- La Commissione europea ha fissato il traguardo del 100% di copertura in 5G entro il 2030
- Analysys Mason ritiene che l'obiettivo non solo sia difficilmente raggiungibile ma potrebbe essere inutile
Gli analisti affermano che gli obiettivi 5G fissati dalla Commissione europea non solo sono difficili da raggiungere ma potrebbero essere anche non necessari. Scopri le ultimi dati sulla copertura in 5G
Stando a un report di Analysys Mason raggiungere gli obiettivi 5G previsti dall’Unione Europea, ovvero il 100% della copertura della popolazione entro , non solo è un piano impossibile da mettere in atto ma per certi versi anche inutile, in quanto il 4G da solo è già in grado di soddisfare la domanda di connettività della maggior parte degli utenti.
Non solo, gli investimenti nel 5G dati gli elevati costi che caratterizzano questa tecnologia toglierebbero risorse preziose al setto delle telecomunicazioni, che dovrebbero invece essere diretti verso il cloud e la virtualizzazione delle reti.
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Raggiungere in 5G l’intera popolazione europea è un obiettivo certamente desiderabile da un punto di vista politico ma è anche molto impegnativo dal lato economico. Se per banda ultralarga si intende l’uso dello spettro 3.4–3.8GHz, i costi per la realizzazione delle infrastrutture, in particolare se si parla di sistemi avanzati come le antenne Mimo, sono certamente molto elevati.
Il passaggio dal 5G Nsa (Non Stand Alone) al 5G SA (Stand Alone) assicurerebbe connessioni più stabili e una migliore gestione del traffico ma stando al report di Analysys Mason sarebbe opportuno considerare la domanda dei consumatori. L’adozione della tecnologia che utilizza in modo esclusivo la banda destinata al 5G, quindi senza appoggiarsi al 4G a seconda delle necessità , potrebbe essere limitata o ritardata senza che ci siano effettivamente dei benefici.
Andrebbe anche considerata la complessità nella realizzazione di soluzioni complete che frena l’adozione del 5G SA a livello industriale. Dell’Oro Group nel suo ultimo report sul 5G SA sottolinea come “nel 2024 sono state lanciate solo otto nuove reti 5G SA eMbb, portando il totale a una stima di 61 lanciate da Mno, in 34 Paesi“.
Gli obiettivi fissati della Commissione europea per rendere il Vecchio Continente il più connesso al mondo sarebbero quindi fin troppo ambiziosi “ma la realtà – si legge nel report – dimostra che questo percorso richiede un’analisi più critica e realistica delle vere esigenze infrastrutturali“. Le definizioni di “alta velocità ” e “performance” del 5G utilizzate dalla Commissione europea sarebbero fin troppo ambigue e questo rischia di dirigere i capitali verso la copertura di aree popolate invece di destinarli allo sviluppo di una connettività di alta qualità in senso più generale.
La politica quindi dovrebbe allineare gli obiettivi 5G con le vere necessità degli utenti, garantendo un approccio più flessibile che includa tecnologie alternative per le aree più remote e modelli di finanziamento innovativi. In questo senso non è un caso che sia aumentato l’interesse verso il 5G NTN (Non-Terrestrial Network) che integra le reti terresti con costellazioni di satelliti in orbita bassa.
Connect Europe, associazione precedentemente conosciuta come ETNO che rappresenta i principali fornitori di servizi di comunicazione in Europa, ha rilasciato un suo report basato sui dati di Analysys Mason in cui si afferma la necessità di una sovranità tecnologica dell’Unione Europea e si sottolinea l’importanza del 5G come fattore di crescita del settore delle telecomunicazioni.
Detto questo, però, l’Europa sicuramente ha fatto grandi progressi in alcune aree ma resta indietro rispetto ad altri Paesi nel mondo. Il 5G SA alla fine del 2024 ha raggiunto una copertura di solo il 40% rispetto al 91% del Nord America e il 45% dell’Asia Pacifica. La banda ultralarga raggiunge poi l’83,5% dei cittadini europei contro il 99% della Cina, il 97% della Corea del Sud, il 90,3% degli USA e il 93,9% del Giappone.
Connect Europe quindi ribadisce l’importanza di maggiori investimenti ma questi nel 2023 sono diminuiti del 2%, scendendo a 57,9 miliardi di euro rispetto ai 59,1 miliardi del 2023.
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