Da dove arriva il gas in Italia
- La Russia è stata, fino al 2021, il principale importatore di gas in Italia, ma la guerra in Ucraina ha cambiato la mappa dell’approvvigionamento nel nostro Paese
- A settembre 2025, il primo fornitore per l’Italia è l’Algeria
- Il gas importato dall’estero rappresenta il 96,3% dei consumi di gas in Italia
- Giù la dipendenza dal gas russo dal 40% al 4,7% in due anni. I flussi sono destinati a diminuire ancora dopo lo stop al transito del gas russo verso l’Europa via Ucraina
L’approvvigionamento di gas in Italia è tornato ad essere un “osservato speciale” oggi, 18 settembre 2025, in seguito allo stop del transito dei flussi di gas naturale dalla Russia all’Europa tramite la rete di gasdotti in Ucraina.
Il blocco di Gazprom è una conseguenza del mancato rinnovo dell’accordo quinquennale tra Mosca e Kiev (scaduto il 31 dicembre 2024) per il passaggio del gas naturale dalla Russia in Europa.
Questo stop, scattato il 1° gennaio 2025, contribuirà a disegnare una nuova mappa dell’approvvigionamento del gas in Europa e in Italia, già mutata dopo il ridimensionamento della leadership russa a seguito dell’invasione dell’Ucraina.
Prima della guerra tra Mosca e Kiev, infatti, la Russia era il principale fornitore di gas naturale per l’Italia. A poco più di due anni di distanza, il nostro Paese vede nell’Algeria il suo fornitore numero uno di gas. Così come è in crescita il peso delle importazioni dai giacimenti dell’Azerbaigian.
La produzione di gas nazionale, invece, continua a ricoprire una porzione minima del fabbisogno nazionale, confermando la necessità di importare questo combustibile fossile da altri Paesi.
Nell'approfondimento che segue vediamo nel dettaglio da dove arriva gas in Italia.
Chi fornisce il gas all'Italia? I Paesi che riforniscono l'Italia di gas naturale
Secondo i dati contenuti nella relazione 2024 di ARERA (Autorità di regolazione per Energia, Reti e Ambiente), il principale fornitore di gas per l’Italia è l’Algeria, con 25,5 miliardi di metri cubi forniti nel 2023. I flussi di metano dell’Algeria coprono circa il 42% del fabbisogno nazionale.
Alle spalle dell’Algeria c’è l’Azerbaigian, con quasi 10 miliardi di metri cubi transitati nel 2023 tramite il gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline). Si tratta del 16% del totale di gas importato. Ci sono poi il Qatar, con 6,8 miliardi di metri cubi, Norvegia e Olanda con 6,6 miliardi di metri cubi.
Dove sono i gasdotti in Italia? La rete di trasporto nazionale e gli ingressi principali
Per quanto riguarda la rete di trasporto del gas in Italia, gestita da Snam Rete Gas, questa conta sei metanodotti, con ingressi principali a:
- Tarvisio;
- Gorizia;
- Passo Gries;
- Mazara del Vallo;
- Gela;
- Melendugno.
A questi punti vanno aggiunti i centri di rigassificazione, che si trovano a Panigaglia, Rovigo, Livorno e Piombino: qui arriva il GNL via mare. Una volta immesso nella rete, il gas viene trasportato da SNAM fino ai punti di consegna, da dove sono presi in carico dai distributori locali che lo portano ai clienti finali.
Da dove arriva il GPL?
Il GPL (o gas di petrolio liquefatto), in quanto miscela di idrocarburi che esistono come gas a pressione atmosferica e diventano liquidi sottoposti a una certa pressione, deriva dalla produzione di gas naturale e dalla raffinazione del petrolio grezzo.
Per il 53% il GPL italiano arriva dall’estrazione di gas naturale nei Paesi dell’area mediterranea, per il resto dalla raffinazione del petrolio in impianti soprattutto nazionali e comunicatori.
Come viene trasportato il gas dalla Russia all'Italia?
Sono tre i gasdotti consecutivi che arrivano in Italia dalla Russia portando il gas: il primo tratto è l’Urengoy-Pomary-Uzhgorod, il gasdotto che parte dalla Siberia e attraversa l’Ucraina fino alla Slovacchia, per un totale di 4.450 chilometri.
Da qui il gas passa nel Transgas e in Austria e poi nel Tag, che lo porta fino all’impianto di Tarvisio dopo un “viaggio” di 380 chilometri.
Quanto dipende dal gas russo l'Italia?
Nel 2021, la quota di gas importato dalla Russia è stata del 38,2% del consumato, per un totale di 29,2 miliardi di metri cubi di gas, la quota di gran lunga più elevata tra i Paesi importatori.
I dati del 2022 sono profondamente differenti. La Russia ha importato circa 11,2 miliardi di metri cubi di gas, con un’incidenza sui consumi complessivi pari a circa il 15%. Il calo progressivo della dipendenza dal gas russo per l’Italia è evidente dai dati del 2023: lo scorso anno, infatti, Mosca ha fornito 2,9 miliardi di metri cubi di gas, con una copertura del 4,7% del fabbisogno energetico del nostro Paese.
