre parole bisogna dimostrarsi buoni pagatori alla banca, così che l’istituto accetti di farsi carico dell’esborso monetario, prestando di fatto il denaro al suo cliente. Avere un reddito dimostrabile o un’elevata liquidità semplificherà la pratica per l’emissione della carta di credito.
La concessione della carta di credito è discrezionale, cioè sta alla banca decidere se darla o meno; un ottimo modo per dimostrarsi affidabili è avere una giacenza consistente sul conto e non andare mai in rosso, oltre ovviamente a non avere un pregresso da cattivo pagatore (ad esempio con l’iscrizione alla Crif).
La carta di credito presenta alcuni costi fissi ed altri, invece, legati alle operazioni effettuate. La maggior parte delle carte presenta un canone periodico (mensile, trimestrale o annuale) che rappresenta il costo per il mantenimento di questo strumento di pagamento.
Solitamente, i pagamenti in euro non presentano commissioni mentre quelli effettuati in valute diverse potrebbero avere dei costi extra. Anche per quanto riguarda l’anticipo di contante, ovvero il prelievo all’ATM, è quasi sempre prevista una commissione percentuale con un importo minimo.
Per quanto riguarda le carte di credito revolving, in cui l’importo speso va restituito a rate e non in un’unica soluzione nel mese successivo, bisogna considerare, tra i costi, anche gli interessi sull’importo ottenuto. Tali interessi sono solitamente abbastanza elevati.
Un saldo insufficiente sul conto corrente può dare diversi problemi, a partire dal rifiuto, da parte dell’istituto di credito, di pagare assegni bancari emessi o utenze domiciliate in via permanente tramite a RID.
In questo caso si può andare incontro all’informazione della non disponibilità economica sul conto fornita al beneficiario dell’assegno emesso, con la possibilità di protesto; la comunicazione di non solvibilità inviata al fornitore delle utenze, il che vale come segnalazione negativa per le banche dati, sia private che pubbliche, che le banche e le società finanziarie sono solite consultare dopo aver ricevuto la richiesta di un finanziamento o di un mutuo.
Attenzione quindi a non fare confusione tra la data contabile (il giorno in cui viene registrare l’operazione) e la data disponibile (il giorno dal quale è possibile utilizzare a tutti gli effetti una somma per i pagamenti o i prelievi): credere che un bonifico sia già disponibili perché il pagatore ci ha avvertiti e cominciare a spendere quei soldi può avere conseguenze poco piacevoli, se il nostro saldo è già piuttosto basso.
In linea di massima, è possibile avere un conto corrente con pochi euro di saldo. In questi casi, però, oltre ad avere diversi limiti alle operazioni effettuabili, potrebbe non essere possibile accedere alla carta di credito o ad altri prodotti finanziari proposti dal proprio istituto bancario.