F1, F2, F3: cosa sono le fasce di consumo e come si leggono?

Aggiornato il: 05/08/2019
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 05/08/2019

Le tariffe per la luce elettrica possono essere di vario tipo, con differenze che vanno dalla più ovvia – il costo dell’energia, che ciascun operatore del mercato libero fissa in base a come vuole articolare la sua offerta – a quelle più particolari, come ad esempio la scelta di includere assicurazioni per la casa, bonus per l’acquisto di apparecchi per la smart home e lampadine a LED e così via. Ma c’è un’altra differenza che separa in modo netto le offerte per l’energia: da una parte le monorarie, dall’altra le biorarie o triorarie.

Si parla di tariffa monoraria quando il costo dell’energia applicato dal fornitore è lo stesso in qualsiasi momento della giornata e in ogni giorno della settimana: non importa se si fa funzionare la lavastoviglie o la lavatrice alle 9 del mattino o a tarda notte, il martedì o la domenica, la spesa per l’utente sarà la stessa. Le biorarie e le triorarie, invece, hanno il costo della componente energia che cambia, seguendo diverse fasce che si chiamano F1, F2 ed F3. Ma come sono articolate?

f1 f2

Come funzionano le fasce di consumo

L’opzione monoraria (detta anche F0) è quella tipica dei contatori più vecchi, che non sono in grado di leggere i consumi per fascia, ma può anche essere scelta liberamente dal cliente; vedremo poi quando una decisione di questo tipo può essere conveniente.

Si parla invece di opzione bioraria quando ci sono due fasce, la F1 e la F23 o F2F3: la prima, F1, è quella delle ore di punta, che vanno dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 19:00, escluse le festività nazionali; la seconda, F23, include il lunedì e il venerdì dalle 19:00 alle 7:00 più la domenica e i festivi tutta la giornata.

Infine, le offerte triorarie hanno la fascia F1 (dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 19:00, escluse le festività nazionali), la fascia F2 (ore intermedia, dal lunedì al venerdì dalle 7:00 alle 8:00 e dalle 19:00 alle 23:00, più il sabato dalle 7:00 alle 23:00, escluse le festività nazionali) e la fascia F3 (dal lunedì al sabato dalle 23:00 alle 7:00 e la domenica e i giorni festivi tutta la giornata).

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A chi conviene la tariffazione monoraria e multioraria

Questa articolazione è “cucita” in base alle esigenze della clientela e alle proprie abitudini. In una trioraria, la tariffa F1 è più costosa delle tariffe F2 ed F3, in modo da favorire chi rimane lontano da casa la maggior parte del giorno.  Ogni nucleo familiare, infatti, ha consumi che differiscono in maniera più o meno rilevante nel corso della giornata; una coppia che lavora, ad esempio, ha come orari “caldi” quelli delle fasce F2 e F3, cioè la sera appena tornati dall’ufficio fino al momento di andare a dormire, e la mattina appena svegli, quando si utilizzano di più luci, radio, televisione, phon e così via. In questi casi, un’offerta bioraria o trioraria dovrebbe essere più conveniente.

Al contrario, chi lavora da casa o le famiglie in cui è solo uno dei coniugi a lavorare fuori casa hanno consumi diversi, dove la differenza tra la sera e il giorno è meno marcata; gli elettrodomestici più energivori – come il forno elettrico, la lavastoviglie, la lavatrice – vengono usati anche in tarda mattinata o al pomeriggio, e quindi un’offerta bioraria o trioraria – dove la F1 è più costosa delle altre due fasce – è molto meno conveniente e di solito si opta per un’offerta monoraria.

Va anche ricordato che rispetto al passato le differenze di prezzo tra la fascia diurna (F1) e le fasce F2 ed F3 si sono ridotte di molto negli ultimi anni, per cui, conti alla mano, sono molti quelli che, pur essendo lontani da casa durante il giorno, preferiscono comunque la monoraria, anche per comodità (dover concentrare i consumi nelle fasce serali e notturne non è sempre facile, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione dei lavori di casa).

Le fasce e il mercato libero

Le fasce di consumo sono state fissate dall’Autorità con l’obiettivo di promuovere e favorire comportamenti virtuosi da parte dei cittadini, considerando che un consumo troppo concentrato durante il giorno rischia di sottoporre a uno sforzo eccessivo l’intero sistema produttivo italiano, con le aziende e le industrie più grandi che ovviamente richiedono energia soprattutto durante il giorno e nei feriali. Il semplice meccanismo delle domanda e dell’offerta fa costare di più l’energia durante il giorno, quando c’è un surplus di domanda da parte delle industrie e delle attività economiche.

Per questo oggi i contatori elettronici sono in grado di rilevare i consumi degli utenti dividendoli per fasce (basta premere il pulsante nei contatori dell’energia per vedere alternarsi tutti i consumi nelle diverse fasce, sia quelli del mese in corso che quelli del periodo di fatturazione precedente). La minor differenza rispetto al passato tra i costi della fascia F1 e quelli delle fasce F2 ed F3 si spiega anche con l’avvento dell’energia rinnovabile, che ha permesso di “spalmare” la produzione di energia su tutta la giornata e, in qualche caso, di concentrarla proprio quando serve di più senza invece produrla di notte (si pensi ad esempio all’energia solare degli impianti fotovoltaici).

Essendo state fissate dall’organismo che supervisiona tutto il sistema dell’energia elettrica e del gas in Italia, le fasce di consumo sono fisse, e non cambiano a seconda dell’operatore, il quale può decidere liberamente se offrire tariffe monorarie o tariffe multiorarie e in che termini.

Come viene deciso il prezzo delle offerte

Per i clienti che operano ancora in regime di maggior tutela, il prezzo dell’energia viene deciso e applicato ogni trimestre, con offerta bioraria, distinta quindi tra fasce F1 e F23 e una differenza molto ridotta tra le due; per il mercato libero, invece, ogni operatore può fare come vuole – sempre nei limiti imposti dalla vigilanza dell’Autorità – e definire nelle condizioni contrattuali le modalità di tariffazione. C’è comunque sempre l’obbligo di indicare il prezzo della componente energia, per quanto questo sia ormai una frazione abbastanza ridotta del totale della bolletta, tra il 40 e il 60% (il resto sono tasse, oneri di distribuzione e così via).

In ogni caso, prima di scegliere tra tariffa bioraria, trioraria o monoraria è bene analizzare il proprio profilo di consumo, anche tenendo conto che chi sceglie una multioraria e ha una potenza impiegata bassa (ad esempio 3 kWh) avrà difficoltà a far funzionare tutti insieme gli elettrodomestici più energivori nelle ore “buone”, ad esempio alla sera e alla mattina, senza causare blackout. In linea di massima si può dire che una bioraria sia conveniente quando più del 65% dei propri consumi è nelle ore serali, in quelle notturne o nei weekend, altrimenti di norma non ne vale la pena.