Qual è il costo del riscaldamento a pavimento?

Aggiornato il: 11/12/2019
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 11/12/2019

Durante una ristrutturazione o la costruzione di un immobile, è possibile che vi chiediate se conviene installare nel vostro caso un riscaldamento a pavimento e qual è il costo che dovete affrontare. In questo articolo, vi spieghiamo nel dettaglio il funzionamento di questo impianto, i vantaggi e gli aspetti negativi di questa scelta, oltre che aiutarvi nella valutazione della tipologia migliore di sistema rispetto alle vostre esigenze e capire quale possa essere l'impatto sulle bollette del gas

riscaldamento a pavimento

Qual è il costo del riscaldamento a pavimento?

Se avete intenzione di installare un impianto di riscaldamento a pavimento, una delle prime questioni da valutare è il costo necessario richiesto. Naturalmente, esiste un range molto variabile che dipende da diversi elementi in gioco nell’installazione. Tra questi, ricordiamo:

  • la tipologia di impianto scelta;

  • la dimensione dell’impianto;

  • il numero di serpentine da installare;

  • i materiali selezionati per l’impianto;

  • l’isolamento termico della casa;

  • la posizione geografica.

Buona pratica è richiedere diversi preventivi dagli installatori e confrontare solo successivamente le offerte ricevute. Oggi è possibile richiedere un preventivo gratuitamente, oltre a poter inoltrare la richiesta all’azienda tramite un comodo form online. Solo in questo modo potrete avere un’idea dei prezzi di mercato ed essere sicuri che la tariffa che state per pagare non sia eccessivamente alta. Inoltre, tenete conto che i prezzi si misurano valutando il costo unitario a metro quadro.

Mediamente il costo di un sistema di riscaldamento a pavimento è di 50/60 Euro/mq. Si può andare quindi dai 30 Euro/mq per un impianto basico, fino agli 80 Euro/mq per uno di qualità superiore. Al costo dell’impianto stesso dovrete poi aggiungere eventualmente quello della manodopera, dei pannelli isolanti e quello che deriva dall’acquisto necessario dei tubi.

A questo proposito, vi consigliamo di consultare le opportunità incluse nell’ecobonus 2019. Infatti, gli interventi di ristrutturazione che consentono una migliore efficienza energetica possono beneficiare di detrazioni fiscali sui costi sostenuti per l’installazione fino al 65% sul totale.

Se invece per costo del riscaldamento a pavimento intendete quello relativo alle bollette, allora parliamo di certo di uno dei vantaggi più interessanti di questo tipo di impianto. Seppur questo sistema richieda degli ingenti costi iniziali, l’investimento si recupera nel tempo con un risparmio di circa il 30% sulle utenze. Naturalmente, molto dipenderà anche dal vostro profilo e dalle abitudini di utilizzo.

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Come funziona il riscaldamento a pavimento?

Innanzi tutto, dobbiamo specificare che il riscaldamento a pavimento non è una tecnologia nuova sul mercato. Infatti, venne introdotto sul mercato tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Successivamente, fu abbandonato in modo graduale.

Si notò che provocava alcuni problemi alla salute, come frequenti mal di testa e gonfiore ai piedi e alle gambe. In realtà, più che parlare di danni causati da questa tipologia di impianto, si dovrebbe tenere in considerazione la qualità dei materiali utilizzati al tempo e certamente una tecnologia poco avanzata, che risale a più di cinquant’anni fa.

A seconda della tipologia scelta, il sistema è costituito da un insieme di tubazioni o di circuiti elettrici. Questa rete è disposta sotto al pavimento, da cui è separato tramite una serie di appositi pannelli isolanti. L’alimentazione dell’impianto dipende di nuovo dalle sue caratteristiche: potrebbe trattarsi di una pompa a calore, di una caldaia, ma anche da fonti di energia rinnovabile come pannelli fotovoltaici o solari-termici.

Una volta installato, il funzionamento del riscaldamento a pavimento utilizza una modalità a irraggiamento. Ciò significa che la temperatura si trasmette attraverso la diffusione del calore (con acqua calda o energia elettrica) nelle tubazioni che si irradiano sotto il pavimento della costruzione, riscaldando dal basso l'aria fredda.

Ci teniamo a rassicuravi in merito al fatto che l’impatto negativo sull’organismo umano che questo tipo di riscaldamento poteva avere alle sue origini, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, è stato totalmente superato grazie alla qualità dei materiali adoperati e al miglioramento delle tecnologie interessate. Si può dire che oggi è uno degli sistemi più adottati nelle nuove costruzioni.

Quali sono i tipi di riscaldamento a pavimento?

Una delle prime peculiarità di cui vi accorgerete nel caso in cui stiate ricercando riscaldamenti a pavimento è quella delle diverse tipologie a disposizione sul mercato. Infatti, a seconda dell’aspetto considerato, questi impianti possono essere categorizzati in modo diverso.

Qui di seguito descriviamo i tre fattori che determinano la differenza di funzionamento di questo tipo di impianto:

  • l’inerzia termica, che indica la velocità con cui viene accumulato il calore e fatto circolare;

  • la fonte di riscaldamento;

  • il luogo di installazione.

Nel considerare il fattore inerzia termica, potrete trovare sistemi a bassa o alta inerzia, la cui scelta dipenderà dalla vostra necessità rispetto al bisogno di garantire il riscaldamento per un tempo costante, oppure solo in determinati intervalli di tempo.

Un sistema ad alta inerzia, del primo tipo, sarà indicato per luoghi come case per anziani e scuole. I sistemi a bassa inerzia sono invece più frequentemente utilizzati all’interno delle abitazioni comuni.

