Rimborso 730 su conto corrente, quando arriva?

L'emergenza Covid ha modificato anche il calendario dei rimborsi 730. Ecco come funziona il modello per della dichiarazione dei redditi per ottenere un credito Irpef e le altre novità introdotte dal Decreto rilancio per la presentazione del 730

Rimborso 730 su conto corrente, quando arriva?

Lo slittamento delle comunicazioni delle dichiarazioni dei redditi per il 2020 ha portato alla modifica degli accrediti dei rimborsi del 730. Se è il primo anno in cui vi trovate a fronteggiare le scadenza fiscali e la compilazione dei modelli, ecco una guida con tutte le informazioni utili per orientarvi.

Anche chi ha già una certa dimestichezza però quest’anno potrebbe aver bisogno di una bussola, le novità introdotte dal Decreto Rilancio a Maggio 2020 sono infatti diverse. Innanzitutto sono stati fissati 5 slot temporali in cui è possibile presentare il modello per ottenere i rimborsi.

Come funziona il 730/2020

Procediamo per ordine. Il 730 è una comunicazione tra il cittadino e il Fisco in cui viene dichiarata la propria situazione di reddito come nucleo familiare. In questo modello vengono indicati i dati patrimoniali e reddituali di ogni componente che risulti a carico del capo famiglia.

Compilare questo documento permette di inserire le spese sostenute nell’anno per visite mediche, di lavori di ristrutturazione e di tutta una serie di costi che possono essere scaricati come detrazioni Irpef. Se nel conteggio finale dovesse risultare che le detrazioni cui ha diritto il contribuente sono maggiori delle imposte sarà riconosciuto un rimborso.

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è disponibile il modulo precompilato del 730, ci si può anche rivolgere ai CAF e agli uffici dei professionisti per un supporto nell’inserimento dei dati. Sono tenuti a presentare questa dichiarazione: i lavoratori dipendenti, gli autonomi occasionali, chi ha percepito redditi da terreni e fabbricati. In alcuni casi possono utilizzare il modello 730 anche i contribuenti con redditi di capitale.

Quando si ricevono i rimborsi fiscali

I rimborsi ottenuti con la compilazione del 730 vengono accreditati sui conti correnti degli utenti insieme allo stipendio o alla pensione. Il mese in cui venivano riconosciuti questi crediti storicamente è sempre stato quello di Luglio, anche perché era anche il termine per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi.

Date le modifiche fiscali introdotte quest’anno con vari decreti, per venire incontro alle difficoltà economiche di famiglie e lavoratori, anche le date dei rimborsi sono state cambiate. La data per l’invio del 730 è stata spostata dal 23 Luglio al 30 Settembre 2020. Oltre alla modifica per la ricezione dei modelli, il Decreto Rilancio ha anche dettato un nuovo calendario per l’accredito dei rimborsi per i contribuenti.

Con le novità imposte dal Governo, i rimborsi Irpef saranno accreditati a Luglio ma solo per chi ha inviato la documentazione del 730 a Maggio. Le altre scadenza prevedono la presentazione dei moduli tra il 16 Agosto e il 31 Agosto con rimborsi entro il 15 Settembre, tra il 1° Settembre e il 30 Settembre con invii a fine Settembre 2020.

Le altre date sono:

  • 31 Maggio con esito rimborsi al 15 Giugno
  • entro il 29 Giugno per le comunicazioni tra il 1° e il 20 Giugno
  • il 23 Luglio per gli invii dal 21 Giugno al 15 Luglio

I rimborsi saranno poi accreditati su conti correnti con il primo assegno pensionistico o nella prima busta paga successiva all’approvazione del modello del prospetto di liquidazione.

Il modello 730 non dà diritto solo ad un rimborso Irpef, i cittadini infatti possono avere ricevuto degli incentivi per sbaglio o aver detratto spese per cui non avevano diritto. In questi casi saranno i contribuenti a dover ripagare lo Stato, riceveranno una comunicazione con gli importi da restituire e dovranno provvedere al versamento.

Cosa si può detrarre con il 730

L’Agenzia delle Entrate riporta un preciso elenco delle spese che si possono inserire nel modello per ottenere le detrazioni e avere i rimborsi. Si possono scaricare i costi di: cure mediche, locazione, interessi passivi sul mutuo, contributi della previdenza, riscatto degli anni di laurea, tasse universitarie e scolastiche.

Si possono detratte i costi dell’asilo nido per i figli minori, eventuali spese di ristrutturazioni e le spese assicurative. Anche le spese per l’assistenza per i familiari disabili e di eventuali donazioni effettuate verso enti di carità. Gli abbonamenti per i trasporti pubblici sono anche tra le spese detraibili, così come le eventuali rette per le attività sportive praticate dai vostri figli.

Sono previsti ovviamente dei tetti di reddito per poter accedere alle detrazioni. Ad esempio se siete in affitto avrete diritto a detrarre fino a 300 euro se il vostro reddito familiare non supera i 15.494 euro annui, e di 150 euro se è compreso tra 15.495 euro e 30.987 euro. Per le attività sportive dei figli tra i 5 e i 18 anni a vostro carico invece la detrazione sarà del 19% delle quote di abbonamento, ma solo fino ad un massimo di 210 euro.

I documenti per compilare il modello

Per compilare correttamente il modello del 730/2020 è necessario fornire una copia del proprio documento di identità, anche del coniuge se la comunicazione è congiunta, la tessera sanitaria di ogni componente del nucleo familiare e la dichiarazione dei redditi dell’anno precedente.

Sarà anche necessario produrre i documenti relative alle spese per cui si richiedono le detrazioni fiscali. In questa lista rientrano anche eventuali pagamenti verso i collaboratori domestici, gli assistenti per la cura delle persone.

I controlli e i rimborsi Irpef

Una volta compilato il modello e inviata la comunicazione sarà necessaria una verifica da parte dell’Agenzia e dell’INPS per confrontare le dichiarazioni e i modelli del 730. Per ottenere i rimborsi i contribuenti dovranno superare questo controllo incrociato.

Il rimborso sarà poi riconosciuto all’utente dall’Agenzia delle Entrate se non saranno riscontrati elementi di incoerenza o per detrazioni che inferiori ai 4 mila euro. Si possono inviare richieste di rimborsi indicando un sostituto di imposta o senza.

Nel primo caso in genere è il datore di lavoro ad essere riconosciuto come sostituto, per i pensionati o in casi particolari è invece l’ente di Previdenza sociale o la propria Cassa privata. La figura del sostituto di imposta è quella che si impegna a provvedere agli oneri previdenziali dei dipendenti o dei contribuenti.

Per i rimborsi senza sostituto di imposta le domande dovranno essere comunque inviate all’Agenzia delle Entrate ma vi dovrà anche essere indicato l’IBAN del contribuente e il conto corrente e il titolare del modello del 730 dovranno coincidere.

Si potrà ottenere un rimborso Irpef in contanti entro il tetto massimo di 1000 euro. Se la somma riconosciuta dalle verifiche come rimborso risultasse superiore, il cittadino dovrà far riferimento alla Banca d’Italia.

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