Come evitare la patrimoniale sui conti correnti?

Aggiornato il: 14/07/2021
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 22/01/2021

Molti si potrebbero chiedere  quali sarebbero le conseguenze di una patrimoniale sui conti corrent, ovvero di un prelievo forzoso sui risparmi dei contribuenti.

L’ultima patrimoniale ad essere stata applicata nel nostro Paese risale ai tempi del Governo Amato: era il 1992. Nonostante l’ipotesi di un’imposta patrimoniale non sia effettiva, è sempre bene farsi trovare pronti nel caso in cui alla fine dovesse essere applicata sui conti correnti.

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Ecco allora qualche suggerimento utile per riuscire a difendere i propri soldi.

Cos’è la patrimoniale

Nella pratica, la patrimoniale è un’imposta che esiste già in Italia: viene calcolata sul patrimonio mobiliare, che comprende conti correnti, azioni e obbligazioni, e su quello immobiliare delle persone fisiche o giuridiche residenti e localizzate in Italia o all’estero.

Nel nostro Paese esistono quattro diverse tipologie di patrimoniali, ovvero:

  • IMU, che prevede un’aliquota dello 0,76% sugli immobili italiani delle persone fisiche, sulla base del loro valore catastale;

  • Ivie, che prevede un’aliquota dello 0,76% sugli immobili esteri delle persone fisiche e si può basare sul costo di acquisto, il valore di mercato o il valore catastale;

  • Imposta di bollo, che corrisponde a un’aliquota dello 0,2% sugli asset finanziari appartenenti a persone fisiche o enti;

  • Ivafe, che corrisponde a un’aliquota dello 0,2% ed è l’imposta sul valore delle attività finanziarie che sono possedute all’estero dalle persone fisiche, gli enti non commerciali e le società semplici.

Cosa si intende per prelievo forzoso sui conti correnti

Il prelievo forzoso è chiamato anche tassa patrimoniale: si tratta di una procedura straordinaria che viene attivata nei casi di estrema emergenza: in tali ipotesi il Governo può applicare una tassa straordinaria ai conti correnti di tutte le banche.

La tassa patrimoniale opera, dunque, attraverso il prelievo forzoso al fine di trovare una soluzione nel caso in cui uno Stato fosse in una situazione di grave crisi finanziaria, dalla quale non è possibile uscire con interventi ordinari di politica monetaria.

Il prelievo forzoso è stato messo in atto in Italia nel 1992 poiché si era verificato il crollo della lira e le finanze pubbliche erano in crisi: il Governo decise dunque di applicare una patrimoniale del sei per mille, pari cioè allo 0,6%, su tutti i conti correnti degli italiani.

Qualora, come già accaduto, il Governo decida di attivare la tassa patrimoniale, al contribuente non sarà data alcuna possibilità di opporsi: l’annuncio di questa misura eccezionale comporta, difatti, anche l’introduzione di una serie di contromisure con le quali si dovrà impedire ai contribuenti di svuotare i propri conti.

Come difendersi dal prelievo forzoso sui conti correnti

Alla luce di quanto detto fin qui, quali sono le strategie da mettere in pratica se si vuole evitare la patrimoniale sul conto corrente? Sono diversi i suggerimenti da adottare, il primo dei quali ha a che fare con la scelta della banca.

Solo nel caso in cui si aprirà un conto corrente presso un istituto bancario che non faccia parte dell’Eurozona sarà possibile non subire ripercussioni nel caso in cui lo Stato italiano decidesse di prelevare una percentuale di risparmi dai conti correnti degli italiani.

In generale, si dovrebbe cercare una banca che abbia una solidità morale, patrimoniale e storica: per informarsi su questo punto sarà sufficiente fare una ricerca approfondita in rete e leggere anche un bel po’ di recensioni.

Diversificare gli investimenti

Una seconda azione, che potrebbe avere senso, grazie alla quale sarà possibile difendersi da una patrimoniale è la diversificazione dei propri risparmi. Per attuarla, sarà necessario scegliere dei prodotti finanziari nei quali investire.

Alcuni risparmiatori decidono, non a caso, di investire in società che si trovano al di fuori dell’Unione europea, ma ci sono alcuni aspetti ai quali bisogna prestare particolare attenzione se si vuole restare nell’ambito della legalità.

In genere, si sconsiglia di puntare su forme di investimento quali le polizze vita e gli Etf, i quali hanno un indice di rischio molto alto.

Un'altra forma di investimento potrebbe consistere nell’acquisto di oro, materiale che in questo periodo storico vale tantissimo e sul quale non è prevista un’eventuale tassa patrimoniale.

Per quanto riguarda, invece, la suddivisione del denaro su più conti correnti, per legge vengono tutelati i conti che sono inferiori a 100.000 euro, ma solo nel caso di fallimento della banca: nulla si può, invece, fare contro il prelievo forzoso.

A cosa stare attenti

Nel momento in cui si attua una strategia di diversificazione dei risparmi, è necessario ricordare che il Italia è in vigore la normativa sul monitoraggio fiscale. Ogni contribuente che risiede in Italia deve presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi.

All’interno del quadro RW del modello Redditi PF si devono indicare:

  • le attività finanziarie che si hanno all’attivo in uno stato estero, come i conti correnti o i titoli, senza l’intervento di intermediari finanziari esistenti;

  • le attività patrimoniali che si hanno all’estero, tra le quali rientrano sia i beni mobili registrati sia gli immobili.

Nel caso in cui si possedessero investimenti all’estero, potrebbero aumentare le patrimoniali delle quali abbiamo parlato in precedenza, ovvero l’IVAFE e l’IVIE, quindi si sarebbe comunque soggetti a tassazione.

