Capita sempre più spesso di sentir parlare di operatori virtuali di telefonia mobile o MVNO, ed è possibile che, magari senza nemmeno saperlo, si abbia già un abbonamento attivo con uno di questi: si calcola infatti che circa il 10% delle linee mobili private, e il 5% dei piani business, sia con un operatore virtuale.
In più, gli operatori virtuali non sono mai definiti semplicemente come tali, ma tramite la loro rete d’appoggio: per questo ci sono gli operatori virtuali TIM, così come ci sono gli operatori virtuali Vodafone e così via. Ma che cosa s’intende quando si parla di operatori virtuali TIM o di altri marchi, e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa soluzione per le proprie telefonate o l’accesso a Internet mobile? Vediamolo insieme nei paragrafi che seguono.
Il concetto di operatore virtuale è strettamente legato al modo di funzionamento delle infrastrutture per la telefonia mobile. Le infrastrutture per avere una rete mobile di proprietà, come i ripetitori, sono molto costose e richiedono, oltre a ingenti investimenti, anche lavori complessi che possono durare per parecchi mesi. In una situazione del genere, le possibilità per una nuova startup o per società che si occupano di altro come core business ma vogliono espandere le proprie attività offrendo anche servizi di operatore mobile sarebbero nulle: il costo sarebbe decisamente troppo elevato, anche considerando che poi ci si ritroverebbe in un mercato molto concorrenziale dove sarebbe difficili far valere le proprie peculiarità.
C’è però la soluzione di diventare operatori virtuali – come ha fatto la prima di questi, CoopVoce, nel 2007 – e di noleggiare la rete di uno dei principali operatori con rete propria del Paese, e cioè TIM, Vodafone e WindTre, offrendo così le proprie tariffe al pubblico pagando un prezzo contenuto e potendo contare fin da subito sulla capillarità del servizio, attivo in tutta Italia o nelle zone desiderate a seconda del numero e del tipo di infrastrutture noleggiate.
Gli operatori virtuali TIM, Vodafone e WindTre possono così ridurre i costi all’ingrosso e guadagnare da subito; spesso, però, il motivo per cui un nuovo marchio si mette sul mercato a queste condizioni può avere ragioni diverse dal semplice profitto. In molti casi infatti la volontà è quella di offrire ai propri clienti un pacchetto completo di servizi, estendendo quelli abituali anche alla telefonia mobile: è il caso appunto di Fastweb, che con Fastweb mobile è oggi in grado di proporre una tariffa che comprende sia la rete Internet casa che la SIM per lo smartphone, ma anche di nomi come CoopVoce o PosteMobile, che hanno già una potenziale platea di milioni di clienti – tutti quelli che sono soci della cooperativa della grande distribuzione o che utilizzano i prodotti BancoPosta, come la Postepay – e possono allargare la propria offerta per chi preferisce avere un solo referente per diversi servizi. Infine gli stessi operatori non virtuali oggi sono soliti comparire sul mercato anche come operatori virtuali, creando una versione low cost delle offerte normalmente previste per la clientela.
Una delle caratteristiche più comuni delle tariffe messe a punto dagli operatori mobili virtuali è infatti proprio la convenienza delle offerte: visto che non si devono pagare i costi relativi alla manutenzione e al sostegno di una rete di infrastrutture, ma solo una tariffa per il noleggio, è possibile proporre abbonamenti mensili molto competitivi, con un’ampia dotazione di minuti, SMS e soprattutto traffico Internet a circa 10 euro al mese o perfino meno. Di contro, si tratta spesso di un servizio più ridotto rispetto a quello degli operatori non virtuali, ad esempio quasi sempre senza il supporto per le ultime novità in fatto di rete mobile (come il 5G), privi di condizioni particolari come il traffico Internet illimitato o, ancora, senza i pacchetti di assistenza premium.
Si tratta però di un eccellente compromesso per chi non vuole avere a tutti i costi il meglio che il mondo della telefonia mobile oggi può offrire ma preferisce spendere meno e avere tutta la dotazione che gli serve in termini di minuti, SMS e Internet mobile; oggi, con la diffusione sempre più capillare del 4G, quella degli operatori mobili TIM o che si appoggiano su altre reti è un’opzione ancora più conveniente di qualche anno fa, perché quasi da ogni angolo d’Italia è possibile collegarsi senza difficoltà.
Per quanto riguarda gli operatori virtuali TIM, cioè quelli che si appoggiano sulla rete di questo operatore, l’elenco è piuttosto nutrito, e al momento include:
Gli operatori Full MVNO sono quelli in cui il controllo dell’operatore virtuale – a parte ovviamente l’accesso alla rete, che rimane di proprietà dell’operatore con il quale si è stipulato l’accordo commerciale – è quasi totale, e quindi è data ampia possibilità di personalizzare le proprie offerte e molti pochi vincoli con TIM. Oltre a Fastweb e BT Mobile, di questo gruppo fa parte Kena mobile, che fa capo proprio a TIM: è infatti il suo operatore low cost, così come ho. è l’operatore virtuale di proprietà di Vodafone.
Gli ESP MVNO sono invece quelli più piccoli, che pagano un prezzo minore per il noleggio delle strutture all’operatore principale a fronte di maggiori vincoli e minore libertà.
Per quanto riguarda gli altri operatori virtuali più diffusi, alla rete di Vodafone fanno capo, oltre a ho., anche Lycamobile, ERG Mobile, DailyTelecom, 1Mobile/Carrefour, Optima mobile; alla rete WindTre invece si agganciano VeryMobile, PosteMobile, Spusu, NV Mobile, UniMoble e Green Telecomunicazioni.
Come si è visto, Kena Mobile è l’operatore low cost di TIM e ovviamente si appoggia alle infrastrutture della “casa madre”. Ecco le 3 offerte Kena Mobile come operatore virtuale:
Veramente cortesi e disponibili . Consigli disinteressati e precisi . Veramente un ot...
Giuseppe