Rinnovi ogni 4 settimane: il blocco di AGCOM fu legittimo secondo l'UE

Una sentenza della Corte di Giustizia UE pone la parola fine alla questione dei rinnovi ogni 4 settimane, uno stratagemma utilizzato alcuni anni fa dagli operatori di telefonia mobile e fissa in Italia per introdurre un aumento generalizzato dei costi ai loro clienti. Il meccanismo venne bloccato, nel 2017, da una delibera AGCOM. Secondo il pronunciamento della Corte UE, arrivato in queste ore e riportato dall'associazione Movimento Consumatori che ha seguito il caso, la delibera AGCOM fu legittima e non violò alcuna normativa UE.

In 30 secondi

Il blocco della fatturazione ogni 4 settimane fu legittimo
  • Nel 2017 alcuni operatori di telefonia introdussero il meccanismo dei rinnovi ogni 4 settimane invece che ogni mese
  • AGCOM bloccò il provvedimento, obbligando a ripristinare la fatturazione mensile
  • Una sentenza della Corte UE conferma che il provvedimento di AGCOM non ha violato le norme comunitarie
Rinnovi ogni 4 settimane: il blocco di AGCOM fu legittimo secondo l'UE

Si chiude definitivamente la questione della fatturazione ogni 4 settimane (o 28 giorni) che alcuni anni fa rivoluzionò, per alcuni mesi, il mercato con l’abbandono dei rinnovi mensili e, di fatto, l’introduzione di una tredicesima mensilità nel corso dell’anno per le offerte Internet casa e le offerte di telefonia mobile. Secondo una sentenza della Corte di Giustizia UE, infatti, la delibera AGCOM che bloccò il provvedimento fu legittima. Ecco tutti i dettagli in merito alla questione:

La Corte UE conferma la legittimità del blocco della fatturazione ogni 4 settimane

3 COSE DA SAPERE SULLA FATTURAZIONE OGNI 4 SETTIMANE
1. Alcuni anni fa, diversi operatori introdussero il nuovo meccanismo di rinnovi ogni 4 settimane invece che ogni mese, senza adeguare il canone mensile
2. AGCOM bloccò il meccanismo costringendo gli operatori a ripristinare i rinnovi mensili
3. Oggi la Corte UE conferma la legittimità del provvedimento AGCOM

Lo stop alla fatturazione ogni 4 settimane fu legittimo e non violò le norme UE. La conferma arriva dalla Corte di Giustizia che non ha rilevato alcun elemento contro la decisione dell’AGCOM che, nel 2017, decise di bloccare l’introduzione del nuovo sistema di fatturazione che andava a sostituire il sistema mensile. Il provvedimento di AGCOM rispettò le regole comunitarie e, di fatto, ha messo la parola fine sulla questione, con tanto di imposizione dei rimborsi ai clienti.

Tutto risale ad alcuni anni fa quando alcuni operatori iniziarono ad introdurre il meccanismo dei rinnovi ogni 4 settimane, sia per le tariffe rivolte ai nuovi clienti che, tramite rimodulazione, per le tariffe dei già clienti. Rapidamente, il sistema venne adottato dalla maggior parte dei provider, sia nel settore di telefonia fissa che in quello di telefonia mobile. In poco tempo, il nuovo meccanismo di fatturazione divenne, per la maggioranza degli utenti, l’unica opzione disponibile.

Tale meccanismo, passando dal rinnovo ogni mese solare al rinnovo ogni 4 settimane, introduceva, di fatto, una mensilità extra nel corso dell’anno, trasformandosi in un vero e proprio rincaro generalizzato per gli utenti. Dopo una serie di polemiche, l’intervento di AGCOM ripristinò le condizioni precedenti per il mercato di telefonia, spingendo gli operatori a riportare la fatturazione su 4 settimane e a risarcire i propri clienti. Ora la sentenza UE chiude il cerchio, confermando la legittimità del provvedimento.

Paolo Fiorio, coordinatore del servizio legale nazionale di Movimento Consumatori, sottolinea: “La Corte di Giustizia ha ribadito la piena legittimità del divieto imposto dall’AGCOM nel 2017. Questa decisione, che si aggiunge ai precedenti del Tribunale di Milano, della Corte d’Appello di Milano sulle azioni collettivi di MC, a quelli del TAR, del Consiglio di Stato e della Cassazione a sezioni Unite, pone un punto fermo di non ritorno: le compagnie telefoniche devono restituire ai consumatori quanto indebitamente pagato in applicazione dei piani tariffari a 28 giorni. Si tratta di piccole somme per ogni consumatore, ma di milioni di euro risparmiati dalle compagnie”.