Bollette Enel non pagate recupero crediti: modalità e come comportarsi

Aggiornato il: 15/10/2020
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 15/10/2020

Le società di luce e gas possono richiedere il pagamento di bollette non saldate entro 2 anni dalla scadenza della fattura. Trascorso questo periodo il mancato versamento sarà prescritto. Ecco come funziona il recupero crediti delle bollette Enel non pagate e come devono comportarsi i clienti.

tariffe luce e gas a confronto

Può capitare di dimenticare di pagare una bolletta o i clienti possono decidere di non saldare una fattura perché troppo alta. In un caso e nell’altro l’azienda potrà inviarvi un sollecito di pagamento. Il mancato pagamento della bolletta fa scattare gli interessi di mora, che saranno calcolati in base al ritardo, la società inoltre addebiterà i costi per l’invio dei solleciti all’intestatario dell’offerta luce e gas.

Il sollecito potrà essere inviato anche a quegli utenti che non pagano per intero l’importo della bolletta. Il giusto modo per contestare una fattura, che si ritiene eccessivamente alta, prevede l’inoltro di un reclamo formale. In attesa dell’esito si potrà pagare la bolletta, e poi se ne richiederà il rimborso, o non pagare fino alla risposta ufficiale della lamentela. Se però non viene seguita la procedura o si inoltra male il reclamo la società procederà con il normale iter per i clienti morosi.

Come procederà Enel verso i clienti che non pagano le bollette

La diffida è il passo successivo e quello che precede le ingiunzioni e l’intervento delle azioni di recupero crediti. Viene inviata una raccomandata, ricevuta di ritorno, all’indirizzo fornito dall’utente. Se in fase di sottoscrizione delle offerte luce e gas è stata fornita una PEC, la comunicazione potrà essere inviata anche alla mail certificata.

La bolletta insoluta dovrebbe essere pagata entro 15 giorni quando viene mandata la raccomandata di diffida. Se la comunicazione non riporta chiaramente la data di invio i giorni per ili pagamento salgono a 20. Con l’invio tramite PEC invece i termini per pagare la fattura si riducono a 10.

Enel avvisa i clienti morosi che, se ignorano la diffida e non procedono al pagamento, la società provvederà a chiedere al distributore locale di sospendere le forniture. L’operazione avverrà con tempi e modi differenti per i servizi di energia e quelli di gas.

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La sospensione dei servizi, quando avviene e quanto costa

Per sospendere la fornitura di gas il distributore deve avere accesso al contatore, se non è possibile operare sul dispositivo Enel richiederà il taglio della colonna montante. I tecnici quindi opereranno il taglio della conduttura che trasporta il gas al piano dell’abitazione. Le spese saranno addebitate al cliente moroso. Se anche il taglio del montante dovesse essere impossibile, il contratto sarà considerato terminato.

La sospensione della fornitura gas con Enel vi costerà 23 euro e se richiederete la riattivazione del servizio dovrete versare atri 23 euro. Nel frattempo, il cliente si troverà dunque connesso alla rete ma sprovvisto di fornitore, passerà in automatico alle tariffe e al servizio i Default.

Per l’energia elettrica la procedura prevede: prima una riduzione della potenza del contatore al 15%, dopo 15 giorni lo stop completo della fornitura elettrica. Il cliente avrà altri 10 giorni di tempo per saldare gli arretrati e le more altrimenti il contratto sarà chiuso.

Se Enel sospende la fornitura per riattivarla chiederà prima il pagamento del debito e poi addebiterà 71,76 euro per il rispristino del servizio. Per entrambe le forniture è bene tener presente, l’impossibilità di sospensione della fornitura se l’importo non pagato è inferiore alla bolletta media mensile.

La prescrizione delle fatture energia e gas

Il periodo di prescrizione delle bollette di luce e gas è stato portato a soli 2 anni, mentre fino allo scorso anno era di 5 anni. Se la società per 24 mei non invia una lettera di sollecito o una diffida non potrà più esigere il pagamento. Al contrario ogni documento relativo al debito verso l’azienda inviato da Enel farà ripartire il conteggio dei mesi per la prescrizione.

