Interessi debitori del conto corrente: definizione e rischi

Aggiornato il: 05/08/2020
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 05/08/2020

I conti correnti sono gli strumenti finanziari principali della nostra vita quotidiana: lì arrivano gli accredito dello stipendio e della pensione, lì si appoggiano le nostre carte di credito e di debito, lì disponiamo bonifici, paghiamo rate di prestiti, saldiamo bollette e tasse.

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Con l’avvento delle banche online il canone dei conti correnti è progressivamente diminuito, e oggi sono molti gli istituti di credito che propongono offerte a zero spese, anche se non sempre la promessa viene mantenuta; in ogni caso, si può dire che le spese per la tenuta del conto sono drasticamente diminuite, tanto che sempre più italiani scelgono di avere più conti correnti, magari sfruttando nuove possibilità come Revolut, Oval o N26.

Il problema spesso sono le «spese nascoste», ovvero quei costi che non sono immediatamente evidenti, pur essendo riportati sul contratto, ma che alla fine entrano in gioco con una certa frequenza, aumentando l’impegno economico necessario per mantenere il conto.

Oltre a queste spese ce ne sono altre legate a come manteniamo il nostro patrimonio: è naturale che se la nostra carta di credito è scoperta pagheremo cospicui interessi finché non portiamo il saldo in attivo, ma le relative dinamiche spesso non sono così chiare, come capita per gli interessi debitori.

Che cosa sono gli interessi debitori del conto corrente

Si definiscono interessi debitori del conto corrente gli interessi che si generano quando il conto va in “rosso” e si utilizza il fido (il cui ammontare cambia a seconda dell’offerta fatta al cliente, della sua affidabilità, del suo storico di buon pagatore e così via). In altre parole: se il nostro conto va in passivo, questo non viene chiuso immediatamente, ma la banca “copre” il nostro rosso fino a quando non avremo fatto un accredito in grado di far tornare il segno più.

Tutto questo però ha un costo, rappresentato dagli interessi debitori. Questa tipologia di interessi – apparentemente semplice – può creare diversi problemi, ad esempio se non vengono saldati, vengono addebitati sul conto (facendolo andare così ancora più in passivo) e si rischia, almeno in teoria, di dover pagare gli interessi sugli interessi. Ma è possibile?

Si possono pagare interessi su interessi debitori?

L’anatocismo bancario è quella pratica per cui vengono prodotti e calcolati interessi su altri interessi: dal 2014 si tratta di una pratica vietata, e nel 2016 è stata approvata un’altra norma che riguarda l’impossibilità di farlo nello specifico sugli interessi debitori di un conto corrente. Il divieto non vale soltanto per uno scoperto di conto tradizionale, ma anche per le carte revolving, per i prestiti e per i mutui.

Questo vuol dire che la banca è ovviamente libera di applicare i suoi interessi di mora a chi va in rosso, ma questi interessi calcolati sul debito non possono produrre altri interessi.

Quando vengono addebitati gli interessi debitori

Un’altra questione importante riguarda le tempistiche relative agli interessi debitori: è naturale come per un cliente, magari in difficoltà a riportare in attivo il suo patrimonio, non sia indifferente vedersi addebitare questi ulteriori costi prima o dopo aver avuto un’entrata.

Il calcolo sugli interessi debitori (così come del resto quello sugli interessi creditori) viene effettuato al 31 dicembre di ogni anno; gli interessi creditori vengono accreditati il 31 dicembre di ogni anno, mentre quelli debitori sono esigibili da parte della banca a partire dal 1° marzo dell’anno successivo a quello in cui sono maturati.

Attenzione perché l’addebito non è comunque automatico: la banca è tenuta ad avere un’autorizzazione dal cliente (in forma scritta o in modalità digitale equiparabile alla forma scritta)..

Se questa esiste, gli interessi vengono contabilizzati sul conto corrente e possono essere compensati (in tutto o in parte) con il saldo attivo del conto, oppure andare a costituire un ulteriore saldo passivo; se invece non c’è autorizzazione, gli interessi debitori vengono contabilizzati separatamente e non si sommano al saldo capitale, quindi sarà suo compito saldare entro il 1° marzo gli interessi, altrimenti dovrà pagare ulteriori interessi di mora sui giorni di ritardo (gli interessi vengono capitalizzati e quindi il problema dell’anatocismo è di fatto aggirato) ed eventualmente essere segnalato dalla banca presso la Centrale Rischi della Banca d’Italia.

La comunicazione da parte della banca presso cui si ha il conto corrente riguardo agli interessi debitori deve essere inviata almeno 30 giorni prima del giorno in cui essi possono essere riscossi, cioè il 1° marzo. Se non è arrivata l’autorizzazione della banca per l’addebito automatico, la si può richiedere, così come è sempre possibile revocare l’autorizzazione stessa.

Le regole della Banca d’Italia

Qui di seguito, ecco che cosa dice il sito ufficiale della Banca d’Italia riguardo alle nuove regole per gli interessi debitori, valide dal 2017:

  • Regola 1. Gli interessi passivi maturati non possono produrre altri interessi.

  • Regola 2. Gli interessi passivi e attivi devono essere calcolati con la stessa periodicità, ossia secondo lo stesso intervallo di tempo.

  • Regola 3. Il periodo di conteggio degli interessi non può essere inferiore a un anno e il termine per il calcolo è fissato a una data certa, ovvero il 31 dicembre di ciascun anno. Ciò significa che per il calcolo degli interessi passivi il periodo di riferimento non può più essere, ad esempio, il trimestre. Per quelli attivi il contratto potrebbe prevedere, a vantaggio del cliente, un periodo di calcolo inferiore all'anno.

  • Regola 4. Gli interessi passivi sono calcolati al 31 dicembre anche in caso di contratti stipulati in corso d'anno e, comunque, al termine del rapporto.

  • Regola 5. Gli interessi passivi calcolati al 31 dicembre non sono dovuti a questa data, ma al 1° marzo dell'anno successivo a quello in cui sono maturati.

Come pagare gli interessi debitori

Se il cliente ha avuto degli scoperti di conto durante l’anno precedente, deve quindi saldarli. Ha a disposizione tre modi:

  • un pagamento in contanti o tramite bonifico da altro conto, se ha disponibilità sufficienti;

  • un pagamento con autorizzazione di addebito in conto, cioè tramite compensazione con l’eventuale saldo attivo presente alla data del 1° marzo oppure, in caso di conto con saldo negativo, attraverso un ampliamento della somma oggetto di finanziamento;

  • un pagamento attraverso accordi specifici con la banca, che ad esempio stabiliscano che ogni bonifico in arrivo venga utilizzato per saldare il debito da interessi.

Che cosa succede se non si pagano gli interessi debitori

Qualora non si paghino gli interessi passivi, tra cui gli interessi debitori, le conseguenze sono diverse. Il primo rischio è l’avvio da parte della banca di azioni legali per il recupero della somma.

Poi c’è la segnalazione dell’esposizione debitoria del cliente alla Centrale dei rischi, ovvero la base dati che registra i debiti delle famiglie e delle imprese nei confronti del sistema bancario e finanziario.

Qui sono segnalati i debitori “in sofferenza” e quindi questo status rende molto più difficile una valutazione positiva del loro merito di credito, ad esempio per la concessione di un prestito, di un mutuo e così via.