Aumenti benzina, RC auto, bollette e autostrade: ecco la stangata della manovra

Proseguono i lavori sulla manovra e un maxi emendamento presentato in Senato potrebbe portare ad aumenti generalizzati per bollette energia, pedaggi autostrade e carburante. Ecco di cosa si tratta e su chi peseranno i rincari. Modifiche in vista anche per quanto riguarda la proposta di rc auto familiare. Ridimensionate, anzi praticamente annullate, sia la plastic tax che le imposte sulle auto aziendali

Aumenti benzina, RC auto, bollette e autostrade: ecco la stangata della manovra

Si continua a dibattere di aumenti e sconti, il Governo cerca di far quadrare i conti in vista dell’approvazione della Manovra di bilancio ma fa fatica a trovare le coperture. Soluzione? Aumentare una tassa di qua, diminuirne una da un altro lato. Il tutto inoltre va fatto cercando di mantenere salda una maggioranza piuttosto ballerina. Il maxi emendamento doveva arrivare oggi in Senato, ma sabato il Governo Conte ha annunciato che la discussione è slittata al 12 Dicembre.

Alla fine in ogni caso a quanto pare saranno i contribuenti a rimetterci. Si prospetta una ridiscussione dell’rc auto familiare, mentre la plastic tax e la stretta promessa sulle auto aziendali potrebbero essere molto meno incisive di quanto ventilato in una prima ipotesi. In compenso l’Ires (imposta sul reddito delle società) per i concessionari di servizi pubblici dovrebbe aumentare del 3% e non del 2% come inizialmente annunciato. Con un’operazione inversa rispetto al 2017, quindi, si riporta l’aliquota dal 24% al 27%.

Anche il carburante subirà dei bruschi rincari tra il 2021 e il 2024 con una modifica delle clausole di salvaguardia sulle accise. Questo cambiamento potrebbe portare maggiori introiti nella casse dello Stato: 868 milioni per il 2021, 732 milioni di euro per il 2022, 1.5 miliardi per il 2023 e 1.2 miliardi dal 2024.

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Ires al 27%: ecco quali servizi colpiti dalla Robin Tax

Queste le linee generali presentate da diversi emendamenti alla Manovra. Nello specifico tutto ciò come inciderà sulle tasche delle famiglie e dei contribuenti italiani? La risposta è rincari. Procedendo per ordine analizziamo un’imposta alla volta e cerchiamo di capire meglio come potrebbe ritorcersi sulle vostre finanze.

La più ostica al momento appare l’Ires. Se è una tassa per i concessionari pubblici perché potrebbe incidere sui bilanci degli italiani? Prima di rispondere è bene capire verso quali aziende sarà operato questo aumento di aliquota dal 24% al 27%:

  • concessionari di autostrade
  • aeroporti
  • porti
  • ferrovie
  • telecomunicazioni
  • elettricità
  • acque minerali

Unici esclusi sono i concessionari di piattaforme petrolifere e i balneari. La probabilità che questi operatori si prendano l’onere di pagare di tasca propria tutti i costi comportati dalla nuova tassazione è nulla. È lecito quindi attendersi degli aumenti nelle bollette e nei prezzi dei sevizi gestiti da questi soggetti.

La Robin Tax in cifre

Il provvedimento è stato definito una Robin Tax e dovrebbe comportare un gettito ancora da stimare con precisione: le prime ipotesi delle relazioni tecniche ipotizzano 647 milioni circa nel 2020 e quasi 370 milioni nel 2021 e nel 2022. Restano però dei dati provvisori.

Gli emendamenti presentati comunque valgono nel complesso 1.7 miliardi. Questa correzione dovrebbe andare a sostenere il fondo affitti e per implementare le azioni mirate alla riduzione dei fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. I contributi raccolti con i rincari e gli aggiustamenti dovrebbero ad esempio servire come base per il fondo erogato dallo Stato, attraverso i comuni, per aiutare le famiglie “vittime di morosità incolpevole”. Altro settore in cui saranno spese le entrate raccolte da questi aumenti di imposta sarà quelle delle infrastrutture.

Plastic tax ridotta del 70%

Un taglio deciso invece è quello che si sta profilando per la plastic tax, si parla di una riduzione del 70% dell’imposta prevista. In pratica rispetto al testo originale è stato proposto un dimezzamento del prelievo su ogni chilo di plastica, da 1 euro a 0.50 euro. Inoltre, si parla di escludere da questa tassa i dispositivi medici e gli involucri dei medicinali o dei preparati medicali.

Un’operazione che vale una riduzione di quasi 767 milioni di euro in manovra. Il gettito inizialmente conteggiato grazie alla plastic tax era di 1.1 miliardi di euro. E Italia Viva non è ancora soddisfatta di questo alleggerimento, il partito di Renzi chiede la cancellazione di questa imposta e anche di quella sullo zucchero.

Come funzionerà la tassa per auto aziendali

Altra azione che sarà meno incisiva del previsto è quella del prelievo fiscale sulle auto aziendali. In questo caso ci sarà una revisione che porterà ad un alleggerimento degli introiti per 330 milioni di euro nel 2020. L’emendamento presentato posticipa l’entrata in vigore dei nuovi regolamenti a giugno 2020 e propone che la tassa sia applicata sole alle nuove immatricolazioni.

In pratica sono previste 4 fasce di imposta collegate al grado di inquinamento del veicolo:

  • 25% sulle auto con emissioni CO2 inferiori a 60 g/km
  • sale al 30% per le vetture con emissioni tra 60 g/km e fino a 160 g/km
  • da 160 g/km e sino a 190 g/km l’imposta cresce fino al 40% nel 2020 e al 50% dal 2021
  • da 190 g/km in su sarà del 50% nel 2020 e del 60% nel 2021

Per i motociclisti invece a quanto pare salterà la detrazione per l’acquisto di airbag per la propria due ruote.

Stangata sul carburante dal 2021

Se da un lato si sottrae da qualche altra parte di deve aumentare però. Oltre che l’Ires è previsto anche un aumento delle accise sul carburante. La stangata su diesel e benzina potrebbe arrivare, quasi sicuramente arriverà, nel 2021. Una delle modifiche alla Legge di bilancio presentata infatti propone un aumento importante delle imposte fino al 2024.

Nella prima versione della manovra erano previste accise pari a 50 milioni nel 2021 e da 300 milioni tra il 2022 e il 2024. Con l’emendamento salgono fino a 918 milioni di euro nel 2021, per passare poi a 1.032 milioni nel 2022 e a 1.822 milioni nel 2023, per finire a 1.543 nel 2024. Anche qui le cifre riportate non sono ancora unanimi, ma l’intervento avrà di certo delle ricadute pesanti sui contribuenti.

Che fine farà l’rc auto familiare?

Altra brutta notizia all’orizzonte è l’ipotesi di revisione dell’Rc auto familiare, un provvedimento contenuto nel decreto fiscale che dovrebbe consentire di estendere la migliore classe di merito/premio tra quelle possedute dei membri della famiglia a tutti i veicoli del nucleo.

L’Ania all’annuncio della possibile introduzione di questa rc auto familiare aveva esposto diversi dubbi e si era detta convinta che un provvedimento del genere avrebbe portato un aumento generalizzato delle polizze. La discussione in questo caso è comunque rimandata al passaggio del documento alla Camera.

Anche rispetto agli altri emendamenti presentati non sono mancate le reazioni negative, soprattutto da parte dei concessionari di servizi pubblici. Uno su tutti l’Assaeroporti ha fatto sentire la sua voce all’indomani della notizia della maggiorazione dell’aliquota. Il direttore generale dell’associazione, Valentina Lener, ha dichiarato: “Siamo fortemente preoccupati da una proposta che, lungi dall’arrecare benefici al settore del trasporto aereo, non potrà che rallentare gli ingenti investimenti necessari per l’adeguamento e l’ammodernamento infrastrutturale del comparto, contribuendo a rendere sempre meno competitivo il sistema aeroportuale nazionale”.

Il 12 la discussione in Senato

Una perdita di competitività e una necessità di rincari delle tariffe è ciò che a grandi linee hanno prospettato tutti i gruppi dei settori colpiti dal +3% dell’Ires. Aumenti che saranno pagati dalle famiglie. Tutto è ancora da stabilire. La discussione degli emendamenti approderà nell’Aula del Senato forse il 12 Dicembre e a quel punto non resteranno che 19 giorni prima che scatti l’incubo dell’esercizio provvisorio. Una volta votata la fiducia sul pacchetto del maxi emendamento da 1.7 miliardi di euro di correzioni al Senato è probabile, anzi quasi certo che non ci sia tempo sufficiente per una terza lettura da parte della Camera.