Le disposizioni del Codice civile stabiliscono che se il fornitore risulta negligente nella fatturazione il cliente sarà obbligato a versare solo gli importi relativi gli ultimi 2 anni. A meno che sulla bolletta insoluta non si sia espresso un giudice, in questo caso il periodo sarà prolungato fino al massimo di 10 anni.

Per capire meglio come comportarsi ecco come si deve procedere per contestare una maxi conguaglio. Se la richiesta di pagamento da parte della società vi arriva dopo 2 anni potete non preoccuparvi della bolletta, infatti secondo quanto abbiamo visto la fattura è prescritta.

Come si contestano le bollette

È indispensabile però che il cliente contesti in ogni caso la bolletta appena possibile. Questa operazione può essere fatta sia da soli che con il supporto del proprio avvocato. Sia che si tratti di una bolletta luce che di una del gas sarà richiesto di inviare una comunicazione che dovrà contenere le seguenti informazioni.

  • dati dell'intestatario

  • copia del documento d'identità

  • dati utenza

  • codice POD (codice dell’utenza luce) o codice PDR (codice contatore gas)

  • motivi del reclamo

  • fattura o il sollecito ricevuto oltre i termini

  • eventuale prova del pagamento (se si tratta di un sollecito di una bolletta già pagata)

L’invio della documentazione ad Enel dovrà avvenire tramite posta raccomandata A/R, via fax oppure con la posta elettronica certificata (PEC). Il modulo di reclamo può essere inviato all'indirizzo Enel Energia Spa, Casella postale 8080, 85100 Potenza. Il numero di fax per contestazioni e disservizi è 800 900 150. È anche presente un modulo di reclamo interattivo da compilare sul sito di Enel.

Le prescrizioni ARERA per dilazionare le fatture luce e gas

Se il sollecito viene inviato entro i 24 mesi invece si è tenuti a pagare e se si ritiene la cifra troppo elevata si potrà richiedere la rateizzazione dell’importo. Questi piani di dilazione per luce e gas devono seguire alcune precise disposizioni dell’ARERA. Per le bollette energia si possono rateizzare gli importi superiori a 50 euro, a patto che la cifra per cui si chiede la dilazione sia superiore del 150 % l’importo medio delle fatture annuali ricevute dagli utenti domestici. Si potranno rateizzare gli importi anche se la maxi bolletta dipende da un guasto del contatore.

Inoltre si deve:

  • inoltrare la richiesta di rateizzazione entro 10 giorni dalla scadenza

  • le rate devono rispettare la frequenza di fatturazione delle normali bollette

  • non si possono cumulare piani a rate

Queste condizioni sono valide sia per normali conguagli, sia per le fatture di chiusura del contratto a seguito della sospensione dell’offerta.

Per i clienti gas le caratteristiche stabilite dall’ARERA per dilazionare i pagamenti sono:

  • importo della bolletta doppio rispetto alla media delle bollette (i rialzi stagionali non vengono considerati)

  • fatturazione irregolare da parte del fornitore

  • guasti del contatore

La condizione dell’importo doppio vale per ottenere la rateizzazione anche se Enel sospende la fornitura e invia la bolletta di fine rapporto con un importo più elevato delle fatture medie annuali.

Call center per recupero crediti, è un metodo valido?

Fin qui ci siamo limitati alle procedure soft applicate per tentare di ottenere il saldo di bollette non pagate. Molte società si affidano ai call center per intimare agli utenti di regolarizzare i pagamenti e per riscuotere gli insoluti. Le chiamate dei call center però non sono contatti formali e riconosciuti ai fini della prescrizione. Le uniche procedure riconosciute sono le lettere di sollecito e quelle di diffida.

