RSI

Aggiornato il: 27/05/2021
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 27/05/2021

L’acronimo sta per Indicatore di Forza Relativa (o Relative Strenght Index), si tratta di un indicatore tecnico che viene utilizzato per le analisi dei mercati azionari. L’indice aiuta i trader, professionisti ma anche i possessori di conto corrente con opzione trading, a capire se un’azione o un mercato siano deboli o forti in quel periodo.

Il funzionamento di questo strumento si basa sui prezzi di chiusura delle contrattazioni e si concentra su un periodo di trading recente. Questo valore è in pratica l’indice delle oscillazioni del prezzo, l’RSI calcola il momentum che può essere definito come un indice di ipervenuto o ipercomprato sui mercati.

Il momentum tiene traccia dei tassi di caduta o di salita dei prezzi di un titolo. Le zone di ipercomprato sono dei segnali di vendita per i tecnici che investono in borsa, mentre quelle di ipervenduto sono indice di acquisto. I valori dell’RSI sono compresi tra 0 e 100, un titolo assume i valori maggiori quando la media delle cadute di prezzo si avvina allo 0.

Viceversa, se la media degli incrementi del prezzo del titolo, nel periodo preso in esame, è prossima allo 0 il valore dell’RSI sarò prossimo allo 0. Un titolo per essere considerato in una zona di ipercomprato deve avere un RSI che superi 70, invece per rientrare nella zona di ipervenduto il livello è da 30 in giù. Per valori dell’indicatore che vadano da 80 a 100 si parla di impulsi di mercato più energetici, stesso discorso per valori che vadano da 0 a 20.

Nella formula per il calcolo dell’indicatore la sigla RS rappresenta il numero di giorni in cui sono stati registrati rialzi messo a rapporto con il numero di giorni in cui il titolo ha subito un ribasso. Il periodo preso in esame per misurare questo indice è spesso di 14 giorni, anche se non c’è una regola fissa. Gli esperti raccomandano di considerare dei periodi ampi per evitare i falsi segnali dovuti ad eventi straordinari.