Alternative al gas russo: dove viene estratto il gas in Italia
La quota prodotta in Italia di gas è molto bassa: le estrazioni arrivano a un totale di 3,34 miliardi di metri cubi di gas naturale. In passato questo quantitativo è stato anche sei volte maggiore, grazie ai 70-90 miliardi di metri cubi di riserve.
Su circa 1.300 giacimenti attivi, ne vengono usati regolarmente poco più di 500, anche per le leggi come la 133 del 2008 che ha imposto vari divieti all’estrazione nell’Adriatico settentrionale, una delle zone più ricche di giacimenti.
L’obiettivo è arrivare ad estrarne in tempi previ altri 2,2 miliardi di metri cubi per un totale di oltre 5,5 miliardi di metri cubi. La Regione italiana in cui si estrae più gas è la Basilicata, seguita da Sicilia, Emilia-Romagna e Molise.
Alternative al gas russo: il ruolo del TAP
Il TAP (Trans Adriatic Pipeline), che fa arrivare in Puglia il gas importato dai giacimenti dell’Azerbaijan, può essere una delle soluzioni più promettenti per trovare alternative al gas russo, arrivando al suo raddoppio in tempi brevi; bisognerà però fare i conti con l’accordo unanime tra 6 partner internazionali e la SOCAR, la società statale dell’Azerbaijan, che in quanto ex repubblica sovietica ha rapporti stretti con la Russia.
Gli impianti di rigassificazione del Gas Naturale Liquefatto (GNL) del Paese
Gli impianti di rigassificazione del Gas Naturale Liquefatto in Italia, indispensabili per poter utilizzare il gas che arriva nel nostro Paese in questa forma, sono quattro:
- il rigassificatore di Panigaglia (La Spezia);
- l’Adriatic LNG di Rovigo;
- il terminale di rigassificazione di Livorno;
- la nave rigassificatrice di Piombino (Toscana).
Altri due rigassificatori potrebbero venire realizzati a Gioia Tauro e Porto Empedocle.
Da dove arriva il gas in Europa?
In Europa, il gas arriva attraverso 4 corridoi dalla Russia - ovvero attraverso Nord Stream, Ukraine transit, Yamal, il gasdotto ucraino che serve anche l’Italia e infine il Turkstream che passa per la Turchia. A questi si aggiungono i canali che partono da Algeria, Libia, Norvegia e Azerbajian.
Ad arricchire gli stoccaggi europei c’è poi il gas naturale liquefatto (GNL oppure, in inglese, LNG come indicato nell’immagine allegata). Tale gas viene importato in Europa in modo diverso dal gas naturale. L’import del GNL, infatti, avviene prevalentemente via nave. Il GNL deve essere rigassificato prima di poter essere reimmesso nella rete di distribuzione nazionale del gas.
I dati in tabella mostrano le principali fonti di importazione di gas in UE nel 2023:
FONTI DI IMPORTAZIONE GAS IN UE | QUOTA | NOTE |
Norvegia |
30,3% |
Gasdotto |
Stati Uniti |
19,4% |
GNL |
Russia |
14,8% |
Gasdotto + GNL |
Nord Africa |
14,1% |
Gasdotto |
Altri |
21,3% |
Gasdotto + GNL |
Fonte: Commissione europea sulla base di ENTSOG e di Refinitiv
Nel corso del primo semestre del 2024 si è registrato un calo del 20% delle importazioni di GNL in UE. Il dato è particolarmente rilevante in quanto mostra la capacità dell’UE di ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di GNL via nave, affidandosi principalmente ai gasdotti e al contributo, sempre più rilevante, delle energie rinnovabili. È interessante sottolineare, in ogni caso, come, nello stesso periodo considerato, sulla base dell’analisi di Ieefa, si registri un aumento del +11% del GNL in arrivo dalla Russia, con la Francia che ha più che raddoppiato le importazioni. In Italia, invece, il principale fornitore è il Qatar.
L’immagine qui di sotto mostra, in modo schematico, le fonti di approvvigionamento di gas dell’UE:
Il futuro è nella transizione energetica
L'obiettivo futuro per l'Italia è trovare il modo di accrescere la propria indipendenza energetica, puntando sulle energie rinnovabili (solare, eolico, geotermico, biogas altre fonti green). Si rendono quindi necessari investimenti in questo senso, anche per far fronte all’esaurimento di risorse, come quelle del gas naturale, che non sono infinite, e soprattutto ai problemi a livello planetario come il riscaldamento globale.
A breve termine, nonostante gli investimenti nel settore delle rinnovabili, il gas naturale ed il GNL (Gas Naturale Liquido) continueranno a rappresentare delle risorse importanti per soddisfare il fabbisogno energetico nazionale. La crescita del settore delle rinnovabili, accompagnata da un uso più efficiente dell'energia, servirà a ridurre progressivamente le importazioni (dalla Russia e da altri Paesi) per aumentare l'indipendenza energetica.
Risorse utili
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