

È capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di ritrovarsi a prelevare denaro presso una banca diversa da quella che ha emesso le proprie carte di debito o di credito. Ci sono alcuni istituti di credito che non prevedono il pagamento di una commissione nel caso indicato, mentre ce ne sono altri per i quali sono previste le cosiddette commissioni interbancarie.
Qual è la cifra da pagare a seconda della banca di riferimento o del circuito della carta di credito? Esiste una direttiva che gestisce e determina i costi delle commissioni interbancarie? In questa guida potrai trovare le informazioni sui costi di commissione interbancari, l’iter che ha portato le commissioni citate ai livelli attuali e il dettaglio dei prezzi previsti da alcuni degli istituti di credito maggiormente diffusi in Italia.
Con il termine commissioni interbancarie (interchange fees) si indicano gli importi scambiati fra due banche che aderiscono allo stesso circuito di pagamento in tutti i casi nei quali si verifica un prelievo o un pagamento in Circolarità: in altri termini, quando l’ATM utilizzato per prelevare o il POS adoperato per pagare sono gestiti da una banca diversa rispetto a quella che ha emesso la propria carta.
Confronta le carte di creditoVaiLe commissioni interbancarie non vengono quindi stabilite dal circuito di pagamento della propria carta, ma dipendono dalle singole banche. Tuttavia, è proprio l’appartenenza allo stesso circuito di pagamento che rende possibile prelevare contanti anche presso l’ATM di una banca che non è la propria. Come funziona dunque il costo delle commissioni interbancarie?
Le commissioni interbancarie applicate dai singoli istituti di credito non possono avere un valore arbitrario. Ci sono dei tetti massimi da rispettare in base a quanto previsto a livello comunitario, che corrispondono:
A conti fatti, si tratta solitamente di una commissione di 2 euro circa, sia nel caso nelle carte di debito sia nel caso di prelievi presso altre banche effettuati con carta di credito.
La Direttiva 2015/2366 ha portato, a partire dal 2015, alla riduzione non solo delle commissioni sui prelievi con carta di debito presso gli sportelli ATM, ma anche al taglio delle commissioni bancarie sui pagamenti elettronici effettuati con carta di credito o con bancomat.
La riduzione delle commissioni sui pagamenti elettronici si lega alla strategia, messa in atto a livello europeo e fortemente perseguita in Italia, che ha come obiettivo principale quello di incentivare in tutti i modi il ricorso alla moneta elettronica a scapito del contante. Tale meccanismo fa parte di un progetto più grande di lotta all’evasione fiscale, che potrebbe già avere i primi effetti positivi a partire dal 2020.
In relazione alla Direttiva 2015/2366, la riduzione delle commissioni interbancarie ha riguardato anche i pagamenti con POS obbligatorio. Tale cambiamento, pubblicato in Italia sulla Gazzetta Ufficiale n. 10 del 13 gennaio 2018 e in vigore dallo stesso giorno, prevede, considerata l’obbligatorietà del POS, la determinazione di sanzioni per i negozianti che si dovessero rifiutare di accattare il POS per i pagamenti con carta di debito o carta prepagata.
Fino a oggi, nonostante le sanzioni siano legittime, non sono mai stati applicate nel concreto: questo è uno dei motivi che ha spinto commercianti e professionisti a rifiutare negli anni l’uso del POS. L’obiettivo del decreto italiano è quello di rendere i pagamenti digitali più trasparenti, riducendo i costi a carico degli operatori e, di conseguenza, anche degli utenti finali, con l’idea di portare a un utilizzo sempre meno massiccio del contante.
Con il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, che si pone come strumento per garantire una maggiore sicurezza e competitività dei pagamenti elettronici e per andare incontro sia alle esigenze degli esercenti sia a quelle dei consumatori:
I cambiamenti relativi ai costi delle commissioni interbancarie non hanno portato a modifiche per quanto riguarda il metodo di pagamento dei costi delle commissioni sui prelievi presso altre banche e sull’uso di carte di debito e di credito per i pagamenti diretti: questi ultimi vengono infatti addebitati (come di consueto) direttamente sul conto corrente associato al bancomat o alla carta di credito, e possono essere verificati anche in tempo reale se si chiede un estratto conto alla propria banca.
