Cosa succede se ho più di 100.000 euro sul conto?

Aggiornato il: 27/09/2023
di Paolo Marelli
Pubblicato il: 27/09/2023

In 30 secondi

  • Avere più di 100.000 euro sul conto non è una modalità efficiente d’investimento perché oggi i tassi d’interesse praticati dalle banche sono molto bassi e ancora non hanno mostrato segni di ripresa anche dopo l’aumento dei tassi deciso dalla BCE
  • Avere questo ammontare sul conto è rischioso anche perché il Fondo interbancario di tutela dei depositi tutela i risparmiatori dai fallimenti delle banche proprio fino a 100.000 euro
  • Modalità alternative di investimento possono essere i conti deposito, gli immobili, le azioni, le obbligazioni o i beni rifugio come l’oro
  • A quanto ammontano gli interessi su un conto con più di 100.000 euro? Ci sono banche che hanno cominciato a remunerare il saldo del conto corrente anche con tassi del 4% lordo annuo

 

Gli italiani sono un popolo che ha tradizionalmente un’alta propensione al risparmio, tanto che anche in questo difficile periodo storico, non manca chi ha una liquidità che supera i 100.000 euro sul proprio conto corrente e si chiede se ci siano rischi, e quali, nel tenere in banca una somma simile.

Conviene oggi tenere la propria liquidità sul conto corrente?

È risaputo che i tassi di interesse sui conti correnti in Italia sono pari a zero. Tuttavia, la mossa della BCE di alzare i tassi per contrastare un’inflazione elevata sta cominciando a innescare un’inversione di tendenza.

Oltre alla decisione della Banca centrale europea, sulla controtendenza delle banche di ricominciare a offrire una remunerazione sui risparmi giacenti sui conti correnti, c’è la mossa del governo italiano, al pari di altri Paesi dell’UE, di introdurre un’imposizione straordinaria sugli extraprofitti delle banche, ovvero i guadagni che un istituto bancario ottiene in più con la crescita dei tassi di interesse. Gli extraprofitti sono calcolati sul margine di interesse, cioè la differenza tra interessi attivi e interessi passivi: i primi sono quelli che la banca incassa come guadagno per aver concesso prestiti o mutui (in linea con i tassi Bce); i secondi sono quelli che la banca stessa deve pagare alla clientela, sui conti correnti o sui conti deposito.

L’ABI (Associazione bancaria italiana), nell’ultimo bollettino diffuso a marzo 2024 segnala che il tasso medio sul totale dei depositi (conti correnti, certificati di deposito e depositi a risparmio) è aumentato allo 0,80%, mentre era a 0,32% a giugno 2022. Osserva poi che che il tasso sui soli depositi in conto corrente è aumentato ad agosto 2023 allo 0,40%, rispetto allo 0,38% di luglio 2023, "tenendo conto che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi”. Rileva, inoltre, che una crescita sui tassi praticati sui nuovi depositi a durata prestabilita (certificati di deposito e depositi vincolati) ora al 3,36% dallo 0,29% di giugno 2022, ossia dall'ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce. Quindi, l’incremento è stato di 307 punti base.

Al di là di questi dati positi, rimane comunque il problema della liquidità improduttiva sul conto corrente, che l’inflazione oltre il 5% in Italia erode lentamente riducendone il potere d’acquisto.

Più di 100.000 euro sul conto: il problema della sicurezza

Un altro motivo per cui avere più di 100.000 euro sul conto non è conveniente è legato alla sicurezza in caso di fallimento o default della banca. Esiste infatti un fondo, il Fondo interbancario di tutela dei depositi, la cui finalità è tutelare i depositi dei correntisti in caso di fallimento di una banca. Il FITD è finanziato dalle banche aderenti e fornisce una garanzia per i depositi sino a un importo massimo di 100.000 euro per ogni correntista.

In linea teorica, quindi, ciò significa che in caso di fallimento di una banca (eventualità che in Italia è molto remota) chi ha più di 100.000 euro sullo stesso conto rischia di avere una perdita.

Meglio quindi diversificare i propri investimenti o, perlomeno, suddividere in due o più conti correnti il proprio patrimonio, per non superare mai i 100.000 euro di liquidità.

Come investire 100.000 euro di risparmi?

100.000 sono una cifra importante, che può essere investita con profitto in una varietà di destinazioni possibili. Anzi, uno dei consigli più comuni da parte degli investitori professionisti è appunto quello di diversificare.

La diversificazione degli investimenti è importante per ridurre il rischio: quando si investe in un portafoglio ben diversificato, si riduce la possibilità che una singola decisione di investimento possa influire in modo significativo sui rendimenti complessivi. Diversificare riduce anche la volatilità del portafoglio nel tempo. Se si investe solo in una singola attività, il prezzo può variare in base a fattori specifici che influenzano quell'attività.

Quando si diversifica, si sta acquistando una varietà di attività che possono avere prezzi che si muovono in direzioni diverse. Questo può ridurre la volatilità complessiva del portafoglio.

Nella tabella qui di seguito, ecco alcuni esempi di possibili investimenti, con vantaggi e svantaggi per ogni tipologia.

