Mantenere stesso IBAN cambiando conto: guida per effettuare il passaggio

Aggiornato il: 16/07/2020
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 16/07/2020

Il codice IBAN (International Bank Account Number) è il numero di identificazione del proprio conto corrente, da utilizzare per le transazioni nazionali e internazionali. Anni fa per ogni operazione bancaria era necessario identificare per esteso la propria banca, la filiale e il numero di conto corrente. Dal 2008 in Italia è invece obbligatorio includere l’IBAN in un bonifico, e per questo tale codice ha un’enorme importanza per qualsiasi operazione di accredito o di addebito.

Recensioni conto widiba

Al giorno d’oggi, la grande scelta tra i diversi tipi di conto corrente permette di trovare le condizioni più vantaggiose e le funzionalità desiderate per la propria operatività senza fatica, magari confrontandoli su un comparatore come SOStariffe.it. Cambiare IBAN comporta però dei problemi evidenti: ad esempio, un professionista potrebbe aver comunicato a tutti i suoi clienti “storici” il vecchio IBAN in passato e ora dovrebbe ricontattarli tutti per riscuotere i pagamenti successivi, senza alcuna garanzia che non ci siano fraintendimenti e rischi di bonifici mai arrivati; poi diventa necessario cambiare tutti i SEPA Direct Debit (i nuovi RID europei) per l’addebito automatico delle varie utenze, comunicare al datore di lavoro i nuovi dati (e non sempre è facile o immediato) e così via.

Ecco perché in molti vorrebbero sapere se è possibile mantenere lo stesso IBAN cambiando conto. Per avere una risposta, però, prima di tutto è bene analizzare com’è fatto il codice IBAN.

Com’è fatto il codice IBAN

Il codice IBAN ha una struttura diversa a seconda della nazione di riferimento. In Italia è di 27 caratteri, sempre maiuscoli e senza caratteri speciali.

I primi due caratteri indicano la nazione secondo lo standard ISO 3166: in Italia il codice è IT (in Francia FR, in Germania DE, in Regno Unito GB e così via). I due caratteri successivi sono il CIN europeo, ovvero due numeri di controllo; i successivi 23 caratteri sono il codice BBAN italiano (Basic Bank Account Number).

Il codice BBAN è composto dal CIN (Control Internal Number) e, come il CIN europeo, ha una funzione di controllo: questo significa che non si tratta di un numero casuale ma viene creato in base a una serie di algoritmi, partendo dagli altri codici che costituiscono l’IBAN. In altre parole, è semplice per un sistema elettronico identificare se un IBAN è errato (magari perché lo si è digitato distrattamente) proprio grazie al CIN interno.

Dopo il CIN si trova il codice ABI, composto da cinque numeri: questi rappresentano la banca in cui è allocato il conto in maniera univoca, e ogni istituto di credito ha il suo.

Le successive cinque cifre compongono il codice CAB o codice di avviamento bancario: il loro scopo è identificare la specifica filiale o l’agenzia della banca in cui è stato attivato il conto corrente dell’utente.

Infine, gli ultimi 12 caratteri corrispondono al numero di conto corrente. Siccome quasi sempre il numero del conto corrente è inferiore a 12 cifre, per arrivare a tale obiettivo si aggiungono, prima di questo codice, degli zero sufficienti a creare un codice corretto in ogni sua parte.

È possibile cambiare banca ma non cambiare IBAN?

Dopo aver visto com’è fatto un codice IBAN, si ha una prima risposta: questo codice è legato in maniera indissolubile alla banca e alla filiale dove è stato aperto, e questo significa che cambiare una delle due significa ricevere anche un nuovo IBAN. Detto altrimenti, se si sceglie un conto corrente presso un altro istituto – anche con l’opzione del trasloco del conto, che consente di trasferire non solo il saldo, ma anche le utenze e tutti gli altri dettagli altrove – si avrà un altro IBAN, e si sarà costretti a comunicarlo a chi di dovere affinché le operazioni di addebito e di accredito vadano a buon fine.

Del resto, il suddetto servizio di trasloco del conto corrente è nato proprio per questo: visto che è molto scomodo comunicare alle società del gas e dell’energia, alle fornitrici di tv satellitare o streaming e così via il nuovo IBAN, a occuparsene è il servizio clienti della nuova banca, senza incomodi per l’utente.

