

Il mercato libero dell’energia e del gas è il frutto più rilevante delle liberalizzazioni e privatizzazioni effettuate in Italia nello scorso decennio, con l’obiettivo di creare concorrenza per quanto riguarda le due forniture più importanti – insieme all’acqua – di ciascuna famiglia, senza dimenticare uffici, negozi e aziende di varie dimensioni. Oggi, gli operatori privati sul mercato libero offrono un’ampissima varietà di tariffe luce e gas adatte a tutte le tasche, modalità ed esigenze di utilizzo.
A vent’anni dall’inizio di questo percorso, e con una scelta che con tutta probabilità sarà obbligatoria nei prossimi anni, non si può però dire che tutti gli utenti abbiano ben chiara la differenza tra mercato libero e mercato tutelato, e che quindi possano scegliere con cognizione di causa le offerte migliori per le proprie esigenze. Anzi, in non pochi casi lo stesso concetto di mercato libero è ignorato o conosciuto soltanto per sommi capi, senza sapere se è più conveniente o meno dell’alternativa.
Dopo le diverse proroghe avvenute di recente, sembra che il termine ultimo per la scomparsa definitiva del Servizio di Maggior Tutela avverrà entro il 2022. Se, come pare, non ci saranno ulteriori slittamenti, è una buona idea fare un po’ di ordine per chiarire meglio la situazione.
Visto che la scadenza del 2022 è sempre più vicina e che a quanto pare non ci saranno ulteriori proroghe per il passaggio obbligato al mercato libero, è una buona idea fare un po’ d’ordine e chiarire meglio la situazione.
1999 e 2000: questi sono i due anni chiave che diedero il via alla liberalizzazione del mercato energetico e del gas in Italia. Con due decreti – il primo il decreto Bersani per l’energia elettrica, l’anno successivo il decreto Letta per il gas – si definì la fine del monopolio di Eni ed Enel, che erano già state trasformate in Spa nel 1992, e permettendo di fatto a chiunque di scegliere il proprio fornitore.
I due decreti recepivano le direttive comunitarie che avevano proprio l’obiettivo di aumentare la concorrenza in questi due settori nevralgici.
In particolare, con il decreto del 1999 il mercato dell’energia venne distinto in due parti, il distributore (lo Stato: e qui non esistono alternative) e il produttore/fornitore, che si occupa di tutte le attività di produzione, acquisto e vendita.
I grossi consumatori di energia – cioè le utenze industriali da almeno 30 Mgw – sono stati i primi a poter beneficiare già nel 2000 del mercato libero, esteso nel 2004 anche ai possessori di partita IVA e infine, dal 2007, alle utenze domestiche.
Analoghi i passaggi nella liberalizzazione del mercato del gas: anche in questo caso infatti è stata concretizzata la separazione formale tra i diversi attori del mercato (trasportatore, grossista, distributore, società di vendita), dividendo quindi in maniera netta i gestori delle infrastruttura di trasporto e i soggetti preposti alla vendita del gas all'utente finale.
Il mercato libero è – ancora, almeno, per un paio di anni – una scelta. Chi non hai mai cambiato il suo fornitore di energia elettrica o di gas, infatti, si trova tuttora nel mercato tutelato, con tariffe per i consumatori definite dall’autorità, l’ARERA, ogni tre mesi.
I prezzi del mercato tutelato derivano dall'acquisto collettivo di energia senza ricarichi, cioè senza il guadagno del fornitore privato; si tratta però di valori molto volatili, poiché soggetti alle oscillazioni dei prezzi delle materie prime.
Per questo uno dei vantaggi delle offerte del mercato libero è proprio il “blocco” del prezzo per un periodo che di norma va dai 12 ai 36 mesi.
Il passaggio obbligato al mercato libero dovrà essere effettuato entro il 1° gennaio 2022, ma questa scadenza è il frutto di numerose proroghe che si sono susseguite nel corso degli ultimi anni, perché a detta dei vari esecutivi non esistono ancora le necessarie garanzie per i consumatori in materia di mercato, competitività e trasparenza.
In altre parole, l’Italia pare non essere ancora pronta, ed è significativo il fatto che, a 10-15 anni dall’introduzione delle due liberalizzazioni, ancora molti cittadini (in realtà la stragrande maggioranza) ignorino la differenza tra mercato tutelato e mercato libero, e non sappiano in quale regime attualmente si trovano.
Sono infatti ancora moltissimi gli italiani che non hanno ancora scelto un nuovo gestore: oltre 22 milioni per il mercato tutelato della luce e più di 18 milioni per quello del gas.
Ci sono stati anche casi in cui chi è passato al mercato libero, finito il periodo promozionale, si è ritrovato a spendere più di prima: per questo, per cogliere le migliori occasioni a lungo termine, è necessario affidarsi a comparatori affidabili, come SosTariffe.it.
