5 errori che fanno durare di meno il nostro smartphone

La batteria che si scarica troppo presto è un annoso problema di chi possiede uno smartphone e malgrado gli sforzi dei produttori è difficile trovare un telefonino di alta gamma in grado di superare più di una giornata con un uso intenso. Quello che possiamo fare è evitare di sviluppare abitudini sbagliate, che portano a una riduzione della vita utile della batteria: qui di seguito, ecco qualche consiglio.

5 errori che fanno durare di meno il nostro smartphone

L’annoso problema del telefonino che si scarica

Non è il caso di azzardare statistiche: basta il buon senso. Prendete un gruppo di persone e chiedetegli qual è la caratteristica degli smartphone che ha fatto meno passi avanti nell’ultimo decennio. La maggior parte vi risponderà che è la batteria. Qualcosa, è vero, è cambiato rispetto al passato: adesso (a prescindere dall’utilità della funzione) non siamo più obbligati ad attaccare il cavo al dispositivo perché abbiamo la ricarica wireless, e – soprattutto in questo periodo di vacanze – si vedono ovunque tasche dei pantaloni rigonfie perché il cellulare è collegato a una capiente powerbank da qualche decina di euro. Se non altro, in questo modo si è un po’ ridotto il fenomeno dei wall-huggers, le persone perennemente col caricabatterie in mano alla disperata ricerca di una presa elettrica libera.

Ma al di là di queste innovazioni, il problema è che le batterie durano ancora troppo poco. E dal punto di vista del produttore di hardware è una lotta impari, una continua rincorsa: da una parte telefonini che richiedono sempre più energia per funzionare al meglio, tra schermi superbrillanti, processori da fare invidia a un computer da gaming di qualche mese fa e fotocamere con cui sbeffeggiare gli amici ancora fermi alla reflex; dall’altra il grande problema dello storage dell’energia, che cruccia noi quanto Elon Musk con le sue Tesla. È però possibile seguire alcuni accorgimenti per evitare di vedere la fatidica batteria rossa già al mattino, dopo appena un paio di telefonate e qualche like alle foto del proprio feed Instagram.

Errore 1: far arrivare la batteria sempre al minimo

Se siete tra quelli che finché non vedono 10% o al massimo 15% si rifiutano di mettere in carica lo smartphone, siete tra i primi colpevoli della vita limitata del vostro dispositivo di telefonia mobile. Le batterie agli ioni di litio, ormai lo standard in pressoché tutti i telefonini, non devono essere scaricate del tutto prima di essere ricaricate, anzi: farlo accorcia la loro durata nel lungo periodo in maniera significativa.

Un alto voltaggio “stressa” la batteria e i risultati migliori arrivano quanto il telefono è tra il 30% e l’80%. Allo stesso modo, se siete già all’80% non è obbligatorio continuare la ricarica finché non si è raggiunto il 100% (soprattutto se siete partiti da un livello particolarmente basso). Meglio fare almeno un po’ di pausa.

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Errore 2: tenere la cover quando si ricarica il cellulare

Questa vale in particolar modo nei giorni più caldi dell’estate, quando si parte da una trentina di gradi all’ombra e i dispositivi più delicati cominciano ad avere qualche problema di funzionamento. In carica, gli smartphone com’è noto tendono a surriscaldarsi: rimuovere la cover spessa tre millimetro con lustrini e paillettes aiuta sicuramente il dispositivo a ridurre il calore, esattamente come noi difficilmente terremo indosso il piumino a Ferragosto. A proposito: lasciare il cellulare sotto il sole e far superare la fatidica temperatura di 35 °C significa, di nuovo, ridurre la vita massima della batteria. Il 100% non sarà più il 100% di prima.

Per lo stesso identico motivo, le cover con batteria incorporata, per quanto ingombranti, possono sembrare utili, ma in realtà sono pericolose, soprattutto se il vostro dispositivo tende a scaldarsi un po’ troppo.

Errore 3: caricare troppo

Siete persone metodiche, arrivate a fine serata con il cellulare con poca batteria (ma non pochissima) e ve lo mettete sul comodino, col bravo cavetto infilato, per poi svegliarvi e trovarlo al 100%. Tutto giusto? Il contrario. In genere bastano 2 o 3 ore per far sì che una batteria agli ioni di litio arrivi al massimo della carica, e a meno di non essere particolarmente insonni questo vuol dire che per altre 4-5 ore lo smartphone rimane in carica anche se non ce n’è bisogno. La temperatura, come detto, si alza e si stressa la batteria, con un altro rischio: che questa possa addirittura esplodere. Una parziale soluzione è data dagli alimentatori che sanno rilevare quando il dispositivo è al 100% e sospendono l’erogazione di corrente.

Attenzione anche a usare (troppo) lo smartphone quando è sotto carica, in particolare se avete l’intenzione di dedicarvi a qualche app particolarmente avida di risorse, come i giochi o lo streaming video. La carica aggiunta allo sforzo sul processore si traducono in un vero uno-due da cui anche una batteria nuova di zecca può stentare a riprendersi.

Errore 4: trattare male il telefono di scorta

Quando si acquista un nuovo smartphone quello vecchio finisce spesso con l’essere rivenduto, passato a un altro membro della famiglia o abbandonato dentro un cassetto, pronto a fare da backup nel caso in cui lo smartphone principale abbia qualche problema. Quest’ultima è certamente una scelta prudente, ma recuperare il dispositivo dopo qualche mese quasi sempre significa andare incontro a una brutta sorpresa: la batteria sarà rimasta scarica per settimane e ricaricarla da zero al 100% in una volta sola è un vero colpo di grazia. Meglio fare in modo di controllare ogni tanto il vecchio dispositivo e assicurarsi che il livello sia sempre almeno al 50% (anche da spento si scarica, naturalmente).

Errore 5: scegliere il primo caricabatterie che capita

È comprensibile vedere su Amazon o altri marketplace dei caricabatterie a prezzi davvero irrisori e farsi tentare, ma ci vuole una certa attenzione anche nello scegliere il dispositivo giusto: il migliore, manco a dirlo, è quello che si trova nella scatola del telefonino, ma è vero che ormai tendiamo ad avere postazioni di ricarica un po’ dappertutto, a casa, al lavoro, in vacanza. In questo caso fate attenzione che il nuovo caricabatterie abbia lo stesso amperaggio di quello ufficiale. No, il fatto che tutti e due abbiano una micro-USB come connettore non significa che siano intercambiabili.