A conti fatti, dunque, la diversificazione degli investimenti non è una vera e propria soluzione al problema, sebbene possa essere molto utile per aiutare il contribuente a gestire al meglio i propri risparmi, senza sprecarli.

Soluzioni alternative e legali

Evitare il prelievo forzoso nel caso di una tassa patrimoniale è alquanto improbabile perché lo Stato sa esattamente dove vanno a finire i soldi che vengono guadagnati dai contribuenti ed è giusto che sia così in termini di tassazione e lotta all’evasione fiscale.

Tuttavia, esiste qualche piccolo escamotage che si potrebbe tentare di perseguire per difendere i propri risparmi. Per esempio, si potrebbe cercare di superare il prelievo stimato tramite un investimento che permetta di ammortizzarlo.

Non si tratta di un’operazione semplice da compiere perché si dovrebbe calcolare il rendimento netto derivante da un investimento e fare in modo che superi la stima di un ipotetico prelievo forzoso.

Un’altra strategia potrebbe essere quella di ridurre i soldi che sono stati depositati su un conto corrente, utilizzandoli per acquistare oggetti di valore e altre forme di investimento.

Come funzionerebbe una nuova tassa patrimoniale

Fin qui abbiamo visto che la patrimoniale non può essere evitata, a meno che non si scelga di spendere i propri soldi in attività e beni che possano contribuire al benessere quotidiano. Cosa cambierebbe nel caso in cui venisse introdotta una nuova patrimoniale?

Ci sarebbero cambiamenti significativi? Sarebbero tassati maggiormente i ceti più benestanti sulla base dei beni mobiliari e immobiliari posseduti? Nella pratica, non csarebbero particolari cambiamenti rispetto alla normativa attuale, se non degli aumenti quasi certi.

Si assisterebbe, dunque, a un incremento del bollo, oppure si toglierebbe l’esenzione dell’IMU sulla prima casa, come accade nel resto dell’Europa.

In linea generale, vale la regola per la quale gli strumenti caratterizzati da una maggiore liquidità sono quelli che risentiranno di più nel caso di prelievo forzoso: per questo motivo sono in tanti quelli che sostengono che per rimanere in una zona safe sarebbe meglio non tenere troppa liquidità sul conto. In questo modo si riuscirebbe, tra l’altro, a evitare di pagare l’imposta di bollo.

Altre ipotesi su una nuova patrimoniale

Oltre a quanto già detto fin qui, quindi all’eventuale innalzamento del bollo e alla tassazione sulla prima casa, si ipotizzano altri cambiamenti. Per esempio, potrebbero aumentare le imposte previste su cedole e dividendi, che oggi sono pari al 26%.

I titoli di Stato e quelli che vengono emessi dagli organi sovranazionali sono invece, ad oggi, fermi al 12,5% e, ad ogni modo, una tassazione ulteriore sui titoli non sarebbe alla Stato disponibilità di denaro immediata.

Il gettito non sarebbe immediato neanche nel caso in cui venisse aggiunta l’IMU sulla prima casa (ricordiamo che al momento è prevista per i possessori di seconde case e per chi è proprietario di un immobile di lusso), ma si tratterebbe comunque di un cambiamento abbastanza semplice da realizzare.

Sul fronte eredità, invece, oggi non sono previste tasse da pagare quando sono inferiori a una determinata soglia: un eventuale aumento del prelievo fiscale potrebbe essere applicato sia per tassare le eredità più cospicue, sia per abbassare la soglia sotto la quale si sarà esenti dal pagamento. Questa tipologia di riforma, in pratica, colpirebbe i ceti più benestanti.

Come evitare la patrimoniale in sintesi

Sulla base di quanto esposto finora, eventuali strategie da mettere in pratica per sfuggire a un possibile prelievo sui conti correnti potrebbero dipendere dai cambiamenti che il Governo deciderà di introdurre sulla patrimoniale.

Se da un lato un conto all’estero non è aggredibile in un primo momento, potrebbero essere invece chiesti dei soldi quando si dovrà presentare la dichiarazione dei redditi.

Restano, invece, non aggredibili i beni che non devono essere dichiarati, come per esempio l’oro, i gioielli, i quadri, i francobolli, e qualsiasi altro oggetto di valore che viene conservato in casa. Allo stesso modo, sono al sicuro i beni che fanno parte della previdenza complementare.

Come combattere l’erosione dei soldi sul conto corrente

Se quello della patrimoniale è un tema molto dibattuto, ma non rappresenta un’ipotesi che si realizzerà concretamente nel prossimo futuro, un problema reale che colpisce chi deposita i propri soldi sul conto corrente è quello dell’erosione.

Gli italiani sono da sempre un popolo di risparmiatori, abituati a mettere da parte i soldi invece di spenderli. Nella pratica, questo significa che a causa dell’aumento dei costi dei conti correnti, nel corso del tempo parte dei loro depositi tenderanno a scomparire.

Qual è la soluzione da realizzare per evitare che una situazione del genere si verifichi? Un ottimo rimedio, che è anche molto semplice da mettere in pratica, consiste nell’attivazione di un conto corrente online.

Tale strumento di gestione dei propri risparmi funziona esattamente allo stesso modo di un conto corrente tradizionale, con la differenza sostanziale che non prevede costi di apertura, chiusura o gestione.

In aggiunta, oltre all’assenza del canone mensile da sostenere, sono in genere gratuiti anche i costi relativi alle principali operazioni bancarie, quali i bonifici o i prelievi. In pratica, si potranno gestire i propri risparmi senza dover rischiare di perdere una parte di quanto accumulato con il trascorrere del tempo.