Scegliere la banca per il proprio conto corrente non è una questione secondaria. Prima dell’avvento di Internet in molti continuavano a rivolgersi alla banca “di famiglia”, o comunque rimanevano clienti dello stesso istituto di credito per decenni. Ora tutto è cambiato: il passaggio da una banca all’altra è molto più semplice e la quantità di conti correnti zero spese tale che non è inconsueto stipulare nuovi contratti come se si trattasse di offerte telefoniche.
Ogni banca, infatti, fa storia a sé: chi vanta una grande capillarità sul territorio, chi al contrario punta tutto sul digitale, chi permette di gestire un portafoglio di titoli o perfino acquistare criptovalute. Ma come fare per orientarsi in un panorama che sembra diventare più vasto, con l’ingresso delle startup del settore finanziario, anno dopo anno? Vediamo qualche regola da tenere a mente per chi è indeciso su quale banca scegliere nel 2022.
Ogni potenziale correntista ha esigenze molto diverse, da chi cerca solo un conto d’appoggio dove poter ricevere lo stipendio o la pensione a chi, magari, tiene sempre sott’occhio i mercati per investimenti a breve o brevissimo termine. Oltretutto, la situazione è in continua evoluzione, quindi non è affatto detto che la banca scelta con cognizione di causa due o tre anni fa – e di cui siamo stati sempre soddisfatti – ci vada bene anche oggi.
Sicuramente, però, una delle prime regole su quale banca scegliere nel 2022 è quella della spesa: se, in un libero mercato, le proposte possono assomigliarsi molto, si può proprio partire dal costo del conto corrente, tenendo presente che, ovviamente, più servizi sono richiesti maggiore sarà il costo mensile. E attenzione soprattutto alla dicitura zero spese, che, come vedremo, può essere veritiera solo in modo parziale.
È molto difficile capire quanto costerà effettivamente un conto corrente dando retta esclusivamente alle pubblicità e alle promozioni dei vari istituti di credito, che spesso enfatizzano i loro punti forti e indicano in modo molto meno evidente le parti meno gradite della loro offerta, come i costi nascosti. Per questo la cosa migliore da fare prima di scegliere la banca è utilizzare un comparatore come quello di SOStariffe.it che mette a confronto le spese effettive per ogni proposta e poter così valutare in maniera più approfondita la convenienza dell’offerta.
Se si vuole entrare ancora più nel dettaglio, uno strumento prezioso per il cliente è costituito dall’Isc, o indicatore sintetico di costo. Si tratta di un valore il cui scopo è indicare il costo complessivo del conto corrente a seconda di diversi profili di correntisti. È evidente infatti che un pensionato utilizzerà il suo conto in maniera diversa da un giovane, che magari effettuerà più transazioni e con mezzi più moderni, ad esempio attraverso lo smartphone, mentre chi è abituato a un modello di banca più “classico” preferirà recarsi direttamente in filiale. Per questo, chi mira a conquistare clienti soprattutto del primo tipo permetterà transazioni gratuite se effettuate con l’home banking, ma con commissioni più elevate, ad esempio, per un bonifico eseguito direttamente in banca, e così via. Questi sono i sei profili possibili per l’Isc:
Profilo | Numero medio di operazioni all’anno |
Giovani | 164 |
Famiglie con operatività bassa | 201 |
Famiglie con operatività media | 228 |
Famiglie con operatività elevata | 253 |
Pensionati con operatività bassa | 124 |
Pensionati con operatività media | 189 |
In sostanza, l’Isc permette un confronto immediato e rapido dei costi relativi ai conti correnti a seconda della tipologia dell’utente, prendendo in considerazione variabili come, oltre al numero di operazioni effettuate, la tipologia di dette operazioni e del canale utilizzato, oltre ai servizi e ai prodotti collegati al conto (di nuovo, è più raro che un pensionato con un profilo a bassa operatività abbia bisogno di una carta di credito come una famiglia ad alta operatività).
Le indicazioni della Banca d’Italia per il suo calcolo fanno sì che siano incluse tutte le spese e le commissioni che verrebbero addebitate al cliente nel corso dell’anno solare, al netto di oneri fiscali e di eventuali interessi. Si tratta di fatto del risultato di una somma tra una componente fissa con tutte le voci che il cliente è tenuto a pagare a prescindere dalla modalità d’uso del conto e una componente variabile diversa per ogni profilo.
La presenza e l’utilizzabilità sono fattori fondamentali quando si valuta quale banca scegliere. Per chi è alla ricerca di una banca presente sul territorio, il numero e la capillarità delle filiali è fondamentale, così come avere un operatore sempre a nostra disposizione quando c’è qualche problema o si hanno richieste speciali. Anche per chi preferisce il digitale, però, la presenza è importante: non tanto per le sedi fisiche quanto per la possibilità di prelevare e pagare in Italia e all’estero presso gli ATM della banca e quelli convenzionati. Soprattutto per chi viaggia, infatti, è importante poter accedere in qualsiasi momento al proprio denaro, senza che sia necessario spendere cifre elevate per le commissioni.
Altrettanto importante è che l’istituto di credito sia affidabile, e che non si rischino brutte sorprese, anche se fortunatamente in Italia situazioni di questo genere non sono irreparabili: la presenza del fondo di sicurezza interbancario tutela, infatti, i depositi fino a 100.000 euro e quindi anche in caso di fallimento si potrà avere indietro quanto custodito sul conto, ma non per questo possiamo scegliere qualsiasi banca senza curarsi della sua solidità patrimoniale.
Oltre infatti alla tutela di chi vuole depositare più di 100.000 euro sullo stesso conto corrente, bisogna pensare anche ai tempi non sempre rapidi e alle procedure non immediate per avere indietro il proprio denaro in caso di fallimento della banca, soprattutto se si hanno emergenze per cui è necessario avere liquidità a portata di mano. Meglio quindi consultare le liste effettuate dall’EBA, l’autorità europea di vigilanza e controllo delle banche, che con i suoi stress test classifica gli istituti di credito in base alla presenza delle sofferenze e dei crediti deteriorati, cioè quelli che si possono considerare come indicatori di “malattia” della banca.
Se le banche oggi propongono offerte che non sempre differiscono molto tra di loro, un elemento che sicuramente fa la differenza è la qualità del customer service. Purtroppo, per vedere se l’assistenza clienti è davvero efficace non è possibile affidarsi ai freddi numeri: una buona idea è quella di leggere sui siti specializzati le recensioni di chi è già cliente di un istituto di credito oppure lo è stato in passato (e magari ora non lo è più proprio perché il servizio non lo soddisfa).
I problemi, anche minimi, con le banche sono tutt’altro che rari, ed è indispensabile poter contare su un supporto al cliente rigoroso, premuroso, puntuale e completo, anche in caso di emergenza (ad esempio quando c’è da bloccare una carta di credito che ci è stata rubata o che abbiamo smarrito, oppure se c’è uno scoperto di conto che non sappiamo spiegarci). Si può dare un’occhiata anche agli orari in cui è raggiungibile il customer service: chi è disponibile anche alla domenica o nei giorni festivi, o in orari serali, di sicuro investe molto nella qualità del servizio cliente. Un ottimo segno!