TIM avvia la rivoluzione: parte lo spegnimento della rete in rame

TIM ha annunciato l'avvio dello switch off della rete in rame. A partire dal 25 maggio, infatti, prenderà il via un programma che porterà alla progressiva dismissione della rete in rame, con l'obiettivo di migrare i clienti finali verso connessioni in banda ultralarga. Vediamo i dettagli completi in merito a quanto annunciato oggi da TIM.

In 30 sec.
Prende il via lo spegnimento della rete in rame di TIM:
  • si parte il 25 maggio
  • l'obiettivo è dismettere il 60% delle centrali in rame
  • le linee attive sulla rete in rame passeranno alla rete di nuova generazione di TIM (in fibra o in fibra mista)
TIM avvia la rivoluzione: parte lo spegnimento della rete in rame

Il processo di dismissione della rete in rame di TIM prende il via il 25 maggio. L’operatore ha annunciato oggi i piani del programma di switch off che rappresenta una vera e propria rivoluzione per l’infrastruttura italiana. L’obiettivo è incentivare e sostenere la diffusione della banda ultra-larga, con la migrazione dei clienti verso tecnologie di connessione più moderne.

Parte lo switch off della rete in rame di TIM

La partenza del processo di dismissione riguarda 62 centrali interamente in rame. Si tratta, però, solo di un primo passo. Lo spegnimento delle prime centrali, a partire dal 25 maggio, sarà seguito da un programma molto più ampio e articolato che porterà allo spegnimento di oltre 6.700 centrali su un totale di 10.500 esistenti e attive oggi. In totale, quindi, il programma di switch off di TIM coinvolgerà circa il 60% dell’infrastruttura in rame e si concluderà entro il 2028.

Le prime 62 centrali sono collocate in 54 comuni, distribuiti in 11 regioni italiane (Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto). Le linee attive su queste centrali saranno spostate sulla rete di nuova generazione di TIM, realizzata interamente in fibra ottica oppure in parte in fibra ottica (in questo caso, si parla di reti in fibra mista rame oppure radio).

È interessante sottolineare come lo switch off avrà un doppio effetto:

  • I clienti che passeranno alla rete di nuova generazione registreranno un notevole miglioramento delle prestazioni
  • la dismissione delle vecchie centrali in rame porterà alla riduzione dei consumi energetici di circa 450 mila MWh e minori emissioni di CO2 per 209.600.000 kg

Come sottolineato da TIM nel suo comunicato ufficiale, l’intera procedura è già stata autorizzata da AGCOM.

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Le parole di TIM

A chiarire la posizione di TIM in merito alla dismissione della rete in rame è Elisabetta Romano, Chief Network Operations & Wholesale Officer di TIM. La manager sottolinea: “La migrazione dai servizi di accesso offerti sulla rete in rame a quelli disponibili sulla rete di nuova generazione segna l’avvio del processo di switch off, che interesserà oltre il 60% delle nostre centrali presenti sul territorio, localizzate prevalentemente in aree periferiche o comuni di piccole dimensioni”.

Per il prossimo futuro, Romano aggiunge: “Per poter dismettere un numero così consistente di centrali diventa fondamentale il costante impegno alla realizzazione delle reti che utilizzano in tutto o in parte la fibra ottica ed all’innovazione delle piattaforme tecnologiche obsolete. Stiamo lavorando per accelerare il processo e creare le condizioni per spegnere un significativo numero di centrali già nei prossimi due anni”.

Davide Raia
Esperto in Telecomunicazioni, Energia e Assicurazioni
Nato e cresciuto a Napoli, è specializzato nella realizzazione di contenuti relativi a tariffe energia, telefoniche e assicurative grazie al suo background formativo in ambito giornalistico e al suo lavoro in collaborazione con diverse importanti realtà editoriali italiane, come Libero Tecnologia, Sicurauto.it, Virgilio.it, Tomshw.it, Clubalfa.it, Key4biz.it e Cinquecolonne.it. Collabora attivamente con SOStariffe.it dal 2015, occupandosi della stesura di testi per il sito aziendale e per aziende partner. Contribuisce alla realizzazione di indagini di mercato dell’Osservatorio SOStariffe.it