Gli italiani sono un popolo che ha tradizionalmente un’alta propensione al risparmio. La mentalità di risparmio è stata trasmessa da generazione in generazione ed è parte integrante della cultura italiana, un atteggiamento anche motivato dal fatto che l'economia del nostro Paese ha storicamente sofferto di bassi tassi di crescita e alta disoccupazione. Anche in questo difficile periodo storico, non manca chi ha anche più di 100.000 euro sul proprio conto corrente – i sudati risparmi di una vita – e si chiede se ci siano rischi, e quali, nel tenere in banca una somma simile.
Dal punto di vista dei tassi di interesse, in Italia i conti correnti non sono più convenienti come qualche anno fa. La tendenza degli istituti di credito negli ultimi anni è quella di aumentare le spese legate all'apertura e alla gestione del conto, a fronte di interessi piuttosto bassi, anche se i recenti aumenti dei tassi BCE potrebbero portare a un’inversione di tendenza. In alcuni Paesi ci sono stati addirittura tassi negativi per i conti superiori ai 100.000 euro (come nel caso recente della Sparkasse di Monaco), proprio per il fatto che questo denaro non viene investito e quindi non entra nell’economia reale, rappresentando più che altro un mero costo per la banca.
Nel 2021, ci sono state diverse prese di posizione da parte di alcuni istituti di credito (come Fineco) che hanno dichiarato la prossima chiusura dei conti con giacenza media superiore a 100.000 euro, ma poi la banca, in seguito all’intervento dell’Antitrust, ha dovuto fare dietrofront. Rimane comunque il problema della liquidità improduttiva sul conto.
Secondo l’ultimo report dell’Abi, l’associazione delle banche italiane, a ottobre 2022 il tasso medio praticato sui depositi – categoria che comprende, oltre ai conti correnti, anche i depositi a risparmio e i certificati di deposito – è passato da 0,34% a 0,37%, con una crescita ancora molto ridotta rispetto al mese precedente: quindi, tra inflazione e mancato rialzo dei tassi sui conti correnti, oggi avere più di 100.000 euro sul conto corrente appare poco efficiente.
Un altro motivo per cui avere più di 100.000 euro sul conto non è conveniente è legato alla sicurezza in caso di fallimento o default della banca. Esiste infatti un fondo, il Fondo interbancario di tutela dei depositi, la cui finalità è tutelare i depositi dei correntisti in caso di fallimento di una banca. Il FITD è finanziato dalle banche aderenti e fornisce una garanzia per i depositi sino a un importo massimo di € 100.000 per ogni correntista.
Meglio quindi diversificare i propri investimenti o, perlomeno, suddividere in due o più conti correnti il proprio patrimonio, per non superare mai i 100.000 euro di liquidità.
La diversificazione degli investimenti è importante per ridurre il rischio: quando si investe in un portafoglio ben diversificato, si riduce la possibilità che una singola decisione di investimento possa influire in modo significativo sui rendimenti complessivi. Diversificare riduce anche la volatilità del portafoglio nel tempo. Se si investe solo in una singola attività, il prezzo può variare in base a fattori specifici che influenzano quell'attività.
Quando si diversifica, si sta acquistando una varietà di attività che possono avere prezzi che si muovono in direzioni diverse. Questo può ridurre la volatilità complessiva del portafoglio.
Nella tabella qui di seguito, ecco alcuni esempi di possibili investimenti, con vantaggi e svantaggi per ogni tipologia.
Modalità di investimento | Vantaggi | Svantaggi |
Conto deposito | Tassi d’interesse più elevati rispetto al conto corrente; possibilità di investimento di piccole somme iniziali; nessuna commissione di gestione; flessibilità; protezione del capitale | Bassi livelli di liquidità disponibili; rischio di mancato accesso al contante per la durata del vincolo; tempi di prelievo che possono essere lunghi |
Immobili | Rendimenti elevati; apprezzamento del valore dell’immobile; potenziale reddito passivo (se si affitta l’immobile) | Costi iniziali elevati; bassa liquidità; rischio di mancato affitto; costi di manutenzione; possibile difficoltà di alienazione |
Beni rifugio | Stabilità dell’investimento; nessuna esposizione al rischio di cambio o del mercato azionario; ottimi per la diversificazione dell’investimento | Bassa volatilità e quindi rendimento più basso; soggetti ai rischi di politica; elevato capitale iniziale |
Titoli azionari | Potenziale di guadagno (rendimenti elevati); liquidità (le azioni possono essere facilmente vendute o scambiate); diversificazione | Volatilità (il prezzo può variare notevolmente nel tempo, portando a sia guadagni che perdite); costi (come le commissioni e le spese di intermediazione); rischio (l'investimento in azioni è rischioso a causa della volatilità dei prezzi, della possibilità di perdere parte del capitale in caso di fallimento dell'azienda e della possibilità di manipolazione da parte di terzi) |
Titoli obbligazionari | Sicurezza (sono garantiti da un emittente con un solido rating di credito); tassi di interesse predeterminati (il che li rende una forma di investimento stabile); potenziale di crescita (possono essere facilmente scambiati e trasferiti) | Rendimenti più bassi delle azioni; rischio di credito (c'è sempre un rischio che l'emittente non sia in grado di soddisfare gli obblighi contrattuali); volatilità (il prezzo di un'obbligazione può variare in base alle fluttuazioni dei tassi di interesse e alle notizie economiche) |
Finora si è parlato di “costi” dell’avere più di 100.000 euro sul conto corrente soprattutto in termini di costo opportunità, cioè il costo implicito o nascosto associato all'opportunità persa quando si sceglie una determinata opzione. In altre parole, il beneficio a cui non si ha diritto (in termini di maggiori rendimenti e così via) se non si sceglie un’altra destinazione d’investimento.
Mantenere 100.000 euro sul conto corrente ha però altri costi, questa volta concreti, in primo luogo il canone delle banca e poi l’imposta di bollo; se il primo dipende dal tipo di conto corrente e dagli eventuali servizi esclusivi a cui si vuole avere accesso (come una carta di credito collegata a un fido di elevata entità), la seconda è fissata a €34,20 quando la giacenza media sul conto corrente è superiore a 5.000 euro, eventualità in cui ovviamente rientra anche il conto con patrimonio superiore a 100.000 euro, a meno che non sia stato utilizzato solo per un brevissimo deposito. Di solito anche un tasso di interesse molto basso su 100.000 euro permette comunque di coprire questi costi periodici, che però possono aumentare nel caso in cui la banca voglia disincentivare i suoi clienti a tenere troppa liquidità improduttiva sul proprio conto.