Il passaggio successivo può essere rivolgersi ad un tribunale per tentare di ottenere un decreto ingiuntivo. Questa però è una soluzione poco adottata anche perché porterebbe a valutare sia le contestazioni avanzate dai clienti che le pratiche commerciali e contrattuali del fornitore.

Se non si procede con il decreto ingiuntivo non sarà possibile richiedere il pagamento con ufficiale giudiziario e pignoramento. La società infatti per esigere in modo più fermo la restituzione del debito dovrà ottenere un’autorizzazione del giudice. Non fidatevi quindi di eventuali minacce generiche che possono essere rivolte dai call center.

I metodi aggressivi ma scorretti per recuperare i crediti

Enel nel 2015 è incorsa, insieme ad altri grandi fornitori italiani, in un caso molto discusso di pratiche aggressive relativo a delle pratiche commerciali aggressive verso i consumatori. Nell’istruttoria dell’authority si può leggere: “cinque società hanno posto in essere una prima pratica commerciale aggressiva: e cioè una gestione inadeguata delle istanze e delle comunicazioni di clienti finali che lamentavano la fatturazione di consumi di elettricità o di gas naturale divergenti da quelli effettivi”.

In pratica le diverse società anche se le fatture risultavano gonfiate per malfunzionamenti dei sistemi informatici non avevano sospeso le procedure di riscossione. Inoltre si legge: “…Secondo l’Antitrust, tali comportamenti hanno violato il diritto del cliente a ricevere un’adeguata ed effettiva assistenza e verifica dei propri consumi […] e, pertanto, costituiscono pratiche commerciali aggressive. Ciò in quanto l’incombente minaccia dell’avvio o della prosecuzione delle procedure di riscossione costituisce, a parere dell’Autorità, un indebito condizionamento delle scelte del consumatore in merito al pagamento dei consumi non verificati e alla presentazione delle istanze e delle comunicazioni”.

Se quindi ritenete di avere ricevuto maxi conguagli o delle bollette non corrispondenti ai consumi effettivi potete inviare reclami. Il fornitore è anche tenuto a fornirvi tutte le informazioni necessarie sulle fatture e sulle possibilità di rateizzazione degli importi.

Il decreto ingiuntivo, tempi e modalità

Quando la società procede con l’iter per il recupero crediti, dicevamo, il passo successivo alla diffida e che precede il pignoramento è il decreto ingiuntivo. Per operare in questo senso il fornitore si rivolge ad un giudice e questi emette un ordine di pagamento. Il debitore dovrà ricevere la notifica dell’atto entro 60 giorni, avrà 40 giorni per pagare e dovrà rivolgersi ad un avvocato. Da tenere presente che la società fornitrice dei servizi deve dimostrare che la sua richiesta di credito è fondata.

Se entro il termine di 40 giorni il cliente non farà nulla perderà la possibilità di contestare il giudizio del giudice. A questo punto il fornitore dovrà prima inviare una nuova diffida con ufficiale giudiziario, questo provvedimento è un atto di precetto.

Il creditore avrà quindi altri 10 giorni per saldare il dovuto o trovare un accordo con il fornitore. Se non si procederà al pagamento il creditore potrà richiedere il pignoramento. Ovviamente questa misura dovrà essere attuata in modo proporzionale al credito accumulato dall’utente moroso.

Il Cmor per recuperare le fatture non saldate

I clienti morosi sarebbero in Italia migliaia, non è mai stato istituito però un vero e proprio Registro dei cattivi pagatori (che hanno creato, ad esempio, gli operatori telefonici). Viste le lungaggini burocratiche e il rischio di lunghe cause in tribunale che non garantiscono poi il recupero dei crediti, i fornitori luce e gas utilizzano un Corrispettivo di morosità. In pratica il Cmor applica una piccola maggiorazione sulle bollette degli utenti che non hanno saldato gli importi precedenti e hanno cambiato operatore.

Questo meccanismo scatterà solo se l’utente a distanza di 6 mesi o 1 anno dal passaggio ad un altro fornitore non provveda a chiudere i conti con il vecchio operatore.