Si possono negoziare le spese del conto corrente con la banca?

Aggiornato il: 28/04/2023
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 28/04/2023

In 30 sec

  • Tra costi dichiarati e costi nascosti, gestire un conto corrente può pesare sul bilancio familiare per più di 100 euro all’anno.
  • Mentre alcuni costi del conto corrente non sono negoziabili, perché non dipendono direttamente dalla banca, altri possono essere oggetto di contrattazione.
  • Dal momento che non è detto che la negoziazione abbia esito positivo, è utile tenere in considerazione dei conti correnti alternativi rispetto a quello che si sta considerando.

Un conto corrente è uno strumento indispensabile per gestire la liquidità personale, familiare o professionale. Questo prodotto finanziario è tanto utile quanto costoso: anche se è vero che le offerte delle banche sono molto diverse tra loro e che è possibile imbattersi in prodotti più o meno cari, la spesa media annua per un conto corrente tradizionale a uso personale è di circa 100 euro all’anno. I costi diminuiscono per i conti correnti online, che costano in media 24 euro all’anno, ma che comportano comunque qualche rinuncia.

Donna con cellulare e pc con fogli di calcolo

Chi ritiene di stare pagando troppo per il proprio conto corrente ha due possibilità: trasferire il proprio conto presso un’altra banca, dovendo aspettare i tempi tecnici del trasferimento e dovendo cambiare IBAN e carte di pagamento, oppure provare a contrattare i costi del conto corrente con la propria banca.

Quando si possono negoziare le spese del conto corrente bancario

Chi è interessato a contrattare le condizioni economiche del proprio conto corrente può farlo quando sta per aprire un conto oppure quando è già cliente e vuole ridiscutere dei costi applicati dalla banca.

Quasi sempre questa possibilità è disponibile solo per chi ha scelto un conto corrente tradizionale, che prevede un confronto diretto tra il cliente e una persona referente della banca. È più complesso riuscire a negoziare le condizioni del contratto per un conto corrente online, che viene aperto seguendo una procedura guidata e senza che il cliente si interfacci con una persona che fa da consulente.

Quali sono le spese che si possono negoziare

Chi ha intenzione di aprire un nuovo conto corrente o ne ha già uno può sedersi al tavolo con la banca per discutere la maggior parte dei costi previsti nel contratto. Non è detto che la contrattazione avrà esito positivo, ma a volte ci sono buoni margini di manovra.

Chi vuole discutere con l'istituto finanziario riguardo alle spese del conto corrente può concentrarsi in modo particolare sui costi relativi a: 

  • canone periodico;
  • commissioni per le operazioni di movimentazione del conto;
  • commissioni per l'emissione e la gestione di carte di pagamento.

La prima voce di costo che si può contrattare è l’importo del canone del conto corrente, addebitato con cadenza mensile o annuale. Spesso sono le banche stesse che permettono di ridurre o azzerare l’importo del canone in presenza di particolari condizioni, come l’accredito dello stipendio o della pensione oppure l’acquisto di polizze assicurative o di particolari prodotti finanziari. Nel caso in cui la propria banca non preveda questa possibilità è possibile richiedere una revisione del contratto per richiedere l’azzeramento o l’abbassamento dell’importo del canone.

L’azzeramento del canone potrebbe risultare molto utile a chi ha più di un conto corrente aperto presso la stessa banca: chi usa un conto personale e ne ha uno cointestato per gestire i costi familiari, ad esempio, oppure chi ha un conto personale e uno professionale, può negoziare con la banca una personalizzazione delle condizioni contrattuali.

Un’altra voce su cui è possibile intervenire sono le commissioni richieste per lo svolgimento di determinate operazioni come i bonifici o i prelievi di contante. Se si hanno esigenze particolari e la banca ha interesse a trattenere il cliente, è possibile spuntare delle commissioni più basse oppure l’azzeramento dei costi per le operazioni fatte entro una certa soglia.

Tra le voci di spesa negoziabili e più o meno direttamente collegate alla gestione del conto corrente ci sono i costi riguardanti le carte di pagamento, vale a dire la carta bancomat ed eventuali carte di credito. In questo caso si possono trattare i costi di emissione della carta di credito e le commissioni applicate per i prelievi di contante o per i pagamenti fatti in valuta estera, ad esempio.

