Per non pagare IMU seconda casa, alcune persone regalano la casa a chi pagherà unicamente le spese di trasferimento.
Nel caso in cui non si volesse ricorrere a questo escamotage, quali sono i truchi legali per risparmiare sull'IMU? Scopriamoli in questa guida.
IMU è l'acronimo di imposta municipale propria, la quale ha sostituito l'ICI (Imposta Comunale sugli Immobili) dal 2012. La legge 147 del 2013 ha portato all'abolizione dell'IMU sull'abitazione principale e sulle relative pertinenze.
Ne conseguen che l'IMU sia dunque prevista per le case diverse dall'abitazione principale, qual è, per esempio, la seconda casa. A questo proposito sorge spontaneo chiedersi come non pagare l'IMU sulla seconda casa, per esempio nei casi in cui:
Vediamo di seguito cosa sapere in merito.
Offerte Luce in evidenzaOfferte Gas in evidenzaSono diverse le pratiche che si possono adottare per non pagare l'IMU sulla seconda casa. Le abbiamo elencate di seguito in modo tale da offire una paroramica completa sulle possibilità praticabili oggi.
Nello specifico, si tratta di:
Forse il metodo più estremo, ma sicuramente più "efficace" per non pagare tasse sulla casa è non averne una. Sono tanti i casi, sopratutto al sud, di immobili sfitti con alto indice di degrado che non possono neanche essere demoliti o ricostruiti, se non con la medesima tipologia costruttiva, i quali vengono ceduti dai proprietari che decidono di liberarsi degli immobili per ridurre il pesante carico fiscale rappresentato dall'avere una seconda o terza casa.
Gli immobili «collabenti» (F/2) non hanno rendita catastale, e così si può azzerare il conto delle tasse locali su alcuni immobili inutilizzati.
Questa categoria di edifici, secondo l'Agenzia delle Entrate, è cresciuta del 12,4% tra il 2012 e il 2013, cioè dopo l'introduzione dell'IMU; è il caso di moltissimi contribuenti in possesso di ex-capannoni in periferia, impossibili da affittare, che hanno rimosso la copertura per cercare di riaccatastare l'unità in F/2 ed evitare di pagare 80mila euro all'anno di IMU.
Questa pratica non funziona ovunque: in alcuni Comuni, infatti, si paga l'imposta sull'area edificabile (o a rendita zero), anche se con un'aliquota più contenuta rispetto a quella delle seconde case.
Ricordiamo, inoltre, non è detto che l'Agenzia accetterà tutti i casi di riaccatastamento: servono condizioni reali di degrado o modifiche strutturali, non basta con togliere porte e finestre di una casa in montagna (come avviene sempre di più nel Trentino e la Lombardia). Anzi, gli interventi -decisi da un tecnico abilitato - devono essere prima approvati dallo sportello comunale per l'edilizia, che potrebbe dire di no, e addirittura contestare un abuso edilizio o una violazione nello smaltimento materiali.
Magari vi starete chiedendo se ci sono trucchi per ridurre la rendita catastale. Secondo gli analisti del Sole24Ore, ridurre la rendita catastale è quasi impossibile. Per avviare qualsiasi procedura di accatastamento serve l'avvallo di un tecnico abilitato ma, soprattutto, devono effettuarsi degli interventi sull'edificio. In questo senso, non resta che sperare in una riforma del Catasto.
Alcuni immobili sono talmente irrecuperabili che, per evitare di pagare le tasse, molti preferiscono abbatterli. Una soluzione estrema quanto regalare la casa, ma con uno svantaggio in più: l'abbattimento costa denaro, e non poco.
Se non si può riaccatastare, per risparmiare sulle tasse sulla casa si potrebbe in certi casi rendere l'immobile inagibile, dimezzando la base imponibile per il calcolo IMU. Esiste un'esenzione nel caso di una seconda casa disabitata?
L'articolo 13, comma 3, del D.L. n- 201 del 2011 prevede una riduzione del 50% della base imponibile IMU sui fabbricati dichiarati inagibili e inabitabili, per i quali si pagherà la metà dell'IMU.
In questo caso bisogna considerare le norme locali che regolano le specifiche condizioni di inagibilità e che sono (naturalmente) piuttosto severe: non sempre basta la mancanza di utenze o di servizi sanitari, ma deve trattarsi di un edificio che non può essere abitato in assenza di una forte ristrutturazione.
Nel nostro Paese il patrimonio immobiliare delle famiglie è vasto e complesso, con moltissimi immobili concessi in uso a parenti, tra eredità e abitazioni acquistate per i figli. Si può risparmiare sulle tasse distribuendo omogeneamente i diritti reali tra parenti.
Per esempio, può farlo chi intesta al figlio la casa che gli era stata prestata e la fa diventare la sua abitazione principale (paga il figlio, ma risparmia il padre). Ci sono molte comunioni ereditarie da risolvere in Italia, dove molti comproprietari pagano come seconda casa quella principale (il caso della casa ereditata dai genitori in cui risiede solo uno dei fratelli).
Purtroppo, sono sempre di più in Italia i “finti separati”, ovvero i coniugi che dichiarano di risiedere in due abitazioni diverse, cercando di fare diventare tutte e due abitazioni principali per ridurre il peso delle tasse.
Attenzione però, perché spostare la residenza non è sempre sufficiente: si deve formalizzare la separazione. Ovviamente, questa soluzione non è legale, mentre lo è quando la separazione avviene realmente.
La verità è che le tasse vanno pagate e su questo punto si può fare poco. Tuttavia, sulle spese domestiche si può intervenire, risparmiando con una tariffa luce e gas conveniente, o cambiando provider di servizi Internet casa.
Si consiglia, in questo senso, di valutare:
Quanto costa l'IMU sulla seconda casa? Giunti a questo punto della nostra guida, è giusto analizzare il funzionamento del calcolo IMU sulla seconda casa.
In pratica, è prevista un'aliquota ordinaria dello 0,76%, la quale potrà subire delle variazioni dello 0,3% in più o in meno, oscillando in un range compreso tra lo 0,46% e l'1,06%.
Per procedere con il calcolo, sarà necessario: