

Le modifiche normative decise dall’AGCOM hanno introdotto dei paletti ben precisi per quanto riguarda i costi di disattivazione e dismissione di una linea fissa.
Gliperatori di telefonia devono rispettare, infatti, i vincoli fissati dall’AGCOM per quanto riguarda i costi da addebitare al cliente in caso di passaggio ad altro operatore o di cessazione della linea. Ecco tutti i dettagli:
Una delle questioni più spinose, quando si cambia operatore di telefonia fissa con o senza ADSL e fibra ottica, è legata ai costi di recesso. Fino a qualche anno fa era pratica comune imporre penali e pagamenti aggiuntivi a chi lasciava un fornitore per accasarsi con un altro, ma fortunatamente l’orientamento legislativo dell’ultimo periodo, a tutto vantaggio del consumatore, ha osteggiato questo genere di pratiche.
Tra gli ultimi esempi c’è la delibera Agcom n. 487/18/CONS, che stabilisce come l’utente debba poter recedere con un preavviso non superiore ai 30 giorni; inoltre, l’utente ha il diritto di essere a conoscenza delle tempistiche necessarie perché l’operatore prenda in carico e risolva la richiesta di disattivazione o di trasferimento, anche in questo caso senza superare i 30 giorni.
Confronta le offerte internet casaVaiInfine – ed è forse l’aspetto più importante – la delibera, in attuazione del decreto legge del 31 gennaio 2007, impedisce che vengano applicati dei costi immotivati da parte dell’operatore nel passaggio delle utente a un altro fornitore, secondo un semplice principio: le spese di recesso – quelle che di norma più incidono nella decisione dell’utente di passare o meno a un altro operatore – devono essere eque rispetto ai costi realmente sostenuti dal fornitore del servizio per la dismissione della linea o il trasferimento.
Inoltre l’operatore deve permettere agli utenti di pagare le eventuali rate restanti (ad esempio per lo sconto sull’attivazione o per l’acquisto del modem) in un’unica soluzione oppure sempre a rate, per un periodo che non può però superare i 24 mesi.
In questo modo, quindi, gli utenti avranno la possibilità di conoscere, in anticipo, i costi reali da affrontare per effettuare il passaggio ad un altro operatore o per richiedere la cessazione della linea telefonica.
Con l’introduzione della nuova normativa fissata dall’AGCOM, gli operatori di telefonia fissa hanno adeguato le condizioni contrattuali delle loro offerte, fissato dei costi ben precisi che il cliente dovrà affrontare nel caso in cui proceda con la richiesta di disattivazione di una linea fissa, sia per passaggio ad altro operatore che per cessazione completa della linea.
Gli operatori sono inoltre tenuti ad effettuare una comunicazione di tali costi all’Autorità con cadenza annuale.
Ecco, quindi, quali sono i costi di disattivazione fissati dagli operatori a partire da gennaio 2020.
Tiscali: sia in caso di cessazione del servizio che di passaggio ad un altro operatore, sarà necessario corrispondere un contributo di disattivazione pari ad una mensilità di canone; per linee wireless J4+ non è previsto alcun costo di disattivazione;
Va ricordato che tali importi si applicano a prescindere, anche se si è superato il vincolo contrattuale (in questo caso, però, non è possibile per l’operatore applicare eventuali penali). Inoltre, tali costi non si applicano quando il passaggio a un altro operatore o la dismissione della linea sono decisi in seguito alla rimodulazione o alle modifiche unilaterali del contratto, ad esempio per condizioni economiche meno vantaggiose per l’utente.
Prima di procedere con il passaggio ad altro operatore oppure con la richiesta di disattivazione della linea, è fortemente consigliabile richiedere tutte le informazioni relative ai costi richiesti dal proprio provider. Contattando il servizio clienti si riceveranno tutte le informazioni necessarie per poter valutare l’effettiva convenienza di un cambio di offerta tramite passaggio ad altro operatore.
Gli operatori hanno adeguato, rapidamente, le loro offerte alla nuova delibera AGCOM ma ci sono sempre da considerare i costi extra legati ai pagamenti rateali che vengono, silenziosamente, inclusi nel canone mensile. Il contributo di attivazione ed il costo del modem Wi-Fi sono, infatti, spesso inseriti nel costo mensile dell’offerta con la clausola che, in caso di recesso anticipato, il cliente dovrà versare le rate mancanti in un’unica soluzione oppure dovrà continuare con il pagamento rateale.