Qualche novità interessante ha investito invece il cosiddetto surcharge, che consisteva nella possibilità da parte delle aziende di stabilire un prezzo diverso – maggiore o minore – a seconda che i pagamenti avvenissero con carta di debito o con carta di credito. Uno dei casi più frequenti fra quelli che si verificavano in passato è quello delle compagnie aeree. La legge ha però introdotto il tassativo divieto di applicare un sovrapprezzo sulla base del tipo di pagamento utilizzato.
L’ultima possibilità aggiuntiva che il decreto ha portato con sé di recente è quella che riguarda i micro-pagamenti, ovvero tutti i pagamenti effettuati con bancomat o carta di credito per importi inferiori o pari a 5 euro. Per queste cifre sono, nella pratica, previsti costi di commissione più ridotti: si tratta di un ulteriore stratagemma ideato per portare i consumatori a servirsi con maggiore frequenza dei pagamenti elettronici.
Confronta le carte di creditoVaiRicapitolando, come regola generale vale il principio per il quale quando si preleva contante presso il proprio istituito di credito non si pagano costi extra, mentre quando si esegue la medesima operazione presso un’altra banca sono previsti costi di commissione variabili, che devono rispettare i tetti massimi previsti dalla normativa vigente.
Una domanda legittima a questo punto è la seguente: esistono conti correnti che non prevedono il pagamento dei costi di prelievo presso l’ATM di un’altra banca? La risposta è sì: in genere si tratta delle banche online che stanno prendendo sempre più piede negli ultimi anni. Di seguito è stato riportato il dettaglio relativo ad alcuni istituti di credito moderni, che sebbene mantengano gli stessi servizi delle banche tradizionali, spiccano per il canone zero e i costi ridotti delle operazioni rese disponibili ai clienti.
È stata evidenziata l’esistenza di un importo massimo dei costi delle commissioni interbancarie applicabile dalle singole banche sulle carte di debito e di credito. Nella pratica, tali importi variano in relazione a quelle che sono le condizioni del conto corrente e del tipo di carta collegata al conto, la quale potrebbe essere, per esempio, associata unicamente al circuito PagoBancomat o al circuito internazionale.
Riportiamo di seguito a quanto ammontano i costi di commissioni presso l’ATM di altre banche dei seguenti istituti bancari:
Dal confronto in tabella si evince che le banche online sono quelle che nella maggior parte dei casi consentono prelievi gratuiti, che invece sono di solito assenti se si prendono in considerazione istituti di credito convenzionali.
Illimity | Widiba | Webank | N26 | Crédit Agricole | Tinaba | Hype | Revolut | |
Costo commissioni interbancarie per prelievo presso un’altra banca | Gratuito | Gratuito | Gratuito | I primi 5 prelievi di ogni mese sono gratuiti, poi hanno un costo di 2 euro. | I primi 24 sono gratis, poi hanno un costo di 2,10 euro per singola operazione | 2 euro | Gratuito | Gratuito |
Un confronto fra alcuni istituti di credito I costi di commissione sui prelievi applicati dai vari istituti di credito possono variare anche nel caso di prelievo allo sportello o qualora ci si ritrovasse in un Paese straniero. È stato riportato un quadro riassuntivo delle condizioni economiche previste da alcune banche che operano sul territorio italiano che ha messo in luce: quanto costa in media prelevare allo sportello; quanto costa un prelievo in zona Ue (nei Paesi con valuta diversa sono infatti previste commissioni specifiche per il cambio).
Widiba | Webank | Crédit Agricole | Tinaba | Hype | Revolut | |
Costo prelievo allo sportello | 3 euro | Gratuito | Gratuito | 2 euro | Gratuito | Gratuito |
Costo prelievo all’estero (zona Ue) | 2 euro | Gratuito | 2,10 euro | 2 euro | Gratuito | Gratuito |