In una progressiva situazione di smaterializzazione diffusa dei pagamenti (in cui rientrano, ad esempio, anche le recenti misure per limitare le transazioni in contanti), si fa spesso un po’ di confusione tra le carte di credito e le carte di debito, strumenti finanziari offerti ormai dalla stragrande maggioranza dei conti correnti. Cerchiamo di fare un po’ d’ordine per capire quale soluzione sia la più adatta per i propri pagamenti.
La carta di credito è uno strumento di pagamento straordinariamente diffuso in tutto il mondo; un po’ meno in Italia, dove le tradizioni, anche per quanto riguarda la moneta elettronica, sono più dure a morire. Esagerando un po’, basta entrare in un negozio negli Stati Uniti e cercare di pagare in contanti per trovarsi di fronte cassieri e commessi dal volto stralunato: tra carte di credito e debito, ormai il 56% delle transazioni viene pagato con «moneta di plastica» (e sono dati del 2008: la percentuale a sei anni di distanza è molto superiore, considerando che nel 1998 le transazioni di questo tipo erano solo il 28%).
I vantaggi della carta di credito sono evidenti: grande sicurezza, praticità, comodità. Nel malaugurato caso che ci venga rubato il portafoglio, basta bloccare la carta con una telefonata per minimizzare i danni, mentre il contante rubato è probabilmente perso per sempre.
Dal 1993 le carte di credito hanno anche un microchip, che le rende di fatto «smart card» e garantiscono una sicurezza superiore rispetto alla semplice banda magnetica.
Le carte di credito si dividono sostanzialmente in due tipologie.
A differenza delle carte di credito, le carte di debito (conosciute dai più come “bancomat“, anche se Bancomat è in realtà soltanto il più importante ma non l’unico tra i circuiti esistenti) sostituiscono il contante ma con addebito immediato, o comunque limitato a poche ore, sul conto corrente collegato o su un eventuale credito precaricato. Altri circuiti delle carte di debito esistenti in Italia sono Maestro e V-Pay.
Confronta le offerte per carteVaiLe carte di debito funzionano grazie all’inserimento di un codice di sicurezza o PIN nei POS, a cui si aggiunge l’autenticazione tramite la banda magnetica o il microchip.
La carta di credito prepagata è un tipo di carta con l’importo a scalare, che si può ricaricare in vari modi e non è necessariamente collegata a un conto corrente. Esistono anche le carte prepagate evolute che possiedono un IBAN e hanno la possibilità di effettuare o di ricevere bonifici; vengono anche chiamate carte conto e sono meno costose di un conto corrente, pur avendo meno funzionalità (ad esempio non si deve pagare l’imposta di bollo).
Carte di credito e di debito servono per scopi fondamentalmente diversi: la prima permette di effettuare acquisti anche non avendo momentaneamente il contante disponibile sul conto corrente (esempio classico, un’acquisto effettuato prima del 27 del mese, sapendo che al momento dell’addebito effettivo – il 1°, il 15 o il 30 del mese successivo – sarà arrivato lo stipendio). Inoltre, le carte revolving si comportano come veri e propri mini-finanziamenti che possono tornare molto utili.
Il bancomat, invece, funziona soprattutto come sostituzione del denaro contante, ed è quindi indicato per chi preferisce semplicemente non avere troppi soldi nel portafoglio o non ha effettuato un prelievo sufficiente per poter pagare sull’unghia un acquisto.
La carta prepagata è perfetta per chi vuole effettuare acquisti online su Internet e ha paura che con il phishing e altre tuffe informatiche dei malintenzionati possano entrare in possesso dei dati e usarli per i propri scopi. Ormai gran parte delle carte prepagate legate a un conto corrente permettono la carica di qualsiasi ammontare senza alcun tipo di commissione, in modo da rendere comodissimo effettuare una ricarica dell’esatto ammontare necessario per l’acquisto prima di pagare, in modo da non avere mai più di pochi euro sulla carta in qualsiasi momento.
Malgrado i rischi delle carte siano molto inferiori a quelle del contante, che può essere usato immediatamente, nemmeno queste possono garantire una sicurezza totale.
In caso di furto o smarrimento, è necessario telefonare subito al numero verde del proprio istituto di credito per provvedere al blocco della carta. Sarà bene poi effettuare quanto prima una denuncia di smarrimento nella più vicina stazione dei carabinieri o presso la polizia municipale o ancora in quetura e inviarne copia alla banca insieme all’eventuale numero di blocco comunicato dall’operatore.
Attenzione: secondo le raccomandazioni Ue il titolare dovrebbe essere responsabile al massimo fino a 150 euro dal furto fino alla comunicazione telefonica, ma è bene sempre consultare il regolamento della propria banca. Tutto il denaro sottratto dopo la segnalazione viene invece rimborsato. Una raccomandazione, evitare di portare insieme a voi il PIN perché potrebbe esservi contestata la colpa grave e rischiereste di avere la responsabilità totale in caso di furto.
Di solito la procedura di sostituzione della carta è gratuita, mentre la procedura di blocco può avere un costo da 5 ai 25 euro. In determinati casi è possibile richiedere al proprio istituto di credito la sostituzione rapida di un’altra carta con le stesse caratteristiche (ad esempio se si è all'estero o se ne ha bisogno in tempi brevi), e qui il costo cambia caso per caso.