Quanti soldi tenere sul conto corrente per non pagare tasse?

Aggiornato il: 03/08/2023
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 10/01/2023

In 30 secondi

  • Avere troppi soldi sul proprio conto corrente non conviene, sia da un punto di vista del rendimento (i tassi d’interesse sono oggi molto bassi) sia per quanto riguarda la sicurezza, visto che si rischia di non essere tutelati in caso di fallimento della banca.
  • Per quanto riguarda invece le tasse, sono sempre obbligatorio le imposte sulle rendite finanziarie mentre l’imposta di bollo è dovuta solo se si superano i 5.000 euro di giacenza media, e ammonta a 34,20 euro per le persone fisiche.
  • Tra le alternative per non tenere denaro in eccesso sul conto ci sono gli investimenti in azioni, obbligazioni, fondi, ma anche in immobili o in beni rifugio.

Tenere il proprio patrimonio sul conto corrente è, per milioni di italiani, la soluzione più semplice e comoda. I prezzi dei conti negli ultimi anni sono scesi fino a toccare lo zero, anche se purtroppo la stessa sorte è capitata agli interessi pagati dalle banche. Oggi il conto corrente viene scelto non tanto per i rendimenti, assai più bassi di altre forme di investimento, ma per la sua efficienza e la possibilità di effettuare con esso tutte le operazioni più comuni: l’accredito dello stipendio o della pensione, la disposizione di bonifici, il pagamento delle utenze e perfino il trading sul mercato azionario od obbligazionario.

Quali sono le tasse che si pagano su un conto corrente?

Sono sostanzialmente due le tipologie di tasse che devono essere pagate sul conto corrente: l’imposta di bollo e la ritenuta fiscale sugli interessi creditori. L’imposta di bollo si applica sul conto corrente in misura diversa a seconda che il titolare del conto sia un persona fisica o una persona giuridica, e se collegato al conto c’è anche un conto deposito o un deposito titoli – indispensabile per operare sul mercato azionario – si applica un’imposta di bollo anche su di essi.

Per quanto riguarda invece la ritenuta fiscale sulle rendite finanziarie, attualmente è pari al 26% delle rendite finanziarie. A differenza dell’imposta di bollo, come vedremo, la ritenuta sulle rendite finanziarie è sempre dovuta, a prescindere dalla consistenza del patrimonio del correntista.

A quanto ammonta l’imposta di bollo sul conto corrente e chi deve pagarla?

In questa tabella si possono vedere riassunti i dettagli sull’imposta di bollo:

Tipo di imposta Persone fisiche Persone giuridiche
Imposta di bollo su conto corrente 34,20 euro all’anno per le giacenze medie inferiori a 5.000 euro 100 euro all’anno
Imposta di bollo su deposito titoli 0,2% 0,2% (fino a un massimo di 1.400 euro)

Per non pagare l’imposta di bollo sul conto corrente è quindi necessario avere una giacenza media inferiore ai 5.000 euro, mentre non c’è un limite simile per i conti deposito (il patrimonio in essi investito, però, non viene considerato ai fini della valutazione complessiva della posizione del cliente persona fisica). Una strategia possibile per tenere più di 5.000 euro in banca e non pagare l’imposta di bollo è quella di aprire più conti correnti evitando di superare con ciascuno di essi la soglia dei 5.000 euro, ma è un’operazione da valutare attentamente perché le spese di gestione dei diversi conti, se superiori a zero, possono rendere poco conveniente tale soluzione.

Che cos'è la giacenza media e come si calcola?

Per sapere se si è tenuti al pagamento dell’imposta di deposito è dunque necessario conoscere il meccanismo della giacenza media. La giacenza media è una misura del volume medio di denaro detenuto da un conto corrente bancario durante un certo periodo di tempo. Il calcolo della giacenza media annua si effettua dividendo la somma delle giacenze giornaliere (quindi i saldi giornalieri per valuta) per 365, indipendentemente dal numero di giorni in cui il deposito/conto risulta attivo.

Va ricordato anche che, per il calcolo, in presenza di giacenza media negativa va inserito sempre il valore zero.

Che cosa si rischia ad avere troppi soldi sul conto corrente?

Un aspetto da tenere in considerazione quando si valuta quanti soldi tenere sul conto corrente per non pagare tasse è legato alla sicurezza in caso di bail-in o fallimento della banca. In soccorso dei correntisti viene infatti il Fondo interbancario di tutela dei depositi (FITD), che fornisce risarcimenti fino a un massimo di 100.000 euro; chi ha un patrimonio superiore sul conto corrente rischia di non essere invece risarcito per la parte eccedente.

Tutte le banche italiane aventi come forma societaria la società per azioni aderiscono al fondo, che copre i depositi nominativi (quali conto corrente, depositi a risparmio nominativi, certificato di deposito nominativi, buoni fruttiferi). In alcuni casi, come ad esempio il possesso di azioni, il risarcimento non è dovuto.

Per questo, a prescindere da quanto si pagherà di tasse per la presenza di denaro sul conto corrente, è necessario ricordarsi che superare i 100.000 euro su un singolo conto è piuttosto rischioso, oltre che inefficiente per quanto riguarda l’investimento (una simile cifra può infatti fruttare interessi considerevoli, se non ci si limita a lasciarla sul conto).

Attenzione perché è inutile dividere il proprio patrimonio in due conti diversi della stessa banca (ad esempio 80.000 euro su un conto e 70.000 euro su un altro) nella speranza di essere risarcito per la totalità del proprio patrimonio: infattie un depositante ha più depositi intestati presso la stessa banca, i conti sono cumulati e sull'importo complessivo si applica il limite di garanzia di 100.000 euro, vanificando così questa strategia.

Quali sono le alternative al conto corrente?

Esistono molti modi per investire il proprio denaro diversi dal classico conto corrente. Uno, il conto deposito, l’abbiamo già menzionato: ha tassi non molto alti ma comunque superiori a quelli di un conto corrente, in cambio di un vincolo sulle cifre investite che non permette al correntista di usufruirne liberamente finché non è passato un certo periodo di tempo (pena la perdita degli interessi maturati). Di norma, più è lungo il vincolo più alti sono i tassi corrisposti dalla banca. Altre soluzioni possono essere le seguenti:

  • Investire in obbligazioni: le obbligazioni offrono un modo relativamente sicuro per investire i propri soldi. Si tratta di titoli di debito emessi da governi, aziende o altre istituzioni finanziarie. Di solito danno diritto a interessi regolari fino alla scadenza del titolo.
  • Investire in azioni: le azioni rappresentano una partecipazione nei profitti e nelle perdite di un'azienda. Quando si acquistano azioni di una società, si diventa proprietari di una parte di quella società. Il rischio è più alto rispetto ai titoli di debito, ma così anche il potenziale di guadagno.
  • Investire in fondi comuni di investimento: i fondi comuni di investimento sono un modo popolare per investire in una varietà di titoli. Possono includere azioni, obbligazioni e altri investimenti. Sono gestiti da un team di professionisti che selezionano, acquistano e monitorano gli investimenti.
  • Investire in beni immobili: gli investimenti in beni immobili possono essere rischiosi, ma possono anche offrire rendimenti più alti, soprattutto se il mercato è favorevole; tutto è però legato all’andamento generale del mercato immobiliare, che può anche impiegare anni per tornare a salire dopo la crisi del mattone degli ultimi anni.
  • Investire in beni rifugio: i beni rifugio sono investimenti che tendono ad avere prezzi stabili, anche se i mercati sono in calo. Possono includere lingotti d'oro, argento, petrolio, materie prime agricole e altro ancora.