Uno dei casi più noti di sanzioni comminate agli operatori di telefonia fissa negli ultimi anni riguarda il passaggio, dal 2017 al 2018, alla fatturazione ogni 28 giorni – cioè ogni quattro settimane – dalla fatturazione mensile, mantenendo lo stesso canone per i vari contratti, come modifica unilaterale da parte delle compagnie telefoniche.
In altre parole, chi fino a quel momento doveva pagare le consuete 12 bollette all’anno con questa modifica si trovava a doverne pagare 13 (visto che le settimane in un anno sono 52, per un totale di tredici bollette da quattro settimane): una vera e propria mensilità in più a tutto svantaggio del consumatore e che permetteva agli operatori di intascare l’8,6% in più ogni anno, per un totale che è stato calcolato nella misura di 13 miliardi di euro, e che per questo è stata ironicamente definita “tredicesima telefonica”. Uno dopo l’altro, quasi tutti gli operatori di telefonia hanno adottato questo nuovo metodo di fatturazione, finché non è intervenuta l’Autorità garante, l’AGCOM, per sanzionare questo comportamento, dichiarato illegittimo.
Con delibera n. 121 del 15 marzo 2017, quindi, l’AGCOM ha imposto agli operatori di telefonia di tornare entro il 23 giugno 2017 alla fatturazione mensile. Diverse società non hanno ottemperato (come si è detto, le bollette da 28 giorni sono andate avanti fino al 2018) e si sono viste recapitare sanzioni nell’ordine delle decine di milioni di euro, che hanno portato a loro volta a una lunga battaglia legale con tanto di ricorsi al TAR del Lazio. Non solo: l’AGCOM ha anche imposto lo storno delle somme sottratte dai giorni erosi e quindi il rimborso automatico per tutti i clienti che hanno subito la fatturazione a 28 giorni.
Purtroppo, al di là delle buone intenzioni, non si è verificato un concreto rimborso di quanto illegittimamente preteso dagli operatori telefonici, e sono ancora una piccola percentuale gli italiani che si sono visti riaccreditare il dovuto. In teoria dovrebbero essere gli stessi operatori a fare il primo passo, ma nella pratica sono gli utenti a doversi rivolgere a chi forniva loro il servizio nel periodo incriminato, con modalità diverse. Vediamo quali.
Il diritto al rimborso delle bollette a 28 giorni spetta a tutti coloro che hanno pagato una fattura a quattro settimane per i servizi di telefonia fissa nel periodo tra il 23 giugno 2017 e il 5 aprile 2018, con uno qualsiasi dei principali operatori. La somma può variare tra i 30 e i 50 euro circa, a seconda del tipo di contratto sottoscritto.
Le modalità per richiedere un rimborso per le bollette di 28 giorni cambiano da operatore a operatore; in fondo all’articolo possiamo vedere le varie procedure da seguire, facendo notare da subito che, nella maggior parte dei casi, l’utente si troverà di fronte a una scelta, ovvero richiedere il rimborso (anche sotto forma di storno in fattura) oppure accettare delle proposte alternative degli operatori stessi, come l’accesso gratuito per un certo numero di mesi a servizi che altrimenti avrebbero un costo, gigabyte gratuiti per la telefonia mobile se si ha lo stesso operatore anche per lo smartphone o sconti per l’acquisto di telefoni.
In genere, la procedura di richiesta, una volta effettuata la propria scelta sulle modalità di rimborso, è piuttosto semplice, e implica l’accesso all’area privata del proprio account sul sito dell’operatore di riferimento e la compilazione di un modulo da inviare per via digitale. In questa tabella anticipiamo le scelte dei diversi operatori per il rimborso:
Operatore |
Modalità di rimborso |
Offerta |
TIM |
Accesso all’area MyTIM |
Rimborso o accesso gratis per sei mesi ad alcuni servizi |
Vodafone |
Compilazione di modulo libero o chiamata |
Rimborso |
Fastweb |
Accesso all’area MyFastweb |
Rimborso od offerte promozionali (giga gratuiti) |
WindTre |
Accesso all’area clienti WindTre |
Rimborso od offerte di partner selezionati, sconti su smartphone, giga gratuiti |
Oltre alle modalità stabilite dagli operatori è possibile anche rivolgersi all’Adiconsum, l’Associazione Difesa Consumatori e Ambiente, che ha messo a disposizione un modulo da compilare con cui richiedere il rimborso diretto alla compagnia telefonica, che la compagnia stessa è tenuta a erogare. Adiconsum si occupa di operare per ogni singolo cliente raccogliendo le domande e inviandole agli operatori due volte al mese (il 15 e il 30 di ogni mese) per sveltire le operazioni di rimborso. Il servizio è gratuito ed è riservato esclusivamente a coloro che sono attualmente titolari di un contratto di abbonamento per telefonia fissa e convergenti (telefono fisso + telefono mobile) con lo stesso operatore.
Veramente cortesi e disponibili . Consigli disinteressati e precisi . Veramente un ot...
Giuseppe