- Come funziona e in quali casi si può procedere con il “blocco” del conto bancario
- In quali circostanze e quanto può essere pignorato dello stipendio o della pensione
- Come trovare il conto corrente più vantaggioso di maggio 2023
Una banca può procedere a bloccare il conto corrente di un debitore oppure può prelevare un quinto dello stipendio o della pensione per ripianare i debiti. Per saperne di più su regole e limiti del pignoramento c’è SOStariffe.it, che consente anche di trovare i conti correnti più convenienti di maggio 2023.
Il pignoramento del conto corrente, oppure di un quinto dello stipendio o della pensione, è una procedura utilizzata da un creditore nei confronti di un debitore per ottenere il pagamento della somma dovuta. Una procedura con un iter che prevede una serie di passaggi, compresa l’autorizzazione del Tribunale.
Differente, invece, il caso dei debiti che si possono avere nei confronti del Fisco: in questo caso l’Agenzia delle Entrate non ha bisogno del via libera di un giudice per procedere con il pignoramento di un conto corrente o con il prelievo di un quinto di stipendio o pensione.
Ma non è escluso che queste norme possano diventare ancor più stringenti con la riforma fiscale che dovrebbe entrare in vigore nel 2024. Infatti, il governo vorrebbe imporre una stretta maggiore sui pagamenti riducendo i tempi di riscossione da parte dell’Erario per multe, sanzioni e cartelle esattoriali, con la conseguenza che, il cittadino che persisterà nel non pagarle, si vedrà avviare la procedura di pignoramento in tempi più rapidi rispetto al passato.
| TRE TIPOLOGIE DI PIGNORAMENTO | |
| 1 |
Immobiliare e si esegue su:
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Mobiliare e ha per oggetto i beni mobili:
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Presso terzi e riguarda crediti o beni del debitore che sono nella disponibilità di terzi:
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Le tipologie di pignoramento previste dalla legge italiana si eseguono su tre tipologie di beni: immobili, mobili e presso terzi. Per quanto riguarda il pignoramento del conto corrente, esso rientra nella casistica del pignoramento “presso terzi”, al pari del pignoramento dello stipendio o della pensione.
Va tenuto presente, però, che la Corte di Cassazione ha stabilito che il blocco e prelievo di soldi da un conto corrente per essere legittimi e, quindi, eseguibili devono spiegare il maniera precisa la ratio del pignoramento, altrimenti sono illegittimi e non eseguibili.
Ma quali sono i limiti sul pignoramento nel 2023? Sulla base dei limiti in vigore, il pignoramento deve garantire al debitore un tenore di vita che ne permetta la sussistenza, cioè rispetti il cosiddetto “minimo vitale” mensile che ammonta al doppio dell’assegno sociale, cioè 1.006,54 euro, dato che nel 2023 è stato stabilito che l’assegno sociale sia pari a 503,27 euro per 13 mensilità.
Sulla base dell’importo dell’assegno sociale è poi fissato anche il limite massimo di pignorabilità su stipendio o pensione già accreditati su un conto corrente. Secondo le norme vigenti, il pignoramento si applica soltanto per le somme sul conto che eccedano la cifra di 1.509,81 euro, cioè l’ammontare dell’assegno sociale moltiplicato per tre.
Il pignoramento di un conto corrente (o anche pignoramento verso terzi) di un debitore è l’atto finale di una procedura giudiziaria avviata da un creditore. L’atto di pignoramento è notificato dall’ufficiale giudiziario a una banca (insieme al titolo esecutivo e all’atto di precetto notificati dal creditore) e contiene un’intimazione affinché il debitore non sottragga i beni pignorati e i frutti della garanzia del credito.
Quando una banca riceve un atto di pignoramento, è autorizzata:
Il blocco del conto corrente da parte della banca rimarrà in vigore finché il debitore non è riuscito a saldare il proprio debito. Nel caso di conto corrente cointestato, il pignoramento si applica soltanto sulla metà del saldo.
C’è da osservare che, invece, non c’è intervento del Tribunale per i debiti verso il Fisco: infatti l’Agenzia delle Entrate può pignorare direttamente il conto corrente del debitore. E può procedere in tal senso già dopo la mancata risposta alla prima intimazione di pagamento (o avviso di accertamento).
Nel caso di insolvenza da parte di un debitore, per un creditore è possibile procedere anche con il pignoramento dello stipendio o della pensione sulla base dei seguenti limiti stabiliti dalla normativa in vigore nel 2023. Nel dettaglio:
Il Codice di procedura civile stabilisce invece che non possono essere pignorati crediti aventi per oggetto sussidi di grazia o di sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri. E ancora: sussidi dovuti per maternità, malattie o funerali da casse di assicurazione, da enti di assistenza o da istituti di beneficenza.
Inoltre, tanto per lo stipendio quanto per la pensione occorre sempre salvaguardare il “minimo vitale” fissato per legge in 1.000 euro al mese.
Nel caso in cui il creditore sia l’Agenzia delle Entrate, la procedura di pignoramento dello stipendio o della pensione deve rispettare i seguenti limiti:
Chiariti quali siano i limiti vigenti per il pignoramento del conto bancario, c’è da notare che i risparmiatori continuano la ricerca di un conto corrente zero spese, che permetta di abbattere le spese fisse di gestione e le commissioni.
A differenza dei conti tradizionali aperti in una filiale, i conti online sono quelli che consentono di ridurre le spese bancarie. Un conto 100% digitale ha spesso un canone annuale gratuito, quantomeno per il primo anno, oppure il canone è molto basso. Inoltre, a questi conti sono solitamente associati sconti e promozioni per azzerare il canone stesso.
C’è poi da sottolineare che i conti online non prevedono il pagamento di un canone annuo per la carta di debito, né quasi mai un costo per la sua emissione. In secondo luogo, non applicano commissioni per le principali operazioni: per esempio, per il bonifico ordinario online in area SEPA.
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