Nel decidere la fonte di riscaldamento, si potrà scegliere tra un sistema umido o a secco. Se il primo utilizza le tubature con l’acqua calda, il secondo adotta i circuiti elettrici. Ovviamente ci sono vantaggi diversi a seconda della tipologia scelta. I primi sono caratterizzati da un’inerzia maggiore, ma anche da tempi più lunghi per raggiungere la temperatura desiderata. I secondi garantiscono invece un risparmio energetico maggiore per la facilità di utilizzo. Prevede inoltre costi di installazione più bassi.

Il terzo elemento considera infine la possibilità di installare questo tipo di impianto non solo sotto al pavimento, ma anche scegliere un posizionamento a parete, a battiscopa oppure a soffitto. Tutte queste soluzioni si avvalgono dello stesso principio di funzionamento precedentemente spiegato.

Se vi state chiedendo perché in alcuni casi si preferisca optare per questi modelli piuttosto che per quello classico, la risposta dipende da due motivi: il confort termico che ne deriva e la facilità di installazione.

Ad esempio, nel caso di un impianto a soffitto, l’installazione non toccherà l’involucro dell’immobile e consisterà semplicemente nel ribassare il soffitto, apponendo le tubature o i circuiti elettrici direttamente su quello originario.

Riscaldamento a pavimento: quali vantaggi?

La scelta del riscaldamento a pavimento porta numerosi vantaggi rispetto ai classici termosifoni, che sono ancora molto diffusi nelle abitazioni italiane. Elenchiamo i principali:

  • uniformità, grazie alla tecnologia ad irraggiamento della temperatura, questo sistema garantisce un’uniformità del riscaldamento dell’unità in cui è installato davvero impareggiabile, soprattutto se confrontato con gli impianti tradizionali;

  • consumo energetico ridotto, questo sistema permette maggiore efficienza energetica e quindi maggiore rispetto dell’ambiente, grazie all’adozione della modalità di riscaldamento a irraggiamento;

  • risparmio economico, con gli impianti di riscaldamento a pavimento si parla di un consumo energetico ridotto fino al 30% rispetto ai sistemi tradizionali, oltre che a poter beneficiare di alcuni incentivi fiscali di recente approvazione sui costi di installazione;

  • raffreddamento, l’impianto può essere convertito automaticamente in sistema di raffreddamento durante la stagione calda, risparmiando sull’acquisto e l’installazione di una tecnologia di condizionamento separata;

  • comfort, a differenza dei problemi che questo impianto generò a suoi albori, oggi è invece preferito in molte strutture pubbliche come gli ospedali e le scuole non solo per il consumo minore, ma anche per il confort maggiore che apporta grazie all’uniformità di temperatura generata;

  • manutenzione, molto facile in quanto questi impianti non sono frequentemente soggetti a guasti, né hanno bisogno di una manutenzione particolare periodica;

  • assenza di polvere e muffe, che affliggono specialmente le persone allergiche o ipersensibili a questi contaminanti.

Riscaldamento a pavimento: quali svantaggi e problemi?

Prima di procedere con l’acquisto e l’installazione di un riscaldamento a pavimento dovremmo però anche valutare alcuni degli aspetti negativi che risultano se lo paragoniamo ad impianti di altro tipo. Possiamo individuarne due principali:

  • l’alto investimento iniziale, che dipende dai costi variabili della manodopera utilizzata per i lavori di installazione (a volte, soprattutto nel caso di un’abitazione già costruita, molto invasivi) e dalla scelta dei materiali utilizzati, come i pannelli isolanti;

  • l’intervallo di tempo necessario per raggiungere la temperatura desiderata, in particolare nel caso degli impianti a umido.

In merito al primo punto, come già fatto sopra, vi ricordiamo la possibilità molto importante di usufruire di agevolazioni fiscali con l’ecobonus 2019, per un importo fino al 65% sul totale. Le detrazioni riguardano tutti gli interventi di ristrutturazione edilizia che permettono di avere vantaggi in termini di efficienza energetica.

Come scegliere il riscaldamento a pavimento?

Prima di installare un riscaldamento a pavimento, dovrete valutare attentamente le caratteristiche della vostra abitazione e le abitudini di consumo energetico della vostra famiglia. Inoltre, sarà buona regola richiedere un buon numero di preventivi da parte di aziende che offrono il servizio, in modo tale da capire quali sono i prezzi medi di mercato.

In generale, oltre a quelle presentate sopra, queste sono le altre indicazioni fondamentali per valutare la scelta di ogni impianto di riscaldamento:

  • il contesto geografico di riferimento (per esempio, la scelta finale dipenderà dall’abitare in un clima secco e caldo oppure umido e freddo, e così via);

  • la potenza necessaria;

  • le fonti energetiche a disposizione o da voi privilegiate (come impianti di produzione di energia rinnovabile).

Come far funzionare al meglio l’impianto?

Infine, se avete deciso di procedere con l’acquisto e installazione di un impianto di riscaldamento a pavimento, vi proponiamo tre suggerimenti per ottimizzarne il funzionamento una volta che ne inizierete a fare uso:

  1. Programmate bene il termostato, in modo da regolare la funzione dell’impianto di produzione dell’energia.
  2. Evitate tappeti e cuscini apposti sul pavimento, che impediscono al calore di diffondersi nell’aria correttamente e in maniera uniforme.
  3. Fate uso regolare dell’impianto, tendendolo acceso per più ore consecutive in modo tale da garantire al meccanismo di irraggiamento di trasmettere il calore a tutto il sistema e quindi raggiungere il funzionamento ottimale.