Cosa succede se non si paga la luce?

Aggiornato il: 29/11/2022
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 29/11/2022

In 30 secondi

  • In caso di mancato pagamento di una bolletta della luce, il fornitore del servizio provvederà dapprima a inviare una lettera di sollecito, poi una raccomandata con il termine ultimo per il pagamento e poi sarà autorizzato a sospendere la fornitura.
  • Le modalità che portano al distacco sono regolate dalla legge e la mancata osservanza delle disposizioni porta all’impossibilità di effettuare il distacco.
  • Ci sono comunque casi in cui la fornitura non può essere sospesa per nessun motivo, ad esempio in caso di utente collegato a macchinari salvavita.

Quando non si paga la bolletta dell’energia elettrica può essere a causa di una semplice dimenticanza, oppure perché è impossibile far fronte alla spesa, almeno nel momento immediato, anche a causa dei prezzi elevatissimi a cui è arrivata la luce nel corso del 2022; o, ancora, la colpa può essere dello stesso fornitore, che ha spedito la fattura in ritardo.

Mancato pagamento bollette

È però necessario sapere quali sono i rischi a cui si va incontro: dopo quanto tempo viene interrotta l’erogazione di elettricità? Dopo quanto tempo, una volta saldato il debito, viene riattivata? E il taglio della fornitura è totale oppure viene garantito un minimo di energia? Vediamolo qui di seguito.

Che cosa fa il fornitore in caso di mancato pagamento

L’elettricità, insieme al gas, è una delle forniture fondamentali sia per le famiglie che per le imprese: dall’illuminazione al funzionamento di elettrodomestici e macchinari, gran parte della nostra vita gira intorno al bisogno di energia elettrica, che ora viene fornita in regime di mercato libero (ognuno è cioè libero di cercarsi l’operatore che fa più al proprio caso, oppure di rimanere con la maggior tutela fino a quando questa non scadrà, nel 2024).

Negli ultimi mesi le bollette della luce – di cui la materia prima, cioè l’energia elettrica in senso stretto, è solo una parte – sono aumentate a dismisura in seguito al conflitto tra la Russia e l’Ucraina, e sempre più italiani fanno fatica a pagare quanto dovuto. Ecco perché sapere che cosa succede se non si paga la luce è necessario, così come può essere molto utile sapere quali sono le agevolazioni attualmente previste per chi non riesce a pagare e non vuole che la fornitura venga interrotta.

Quando non si salda la bolletta della luce entro la data di scadenza (indicata nella prima pagina della fattura stessa), la prima cosa che fa il fornitore – che, a norma di legge, ha il diritto a tutelarsi a prescindere dalla responsabilità del mancato pagamento – è inviare un sollecito di pagamento, che permette al cliente, se non ha ricevuto la prima comunicazione o si è dimenticato di saldare, di provvedere.

Se la fattura non viene saldata nemmeno dopo l’invio del sollecito, il fornitore procederà a inviare una raccomandata con indicato il termine ultimo di pagamento, trascorso il quale si è autorizzati a sospendere la fornitura. Qui è la legge a regolare come può essere stabilito tale termine, che deve essere superiore a 20 giorni a partire dal giorno di emissione della raccomandata ma anche superiore a 15 giorni dal suo invio. Se dopo 15 giorni il pagamento non arriva ancora, il fornitore opererà il distacco, previo il fondamentale preavviso al cliente.

Nella tabella qui di seguito vediamo riassunte le diverse fasi della morosità e le relative tempistiche:

Misura

Tempi

Sollecito di pagamento

Quando non si paga entro la data di scadenza indicata in bolletta

Raccomandata con termine ultimo di pagamento

Il termine deve essere superiore a 20 giorni dall’emissione della raccomandata e superiore a 15 giorni dall’invio della raccomandata

Sospensione della fornitura

Quando il pagamento non perviene dopo i 15 giorni del termine ultimo

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Quanto costa pagare in ritardo la bolletta della luce?