La risposta, quindi, è no: non è possibile cambiare banca (e nemmeno filiale) mantenendo lo stesso IBAN. Cambieranno infatti sia la parte del codice legata alla banca (ABI e CAB) sia il numero di conto, visto che questo viene stabilito dalle diverse banche in totale autonomia seguendo delle regole interne.

Che cos’è l’IBAN Portability Project

Per la verità, da un paio d’anni è allo studio uno speciale plugin, IBANP (IBAN Portability Project) nato per «consentire alle banche di offrire ai propri clienti il trasferimento ad un'altra banca senza ricevere un nuovo numero di conto, contribuendo alla migrazione di clienti in altri paesi, al Merging and Acquisition e alla digitalizzazione del sistema bancario». Questa “portabilità del numero di conto”, proprio come si fa con il numero di telefonia mobile, permetterebbe di avere maggiore flessibilità e mobilità anche a livello internazionale, sempre nel pieno rispetto della trasparenza e rendendo così ancora più semplice e indolore scegliere di cambiare conto.

Il progetto, disponibile sul sito di crowdfunding Eppela, però sembra non essere stato ancora lanciato, quindi allo stato attuale rimane impossibile il trasferimento dell’IBAN anche per chi sceglie un’altra banca.

È possibile cambiare conto ma non cambiare IBAN?

Quanto abbiamo detto cambia, però, quando un utente non ha intenzione di cambiare istituto di credito, ma semplicemente di cambiare conto senza modificare né la sua filiale di fiducia né ovviamente la banca. Capita infatti che venga offerto un conto corrente più conveniente o più in linea con le proprie esigenze, con servizi come la consulenza personalizzata o un canone più basso, e che si voglia quindi effettuare il trasferimento per approfittare delle nuove condizioni.

A rigore, cambiare il conto senza mutare banca e filiale non comporta un cambio dell’IBAN, che è appunto legato a queste due variabili. Questo però non significa che sia sempre così, visto che la banca potrebbe avere come regola interna quella di cambiare almeno il numero di conto corrente: in questo caso la prima parte dell’IBAN rimarrebbe immutata, ma cambierebbero i dodici caratteri finali.

Come fare per effettuare il passaggio a un nuovo conto senza cambiare IBAN

Se si sceglie questa strada, la prima cosa da fare è quella di contattare il servizio clienti e chiedere delucidazioni: meglio farlo per iscritto, in modo da avere un documento nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto. Anche un cambio di poche cifre, infatti, renderebbe del tutto inutile l’intera operazione.

Qualora venisse confermata la possibilità di effettuare il trasferimento senza che l’IBAN cambi, dando il via al trasferimento sarà l’istituto bancario a occuparsi di tutta la procedura: si tratta infatti di una semplice sostituzione, che può essere risolta internamente senza la necessità di comunicazioni particolari da parte del cliente. Anche per quanto riguarda le tempistiche e le eventuali spese di chiusura del conto, cambiare strumento finanziario senza cambiare banca e IBAN rappresenta di norma una scelta più conveniente, anche se non è la garanzia di accedere alla migliore offerta sul mercato: varie volte infatti la soluzione più vantaggiosa dal punto di vista economico e dei servizi è passare a un altro istituto finanziario.

Non sempre, però, rimanere con la banca “storica” è vantaggioso in termini di tempi. Da giugno 2017 infatti il passaggio da una banca all’altra dev’essere completato per legge entro massimo 12 giorni e senza alcun costo, altrimenti alla banca toccherà rilasciare un indennizzo al cliente. Paradossalmente questa garanzia non esiste se un titolare di conto vuole rimanere nella stessa banca ma cambiare filiale, ad esempio perché è andato a vivere in un’altra città. Anche in questo caso, quindi, prima di intraprendere qualsiasi tipo di percorso è meglio informarsi presso il servizio clienti per tempo.

Che cosa succede con le carte conto con IBAN

Un caso particolare è quello delle carte conto, ormai sempre più diffuse: si tratta di strumenti finanziari che “riassumono” nel metodo di pagamento tutte le funzionalità normalmente comprese in un conto corrente tradizionale. Una carta conto è simile a una ricaricabile esteriormente, ma in realtà ha un suo IBAN che consente al suo titolare di inviare e ricevere bonifici, avere utenze intestate e così via. La carta conto con IBAN è un prodotto molto diverso dai classici conti correnti, quindi quando si passa da una di queste soluzioni finanziarie a una più tradizionale l’IBAN verrà cambiato per forza, anche se si rimane nell’ambito della stessa banca.