Conviene passare al mercato libero? Innanzitutto bisogna ricordare che si tratta di una libera scelta ancora per un paio di anni, visto che dal 2022 – salvo ulteriori proroghe, ma questa sembra davvero la volta buona – sarà necessario adattarsi al nuovo sistema.
Va da sé che affrettarsi negli ultimi mesi non è un’idea intelligente, visto che saranno comunque moltissimi a rendersi conto della situazione quando ormai mancheranno pochi giorni, dando origine a ritardi, intoppi e anche al rischio che qualcuno rimanga, almeno per qualche giorno, del tutto privo di un fornitore.
Se guardiamo al mercato della telefonia fissa e mobile, gli effetti della privatizzazione, rispetto al monopolio di Telecom, sono gli occhi di tutti: oggi spendiamo una fetta molto minore del nostro budget rispetto a qualche anno fa per telefonare e collegarsi in Rete, proprio grazie alla concorrenza anche feroce che caratterizza questo settore (basti pensare al taglio di fatto per tutte le tariffe avvenute dopo l’ingresso degli operatori low-cost sul mercato).
La logica del mercato libero per il gas e l’energia elettrica dovrebbe essere la stessa, e quindi portare a una netta diminuzione delle bollette, ma nella pratica si tratta di un ambito molto differente e finora i vantaggi non sono stati così eclatanti; parte del motivo deriva dalla natura “ibrida” della privatizzazione, che deve comunque rifarsi a un distributore statale (per questo spesso si è parlato di liberalizzazione incompleta).
Ciò detto, è indubbio che le tante offerte presenti nel mercato libero dell’energia e del gas propongano vantaggi tutt’altro che trascurabili, e che non si limitano a una bolletta più bassa.
Pensiamo ancora alla telefonia, soprattutto quella fissa: in un momento in cui il prezzo medio mensile per una connessione in banda larga o ultralarga, con ADSL o fibra ottica, è più o meno lo stesso o quasi per tutti gli operatori, e con una copertura più che soddisfacente nei maggiori centri italiani, scegliere un fornitore oppure un altro dipende anche dai vantaggi ulteriori proposti: minuti di conversazione e traffico dati per lo smartphone, sconti per gli abbonamenti alla tv streaming, sinergie con altre società…
Anche per il mercato libero del gas e dell’energia la concorrenza si basa sulla capacità di offrire ai potenziali clienti qualcosa in più. Uno degli elementi più interessanti è appunto quello del prezzo bloccato per uno, due o tre anni, in modo da mettere al sicuro da fluttuazioni che possono essere anche molto ampie, ad esempio in caso di freddo particolarmente intenso (per il gas) o situazioni difficili da un punto di vista politico (si pensi ad esempio alla crisi tra Russia e Ucraina, che ha portato a un rapido aumento del costo del gas, visto che la maggior parte degli oleodotti di terra verso l’Europa passano appunto attraverso l’ex repubblica sovietica).
Conviene sempre, il prezzo bloccato? Un po’ come per la scelta tra mutuo a tasso fisso e a tasso variabile, bisogna vedere se si preferisce la stabilità, anche al costo di pagare un po’ di più, o meno.
Avere lo stesso prezzo per due o tre anni implica infatti non solo che non si pagherà di più in caso di aumenti, ma anche che non si pagherà di meno se i prezzi della materia prima diminuiranno.
Molto popolare, tra i servizi aggiuntivi offerti dalle varie società del mercato libero per il gas e l’energia, è la proposta di una polizza assicurativa per la casa compresa con il contratto.
Con la stipula, infatti, molti fornitori permettono anche di coprirsi da eventuali problemi idraulici, elettrici, relativi alla caldaia e così via, e rimborsano sia l’intervento di professionisti per risolvere i guasti sia, in gran parte dei casi, le spese sostenute per dimorare altrove, ad esempio in albergo, se la casa è inagibile a seguito di una delle fattispecie previste.
Diffusi anche i buoni sconto per i prodotti di varie aziende, dal lifestyle fino alla gastronomia, o ancora più semplicemente buoni d’acquisto per marketplace come Amazon, da spendere secondo i propri gusti. Non manca chi premia gli utenti che fanno abbonare amici e conoscenti, con buoni e tagli in bolletta validi sia per il vecchio che per il nuovo cliente.
Altri vantaggi economici ancora sono quelli che premiano chi sceglie un’offerta dual fuel, ovvero si rivolge allo stesso operatore sia per la fornitura di energia elettrica che per quella di gas; in questo caso spesso ci sono sconti anche consistenti sulla fornitura.