Come si è visto, sono diversi i motivi per cui può capitare di non pagare una bolletta della luce, alcuni dei quali (come la mancata o ritardata consegna della fattura) non sono neppure a carico del cliente. Capita, quindi, che si veda arrivare il sollecito di pagamento quando non abbiamo nemmeno ricevuto la bolletta, che magari è stata rimossa da altri dalla nostra cassetta delle lettere, o è stata consegnata in una cassetta sbagliata per errore, o ancora – se si è optato per la bolletta digitale – è finita nello spam. In questo caso, di solito ci precipitiamo a saldare quanto dovuto: ma quanto ci costa?

Oltre all’ammontare della fattura, un pagamento in ritardo obbliga il cliente a farsi carico anche della mora, con un calcolo che è diverso a seconda che l’utente si trovi in regime di mercato tutelato oppure in mercato libero. Nel primo caso, gli interessi di mora che il fornitore può richiedere devono basarsi sul tasso fissato dalla Banca Centrale Europea maggiorato di ulteriori 3,5 punti percentuali. Nel mercato libero, invece, è il contratto firmato con il cliente a stabilire a quanto ammontano gli interessi di mora da pagare in questi casi, motivo per cui è altamente consigliabile consultare accuratamente i contratti del proprio fornitore per non avere sorprese.

Come fare per comunicare l’avvenuto pagamento?

Se ci siamo resi conto di aver dimenticato di pagare un’utenza, la nostra preoccupazione, una volta saldata, è che la società fornitrice lo sappia il prima possibile, per evitare che possa portare avanti eventuali messe in mora o procedure di sospensione della fornitura, magari perché abbiamo pagato l’ultimo giorno disponibile. Per fortuna è sufficiente inviare al fornitore la ricevuta del pagamento, facendo riferimento alle modalità indicate nella bolletta o nel sollecito di pagamento.

Quand’è che non è possibile sospendere la fornitura?

Non in tutti i casi di mancato pagamento è possibile, per l’azienda fornitrice, sospendere la fornitura. Vediamo quali:

  • se il cliente non è stato avvisato con le modalità stabilite dalla legge per la raccomandata;
  • se la sospensione cadrebbe nei giorni di venerdì, sabato, in un giorno festivo o in un prefestivo;
  • se il cliente fa parte di quelli definiti “non disalimentabili”, ad esempio i clienti che per ragioni sanitarie sono collegati a macchinari salvavita;
  • se il cliente ha già presentato, in forma scritta, un reclamo a causa di un malfunzionamento del contatore che è stato accertato dal distributore competente, o in caso di reclamo al fornitore per conguagli o importi anomali. Il fornitore, infatti, ha l’obbligo di rispondere ai reclami prima di procedere alla sospensione della forniture.

Quanto costa riattivare l’utenza?

Se c’è stata la sospensione della fornitura per il cliente moroso, ma questi ha poi provveduto a saldare quanto dovuto, c’è la necessità di riattivare il contatore (la stessa situazione che si verifica anche in caso di subentro o per una sospensione per pericolo).

La richiesta di riattivazione del contatore dopo il distacco va presentata alla società di vendita utilizzando le modalità previste. La richiesta di attivazione viene inoltrata dal fornitore al distributore (ovviamente se non ci sono ulteriori addebiti e tutto è stato saldato in modo corretto) entro 2 giorni lavorativi; per la luce, il distributore è poi tenuto a erogare la prestazione entro 5 giorni lavorativi.

Il costo della riattivazione di un contatore della luce è dato da un contributo fisso (25,81 euro sia per il mercato libero che per la maggior tutela) più un corrispettivo commerciale variabile indicato nel contratto di fornitura per il mercato libero, o un importo fisso di 23 euro per la maggior tutela. Nel caso in cui il distributore ritardi, il cliente ha diritto a un indennizzo: 35 euro le riattivazioni effettuate entro il doppio del tempo previsto, 70 euro per quelle effettuate entro il triplo del tempo previsto e 105 euro per le operazioni eseguite oltre questi termini.