La fusione WindTre Iliad sta diventano sempre più concreta. Si parla infatti di colloqui preliminari per un accordo tra l’azienda francese e CK Hutchison, la multinazionale con sede ad Hong Kong che controlla WindTre. A rivelarlo è Reuters, che cita fonti vicine all’operazione. Il possibile accordo viene visto come l’ennesimo tentativo di consolidare il mercato italiano delle telecomunicazioni.
La fusione WindTre Iliad era già stata ipotizzata all’inizio del 2025. Un mercato con meno attori sul campo andrebbe a vantaggio di TIM, che dopo i rumors sull’operazione ha visto crescere del 5,8% le proprie azioni in Borsa.
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Fusione WindTre Iliad: lo scenario a novembre 2025
WindTre, stando ai dati dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), è attualmente il terzo operatore di telefonia mobile in Italia con una quota di mercato del 24%. Iliad segue al quarto posto con quasi l’11%. La telco francese nel dicembre del 2023, quando presentò la sua offerta per Vodafone Italia, poi acquisita da Swisscom per 8 miliardi di euro e quindi confluita in Fastweb, valutava le sue attività nel Belpaese a 4,45 miliardi di euro, compreso il debito e le efficienze post-fusione. La divisione italiana di Iliad avrebbe quindi un valore superiore a 3 miliardi di euro su base autonoma e secondo le fonti citate da Reuters, “l’accordo potrebbe essere strutturato come una joint venture”.
Un’altra possibilità, sempre secondo i rumors, vedrebbe WindTre acquisire la divisione italiana di Iliad e pagare il suo proprietario, Xavier Niel, con azioni della futura realtà che racchiuderà le attività europee di telecomunicazioni di CK Hutchison dopo la quotazione in Borsa. La multinazionale infatti a marzo ha avviato il processo di scorporo delle attività globali in questo settore dal valore stimato in 11-17 miliardi di euro.
In ogni caso, l’accordo per la fusione WindTre Iliad dovrà necessariamente incastrarsi nelle strategie che l’azienda francese ha adottato anche in passato. Gli investimenti devono generare vantaggi industriali e Iliad non intende accontentarsi di una posizione di minoranza.
Fusione WindTre Iliad: come cambierà il mercato delle telecomunicazioni in Italia
L’effetto di una possibile fusione WindTre Iliad avrebbe un impatto gigantesco sul mercato delle telecomunicazioni in Italia, uno dei Paesi europei dove la guerra dei prezzi è particolarmente intensa. Il numero degli operatori di telefonia mobile scenderebbe da quattro a tre con la nuova realtà nata dalla fusione WindTre Iliad al primo posto con una quota di mercato stimata del 36%. Al secondo posto avremmo Fastweb + Vodafone (30%), seguito da TIM (26,6%). L’operazione quindi, hanno precisato due insider a Reuters, sarebbe sottoposta a un “esame sia normativo che politico” proprio per le conseguenze sul settore delle telecomunicazioni.
WindTre e Iliad sono in realtà legati fino dal 2018. L’ingresso dell’operatore low cost francese nel mercato italiano era parte integrate delle misure volute dall’antitrust Ue per autorizzare la fusione di 3 Italia con Wind annunciata due anni prima. Le condizioni imposte dalla Commissione europea, nei fatti, hanno impedito la fusione WindTre Iliad almeno fino al 2026.
L’accordo per Iliad sarebbe l’occasione per consolidare ulteriormente la sua posizione nel mercato italiano dopo aver cercato invano di acquistare Vodafone Italia l’anno scorso e aver rinunciato lo scorso gennaio alla joint venture con TIM.
Fusione WindTre Iliad: l’analisi di Intermonte
La banca di investimento Intermonte nella sua analisi ritiene le indiscrezioni sulla fusione WindTre Iliad nel complesso positive, in particolare per TIM, il cui CEO Pietro Labriola si è espresso in più occasioni favorevolmente sulla possibilità di un mercato più consolidato. L’operatore italiano infatti potrebbe beneficiare passivamente dell’operazione ma senza assumersi rischi antitrust. Il deal inoltre favorirebbe una maggiore integrazione con Poste Italiane, oggi primo azionista della telco dopo l’acquisto delle quote di Vivendi, e in particolare il consolidamento per Poste Mobile.
L’accordo poi non porta con sé alcun rischio di concentrazione dello spettro delle frequenze. “A differenza di WindTre, – spiegano gli analisti di Intermonte – Iliad possiede spettro nella banda 700 MHz; inoltre, a livello tecnologico, le due società sono già partner nella joint venture Zefiro e hanno storiche e solide relazioni commerciali”.
Intermonte poi ritiene poco probabile che Iliad ceda le sue attività ma, anzi, vede l’operatore francese più nel ruolo di “venditore in un’eventuale combinazione con WindTre, poiché l’uscita dal mercato italiano (dove non genera cassa considerando anche i costi per lo spettro) libererebbe risorse da reinvestire in Francia, dove potrebbe acquisire parte degli asset di Sfr”.
Intermonte poi ricorda che Iliad è stata remedy taker nella fusione tra 3 Italia e Wind e quindi una eventuale operazione con WindTre richiedere un totale cambio di approccio da parte della Commissione Ue, che in questo contesto potrebbe privilegiare “misure correttive di natura comportamentale (garanzia di accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture) piuttosto che strutturale (cessione di spettro o asset a nuovi entranti”.
Infine, rispetto al possibile impatto della fusione WindTre Iliad sul mercato delle torri, Intermonte ritiene marginale l’esposizione di Inwit verso l’operatore low cost. Per Cellnex, invece, le conseguenze potrebbe essere molto più significative, in quanto il gruppo è da sempre esposto su entrambe le aziende: “Un eventuale deal ridurrebbe la dinamicità del mercato, dato il ruolo di Iliad come principale driver della nuova domanda di ospitalità, ma una maggiore solidità finanziaria post-fusione potrebbe favorire investimenti e ritorni più elevati, con benefici indiretti per le tower company nel lungo periodo”.
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