Da sempre, una delle eventualità più temute è quella di una corposa bolletta di conguaglio, che porta a veri e propri salassi basandosi spesso su dati obsoleti. Per questo motivo alcuni fornitori propongono innovativi meccanismi di “carica”: è l’utente, infatti, a stabilire quanto spenderà per il gas e per la luce, e starà quindi a lui scegliere se essere prudente e sopravvalutare un po’ i consumi oppure contare sulla propria capacità di seguire buone abitudini.
In termini prettamente numerici, oggi si può dire che una famiglia media italiana – composta da tre persone, con una casa di circa 100 metri quadrati, che utilizza principalmente l’energia elettrica per elettrodomestici come frigorifero, lavastoviglie e lavatrice, e il gas per riscaldare l’acqua calda sanitaria, per il riscaldamento di casa e per la cottura dei cibi – può risparmiare qualche centinaio di euro ogni anno rispetto alle offerte del mercato tutelato.
Se, come detto, il mercato dell’energia e del gas si trova tuttora in una fase transitoria, l’obiettivo rimane lo stesso che ha ispirato la liberalizzazione: diminuire per l’utente finale il prezzo dell’energia e del gas, migliorare il servizio offerto e semplificare una regolazione spesso decisamente complicata. In quest’ottica vanno letti i vari tentativi di “vie di mezzo” che sono stati implementati per facilitare il passaggio dal mercato tutelato al mercato libero, come la Tutela simile o le offerte PLACET (a Prezzo Libero e a Condizioni Equiparate di Tutela).
Anche l’addio agli scaglioni per stabilire i costi della distribuzione e gli oneri di sistema sono stati aboliti dall’inizio del 2019, visto che tale tariffazione progressive non è più ritenuta coerente con la tecnologia attuale.
In ogni modo, prima o tardi che sia, non sarò possibile rimandare all’infinito questa decisione. Strumenti come il comparatore di SosTariffe.it aiutano a orientarsi tra le proposte più convenienti dei vari operatori, ma è bene sapere quali sono le variabili da tenere presenti per una scelta oculata:
Passare al mercato libero dal mercato tutelato, sia per il gas che per la luce, non significa più andare incontro a un’interruzione della fornitura, né è necessario intervenire sul contatore.
La procedura implica tempi di attivazioni ancora lunghi – nell'ordine delle settimane – per via dei tempi tecnici e soprattutto delle normative vigenti: è il nuovo fornitore a occuparsi di inviare il recesso a quello vecchio, con 30 giorni di anticipo; inoltre, il nuovo contratto ha effetto sempre a partire dal primo del mese.
Per stipulare un nuovo contratto è necessario avere sottomano una bolletta recente (meglio se l’ultima), le coordinate del proprio conto corrente nel caso in cui si opti per la domiciliazione bancaria e un documento d’identità/codice fiscale.
Dopo aver scelto la tariffa più gradita basta entrare in contatto con il servizio clienti dell’azienda, che prenderà in carico la pratica e si occuperà di portarla avanti.
La maggior parte delle attuali offerte non prevede una cauzione da pagare per l’attivazione del conto, ma anche in questo caso vale il solito consiglio: meglio controllare, dando un’occhiata in più alle condizioni contrattuali.
Se invece si intende chiudere la fornitura senza aprirne un’altra, ad esempio perché si vende la casa, è necessario fare riferimento alle procedure per il recesso e ai relativi moduli che si trovano sui siti di tutti i fornitori del mercato libero, informandosi presso il servizio clienti in caso di dubbi sulla procedura: si tratta di un aspetto da non sottovalutare, considerando che molti problemi nascono proprio da una gestione errata di subentri e volture di ogni genere.
Scegliere l’offerta migliore per quanto riguarda l’energia elettrica e il gas sul mercato libero è, nella maggior parte dei casi, un’ottima opportunità per tagliare la bolletta e risparmiare sulle forniture più onerose, in particolare quella del gas.
Se però il conto da pagare è ancora troppo salato, o se comunque si vuole operare in modo corretto per proteggere il mondo che ci circonda e non sprecare inutilmente fonti energetiche, bisogna cominciare ad agire limitando i propri consumi.
A volte bastano semplici accorgimenti per risparmiare anche centinaia di euro ogni anno, basta avere la costanza di applicarli e farli diventare parte della propria routine.
Gli interventi più onerosi, invece, sono quelli che riguardano l’isolamento della casa, tramite cappotti termici o doppi e tripli vetri.
Si tratta indubbiamente di un investimento che impiega un certo numero di anni per ripagarsi, ma molto efficace: limitare le dispersioni di calore permette in un colpo solo di avere meno bisogno del riscaldamento durante l’inverno e della climatizzazione nei mesi più caldi.