Cambiare banca senza cambiare IBAN: si può fare?

Aggiornato il: 09/12/2019
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 09/12/2019

Il codice IBAN è un elemento essenziale di un conto corrente. Tale codice, composto da una sequenza alfa-numerica di lunghezza variabile in base alle normative locali (in Italia sono 27 caratteri), permette di identificare, in modo univoco, un determinato conto corrente e la relativa banca.

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Si tratta, quindi, di un codice molto importante che serve per realizzare transazioni di diverso tipo come i bonifici (sia in entrata che in uscita), per ottenere l’accredito dello stipendio oppure per gli addebiti periodici (ad esempio per le utenze).

Il codice IBAN può essere considerato come un elemento identificativo di un determinato conto e viene utilizzato in una lunga serie di operazioni, risultando un fattore di estrema importanza nella gestione del conto stesso.

Permettendo di identificare, in modo univoco, un conto corrente e, quindi, la banca che lo ospita, il codice IBAN è legato a doppio filo all’istituto. Di conseguenza, in caso di cambio banca si registrerà anche un’alterazione del codice IBAN con una modifica della sequenza alfa-numerica che rappresenta le effettive coordinate bancarie da utilizzare per identificare il conto.

Esistono dei progetti mirati alla creazione di un sistema che permetta la conservazione dell’IBAN anche in caso di cambio banca con la creazione di un processo di “portabilità” del conto simile a quello che avviene, di norma, per i numeri di telefono, sia fissi che mobili.

Al momento, in ogni caso, la realtà del settore bancario lega in modo chiaro il conto corrente e la relativa banca al codice IBAN.

Codice IBAN: cos’è e da cosa è composto

Il codice IBAN (International Bank Account Number) rappresenta, di fatto, le coordinate bancarie che permettono di identificare, in modo univoco, un conto corrente ed il suo intestatario. Si tratta di una stringa alfa-numerica da utilizzare, ad esempio, per procedere con un bonifico identificando il destinatario ed il relativo conto.

L’effettiva composizione del codice IBAN è legata, in Europa, dalle indicazioni fornite dall’ECBS (European Committe for Banking Standards).

L'utilizzo del codice IBAN come elemento identificativo di un conto corrente non è una pratica diffusa a livello mondiale. Ad utilizzare tale sistema, infatti, sono tutti i Paesi europei e pochi altri Paesi nel resto del mondo.

Per quanto riguarda i conti correnti italiani, il codice IBAN presenta una lunghezza standard di 27 caratteri alfa-numerici che devono presentare una sequenza precisa al fine di permettere una facile identificazione di un conto corrente, del suo intestatario e della banca che lo gestisce.

La lunghezza del codice IBAN in altri Paesi può subire variazioni ed arrivare anche ad un massimo di 34 caratteri.

La sigla alfa-numerica che costituisce il codice IBAN presenta delle specifiche ben precise che permettono di identificare il conto corrente e la banca, fornendo informazioni sul Paese dove opera l’istituto e sulla succursale che gestisce il conto. Il codice IBAN è così composto:

  • 2 lettere per identificare il codice del Paese in cui opera la banca; per quanto riguarda i conti correnti italiani, il codice IBAN inizierà per IT; per conti correnti legati a banche estere, invece, il codice iniziale sarà legato al Paese di appartenenza della banca

  • 2 cifre di controllo internazionale denominate CIN

  • 23 caratteri che costituiscono il codice BBAN; tale codice è composto dal CIN nazionale (1 carattere), dall’ABI (5 numeri) che identifica la banca in modo univoco, dal CAB (5 numeri) che identifica la succursale della banca e dal numero di conto effettivo (composto da 12 numeri) che identifica precisamente il conto corrente correlato all’IBAN

La sequenza dei vari gruppi di cifre che compongono il codice IBAN è standard. Tutti i codici iniziano con la sigla identificativa del Paese per poi proseguire con il CIN e il codice BBAN (composto da CIN nazionale, ABI, CAB e numero di conto corrente).

Questi elementi caratterizzano tutti i conti correnti e vengono sempre riportati seguendo l’ordine preciso definitivo dalle normative vigenti.

Grazie alla possibilità di poter contare su di una sequenza di codici standard, analizzando il codice IBAN sarà possibile individuare, velocemente, alcuni elementi che caratterizzano un conto corrente come il Paese o la banca.

Il codice IBAN è legato alla banca

Analizzando la composizione del codice IBAN ed, in particolare, la parte centrale della sequenza alfa-numerica appare evidente il legame stretto tra la banca e l’IBAN stesso.