Voci di costo negoziabili

Cosa si può ottenere

Canone  Il canone mensile o annuale può essere facilmente azzerato facendo determinate operazioni 
Commissioni per la movimentazione del conto (bonifici e prelievi) Si può contrattare con la banca la soglia oltre la quale addebitare le commissioni oppure negoziarne l'importo
Commissioni legate alle carte di pagamento Si possono contrattare le condizioni di rilascio e di utilizzo della carta di credito oppure i servizi a cui si ha accesso

Quali sono le spese che non si possono negoziare

In linea di massima, possiamo considerare come non negoziabili quei costi che non dipendono direttamente dalla banca, ma che sono addebitati al cliente per legge. Rientrano in questa categoria, ad esempio;

  • l’imposta di bollo;
  • le tasse sulle rendite finanziarie.

L’imposta di bollo è dovuta sui conti correnti che hanno una giacenza media superiore a 5.000 euro e ha un importo fisso di 32,40 euro. Chi ha sottoscritto un conto corrente con funzione di conto deposito deve ricordare che l’imposta di bollo è dovuta anche sulle somme depositate, in questo caso, nella misura del 2 per mille del valore del deposito.

Se si parla di imposta di bollo e di servizi collegati ai conti correnti, per completezza, dobbiamo parlare anche dell’imposta addebitata ai titolari di una carta di credito. Si tratta di un pagamento di 2 euro al mese, addebitato sulla carta solo se vengono fatte spese nel corso del mese per un importo superiore a 77,47 euro.

La maggior parte delle banche sceglie di addebitare questi costi al cliente, ma c’è una piccola percentuale di istituti di credito che sceglie di farsi carico direttamente di questa spesa, per incentivare la sottoscrizione dei propri prodotti finanziari o in occasione di un periodo promozionale.

Ciò vuol dire che, se si ritiene di avere una buona forza contrattuale, si potrebbe provare a contrattare con la banca su questo punto e provare a richiedere l’azzeramento delle spese per l’imposta di bollo sul conto corrente, sul conto deposito o sulla carta di credito.

È diverso, invece, il discorso riguardante la tassazione delle rendite finanziarie. Questo costo, pari al 26% della rendita derivante dagli investimenti fatti, viene trattenuto dalla banca per conto dell’Erario e non è mai contrattabile.

Voci di costo non negoziabili

Quanto si paga e quando sono dovute

Imposta di bollo sul conto corrente 32,40 euro all'anno se il conto corrente ha una giacenza media superiore a 5.000 euro
Imposta di bollo sul conto deposito 2 per mille delle somme depositate
Imposta di bollo sulle carte di credito 2 euro al mese se si spendono più di 77,47 euro al mese
Tassazione sulle rendite finanziarie 26 per cento del rendimento delle operazioni finanziarie

Quali sono le alternative alla contrattazione da tenere in considerazione

Quando non è possibile contrattare le condizioni contrattuali con la propria banca, perché i contratti sono blindati o perché la banca rifiuta le richieste presentate dal cliente, non è detto che ci si debba rassegnare a spendere cifre elevate per gestire il proprio conto corrente.

Monitorare le offerte di altri istituti di credito e verificare quali sono i costi di più conti correnti è un ottimo modo per provare ad abbassare le spese. Si possono prendere in considerazione i conti correnti a zero spese o a canone zero, ad esempio, oppure i conti correnti online, generalmente più convenienti rispetto a quelli gestiti in filiale.

Chi non ha particolari esigenze può prendere in considerazione anche le carte prepagate con IBAN e i conti correnti base: in entrambi i casi i costi sono sensibilmente inferiori rispetto a un conto corrente standard e si ha comunque la possibilità di gestire i propri soldi, di ricevere e inviare bonifici e di prelevare contanti.

I migliori conti correnti a zero spese

Contrattare le spese del conto corrente con la banca richiede tempo e impegno e non sempre la banca è ben disposta a venire incontro alle richieste del cliente.

Chi desidera risparmiare sui costi del conto corrente senza dover fare lunghe negoziazioni con l'istituto di credito può considerare l'apertura di uno dei conti correnti a zero spese.
 

Con l'aiuto del comparatore di SOStariffe.it si possono identificare rapidamente i conti più convenienti, come:

  • Conto Crédit Agricole Online, con imposta di bollo gratuita, canone zero per chi ha meno di 35 anni o investe e un cashback fino a 250 euro;
  • ControCorrente Semplice di IBL Banca, con imposta di bollo a carico della banca e canone azzerabile accreditando lo stipendio, se c'è una giacenza superiore a 5.000 euro o se si decide di fare un deposito vincolato;
  • Conto Webank, con canone, imposta di bollo, bonifici in area euro e carte di credito e debito gratis;
  • Conto Corrente Tinaba, con canone e imposta di bollo gratis e la possibilità di fare bonifici istantanei.