Crescono le rinnovabili in Italia nel 2024, ma le bollette luce e gas sono sempre troppo alte per le famiglie da nord a sud della Penisola. Eppure, a partire dall’anno prossimo, questo stallo potrebbe essere superato anche grazie all’ormai imminente cambio di rotta che interesserà il mercato energetico di casa nostra. Dal 1° gennaio 2025, infatti, scatterà il graduale “addio” al PUN (Prezzo Unico Nazionale) e l’applicazione di tariffe zonali dell’energia elettrica all’ingrosso.
Il risultato? “In sostanza, le Regioni che avranno più fonti rinnovabili e meno centrali fossili godranno, come è giusto, di bollette più basse”, assicura Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, l’associazione no profit in prima linea nella riduzione delle emissioni di gas serra. Silvestrini è stato intervistato da greenreport.it, il quotidiano online di approfondimento sulle tematiche ambientali.
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Bollette luce e gas più basse per effetto rinnovabili? Novità a settembre 2024
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LE DOMANDE |
LE RISPOSTE |
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Cosa si intende per PUN? |
È acronimo di Prezzo Unico Nazionale |
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In che cosa consiste il PUN? |
È l’indice di riferimento per la compravendita dell’energia elettrica all’ingrosso sul mercato della Borsa Elettrica Italiana |
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Che effetto ha il PUN per i clienti finali? |
Questo indice è utilizzato dai fornitori energetici da nord a sud della Penisola per calcolare il costo kWh in bolletta per i clienti finali |
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Come cambierà il PUN? |
Dall’1/01/2025, scatterà il graduale superamento del PUN e l’adozione di tariffe dell’energia elettrica zonali, che terranno conto anche della diffusione delle rinnovabili in quella determinata area |
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Quale sarà il beneficio per i clienti finali? |
Nelle aree del Paese dove le fonti green sono al galoppo, le bollette luce e gas sono destinate ad essere più leggere |
Come precisato da Silvestrini nell’intervista pubblicata su greenreport.it, dal 1° gennaio 2025 “il sistema tariffario dell’energia elettrica in Italia vedrà progressivamente l’eliminazione del PUN (Prezzo Unico Nazionale) per passare alla adozione di tariffe zonali, che saranno determinate in base alle specifiche dinamiche di produzione”.
Il PUN, lo ricordiamo, è quanto si paga all’ingrosso per l’energia elettrica sul mercato della Borsa Elettrica Italiana. Questo indice nazionale, introdotto nell’aprile 2004, è diventato un parametro chiave non solo per la regolazione del mercato all’ingrosso in Italia, ma anche per la determinazione del costo dell’energia applicato in bolletta ai clienti finali.
Dal 1° gennaio 2025, il GME (Gestore dei Mercati Energetici) pubblicherà un prezzo di riferimento (il PUN Index GME) calcolato, in maniera del tutto analoga all’odierno PUN, come media dei prezzi zonali ponderata per le quantità acquistate in ciascuna zona di mercato.
Questo significa che, con tale nuovo meccanismo, i prezzi dell’energia elettrica rifletteranno meglio le dinamiche locali di produzione, distribuzione e consumo, anche sulla scia del crescente peso delle fonti rinnovabili nel mix energetico del nostro Paese. La conseguenza è che, come confermato dal direttore scientifico del Kyoto Club, “le Regioni che avranno più fonti rinnovabili e meno centrali fossili godranno, come è giusto, di bollette più basse”.
Tuttavia, c’è da rilevare che è prevista una fase di transizione (fino al 31 dicembre 2025) durante la quale sarà attivo un meccanismo di perequazione definito da ARERA (Autorità di regolazione per Energia, Reti e Ambiente), a compensazione dell’eventuale differenziale tra il prezzo zonale e il prezzo di riferimento calcolato da GME, coprendo così eventuali differenze di prezzo che potrebbero penalizzare alcune categorie di consumatori.
Secondo le previsioni degli analisti del comparto, durante questa fase transitoria, l’impatto del superamento del PUN a favore di tariffe zonali potrebbe però non essere così evidente e non tradursi immediatamente in una riduzione delle bollette luce e gas per i clienti finali.