Google Pay, Apple Pay e PayPal uguali alle banche. È, in estrema sintesi, quanto ha stabilito il Consumer Financial Protection Bureau (CFPB),allargando anche alle Big Tech l’applicazione delle regole previste per gli istituti di credito negli Stati Uniti.
L’Ufficio americano per la protezione finanziaria dei consumatori ha messo a punto una normativa sulla supervisione federale delle più diffuse app di pagamento digitale per:
- proteggere i dati personali degli utenti;
- ridurre le frodi online;
- fermare il “debanking” illegale, cioè la chiusura di un conto corrente da parte di una banca senza apparente motivo.
Resta ora da capire se altri Paesi nel mondo, Italia compresa, sceglieranno o meno di seguire l’esempio degli Usa e di regolamentare le app per i pagamenti digitali. Intanto, se sei alla ricerca di una carta di credito economica da collegare con Google Pay, Apple Pay o PayPal, il comparatore di SOStariffe.it è un valido alleato della convenienza. Il confronto delle offerte delle banche partner ti permette di trovare la migliore proposta di dicembre 2024. Per avere una fotografia delle varie alternative, clicca sul pulsante verde qui sotto:
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Google Pay, Apple Pay e PayPal come banche: dovranno rispettare le stesse regole
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APP DI PAGAMENTO: NUOVE REGOLE |
LA SPIEGAZIONE |
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Difesa della privacy |
Le Big Tech stanno raccogliendo enormi quantità di dati personali e bancari con le transazioni. La legge federale consente ai consumatori di rinunciare a determinate pratiche di raccolta e condivisione dei propri dati da parte delle app di pagamento |
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Contrasto a errori e frodi online |
In base alle nuove regole, i consumatori hanno il diritto di contestare le transazioni errate o fraudolente e le app di pagamento devono adottare misure per garantire una maggiore sicurezza |
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Stop al “debanking” |
Considerato l’ingente volume di operazioni che i consumatori effettuano tramite le app di pagamento più popolari, i consumatori incorrono in gravi danni:
- quando perdono l’accesso alla loro app senza preavviso
- quando la loro possibilità di effettuare o ricevere pagamenti viene interrotta
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Il Consumer Financial Protection Bureau degli Usa ha messo nero su bianco una normativa per la supervisione delle maggiori società non bancarie che offrono applicazioni di pagamento digitale, come Google Pay, Apple Pay e PayPal.
Questa regolamentazione aiuterà il CFPB a garantire che queste aziende – in particolare quelle che gestiscono più di 50 milioni di transazioni all’anno – rispettino le leggi federali degli Stati Uniti proprio come:
- le grandi banche;
- le cooperative di credito;
- le altre istituzioni finanziarie.
Secondo le stime della CFPB, le app di pagamento più diffuse sottoposte alla nuova norma elaborano complessivamente oltre 13 miliardi di transazioni all’anno.
“I pagamenti digitali sono passati da novità a necessità e la nostra vigilanza deve riflettere questa realtà”, ha detto il direttore della CFPB, Rohit Chopra, che ha spiegato il cardine della normativa: “Contribuirà a proteggere la privacy dei consumatori, a prevenire le frodi e a impedire la chiusura illegale dei conti”.
Le app di pagamento digitale sono diventate una pietra miliare del commercio quotidiano, rivaleggiando con i metodi di pagamento tradizionali come le carte di credito e le carte di debito per gli acquisti online e in negozio.
Il Consumer Financial Protection Bureau fa notare che questi servizi sono stati particolarmente adottati dai consumatori a reddito medio e basso, che utilizzano le app di pagamento per le spese quotidiane.
Al CFPB sono dell’avviso che, nate come una comoda alternativa al contante, Google Pay e le altre app si sono trasformate in uno strumento finanziario fondamentale, che gestisce oltre mille miliardi di dollari di pagamenti tra i consumatori e i loro amici, familiari e aziende.
Mentre le banche e le cooperative di credito che offrono servizi di pagamento ai consumatori sono soggette a controlli di vigilanza del CFPB, tante di queste grandi aziende tecnologiche che gestiscono miliardi di transazioni non lo sono.
Il CFPB ha osservato attentamente gli sviluppi in questo mercato emergente, anche monitorando i reclami dei consumatori e avviando un’indagine sulle Big Tech e sulle piattaforme peer-to-peer che offrono app di pagamento popolari. La normativa entrerà in vigore 30 giorni dopo la pubblicazione sul Federal Register.