Scegliere di cambiare conto corrente passando ad un altro istituto, quindi, comporterà una modifica per il codice identificativo del conto, sia per quanto riguarda la parte legata alla banca (ABI e CAB) che per quanto riguarda il numero di conto che viene stabilito dagli istituti bancari in base a regole interne.

Si tratta di un elemento da considerare con molta attenzione. Il codice IBAN, infatti, viene utilizzato in una lunga serie di operazioni (ricezioni di bonifici, accredito di stipendio o pensione, addebiti periodici) che dovranno essere modificati con l’introduzione delle nuove coordinate bancarie da parte dell’utente.

Trasloco del conto corrente

In caso di cambio banca, quindi, il codice IBAN sarà modificato e ci sarà la necessità di procedere con l’aggiornamento di tutte le operazioni legate al conto corrente stesso. Si tratta di un’operazione tutto sommato semplice che però richiede molta attenzione da parte dell’utente.

Fortunatamente, la maggior parte delle banche offre ai nuovi clienti un servizio di “trasloco” del conto corrente.

Si tratta di un procedimento automatizzato che consente, solitamente nel giro di un paio di settimane, di trasferire dal vecchio conto al nuovo conto tutte le operazioni periodiche come bonifici (in entrata ed in uscita), addebiti di vario tipo (ad esempio delle utenze) oppure l’accredito di stipendio e pensione.

Questo servizio consente di non dover andare ad aggiornare le coordinate bancarie di una lunga serie di operazioni finanziare che coinvolgono il proprio conto corrente. Bisogna sottolineare, in ogni caso, che alcune operazioni andranno aggiornate manualmente.

Ad esempio, potrebbe essere necessario inviare una comunicazione diretta ai propri clienti (se il conto viene utilizzato per questioni lavorative che prevedono bonifici in entrata) le nuove coordinate bancarie con il codice IBAN aggiornato della nuova banca.

Cosa succede cambiando conto senza cambiare banca

Molte banche presentano diverse opzioni per quanto riguarda il conto corrente che, dal punto di vista commerciale, vengono proposte come conti differenti ma che nella maggior parte dei casi possono essere considerati come lo stesso prodotto (un conto corrente) arricchito con diversi servizi aggiuntivi (consulenza personalizzata, supporto in filiale etc.) che poi vanno a giustificare i differenti costi di mantenimento e gestione.

Di norma, è possibile richiedere alla propria banca il cambio di conto corrente, optando per una soluzione più completa di servizi e costosa oppure per un prodotto più basilare ed economico.

Sulla base delle proprie esigenze, il cliente è libero di scegliere la tipologia di conto corrente da utilizzare con l’obiettivo di poter contare su di un prodotto che sia realmente in linea con quelle che sono le proprie esigenze finanziarie del momento.

In linea di massima, cambiare la tipologia di conto senza cambiare banca non comporta il cambio del codice IBAN. Si tratta comunque di un fattore che va valutato caso per caso, sulla base dei sistemi utilizzati dalla propria banca per identificare un determinato conto ed il relativo cliente che lo ha aperto.

Nella maggior parte dei casi, richiedendo nuove funzioni oppure disattivando funzioni già presenti di un conto corrente non si registra una modifica del codice IBAN.

Come sottolineato in precedenza, tale codice, per la prima parte della sequenza alfa-numerica, serve ad identificare la banca, la relativa succursale e il Paese di operatività. Solo la seconda parte serve ad identificare il conto corrente. Tale parte, andando a modificare il conto corrente all’interno della stessa banca, non dovrebbe registrare alcuna modifica permettendo all’utente di continuare ad utilizzare il codice IBAN anche dopo la modifica.

Non sempre vale quanto detto in precedenza. Alcune banche, infatti, possono legare il numero di conto corrente (quindi l’ultima parte del codice IBAN) ad un determinato prodotto bancario che includa specifici servizi. Di conseguenza, cambiare conto senza cambiare banca potrebbe portare ad un’alterazione del codice IBAN anche solo di poche cifre. Si tratta di un aspetto da tenere sempre in forte considerazione prima di procedere al cambio di conto.

Le cose cambiano, invece, se si passa da una “carta conto” con IBAN ad un conto corrente vero e proprio all’interno della stessa banca. In questo caso, infatti, ci troviamo di fronte a due prodotti completamente differenti che presentano caratteristiche simili (in alcuni casi) ma che non possono essere considerati come versioni diverse dello stesso prodotto bancario.

In queste situazioni, quindi, il conto corrente presenterà un codice IBAN completamente differente a quello riservato alla “carta conto” che potrà restare attiva accanto al conto corrente, conservando il suo IBAN, nel caso in cui il cliente lo dovesse ritenere utile.