L'offerta di un conto low cost che vi fa gola, un tasso sul mutuo più vantaggioso: i motivi che vi posso spingere a valutare di chiudere il conto corrente aperto possono essere diversi.
La fedeltà verso l’istituto bancario in cui avete il conto corrente vi sta costando caro. Uno studio di SOStariffe.it ha mostrato come i conti tradizionali abbiano dei costi decisamente superiori rispetto ai moderni conti low cost o zero spese.
Per questo motivo, abbiamo evidenziato in questa guida come funziona la chiusura di un conto corrente tradizionale e quali sono gli eventuali costi da sostenere, quando si vuole risparmiare e aprire un conto corrente online.
Scopri i migliori conti correnti VaiSe siete qui vuol dire che state valutando l’ipotesi di chiudere il conto corrente presso la vostra filiale e avete delle domande in merito. Prima tra tutte: quanto costa chiudere un conto corrente?
Per legge la chiusura del vostro account è del tutto gratuita. Attenzione però, perché da un lato è vero che il decreto Bersani sulla libera concorrenza (Dl 223/2006 convertito nella legge 248/2006) stabilisce che non possano essere previsti oneri specifici per chi interrompe il rapporto con la propria banca. Dall’altro lato, è altrettanto vero che dovrete far fronte alle spese di estinzione del conto corrente.
Nello specifico, le spese di estinzione, che saranno prelevate direttamente dal proprio saldo, corrispondono a:
Se avete richiesto l’attivazione di servizi aggiuntivi presso terzi, la banca potrà addebitare anche i costi per disattivarli. Ci possono poi essere delle spese specifiche rispetto al tipo di conto corrente che avevate aperto, le quali variano da contratto a contratto e da istituto a istituto.
Una volta presa la decisione di chiudere il conto corrente, anche in caso di trasferimento su un nuovo conto, avrete due strade:
In entrambi i casi avrete bisogno dei seguenti documenti:
Controllate con un addetto della vostra banca se non sia richiesto anche qualche altro modulo, ma in genere sono sufficienti queste cose. L’ideale sarebbe anche quello di chiedere una conferma scritta da parte della banca dell’avvenuta chiusura del conto.
Se invece di andare nella filiale e chiudere di persona la pratica preferite il metodo digitale, dovrete inviare tutto il materiale con una raccomandata A/R. A questo punto la palla passa alla banca che dovrà sbrigare la vostra pratica di estinzione del conto.
Prima di procedere con la chiusura, dovrete essere sicuri di non avere pendenze. Assicuratevi che siano state riscosse le somme e reindirizzate i pagamenti verso i nuovi canali da voi scelti.
Dovete essere anche certi di aver incassato tutti gli assegni a voi intestati presso quella banca e quel conto corrente. I tempi necessari a completare la procedura possono variare da banca a banca. Non possono però superare i 12 giorni lavorativi.
Il termine ultimo di 12 giorni (quindi 2 settimane di lavoro) è stato posto da una Direttiva europea. Cosa accade se l’istituto non rispetta questa data? Va incontro a sanzioni piuttosto corpose e deve indennizzare il correntista per il mancato rispetto dei tempi.
Nel caso di chiusura di un conto corrente cointestato, invece, la procedura dipenderà tutto dal tipo di conto in questione, il quale potrà essere a firma congiunta o disgiunta.
Se dovete chiudere un conto corrente a firma congiunta sia voi sia il cointestatario dovrete apporre la firma sul modulo di estinzione del conto. Nel secondo caso, ovvero il conto con firma disgiunta, la domanda potrà essere presentata anche da uno solo dei due cointestatari.
Uno dei punti più controversi quando si discute di chiusura del conto corrente e diritti del correntista riguarda l’ipotesi della richiesta di estinzione di un conto corrente in rosso.
Se presentate la domanda per chiudere il conto in rosso, quindi con saldo negativo, la banca può rifiutarsi di procedere o prolungare la pratica addebitandovi ulteriori commissioni e costi? No, e la risposta arriva dalle aule di tribunale.
Anche con un conto corrente negativo la banca deve portare a termine la richiesta. Questo non esclude che l’istituto possa esigere il pagamento sia della somma a debito sia degli interessi cumulati.
E se il conto corrente è quello con cui ho acceso il mutuo sulla mia abitazione? Altro nodo non banale della questione chiusura c/c per molti correntisti, ma anche in questa ipotesi non c’è nulla da temere.
La banca non può rifiutarsi di chiudere il conto corrente anche se è quello usato per aprire la linea di finanziamento. La legge 40 dell’aprile del 2007 ha inoltre stabilito la portabilità (gratuita) del mutuo.
Nello specifico, nel testo si legge “è nullo ogni patto, anche posteriore alla stipulazione del contratto, con il quale si impedisca o si renda oneroso per il debitore l’esercizio della facoltà di surrogazione”.
In aggiunta, nel Decreto Salva Italia del 2012 c’è un chiaro riferimento alla non identità del conto corrente e del mutuo, frutto di due contratti differenti, ed è stato disposto il divieto per l’istituto di credito di condizionare l’accensione di un mutuo da parte del consumatore all’apertura e al mantenimento di un conto corrente.
Nel momento in cui deciderete di chiudere il vostro conto corrente per aprirne uno nuovo più conveniente, ci sono una serie di consigli operativi che è importante prendere in considerazione.
Dopo avere completato la domanda per chiudere il c/c e qualora ci fosse ancora del denaro sul conto potete chiedere che sia trasferito sul un nuovo conto o potete chiedere alla banca che vi sia corrisposto con un assegno da ricevere al vostro indirizzo.
Se non ricevete l’assegno entro 10 giorni lavorativi dalla chiusura del conto rivolgetevi alla banca immediatamente: è probabile che ci sia stato qualche problema con la vostra pratica.
Un’altra cosa da considerare è la migrazione di tutti quei servizi di abbonamento o di addebito che avete sul conto. Dalle bollette di luce, gas e utenze agli abbonamenti della palestra, fino alle donazioni ad associazioni ed enti benefici, l’addebito diretto vi ha risolto lunghe file alle Poste, ma se volete chiudere il conto dovete indirizzare i pagamenti sul nuovo conto o sul nuovo sistema di credito scelto.
Non solo il servizio di addebito, ma anche quello di accredito deve essere modificato. La prima cosa da fare è essere certi di aver fornito le nuove coordinate bancarie al datore di lavoro e che cambi la destinazione dell’accredito del vostro stipendio.
Se avete altre fonti di reddito e i pagamenti avvengono per via elettronica, comunicate anche ai clienti i nuovi dati e se avete un sito su cui sono riportate le coordinate bancarie ricordate di aggiornarle.
Tutte queste operazioni non sono immediate, quindi assicuratevi di farle per tempo. In media occorre un mese o poco più perché siano scaricati depositi e prelievi automatici.
Quindi se decidete di chiudere il conto tenete conto di questo, iniziate a non usare, per esempio, la carta di credito e calcolate bene i tempi tecnici per il cambio utenze. Per essere del tutto sicuri chiedete conferma di aver eliminato ogni servizio bancario dal c/c.
Una raccomandazione segnalata da diversi utenti parlando di chiusura di conto corrente è di controllare se nel vostro contratto ci sia un vincolo sui 3 mesi. Molti istituti di credito hanno infatti inserito una penale sui conti aperti e chiusi in meno di 90 giorni.