TIPO DI INVESTIMENTO

VANTAGGI

SVANTAGGI

Conto deposito

Tassi d’interesse più elevati rispetto al conto corrente; possibilità di investimento di piccole somme inizialinessuna commissione di gestione; flessibilitàprotezione del capitale

Bassi livelli di liquidità disponibili; rischio di mancato accesso al contante per la durata del vincolo; tempi di prelievo che possono essere lunghi

Immobili

Rendimenti elevatiapprezzamento del valore dell’immobile; potenziale reddito passivo (se si affitta l’immobile)

Costi iniziali elevatibassa liquidità; rischio di mancato affitto; costi di manutenzione; possibile difficoltà di alienazione

Beni rifugio

Stabilità dell’investimento; nessuna esposizione al rischio di cambio o del mercato azionario; ottimi per la diversificazione dell’investimento

Bassa volatilità e quindi rendimento più basso; soggetti ai rischi di politica; elevato capitale iniziale

Titoli azionari

Potenziale di guadagno (rendimenti elevati); liquidità (le azioni possono essere facilmente vendute o scambiate); diversificazione

Volatilità (il prezzo può variare notevolmente nel tempo, portando a sia guadagni che perdite); costi (come le commissioni e le spese di intermediazione); rischio (l'investimento in azioni è rischioso a causa della volatilità dei prezzi, della possibilità di perdere parte del capitale in caso di fallimento dell'azienda e della possibilità di manipolazione da parte di terzi)

Titoli obbligazionari

Sicurezza (sono garantiti da un emittente con un solido rating di credito); tassi di interesse predeterminati (il che li rende una forma di investimento stabile); potenziale di crescita (possono essere facilmente scambiati e trasferiti)

Rendimenti più bassi delle azionirischio di credito (c'è sempre un rischio che l'emittente non sia in grado di soddisfare gli obblighi contrattuali); volatilità (il prezzo di un'obbligazione può variare in base alle fluttuazioni dei tassi di interesse e alle notizie economiche)

Quanto costa mantenere 100.000 euro sul conto?

Finora si è parlato di “costi” dell’avere più di 100.000 euro sul conto corrente soprattutto in termini di costo opportunità, cioè il costo implicito o nascosto associato all'opportunità persa quando si sceglie una determinata opzione. In altre parole, il beneficio a cui non si ha diritto (in termini di maggiori rendimenti e così via) se non si sceglie un’altra destinazione d’investimento.

Mantenere 100.000 euro sul conto corrente ha però altri costi, questa volta concreti: anzitutto, il canone delle banca e poi l’imposta di bollo. Se il primo dipende dal tipo di conto corrente e dagli eventuali servizi esclusivi a cui si vuole avere accesso (come una carta di credito collegata a un fido di elevata entità), la seconda è fissata a 34,20 euro quando la giacenza media sul conto corrente è superiore a 5.000 euro, eventualità in cui ovviamente rientra anche il conto con patrimonio superiore a 100.000 euro, a meno che non sia stato utilizzato solo per un brevissimo deposito.

Di solito, anche un tasso di interesse molto basso su 100.000 euro permette comunque di coprire questi costi periodici, che però possono aumentare nel caso in cui la banca voglia disincentivare i suoi clienti a tenere troppa liquidità improduttiva sul proprio conto.

A quanto ammontano gli interessi su un conto con più di  100.000 euro?

Nel panorama degli investimenti sicuri e con un rendimento garantito nel corso del tempo non ci sono più solo i conti deposito, che nelle opzioni vincolate arrivano a offrire anche 5% per periodi brevi (12 mesi) e anche del 5,4% per periodi medi (36 mesi) e persino del 6% per periodi lunghi (60 mesi).

Adesso, si sta sgretolando anche il muro che resisteva da anni, con le banche che stanno riprendendo a remunerare anche il saldo del conto corrente. Ci sono istituti di credito in Italia, come per esempio la banca multinazionale spagnola BBVA che da marzo 2024 ha cominciato a offrire ai nuovi cliente che aprono il conto corrente online a zero spese per sempre una remunerazione sul saldo del 4% lordo anno senza importo minimo richiesto. Un tasso di interesse applicato fino al 31 gennaio 2025. Per un risparmiatore che, avesse a disposizione una liquidità di 100.000 euro, nell’arco di 12 mesi avrebbe un guadagno lordo di 4.000 euro, pari a 2.760 euro netti, semplicemente lasciando parcheggiati i suoi risparmi sul conto bancario.

Con la decisione della BCE di alzare i tassi sul costo del denaro, sono aumentati anche i rendimenti sui conti deposito, i quali sono diventati vantaggiosi anche per investimenti di breve durata, come quelli con un vincolo di 12 mesi. Ci sono infatti banche che per un deposito vincolato di 12 mesi offrono un tasso di interesse pari al 5% lordo annuo. In questo caso chi investisse una somma di 100.000 in un conto deposito, che ricordiamo è un investimento sicuro e con un tasso garantito, al riparo quindi dall’altalena delle Borse, avrebbe dopo un anno un guadagno lordo di 5.000 euro, che si tradurrebbe in un guadagno netto di 3.500 euro.